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Scritto da Redazione
Politica
17 Settembre 2020

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Con questo articolo il professor Marcello Pera inizia la sua collaborazione, totalmente libera nei tempi e nei modi, alla Gazzetta di Lucca e alle Gazzette:

Perché Susanna Ceccardi può vincere le elezioni regionali e non solo sperare di vincerle? Perché stavolta in Toscana ci sono due novità che vanno a suo favore.

La prima. Per la prima volta, le elezioni regionali sono “laiche”, cioè post-ideologiche. Il richiamo del comunismo e dei travestimenti che ne hanno seguito il crollo non c’è più. E Eugenio Giani non può presentarsi come il successore di Enrico Rossi, che amava concedersi il vezzo di definirsi “l’ultimo comunista d’Italia”. La bandiera dell’antifascismo, della Resistenza, della Costituzione nata dalla guerra partigiana a Giani non si addicono. Non perché egli non sia un democratico sincero, ma perché non appartiene a quella storia (in gran parte inventata), a quella tradizione (in gran parte costruita), a quei miti (quasi tutti tramontati). Giani viene dai socialisti e anche se ha trovato rifugio nel Pci e successori, i socialisti per i comunisti toscani puzzano ancora di zolfo e non passano mai del tutto l’esame democratico. Peggio: Giani è il candidato di Renzi, è il suo tentativo di rivincita, e Renzi è la figura più detestata della sinistra toscana. Così, Giani ha difficoltà ad accreditarsi presso il blocco ideologico e di potere che ha governato la Toscana di Martini, Chiti, Rossi. Perciò, Giani è in difficoltà: fa fatica a scaldare i cuori dei suoi.

Sindacalisti, come il segretario della Cgil toscana Dalida Angelini, e intellettuali progressisti, come lo scrittore pratese Sandro Veronesi, stanno cercando di dare a Giani una veste che non è la sua. Si appellano all’antifascismo. Veronesi, ad esempio, scrive che “in Toscana permane ancora lo spiritello italiano che cent’anni fa ha dato corpo al fascismo”: “ero convinto che non si sarebbe mai tornati indietro da una situazione in cui di fascismo non si poteva neppure pronunciare la parola, ma evidentemente sottovalutavo questo fuocherello e così oggi si rischia che la candidata leghista del centrodestra, Susanna Ceccardi, abbia la meglio su Eugenio Giani”.

Veronesi stia sereno. Se davvero il focherello del fascismo tornasse ad ardere, intellettuali come lui sarebbero i primi ad alimentarlo, esattamente come cento anni fa fecero gli intellettuali Toscanini, Croce, Gentile e moltissimi altri: votarono e sostennero Mussolini e il suo primo governo. E poi, come spiega Veronesi che dall’antifascistissima Toscana rinasce il fascismo: forse perché i comunisti non sono stati autentici antifascisti ma “opportunisti”, come egli stesso ammette?

L’altra novità delle elezioni regionali toscane 2020 discende dalla prima e va anch’essa a favore della Ceccardi. Riguarda fatti e problemi concreti. Ad esempio, la Toscana ha problemi enormi con la sanità. Inutile dire che è virtuosa perché rifiuta il “modello lombardo”: anche in Toscana, prima e dopo l’ospedale, non c’è nulla. Quando ti dimettono (e di fretta, perché i letti costano) non sai dove andare e sei abbandonato alla famiglia. I medici di base sono penalizzati e ridotti a passacarte o call center. Sul territorio, presidi e assistenza non nascono. Ancora: la Toscana ha problemi giganteschi con i trasporti. L’aeroporto intercontinentale di Pisa viene sacrificato al campo di grano aereo di Peretola. Treni e mezzi comodi e veloci per collegare le nostre città (e che città!) non esistono. Di metropolitane di superficie, come sarebbe quella dell’anello Lucca-Pistoia-Firenze-Pisa-Viareggio (Versilia)-Lucca non c’è traccia. Infine: in Toscana si parla solo il vernacolo fiorentino. Gli altri non hanno ascolto, se non a prezzo di arrendersi, farsi periferia, e lasciarsi guidare dagli interessi del capoluogo di regione, in cambio di pelose elemosine. Come al tempo dei Medici (e i Lucchesi, che non si sono mai sottomessi ai Medici, dovrebbero ricordarselo).

Per riassumere e concludere. Per la sinistra toscana, l’ombrello dell’ideologia non c’è più, e l’ombrello dei programmi politici è pieno di buchi. Ecco le novità. Si gioca alla pari, senza carte truccate. È per questo che Susanna Ceccardi è avvantaggiata. Vorrei che lo fosse anche la sera del 21 settembre. Non sono convertito al leghismo, semplicemente amo la Toscana e Lucca in particolare.

Poscritto. E poi c’è il NO al referendum. Per motivarlo, uso un argomento solo, politico. Perché dobbiamo consegnare una vittoria a Di Maio, ora che è in caduta? Perché dobbiamo dar ragione a Grillo, ora che sostiene che “funzionano più le dittature che le democrazie”? E Conte? Davvero dobbiamo tenercelo?

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