Politica
Requisiti modificati e verbali vuoti: il consigliere Caffaz spiega come è stato organizzato il bando del comune per direttore del teatro Animosi
A pensar male si fa peccato...ma poi si trovano i documenti che confermano che si aveva ragione. E' esattamente quanto è accaduto al consigliere dell'opposizione del comune di…

Le Rsu del Cermec bollano come non vere le denunce fatte da Menconi della Cgil
Le Rsu del Cermec rappresentate da Chiara Pirozzo della Cisl, Maurizio Bertieri della Uil e Gianluca Della Tomasina di Fiadel prendono le distanze dalle dichiarazioni sul…

Partono a Carrara i restauri della statua di Beatrice d'Este, della statua della Sirena e a Codena del monumento ai caduti
Il monumento a Beatrice D'Este di piazza Alberica, la statua della Sirena di via Carriona e, non ultimo, il monumento ai caduti di piazza Rosselli a…

A Carrara continuano i cantieri e i disagi: prorogata fino a marzo la garatuità dei parcheggi del centro
Per ridurre i disagi a residenti, commercianti e visitatori a seguito dei numerosi cantieri attualmente in corso in tutta la città l'amministrazione comunale ha deciso di prorogare…

Retiambiente Spa: opportuno rinviare l’Assemblea di Cermec per garantire piena validità delle deliberazioni
Retiambiente Spa, nel ringraziare i Comuni di Massa e Carrara per il coinvolgimento nel percorso di rinnovo dell’organo amministrativo di Cermec, informa di aver svolto…

Solo carbone, dalla Befana, per il comune di Massa: il bilancio di Rifondazione Comunista Massa
Il bilancio di fine anno del Circolo della montagna Rifondazione Comunista Massa: "Come da tradizione, anche quest'anno è arrivato il momento dei bilanci: bilancio che non…

"Il Pd non vuole ammettere la sconfitta elettorale della Provincia": il commento del consigliere Mirabella
Il consigliere della lista Ferri Filippo Mirabella commenta la polemica scatenata dal Pd Massa Carrara in seguito all'elezione del nuovo presidente della Provincia: "Questa non è…

Farneticante, egoreferenziale, un uomo solo al comando che manovra i suoi seguaci: il presidente Pd Massa Carrara Nicola Abruzzese replica al presidente della Provincia Valettini
Massa-Carrara, 28 dicembre 2025 – "Ora basta!": il sindaco di Aulla Roberto Valettini ha imparato velocemente il modus operandi dell'uomo solo al comando e guida, fa…

Luca Nicolini della segreteria del Pd Massa Carrara è il nuovo tesoriere regionale del Pd Toscana
Massa-Carrara, 27 dicembre 2025 – Luca Nicolini, componente della segreteria provinciale del Partito Democratico di Massa-Carrara, è stato nominato nuovo Tesoriere regionale del PD Toscana.La nomina è…

Richiesta irresponsabile dettata dal livore di chi ha perso: il presidente della Provincia e sindaco di Aulla Roberto Valettini risponde all'invito del Pd Massa Carrara ai consiglieri di Aulla di passare all'opposizione
Inaccettabile ed irresponsabile la richiesta della segretaria del PD di invitare i miei consiglieri comunali iscritti al partito ad esprimere la sfiducia che paralizzerebbe l'attività…

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Il segretario generale di Cisl Toscana Nord Enzo Mastorci parla di atto illegittimo della Provincia nella contrattazione sindacale: " Abbiamo chiesto al presidente della Provincia di Massa-Carrara Gianni Loenzetti e al capo di gabinetto dello stesso, il dottor Leoncini, di rivedere il Decreto 58 del 4 agosto 2025 dove il Presidente, forse consapevole del consenso che avrebbe ottenuto nelle Elezioni Regionali (rispetto alle quali siamo contenti e ci congratuliamo con lui consapevoli che potrà al meglio rappresentare il nostro territorio), è stato preso dall’entusiasmo e si è sostituito alle parti sindacali, destinando di “sua sponte” una parte di risorse