A pochi giorni dal decennale dell'alluvione di Marina l'associazione AmareMarina rende pubbliche alcune riflessioni: "Desideriamo condividere alcune riflessioni alle quali ci conduce il prossimo anniversario dell’alluvione del 2014. Sono passati dieci anni quando il torrente Carrione si trasformò in fiume di fango che tracimò dagli argini in una rovinosa alluvione che devastò il nostro fragile territorio. Il ricordo di quell’evento è ancora negli occhi di coloro che vissero quella catastrofe. A Marina di Carrara i muri del porto stavano creando un effetto diga e il livello dell’acqua che non defluiva sarebbe aumento provocando ancora più danni. Fu necessario abbattere un muretto di recinzione del porto per far defluire l’acqua che altrimenti avrebbe sommerso la frazione a mare. Tuttavia la situazione sarebbe stata ancor più grave, se fosse stato realizzato il water-front concepito allora dall’Autorità Portuale e appoggiato dal Comune con a capo la Giunta Zubbani. Sì perché quel progetto prevedeva la costruzione di un muro alto molti metri per una lunghezza di 2 chilometri sul fronte mare. Un progetto che non piaceva a una buona parte dei marinelli, tanto che fu sonoramente bocciato dai cittadini che parteciparono al percorso partecipativo Portolemieidee. Fu il primo percorso di Partecipazione sostenuto dalla regione Toscana realizzato da cittadini. Vogliamo immaginare cosa sarebbe successo nel 2014 se ad ostacolare i deflusso delle acque non ci fosse stato un muretto ma un muro di cinque metri di altezza? Tuttavia questa sciagurata esperienza non insegnò nulla a tanti e men che meno a molti politici, in particolare a quelli che plaudono all’ampliamento del porto e alla ulteriore cementificazione alla foce del Carrione. Politici che si riempiono la bocca di termini come “partecipazione”, che si dicono contrari allo sfruttamento delle cave, alla tutela dell’ambiente, favorevoli all’ampliamento del porto. Dimostrandosi anche smemorati ( oppure semplicemente indifferenti) della volontà dei cittadini che in quel percorso partecipativo si dissero contrari all’ampliamento del porto, che nei progetti di allora e di oggi prevede la classica colata di cemento alla foce del Carrione. Come si può concepire un’operazione del genere? Dopo quello che è successo e quello che sta succedendo oggi in tutta Italia, in tutto il mondo, dove la necessità di rispettare la natura si sta facendo strada anche nelle menti più ottuse che stanno cominciando a capire la necessità di rispettare e tutelare l’ambiente. E ci sembra paradossale che proprio in coincidenza di un triste anniversario le fanfare cittadine abbiano cominciato a suonare la musica di Carrara Città della cultura, titolo di cui potrebbe fregiarsi solo se non vi regnassero la devastazione ambientale, l’incuria e la mancanza di vero rispetto per i cittadini" .
Marina di Carrara dieci anni dopo l'alluvione: le riflessioni dell'associazione AmareMarina
Scritto da Redazione
Politica
30 Ottobre 2024
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