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Scritto da Redazione
Cronaca
01 Agosto 2025

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Le mura del borgo di Moneta sono crollate il 18 aprile scorso, dopo un’ondata di maltempo. Un disastro annunciato, anticipato dallo squarcio che un mese prima si era aperto lungo gli otto metri di altezza dello storico bastione. A distanza di 90 giorni, la frana è ancora nelle stesse condizioni. Lo dicono le foto scattate di recente con un drone, immagini che impressionano perché mettono a fuoco l’enorme spaccatura sul pendio della collina, una ferita larga dieci metri che si estende verticalmente per altri trenta.Il rischio è che, alle prime piogge autunnali, lo smottamento possa progredire ancora e compromettere per sempre quello che resta dell’antica fortificazione medievale. A dare l’allarme è la Pro Loco “Salviamo il Castello di Moneta”, che chiede un intervento immediato di messa in sicurezza da parte del Comune, in attesa che il tribunale definisca la proprietà del muro crollato per stabilire chi – tra l’amministrazione e i privati, residenti nel borgo – debba accollarsi le spese di ripristino.La questione è complessa e si deciderà in sede giudiziaria, sulla base di raffronti tra mappali datati, di non facile lettura neanche per l’occhio esperto del Ctu – consulente tecnico d’ufficio – che il giudice potrebbe nominare in aggiunta al geologo già indicato per le indagini sulle cause della frana. “Bisogna coprire al più presto con teloni di nylon il fronte di smottamento – spiega il presidente dell’associazione, Luigi Giovanelli – per evitare nuove infiltrazioni di acqua piovana. Si tratta di un accorgimento che ha costi sostenibili ed è indispensabile per salvaguardare un bene culturale che appartiene a tutta la comunità. Il castello di Moneta è un pezzo di storia della nostra città, che merita di essere preservato”.Secondo una stima approssimativa, sarebbe di almeno 200mila euro il costo dell’intervento necessario per mettere al sicuro la collina su cui sorge il maniero – per il quale l’amministrazione Arrighi avrebbe in piano un progetto di recupero già messo nero su bianco (anche se non ancora reso pubblico). L’associazione, che si è affidata alla consulenza di propri tecnici, sollecita il Comune a prendere provvedimenti, prima che sia troppo tardi. L’appello era già stato lanciato quando sulla cinta muraria era comparsa la profonda crepa che, lasciata alle intemperie, ha provocato i danni a cui oggi c’è da rimediare. È di pochi giorni fa il sopralluogo che i funzionari della Soprintendenza di Lucca hanno effettuato a Moneta per valutare la situazione. Sul castello esiste un vincolo del 1911, che ora aspetta di essere aggiornato ed esteso al borgo, divenuto in anni recenti di proprietà privata. Si tratta di atti che richiedono tempi tecnici, ma il castello potrebbe non attendere. La frana sulla collina di Moneta è di quelle che gli esperti definiscono retrogressive perché hanno la tendenza ad arretrare: basterebbero pochi metri per vedere precipitare – dopo le mura del borgo – anche la piazza d’armi di fronte a quello che resta dello storico ponte levatoio. 

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