sottraendola alla contrattazione.Oltrechè un atto illegittimo (abuso di potere) il Presidente ha emanato un decreto inopportuno premiando poche unità di personale (che sicuramente meritano attenzione e rispetto) dimenticandosi completamente che per l’Amministrazione Provinciale, oltre a 3 Dirigenti e alle 8 E.Q., prestano la propria attività lavorativa circa 100 altre persone e, tra quelle persone, ce ne sono state alcune più dimenticatedegli altri e che ogni giorno assicurano alla cittadinanza la viabilità: cantonieri e capo cantonieri. Come CISL FP già in passato non abbiamo firmato il contratto decentrato perché per questa categoria non erano state destinate risorse.Nel 2025, anche forti dell’esito del rinnovo della RSU che ha attributo alla CISL FP la maggioranza assoluta, vorremmo firmare il contratto decentrato. I nostri sforzi sono stati, sono e certamente saranno orientati a questo ma ad oggi non ci sono le condizioni per poterlo fare. Sicuramente non per nostre responsabilità. L’atto unilaterale del presidente ha creato una forte spaccatura sia tra i dipendenti sia all’interno della RSU stessa perché una parte, forse “appiattita o appagata“ si è piegata sulla richiesta della Amministrazione che vuole destinare al 7 per cento del personale il 30 per cento delle risorse e di destinare il restante 70 cento delle risorse al restante 93 per cento del personale, insomma dal volere della Amministrazione alcune lavoratrici e lavoratori potranno prendere la media di 1875 euro annuali ed altri si dovrebbero accontentare di 343 euro di media. Per la CISL FP una disparità di trattamento di cosi vasta entità non potrà essere avvallata, perché significherebbe disconoscere il lavoro che tutti i giorni circa 100 persone portano a compimento per permettere il corretto funzionamento dell’amministrazione e l’erogazione di servizi essenziali e non si può disconoscere il lavoro altrui solo quando è il momento di riconoscerne i meriti.Considerato che il fondo di contrattazione decentrata della provincia di Massa Carrara (per motivazioni tecniche) è molto risicato, la CISL FP ha chiesto e chiederà una più equa distribuzione e non scenderemo al di sotto di una linea che garantisca alla maggioranza (operai ed impiegati) una somma media che garantisca l’inviolabile diritto a veder riconosciuti i frutti del proprio lavoro secondo principi di meritocrazia, di giustizia sociale, di partecipazione. Si chiama equità, Questo principio che oramai sembra avulso dalla contrattazione decentrata. Nonostante le ampie aperture della CISL Fp, le nostre RSU si sono trovate costrette a “contrattare” con gli altri sindacati, CGIL e UIL, oramai irremovibili sulle loro posizioni che sono curiosamente coincidenti con le richieste della Amministrazione. Per i cantonieri, come si suol dire, oltre al danno anche la beffa: a loro viene chiesto, senza risorse aggiuntive di ampliare i giorni di reperibilità mensile. Ricordiamo che nemmeno un euro era previsto per loro. Una categoria a cui va il merito di lavorare per la gran parte dei loro interventi non in condizioni di sicurezza essendo spesso soli ad intervenire su frane o cadute di alberi"
Ci domandiamo: come potremmo come Sindacato sottoscrivere un accordo di questo tipo ? La CISL FP non lo firmerà e la responsabilità sarà unicamente di chi ha violato le regole della contrattazione!
Non possiamo, né vogliamo accettare la minaccia che nel caso in cui i 15 mila euro non andassero alle Elevate Qualificazioni l’Amministrazione toglierebbe dalla contrattazione tutti i 50.000 di risorse aggiuntive. Si tratta di un ricatto che non accettiamo e rispediamo al mittente.
Come sempre rimaniamo disponibili al confronto significando, se ce ne fosse bisogno, che la contrattazione è paritaria.
