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Scritto da Redazione
Politica
12 Febbraio 2025

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Decisioni incoerenti, dannose e poco trasparenti: così il consigliere dell’opposizione Massimiliano Bernardi ha definito le scelte della giunta Arrighi sul marmo, riguardo al quale sarebbe stata portata più confusione che soluzioni. “Dopo aver annunciato la volontà di rivedere il sistema delle concessioni e del rapporto tra comune e imprenditori, il sindaco Arrighi  ha aperto decine di tavoli di confronto, dando l’impressione di voler dialogare con il settore, per poi buttarli all’aria e, alla fine tutto è rimasto sulla carta. Il nuovo regolamento sulle concessioni, ricalca, purtroppo,  le scelte già adottate dalla Giunta 5 Stelle di Matteo Martinelli, senza risolvere i problemi di fondo. L’approccio grillino  è stato preso per buono dal PD e,  per questo l’ex Vicesindaco Martinelli sul regolamento  approvato, loda se stesso per il  riconoscimento  della  qualità del  lavoro svolto”. Secondo Bernardi, si tratterebbe, quindi di una sorta di “inciucio” tra Pd e 5Stelle che avrebbe portato a ripetere gli stessi errori commessi dalla giunta precedente. “Un’occasione sprecata per cambiare rotta e restituire a Carrara una gestione più equa e trasparente del settore lapideo – ha continuato Bernardi - A questo si aggiunge un regolamento sulla tracciabilità del marmo poco chiaro e potenzialmente paralizzante per le imprese. Il risultato? Il caos normativo, ricorsi annunciati e il rischio di un blocco del settore. L’ultimo atto è l’approvazione del cosiddetto Disciplinare delle Gare, che dovrà regolare l’affidamento in concessione degli agri marmiferi comunali, attraverso l’attribuzione di punteggi alle proposte dei partecipanti alle gare. Peccato però che non ci sia alcuna spiegazione su come questa amministrazione abbiamo deciso di attribuire questi punteggi, malgrado le ripetute richieste di chiarimenti in tal senso avanzate in Commissione Marmo e in Consiglio Comunale. Quindi con questo disciplinare invece di offrire regole chiare e stabili, come vuole la legge, l’amministrazione si riserva una abnorme discrezionalità, tecnica e politica, nel valutare le proposte dei partecipanti alle gare. Il sistema di punteggi premia l’impatto ambientale, ma senza criteri oggettivi su come valutarlo, relegando, invece, sviluppo e investimenti a un ruolo secondario. Chi ha deciso questi punteggi? Il rischio è che il comune possa favorire alcuni operatori a discapito di altri. Di fronte a queste scelte, è inevitabile che molte imprese si sentano penalizzate e ricorrano ai tribunali, come già abbondantemente  accaduto in passato. Il comune rischia di trovarsi impantanato in anni di contenziosi, con la possibilità di perdere e dover pagare risarcimenti milionari. Se queste norme verranno applicate senza correttivi, saranno le piccole aziende a pagare il prezzo più alto: infatti, i nuovi meccanismi di assegnazione delle concessioni favoriscono le grandi società strutturate, che hanno più risorse per affrontare le complicazioni burocratiche e partecipare alle gare. Senza la possibilità di investire grandi somme, che è una delle condizioni per acquisire maggior punteggio, molte realtà storiche chiuderanno i battenti, lasciando operai senza lavoro e un vuoto nel tessuto economico locale. La norma, infatti, non chiarisce né i tempi né i metodi di applicazione, lasciando le aziende in balia di interpretazioni arbitrarie e possibili sanzioni ingiuste. Se le regole non saranno applicate con buon senso, l’escavazione rischia di essere bloccata da cavilli burocratici, con conseguenze devastanti per l’economia locale. Senza contare che eventuali errori nella gestione della tracciabilità, che è l’altro regolamento di questa amministrazione,  diventeranno un nuovo terreno di scontro legale. Con queste scelte, l’amministrazione Arrighi non ha dato certezze , ma ha creato le condizioni per un’ondata di ricorsi e pericolosi contenziosi. I tavoli di confronto con il settore si sono rivelati inutili, perché alla fine si è scelto di seguire la linea dei 5 Stelle ed il rischio è chiaro: ricorsi al TAR, blocchi burocratici e danni economici per Carrara, mentre il Comune si prepara a nuove battaglie legali che potrebbero costare caro a tutti i cittadini. Nel frattempo, le piccole imprese locali verranno spazzate via, lasciando a casa operai e famiglie che per generazioni hanno vissuto grazie al marmo”.

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