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Scritto da Redazione
Politica
03 Gennaio 2023

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Il Piano Attuativo dell’Arenile e dei Viali a mare (più comunemente conosciuto come Paav) sembrava non piacere proprio a nessuno, e la sua bocciatura ha fatto tirare un sospiro di sollievo a buona parte della politica massese, anche quella di maggioranza, associazioni ambientali e stabilimenti balneari.

C’è però una voce fuori dal coro, ed è quella del presidente di Italia Nostra Bruno Giampaoli, che vede nel rifiuto del Paav il rischio di un nuovo, e lungo, periodo in cui la costa apuana verrà lasciata nuovamente a sé stessa, senza nessun tipo di piano regolatore.

Giampaoli, nel comunicato da lui firmato, afferma con certezza che il Paav aveva delle lacune, anche grosse, ma era perlomeno uno strumento pianificatore con una forte impronta ambientalista (anche se molte associazioni improntate alla tutela ambientale avevano dato un parere tutt’altro che entusiasta).

Il tempo per migliorarlo c’era, sottolinea Giampaoli, ma si è preferito non “interferire” per trasformare una possibile grande occasione in un buco nell’acqua.

In qualità di associazione che cura interessi diffusi quali i beni ambientali e culturali, non condizionata da interessi economici sia pur legittimi o da interessi politici elettoralistici, sentiamo il dovere di intervenire sulla non edificante vicenda della bocciatura del piano urbanistico in oggetto. Nel ricordare doverosamente – afferma Giampaoli – che il piano, fin da agosto, era stato pubblicato sul sito del comune per la trasparenza, che era stato consegnato nella sua versione integrale nel luglio 2022 con un percorso che il 14 novembre vedeva il parere favorevole di due commissioni comunali (urbanistica e attività produttive) a seguito di molte riunioni e di molti gettoni di presenza, è veramente difficile motivare adeguatamente, se non con una guerra interna alla maggioranza, l'improvviso voltafaccia di tanti consiglieri che al dunque lo hanno respinto quando avrebbero potuto benissimo adottarlo e poi esprimere, come da legge e da consuetudine, osservazioni per modificarlo anche sostanzialmente prima della eventuale sua approvazione. Ci sembra proprio che le prese di posizione durissime da parte di chi non accettava il tentativo di regolarizzare una situazione confusa come quella che rimane alla Partaccia, anche dopo il regolamento urbanistico, e non accettava norme dettagliate per l'organizzazione degli stabilimenti balneari siano state prese come pretesto per una bocciatura tutta politica, tesa solo a mettere in difficoltà il sindaco Persiani curandosi molto degli interessi particolari e poco di quelli generali che interessano tutta la collettività. Il Paav avrà avuto certo delle lacune che si potevano evidenziare nel periodo delle osservazioni, ma a noi sinceramente piaceva soprattutto per la visione orientata alla salvaguardia ambientale e paesaggistica, oltre che per le previsioni nella zona di Ronchi Poveromo, dove era salvaguardata la naturalità della foce del Poveromo, si prevedeva il recupero della Buca degli Sforza e il mantenimento delle dune residue. Ci pare strano poi che qualche consigliere di opposizione abbia affermato Crediamo che questo piano sia fatto su misura degli attuali balneari, allorché invece gli stessi balneari lo hanno aspramente criticato. Per quanto riguarda poi la spiaggia libera prevista davanti alla Torre Fiat (noi preferiamo chiamarla così) – continua il presidente di Italia Nostra – è chiaro che anche come spiaggia libera sarebbe stato possibile e logico darla comunque in convenzione a quell'attività ed il piano urbanistico lo prevedeva esplicitamente. Per quanto riguarda la pista ciclopedonale prevista anche dal regolamento urbanistico che all'articolo 88 prevedeva un percorso ciclopedonale che consenta la prosecuzione della passeggiata a mare, si poteva e si doveva aprire una discussione seria, valutando senza pregiudizi di sorta se questa fosse davvero fattibile nell'attuale situazione di erosione e davvero incompatibile con la forte presenza turistica utilizzando lo strumento delle osservazioni dopo l'adozione. Dovrebbe essere però molto chiaro a tutti che la spiaggia e la porzione di territorio davanti alla torre sono di proprietà demaniale, non di proprietà privata e che certe affermazioni che parlavano di esproprio mascherato erano molto fuori luogo. Non entriamo in merito all'ubicazione delle spiagge libere – conclude la nota – e alle norme sulle attività degli stabilimenti balneari, evidenziando comunque la necessità di lasciare se non dei veri e propri varchi di accesso almeno degli spazi visuali verso il mare liberi dalle cabine come il piano aveva previsto. In definitiva, una vera discussione sul piano è stata elusa riportando il territorio costiero della città nell'incertezza non pianificata come evidentemente fa comodo a molti; ci auguriamo comunque che ci sia un ripensamento, e tutto il lavoro svolto non venga, tanto per restare in argomento, gettato a mare”.

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