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FnaLe Organizzazioni Sindacali Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt, Faisa-Cisal e Ugl esprimono profondo rammarico e sconcerto dopo aver appreso dalla stampa il contenuto di un comunicato diffuso da Autolinee Toscane in merito a possibili disservizi e soppressioni di corse nel territorio della provincia di Massa-Carrara in data 25 ottobre 2025, attribuendo questi ultimi al personale viaggiante, facendo riferimento in particolare ai casi di malattia e alle legittime richieste di permessi previsti dalla Legge 104.Riteniamo inopportuno e gravemente scorretto indicare tali motivazioni come principali cause dei disservizi, omettendo molte altre ragioni di natura organizzativa e gestionale e gettando discredito sul personale nei confronti dell’utenza e dell’opinione pubblica.Un simile atteggiamento, oltre a essere ingiusto, espone il personale viaggiante a rischi diretti e indiretti, di cui nessuno può prevedere gli effetti. Le scriventi Organizzazioni Sindacali ritengono pertanto Autolinee Toscane pienamente responsabile delle eventuali conseguenze derivanti da tale comunicazione, che rigettiamo in toto in quanto non veritiera.Attribuire i disservizi al personale che usufruisce dei permessi previsti dalla Legge 104 rappresenta, a nostro avviso, un grave errore e un autogol: tutte le aziende serie, nella pianificazione dell’organico, tengono conto delle richieste e delle assenze previste per legge, così come le malattie, gli infortuni e le ferie. Evidentemente, come più volte denunciato dalle OO.SS. in passato, Autolinee Toscane non lo fa.Inoltre, denunciare un numero eccessivo di malattie significa non comprendere la realtà lavorativa in cui opera il personale viaggiante. Parliamo di lavoratori che quotidianamente trascorrono ore in una cabina ristretta, a contatto con centinaia di persone. In un periodo autunnale come questo – e ancor più con l’arrivo dell’inverno – è facilissimo contrarre influenze e malanni stagionali.A ciò si aggiunge la vetustà dei mezzi, spesso privi di riscaldamento funzionante e soggetti a malfunzionamenti di porte e finestrini, che provocano correnti d’aria e sbalzi termici tali da mettere a rischio la salute degli autisti. È proprio sulla situazione dei bus aziendali che vogliamo soffermarci, poiché rappresenta la vera causa dei numerosi disservizi che affliggono oggi il TPL. Al momento della presa in carico del servizio, avvenuta il 1° novembre 2021, Autolinee Toscane aveva annunciato un rinnovo completo del parco mezzi. A distanza di quattro anni, però, solo il 50% dei bus risulta effettivamente sostituito.
Quasi ogni giorno come Organizzazioni Sindacali inviamo segnalazioni scritte all’azienda riguardo a malfunzionamenti e mancati interventi manutentivi, in quanto le ripetute note degli autisti sui giornali di bordo spesso non vengono prese in considerazione. Le ultime estati – e in particolare l’ultima – sono state un’autentica ecatombe di corse soppresse, dovuta al mancato funzionamento dei climatizzatori su veicoli in cui i finestrini, ridotti o assenti per la presenza dell’aria condizionata, non consentono alcuna alternativa per il ricambio d’aria.Come Organizzazioni Sindacali, abbiamo sempre cercato un approccio costruttivo con l’azienda, inviando richieste formali di incontro per affrontare e risolvere le varie problematiche. Tuttavia, Autolinee Toscane non risponde.Il settore commerciale procede a spostamenti di personale e demansionamenti di fatto, con atti unilaterali e senza alcun confronto sindacale. Il settore tecnico mostra la medesima chiusura. Il settore movimento, pur accettando con molta calma di incontrare le OO.SS., continua a predisporre turni di lavoro gravosi e non equilibrati, ignorando i carichi effettivi. Le rotazioni dei turni fornite dall’azienda evidenziano ulteriori criticità, che ci costringono a intervenire continuamente per cercare di garantire un’equa alternanza tra i turni mattutini e pomeridiani.In sintesi, l’azienda mostra gravi carenze gestionali e organizzative, acuite dai continui cambi ai vertici che impediscono una programmazione stabile. Invece di affrontare le difficoltà, si tende a scaricare le responsabilità sul personale, che rappresenta invece la vera forza motrice del servizio pubblico.Temiamo che tale situazione non sia casuale e che il clima di tensione e sfiducia generato possa essere funzionale ad altri obiettivi, come possibili esternalizzazioni del servizio. Speriamo sinceramente di sbagliarci tuttavia alla luce di quanto sopra, le Organizzazioni Sindacali ribadiscono la necessità di un chiarimento ufficiale e tempestivo da parte di Autolinee Toscane, nell’interesse dei lavoratori e dei cittadini utenti, affinché venga ristabilita la trasparenza e la qualità del servizio pubblico di trasporto nonché corrette relazioni sindacali.
