Avenza ospita la prima edizione della rassegna ‘Parole in libertà sotto la Torre’, organizzata dal Comune di Carrara nel cartellone estivo 2025. Tre appuntamenti in programma domenica 17, mercoledì 20 e giovedì 21 agosto, tutti a ingresso libero, con inizio alle 21.30, ospitati nella suggestiva cornice della Torre di Castruccio nel giardino di Casa Pellini. Una nuova rassegna di teatro di parola, con tre protagonisti dirompenti e sarcastici: Giobbe Covatta, Roberto Mercadini e Arianna Porcelli Safonov.
Le serate dedicate ai monologhi d’autore inaugurano domenica 17 agosto con 6° (sei gradi) di Giobbe Covatta, con la partecipazione di Ugo Gangheri. Ancora una volta è un numero il titolo del nuovo spettacolo di Giobbe Covatta, dopo “7” (come i sette vizi capitali) e “30” (come gli articoli della carta dei diritti dell’uomo), tocca ora al numero “6″ che rappresenta l’aumento in gradi centigradi della temperatura del nostro pianeta. Tutto ciò che vedremo nel corso dello spettacolo è collocato nel futuro in diversi periodi storici nei quali la temperatura media della terra sarà aumentata di uno, due, tre, quattro, cinque e sei gradi. Come sarà il mondo la cui temperatura media sarà più alta di un grado rispetto ad oggi? Il grande comico napoletano se lo è chiesto: modelli matematici applicati all’ecologia creati con solide basi scientifiche ci fanno pensare che i nostri discendenti avranno seri problemi e si dovranno adattare a (soprav)vivere in un pianeta divenuto meno ospitale, se non cercheremo di risolvere i problemi dell’ambiente, della sovrappopolazione e dell’energia sin da oggi. Certo l’uomo non perderà il suo ingegno e Giobbe Covatta si diverte a immaginare le drammatiche e stravaganti invenzioni scientifiche, sociali e politiche, che metteremo a punto per far fronte a una drammatica emergenza ambientale e sociale. Ne emergono personaggi di grande verve comica indaffarati a realizzare all’ultimo momento quello che noi avremmo dovuto fare da anni. Da Giobbe Covatta un nuovo spettacolo dove comicità, ironia e satira si accompagnano alla divulgazione scientifica su quelli che sono senza dubbio i grandi temi del nostro secolo: sostenibilità del Pianeta e delle sue popolazioni. Un’occasione di divertimento ma anche utile a comprendere i motivi per cui è necessario agire oggi per evitare la nostra fine probabilmente entro un solo secolo.
La rassegna prosegue mercoledì 20 agosto con Roberto Mercadini in Moby Dick.
Moby Dick non racconta una storia. Non è un romanzo. Forse neppure un libro. È un mostro che sta fra gli altri volumi scritti come il leviatano bianco sta in mezzo alle altre creature marine. Moby Dick non si può narrare, “sebbene molti abbiano tentato” (per citare Melville). Che può farne, allora, un narratore? Può almeno far brillare alcuni frammenti incandescenti; far intuire, per sintesi, l’intera luce, l’intero calore del magma. Può dire: “sono come un palombaro che scende negli abissi. Trova Atlantide. Non può risalire portandosi Atlantide sulle spalle. Può riportare però qualche frammento (una moneta, un pezzetto d’anfora, un naso di statua). E poi dire: ‘guardate, questa non è Atlantide; è la prova che, là sotto, c’è Atlantide: andate a farci un giro, se vi capita’”.
Per l’ultimo appuntamento giovedì 21 agosto, in scena Arianna Porcelli Safonov in Alimentire.
Alimentire è il nuovo progetto di Arianna Porcelli Safonov dedicato al grosso guaio in cui si è ficcata l’alimentazione: quello di diventare una tendenza a cui si aderisce con tutti i peggiori difetti che un cittadino possa mostrare in pubblico. C’è la frustrazione di non saperne abbastanza, la certezza che verremo umiliati dallo chef semidio e dalla sua carta che non si chiama più menù ma carta, appunto e che ha la stessa giovialità di un saggio di chimica nucleare, ma costa di più. C’è l’ansia delle centomila intolleranze alimentari, c’è la sofisticazione di qualsiasi ingrediente per renderlo più tecnologico, più performante, più costoso e tossico. C’è la corsa furiosa ai corsi per sommelier per sapere tutto di vino, c’è la mediocrità di non sapere niente di pane, un alimento troppo povero per essere studiato. C’è l’inferno delle diete, quello dei buffet, c’è l’eccesso di produzione, la carenza di approvvigionamento, l’ignoranza a tavola, il disagio in cucina, l’assurdo in tv, la menzogna del marketing e, se non bastasse, il conto coi tre euro di coperto. Alimentire è un progetto che si prende gioco dell’ossessione per la cucina gourmet, è una risata che prende tempo per celebrare il vero valore del cibo, salvandolo dalla gente che lo cucina e spiegandolo alla gente che vuole mangiarlo senza farsi riempire le orecchie col Nulla.