Il circolo ARCI Trentuno Settembre contesta l'amministrazione per la recente decisione di concedere la cittadinanza ordinaria al Milite ignoto, accusando l'iniziativa di vuota retorica per una guerra che ha lasciato in miseria, ferita e in ginocchio l'intera popolazione. Una iniziativa, scrive in una nota li circolo, colpevole di non fare alcun riferimento a chi scelse pagando con la vita, di non partecipare a quella guerra e alle vittime civili. Per questo chiede che venga aggiunta una dicitura precisa alla dedica commemorativa, per ricordare anche i disertori, coloro che dissero no e i civili.
"Con la solita retorica a dir poco fantasiosa-si legge nella nota- l'amministrazione di Massa si appresta a concedere la cittadinanza onoraria al "Milite ignoto". Lo fa appunto con una narrazione falsa, ipocrita di una guerra che è stato il macello per poveri e diseredati, che non è stato campo di difesa di confini. 100 anni di un vergognoso racconto che nel tempo ha avuto voci contrarie come quella di Papa Benedetto XV, che coraggiosamente l'ha definita "inutile strage", o quella di Emilio Lussu con il suo "Un anno sull'altipiano", o ancora quella di Francesco Rosi con il film come "Uomini contro". E ancora oggi siamo costretti a leggere un'esaltazione militaresca dell'inutile strage che non accenna neppure in un passaggio alla tragedia immane che una generazione di contadini, di operai, ha vissuto sulla propria pelle. Quello del milite ignoto è un mezzo ricordo, l'alta metà del ricordo viene invece consegnata all'oblio. All'oblio si consegnano coloro che decisero di non essere collusi con la mattanza che si consumava in trincea, coloro che dissero "no" ad una guerra, che come tutte le guerre, che mandava al macello le classi più povere del paese".
Trentuno Settembre squarcia il velo su un ricordo doloroso di chi abbandonando il fronte firmava la sua condanna a morte:" Oltre 4000 furono condannati alla pena capitale, molti riuscirono a fuggire definitivamente, ma 750 fucilazioni furono eseguite: a queste si devono aggiungere altri 350 giustiziati in modo sommario. In particolare, con la circolare riservata nr. 2910 del 1° novembre 1916, il generale Cadorna affermava che: "(...) ricordo che non vi è altro mezzo idoneo a reprimere reato collettivo che quello della immediata fucilazione dei maggiori responsabili, allorché l'accertamento dei responsabili non è possibile, rimane il diritto e il dovere ai comandanti di estrarre a sorte tra gli indiziati alcuni militari e punirli con la pena di morte". Questa era la cultura militare che dominava le scelte nell'esercito italiano nella prima guerra mondiale" ".
Fa presente poi il circolo:"Nella legislatura corrente la Commissione Difesa del Senato, a conclusione dell'esame sulle prospettive della riabilitazione storica dei militari fucilati durante la Prima guerra mondiale, ha approvato, lo scorso 10 marzo, all'unanimità la risoluzione Doc. XXIV n.31 con la quale si impegna il Governo a riconoscere il valore umano con apposite iscrizioni presso l'Altare della Patria e altre iniziative commemorative".
Il coraggio di dire del no dei disertori, i feriti anche psicologici, gli stupri, l'orrore della guerra insomma deve accompagnare il ricordo e le celebrazioni insieme al ricordo del sacrificio di chi cadde combattendo, spiega Trentuno Settembre che rivendica:"Ricordare il Milite ignoto-ha sottolineato con forza infatti il circolo Arci- senza ricordare coloro che furono fucilati per reati contro la disciplina, a seguito di processi sommari e senza l'accertamento della loro responsabilità, senza ricordare chi ebbe il coraggio di disertare per non essere complice di quella "inutile strage", significa essere oggi complici di chi ammetteva la pena di morte per estrazione a sorte. Noi crediamo che la nostra città non possa accettare quella barbarie. Riteniamo pertanto giusto ricordare tutti i soldati caduti, gli invalidi, i feriti e coloro che ebbero la vita sconvolta dalla guerra, compresi quelli le cui menti non ressero all'orrore (gli "scemi di guerra" morti a centinaia nei manicomi), i suicidi, gli autolesionisti, i prigionieri italiani lasciati morire senza assistenza da un governo criminale che li considerava vigliacchi (100.000 prigionieri italiani morti su 600.000, rispetto ai 20.000 morti su 600.000 prigionieri francesi, aiutati dal loro Stato). Non possiamo dimenticare i civili morti per sfinimento, quelli travolti dalla "spagnola" o dalla mancanza di cure, quelli dilaniati dai bombardamenti, o uccisi per sfizio mentre difendevano le loro povere cose. Non possiamo dimenticare le donne stuprate e disprezzate, i "figli della guerra" rifiutati e irrisi, tutti sepolti per decenni nel silenzio di una vergogna che allora rese colpevoli le vittime e ancora ora accusa chi continua a tacere questa tragedia".
Gran Bretagna, Germania, Francia hanno già preso consapevolezza con cerimonie e monumenti ma da noi non ancora, reclama il circolo Arci puntando il dito contro una guerra voluta scelleratamente da una classe dirigente incurante del benessere del proprio popolo:"Negli altri paesi-scrive Trentuno Settembre- si ricordano tutti coloro che la guerra l'hanno subita capendo subito la sua inutilità e provando ad opporsi alle aberrazioni di cui era portatrice: nel Regno Unito, ad Alrewas (Straffordshire), all'interno del National Memorial Arborerum, c'è lo Shot at Dawn Memorial, un monumento per Restituire l'onore ai disertori fucilati dedicato ai fucilati per "diserzione e codardia"; in Germania, a Stoccarda, è stato eretto un monumento a tutti i disertori; in Francia, nel Musée de l'armée di Parigi, è stato dedicato uno spazio apposito ai fucilati "per mano amica". Da noi no, da noi la mano fascista continua una narrazione della grande guerra basata sui modelli che furono tema di esaltazione dei fasci dei primi anni '20. Proprio perché ci sta a cuore il popolo che ha sofferto in quegli anni, dobbiamo ricordare che entrare in quel conflitto nel 1915 fu una scelta folle e omicida imposta dalle classi dirigenti del paese. Non ci fu un'aggressione o un'invasione che giustificasse l'entrata in guerra, furono solo le ragioni delle alleanze diplomatiche che portarono alla dichiarazione di guerra contro i paesi della Triplice Alleanza".
Il comunicato si conclude con una richiesta di aggiungere un passaggio eloquente e significativo :"Noi non vogliamo celebrare una patria che ha mandato al macello milioni di persone, che ha fucilato disertori e pacifisti con processi di giustizia sommaria dei tribunali militari. Tutti loro avevano un nome ed un cognome, non erano affatto ignoti. Ignoti, senza nome e volto è come li ha resi la guerra. Una guerra assurda e inumana. Per tutto questo chiediamo che venga implementato l'ordine del giorno con la seguente dicitura:
Il Comune di Massa riconosce inoltre il sacrificio degli appartenenti alle Forze Armate che, nel corso della Prima Guerra Mondiale, vennero fucilati senza che fosse accertata a loro carico, a seguito di regolare processo, un'effettiva responsabilità penale promuovendone la riabilitazione; riconosce pertanto anche il sacrificio di chi disertò durante la prima guerra mondiale avendo capito quanto inutile fosse quella guerra e anticipando il pensiero di Papa Benedetto XV; riconosce il sacrificio di tutti i civili che persero la vita durante la Prima Guerra Mondiale o che subirono danni fisici e mentali indelebili; promuove ogni iniziativa volta al recupero della loro memoria".