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Il comitato Ugo Pisa tornz a parlare di cementificazione selvaggia a Massa e di incomunicabilità con l'amministrazione: "Cencio parla male di straccio, dice il proverbio. Eppure, davanti al degrado della nostra costa e del nostro territorio, è difficile restare in silenzio. Anche noi cittadini sappiamo denunciare, lamentarci, mostrare le immagini del disastro che avanza. Ma oltre a questo, che cosa possiamo noi davvero fare come singole persone? Le nostre voci, pur indignate, non bastano a cambiare lo stato delle cose. Segnalare ciò che non va è un dovere civico, ma è alla politica che spetta agire, prendere decisioni, pianificare e proteggere.Invece, assistiamo impotenti a un teatrino di comunicati stampa in cui una forza politica accusa l'altra, mentre le responsabilità si perdono tra istituzioni che si rimpallano la colpa.E così cresce la distanza tra cittadini e politica. Le persone si sentono tradite, abbandonate, ignorate nei loro bisogni più concreti: la sicurezza delle case, la tutela del territorio, la salvaguardia delle attività locali.
Gli ultimi dati del rapporto ISPRA sul consumo di suolo confermano ciò che temevamo: la cementificazione continua, anche a Massa e nella nostra provincia, nonostante gli esperti avvertano da anni che proprio la perdita di suolo naturale è tra le cause principali di frane e alluvioni.Mentre le montagne e le città si sgretolano, la politica resta sorda — a livello locale, regionale e nazionale. Si moltiplicano parole e promesse sull'attenzione al territorio, ma i fatti raccontano tutt'altro. A Massa, si continuano a progettare nuove colate di cemento: dal Parco degli Ulivi per la futura Questura, all'aeroporto del Cinquale, fino alle aree ex Sensi Garden, ec Olivetti e ex Universal Bench, la variante Aurelia e la Casa della Salute.
A Carrara si prevede l'ampliamento di un porto che avrà notevoli impatti ambientali per la popolazione locale e che rischia di mettere ancora più a rischio il fiume Carrione stretto tra la devastazione delle Apuane e le barriere frontali che nasceranno nel mare.Nel frattempo, la Regione Toscana punta sempre più sulle infrastrutture — strade, porti, grandi opere — che inevitabilmente significano consumo di suolo e distruzione dell'ambiente. Siamo stufi di sentirci raccontare un mondo che non esiste.La realtà è sotto i nostri occhi: il territorio è abbandonato, e con esso la fiducia delle persone.
Non chiediamoci più perché i cittadini si allontanano dalla politica — la risposta è già scritta, nel cemento che ci circonda".
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L'area acquisita nel 2021 dagli imprenditori Mazzi e Maiello presenta una superficie fondiaria complessiva di oltre 92mila metri quadrati, di cui quasi 36 mila edificati. La costruzione era stata realizzata da un precedente Consorzio, denominato Ge.Sco, che più volte si era dimostrato incapace di portare a compimento l'obiettivo di istituire un piccolo polo industriale, richiedendo a tappe cedimenti di destinazione d'uso da industriale a direzionale o commerciale.Il Consorzio Ge.Sco aveva inizialmente costruito dei lotti destinati all'insediamento di attività manifatturiere di piccole e medie dimensioni, ma non si riuscì a trovare soggetti interessati a occupare tali spazi. Successivamente, il Consorzio richiese e ottenne di ridurre le dimensioni dei lotti per poter coinvolgere chiunque volesse aprire un'attività a carattere simil-industriale. Anche questo secondo tentativo di adattamento (o 'cedimento') non sortì gli effetti sperati.L'attuale progetto, oggetto di contestazioni e perplessità, è visto come un ulteriore 'cedimento' a discapito degli spazi industriali. Esso prevede che la metà, o poco più, dei volumi esistenti sia riservata ad attività industriali-artigianali. Il resto, quasi la metà delle volumetrie totali che verranno realizzate, sarà invece destinato ad attività sociali, culturali, direzionali, micro-commerciali e sportive. In sostanza, si delinea una struttura con una vocazione mista, simile, al polo Mare Monti.
L'argomento primario a sostegno di questo progetto è la creazione di nuovi posti di lavoro (un dato che si ritiene indubbio), ma si sta perdendo di vista la progressiva riduzione degli spazi destinati alle attività produttive intese come vere e proprie officine di qualsivoglia natura. Si teme che si stia replicando lo schema già visto a Massa con la costruzione e l'insediamento del Consorzio di Commercianti "Veliero Bianco" (oggi Esselunga) o la realizzazione di Euromercato (oggi Carrefour). A ciò si aggiunge la nuova sede del LIDL a Romagnano, che si presume sposterà l'attuale sede di Castagnola, e la realizzazione di un altro punto vendita LIDL nell'area dell'ex vivaio Sensi Garden, che ospiterà lo spostamento della sede di via Marina Vecchia.
