Le notizie, comparse sui media locali, relative all’intenzione di salvare il paino regolatore del porto di Marina di Carrara, espressa dal commissario dell’Autorità Portuale della Liguria Orientale, Bruno Pisano ha messo in allarme Orietta Colacicco, presidente dell’associazione “Paladini Apuoversiliesi”, che, da tempo, combatte contro l’espensione dello scalo marittimo carrarese: “ Il piano regolatore del porto di Marina, in realtà, è in revisione. Come può essere salvato un piano in revisione, cioè sotto controllo per verificare, e correggere qualcosa. Il Commissario ha aggiunto “Stiamo parlando di una banchina in più e di una riorganizzazione interna” di un piano “ormai ridotto all’essenziale ‘per garantire la crescita”. Che cosa significa non é dato capire. Ricordiamo che i Paladini hanno misurato l’entità delle opere che coprirà una superficie di circa 140mila metri: quindi si tratta di un enorme ampliamento. Nella distribuzione si hanno una nuova banchina parallela alla Fiorillo per 44 mila metri quadri, l'allargamento della banchina Fiorillo per 21.100 metri quadri il piazzale a nord della banchina Fiorillo per 35.200 metri quadri il prolungamento del molo di sopraflutto con l'ampliamento della banchina Taliercio per 41.900 metri quadri. A che cosa si é dovuto rinunciare? Al piazzale, al molo di sopraflutto? Quello per le navi da crociera, un’opera fuori mercato per un costo di 110 milioni di euro, perché nel porto di Carrara le navi superiori a 285 metri non possono entrare, come dice l’affare 115/21 del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici, acquisito dai Paladini con accesso civico generalizzato. In più recentemente Il sindaco di Carrara Serena Arrighi ha detto che sulle crociere si può ragionare e il segretario della CGL provinciale Del vecchio ha confermato di non essere stato mai convinto dell’opportunità dell’opera. Purtroppo non abbiamo contezza, perchè non abbiamo visto nuovi disegni e non abbiamo ancora incontrato il Commissario Pisano, né noi, né le dieci associazioni, a vario titolo, collegate a noi: iscritte, o gemellate, o alleate, che rappresentano le categorie economiche di Marina di Massa, Cinquale e Forte dei Marmi, nonché i villeggianti di Ronchi e Poveromo. Eppure il Commissario Pisano dice di avere incontrato le associazioni del territorio: di quale territorio? Forse di Carrara? Bisogna guardare a tutto il territorio interessato, quello che più ha sofferto e sta soffrendo l’erosone prodotta proprio dal porto. Quanto ai dragaggi, che dovrebbero essere manutenzione ordinaria, ma non si fanno da cinque anni, sono indispensabili per il porto: senza di essi é come avere una porta che non si apre perché é guasta la serratura. Se poi porteranno i 500 mila metri cubi di sabbia, di cui parla il professor Rosi non saranno certamente sufficienti per ripascere la costa da Marina di Massa ai confini con Pietrasanta. Potrebbe essere l’ inizio di un ripascimento più ampio, fugando magari quel dubbio del Commissario sulla responsabilità del porto. Lo confermiamo noi ed è stato detto da 59 scienziati di tutto il mondo, può confermarlo qualunque geologo o ingegnere idraulico: il fenomeno dell’insabbiamento esiste da sempre e ci sono pagine e pagine del 1700 sull’ “interrimento” che abbiamo trovato in Archivio di Stato a Massa e abbiamo portato alla luce lo scorso anno.
Avevamo già annunciato che avremmo voluto incontrare il nuovo Commissario, ma volendo muoverci con una rappresentanza degli stakeholder dell’economia turistica pensiamo di poterlo fare non prima di settembre. Nei prossimi giorni invieremo lettera ufficiale per la richiesta di un incontro, durante il quale illustreremo anche la nostra volontà di organizzare un evento di confronto fra gli stakeholder del porto e quelli dell’economia turistica. Lo scopo é quello di avere un momento di dialogo e non di contrapposizione della società civile, alla presenza di amministratori e politici che saranno invitati . I Paladini non vogliono distruggere il porto, ma si battono per prevenire un ulteriore incremento del fenomeno erosivo, che potrebbe derivare da un possibile ampliamento dello stesso, con danni irreversibili su tutta la costa apuoversiliese. Bisogna trovare una soluzione diversa. L’ordine del giorno dell’onorevole Barabotti per evitare ulteriori impatti erosivi impegna il Governo a valutare anche eventuali soluzioni progettuali alternative, senza dimenticare, aggiungiamo noi, che già il piano contiene dieci soluzioni di cui il decreto di chiusura di VAS dei Ministeri dell’Ambiente e della Cultura hanno chiesto la ragione e l’impatto una per una”.