Convivere con malattie legate alla demenza non è facile. Per l’ammalato e per la famiglia, che spesso può sentirsi sola e abbandonata. Il dialogo, la condivisione delle esperienze e il supporto possono fare la differenza, anche nel quotidiano. Si colloca qui il Caffè Alzheimer, un’occasione concreta per affiancare la famiglia di una persona con Alzheimer in un percorso di rottura dell’isolamento sociale. Le famiglie, invitate agli incontri del Caffè assieme al malato, arrivano in un ambiente accogliente e si rapportano con operatori esperti nella relazione con il malato e operatori esperti nell’ascolto dei familiari. L’esperienza è arrivata lo scorso anno in Lunigiana, grazie all’impegno della Società della salute ed è appena ricominciata la serie di appuntamenti. Le date fissate per gli incontri sono il 6 e 20 ottobre; il 3, 17, 24 novembre e il 15 dicembre, dalle 15 alle 17, all’Oasi della felicità, Terrarossa di Licciana Nardi. Al centro lavoreranno due psicologhe, Elisa Ratti, che già collabora con Aima a Firenze ed Elisa Sibillo, che collabora con la cooperativa Di Vittorio. “Le famiglie non devono sentirsi sole, ma percepire la vicinanza delle strutture istituzionali e delle associazioni - commenta il presidente della Sds, Roberto Valettini -. Diamo concretezza a questo aiuto, affinché non rimanga solo sulla carta. I servizi di prossimità, socio assistenziali e sanitari, come i Centri Alzheimer, Centri per disabili e minori, Centri di socializzazione sono assolutamente da mantenere e da potenziare”. Il primo Alzheimer Café nacque nel 1997 a Leida, in Olanda, da un progetto dello psicogeriatra olandese Bere Miesen, che lo pensò come uno spazio informale e de-istituzionalizzato per i malati e i loro familiari: un luogo accogliente, in cui trascorrere qualche ora insieme, socializzare, e parlare dei propri problemi, con la presenza di operatori esperti. Nelle diverse esperienze che si sono succedute da allora in molti Paesi, il Caffè Alzheimer ha avuto interpretazioni diverse, che sono andate dall’occasione di formazione e informazione dei familiari, tipico di un Centro di ascolto per familiari, a quella di animazione per i malati, tipica di un centro diurno. In Lunigiana ci sono tre Centri Alzheimer, a Pontremoli, Villafranca e Pognana di Fivizzano, tutti preziosi nell’offrire sollievo alle famiglie e nel recuperare le capacità residue degli ammalati.