Questi vecchi edifici che ospitavano le attuali sedi LIDL verosimilmente ospiteranno nuove strutture commerciali, portando a un'ulteriore riduzione del commercio di prossimità. In definitiva, l'area potrà sì generare nuovi posti di lavoro, ma se ne perderanno di più 'preziosi'. 'Preziosi' perché l'attività manifatturiera, artigianale e commerciale garantisce un presidio del territorio che si sostituisce sia alla gestione dell'Igiene Urbana sia al monitoraggio delle attività illegali. Si può dunque immaginare che le Associazioni Datoriali di Categoria abbiano dato il loro assenso a questa evoluzione con la motivazione che il sistema del Commercio è mutato anche causa gli acquisti on line e alle comodità di trovare in un unico spazio più prodotti contemporaneamente. Ma il problema di fondo, per quanto le nostre analisi siano corrette, è che la bloccata reindustrializzazione dell'area denominata Zona Industriale Apuana, a causa dei vincoli SIN (Sito di Interesse Nazionale) e SIR (Sito di Interesse Regionale), che non riuscirà a decollare finché tali vincoli non saranno rimossi. Ciò potrà accadere solo dopo la bonifica delle aree interessate, su cui appaiono e scompaiono progetti di bonifica la cui redazione, per quel che se ne sa, appare confusa e, soprattutto, irrealizzabile.
In questo scenario complesso e confuso, sembra che i Partiti di opposizione e di Governo preferiscano disinteressarsi del problema e occuparsi di questioni che, pur necessitando di una soluzione, non generano tali 'patemi d'animo'. Massa è economicamente allo stremo, come testimonia la sequenza di cartelli "vendesi" sulle porte degli ex esercizi commerciali sia in centro che nelle periferie.Come Europa Verde-Verdi ci auguriamo che i cittadini massesi sappiano 'leggere' la situazione. In caso contrario, questo è tempo sprecato per scrivere ciò che reputiamo essere una delle poche sfide cruciali per risanare questo territorio e restituirgli quella redditività che, altrimenti, i nostri figli saranno costretti a cercare altrove.
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Dubbi sul destino di Marina di Carrara in relazione al porto da parte dell'associazione Amare Marina
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L'associazione Amare Marina critica le proposte di ampliamento del traffio del porto di Marina di Carrara: "Le affermazioni del viceministro Rixi creano veramente sconcerto. Secondo il viceministro il porto di Marina di Carrara dovrebbe accogliere una nuova linea di traffico da il porto di Tolone. Si tratterebbe di un traffico di 400 mila camion all'anno dirottati sul nostro territorio per alleggerire il traffico merci che grava sulla Liguria. Dell'impatto sul nostro territorio invece non importa a nessuno. Ci si sarebbe aspettati un reazione da parte della classe politica locale ad una proposta che ci vedrebbe piegati ad interessi di un altra regione, subordinati ad esigenze non nostri che avrebbero un impatto devastante sul nostro territorio in termini di traffico, rumore, inquinamento, vivibilità. Conseguenze negative che sarebbero sopportate dai cittadini. Dei cittadini sembra importare poco. Si ascoltano le associazioni di categoria, gli interessi economici ed industriali, si consulta la gente su varie tematiche, ma sicuramente non sui temi di fondo che possono veramente incidere sullo sviluppo del territorio e della comunità. Leggiamo sui giornali che il tanto sbandierato waterfront non soddisferebbe le necessità di fare transitare i mezzi che trasportano i megayacht. Ovviamente le istituzioni competenti hanno accolto le richieste delle associazioni di categoria interessate. Il water front ovvero un inutile, banalissimo spartitraffico dovrebbe essere eliminato per fare spazio alle esigenze commerciali di cui sopra. Un detto dice:fare e disfare è tutto un lavorare...Si è anche sparsa la voce che alcune ditte necessiterebbero ulteriori spazi di retroporto. Dove eventualmente? Vorremmo far notare - ovviamente con sarcastica provocazione-che qualora tali spazi non fossero reperiti, ci sono alcune aree che potrebbero servire allo scopo: pineta, campo sportivo e piazza Menconi. Si tratterebbe semplicemente di: tagliare e sradicare i pini; cementare il campo sportivo; spostare un po' la Chiesa e mettere i container in piazza Menconi. Che problema ci sarebbe? Le magnifiche sorti e progressive necessitano di qualche piccolo sacrificio. Ci si stupisce che qualche politico lungimirante non abbia ancora avuto questo colpo di genio!"
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In un territorio come quello apuano, dove il porto di Marina di Carrara rappresenta da decenni il crocevia strategico per l'economia locale e nazionale, la crisi dell'artigianato non è solo una questione settoriale: è una ferita aperta nel tessuto produttivo e sociale della provincia. La decrescita costante delle attività artigiane rischia di compromettere l'identità stessa di un territorio che ha fatto della manualità, della creatività e della resilienza il proprio marchio distintivo. Questo anche a fronte di una logistica che fatica da decenni a trovare i giusti sbocchi mentre, al contrario, si registra uno sviluppo manifatturiero e industriale, legato in particolare alla nautica e all'indotto di Baker Hughes, che avrebbero bisogno di spazi e politiche proattive dedicate proprio a potenziare le infrastrutture dedicate ai rapporti commerciali con l'Europa, i paesi del Mediterraneo e il resto del mondo. Senza dimenticare le ormai eterne potenzialità inespresse del lapideo, che produce un'enorme ricchezza sfruttando un bene comune senza che ci siano reali ricadute economiche e occupazionali sul territorio.È in questo contesto economico e sociale che prende vita il nuovo appuntamento con La Pisaniana, il programma ideato dal Circolo Culturale Filippo Mazzei, attraverso il fondatore Massimo Balzi, e trasmesso da 50Canale, dal titolo evocativo: "Sapiens. Uomini al centro". L'evento, organizzato dalle tre Confartigianato di Pisa, Lucca e Massa Carrara Lunigiana, è il terzo appuntamento che in qualche modo conclude a Massa il cerchio iniziato con i due precedenti incontri che si sono svolti nelle altre province. Sarà registrato lunedì 27 ottobre alle ore 18:30 nella sede provinciale di Confartigianato Imprese Massa Carrara Lunigiana in via Frassina 65 a Carrara.Un'occasione di confronto aperto tra mondo produttivo e rappresentanza politica, con la partecipazione degli onorevoli Deborah Bergamini, Riccardo Ricciardi, Andrea Barabotti e Marco Simiani, chiamati a dialogare con le imprese e i cittadini su prospettive, urgenze e visioni per il rilancio del comparto artigiano."L'artigianato non è un settore da proteggere per nostalgia, ma una leva strategica per il futuro. In un momento storico in cui l'economia locale soffre per la mancanza di infrastrutture adeguate e per l'assenza di politiche industriali coerenti, è fondamentale che la politica torni ad ascoltare chi produce valore con le proprie mani - evidenzia Sergio Chericoni, presidente di Confartigianato Imprese Massa Carrara Lunigiana -. Il porto di Marina di Carrara deve tornare ad essere un volano per le imprese, non un ostacolo burocratico. Serve una visione, non solo interventi tampone. Parleremo di piano regolatore, travel lift, Zona logistica semplificata e molto altro ancora. Grazie alla presenza di quattro onorevoli, due di maggioranza e due di opposizione, affronteremo criticità e potenzialità dell'artigianato su tutta l'area vasta ma sarà l'occasione per gettare uno sguardo più a fondo sulla situazione peculiare della nostra provincia". "I numeri parlano chiaro – conclude il direttore della Confartigianato apuana, Gabriele Mascardi -: in Italia abbiamo perso 400mila imprese artigiane in 10 anni, 72mila soltanto nel biennio precedente. Ogni bottega che chiude è una perdita economica e culturale. Per invertire la rotta servono misure concrete: semplificazione amministrativa, accesso al credito, incentivi per la digitalizzazione e formazione per i giovani. L'artigianato può essere competitivo, ma ha bisogno di strumenti adeguati. Investire in questo settore significa investire nella sostenibilità, nell'occupazione e nella qualità del Made in Italy."Confartigianato invita tutti gli interessati a partecipare all'evento, per contribuire con idee e proposte a un dialogo che metta davvero l'uomo al centro e restituisca dignità e prospettiva al lavoro artigiano.
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- Scuole e servizi chiusi per il maltempo, Nausicaa s.p.a. nel caos: la critica di Menconi della Cgil


