Politica
"Serve una visione chiara per rilanciare la città": primo incontro a Massa del comitato Tra la gente
Si è svolto il primo tavolo di confronto promosso dal comitato “Tra la Gente”, un incontro partecipato che ha riunito cittadini, commercianti e operatori locali per discutere i…

Sicurezza e allagamenti: il consiglio comunale di Massa accende i riflettori su via Garosi
Durante l’ultima seduta del Consiglio comunale, il consigliere Tarantino ha riportato all’attenzione due questioni centrali per la città: la sicurezza pubblica e i continui allagamenti in via Garosi.«Negli…

Lavori a Carrara, chiuso l'accesso alla sede UIL. Il commento: "Problemi di sicurezza e danno economico rilevante ai servizi. Riaprire immediatamente l'accesso"
I lavori in corso che hanno invaso Carrara hanno chiuso l'accesso alla sede della Uil in via Roma. Una sistuazione aggravata dal mancato preavviso da parte del…

Bugie e accuse a vanvera sul Cermec. L'assessore Orlandi dica la verità: la replica del consigliere Martinelli
"Ancora una volta l'assessore Orlandi, anziché rispondere nel merito delle critiche oggettive che gli vengono poste, si abbandona al solito infantile scaricabarile, e non esita…

Retiambiente, niente più biodigestore anaerobico. CGIL, CISL, UIL: “Vogliamo chiarimenti, le istituzioni si prendano le proprie responsabilità”
Sul biodigestore arriva la posizione congiunta dei sindacati Cgil, Cisl e Uil Carrara: "Abbiamo appreso dalla stampa, a seguito delle dichiarazioni del sindaco Arrighi prima…

Visione miope e ideologizzata del problema della crminilità: Fratelli d'Italia replica Rifondazione comunista
Fratelli d'Italia Massa Carrara ha risposto alle dichiarazioni di Rifondazione Comunista Carrara sulle misure per contrastare l'aumento della criminalità: "L’intervento di Daniela Marchini, esponente di Rifondazione…

Contro aumento della criminalità non si devono inasprire le pene: l'analisi di Rifondazione Comunista Carrara
Arriva da Daniela Marchini del partito della Rifondazione Comunista circolo Alfio Maggiani un'analisi sui dati della criminalità in Toscana: "Sono usciti ieri i dati sulla…

Massa ha più del doppio di agenti di pubblica sicurezza di Carrara: il sindaco Arrighi scrive al ministro degli Interni Piantedosi per colmare il divario
"Egregio signor Ministro, le scrivo per portare alla sua attenzione la situazione di forte criticità in cui versa il commissariato di pubblica sicurezza di Carrara…

Frigido, Barabotti e Frugoli scrivono al Consorzio di Bonifica: "Servono risposte e interventi urgenti per la sicurezza del fiume"
È stata inviata una PEC al Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord, a firma dell'onorevole Andrea Barabotti, Deputato della Repubblica, e di Filippo Frugoli, Capogruppo della…

Sempre disponibili al dialogo con l'amministrazione sul regolamento del verde: associazione Arca tende la mano all'amministrazione comunale di Carrara
In relazione alla proposta di Regolamento sul Verde pubblico e privato di Carrara avanzata dall'amministrazione comunale e attualmente in corso di consultazione con le parti sociali,…

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"Vedere l'ex Mulino Forti nel più totale degrado ci lascia un senso di vuoto, amarezza e sconforto. Era diventato un luogo di ritrovo per gli anziani e i giovani, un punto di riferimento per tantissime persone: la tombola e le cene, le feste di compleanno e di laurea, gli incontri culturali e politici. La lettura delle poesie del concorso Aronte. Lo abbiamo lasciato a malincuore nel 2017, dopo tanti anni di attività e iniziative, ma avevamo almeno la speranza che la nuova amministrazione avesse per quello storico immobile grandi progetti, una visione di futuro. E invece oggi si è spenta anche la speranza".
A parlare è la presidente dell'Ada Carrara e Fosdinovo, Laura Menconi. L'ex Mulino Forti è stato infatti gestito proprio dall'Associazione per i diritti degli anziani per tanti anni. Era diventato uno spazio sicuro, protetto e vivo a disposizione di tutti: degli anziani, ovviamente, ma anche di tante associazioni compresa quella dei consumatori, Adoc, che qui aveva tenuto incontri e convegni per insegnare ai cittadini a difendersi dalle truffe. Uno spazio pubblico utile e vivace. Poi nel 2017 la nuova amministrazione del Movimento 5 Stelle ha deciso di non rinnovare la convenzione interrompendo ogni attività. E da quel momento le luci all'ex Mulino Forti sono rimaste sempre spente lasciando le porte aperte al degrado e all'abbandono.
"La decisione ci aveva lasciato un po' di amaro in bocca – prosegue Menconi – ma il Comune aveva promesso grandi investimenti per lo storico immobile e di questo non potevamo che esserne contenti: si parlava di centro polivalente per i cittadini, da realizzare con i fondi europei. Oggi, purtroppo, sono passati tre anni e non si vede ancora niente all'orizzonte. Non un cantiere, un operaio al lavoro. Niente di niente. Anzi, vediamo il completo disinteresse da parte delle istituzioni. La porta di accesso è ormai costantemente spalancata, non ci sono controlli e così è diventato terra di nessuno, vittima di vandali che non hanno rispetto per quel luogo. Peraltro il Comune ci aveva assicurato che ci avrebbe aiutato a trovare un nuovo spazio per l'associazione ma anche su questo fronte nulla è cambiato: e mentre l'ex mulino Forti cade nel degrado noi abbiamo difficoltà a portare avanti le nostre iniziative a favore dei cittadini, in particolare dei più fragili".
Un luogo carico di ricordi e affetto, per la Ada, che dovrebbe essere recuperato al più presto: "Pensiamo alla fame di spazi che questa emergenza Covid19 ha fatto venire alla luce – conclude la presidente -. Quelle stanze, se fossero state almeno mantenute in attesa di futuri interventi, sono grandi e spaziose e oggi potrebbero ospitare tranquillamente qualche classe, un doposcuola o altre attività in piena sicurezza. Noi siamo disposti a rimetterci in pista perché l'ex Mulino Forti rimane nel nostro cuore ma vogliamo che anche l'amministrazione decida di darci un segnale per aprire, magari, una nuova collaborazione".
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In tedesco si chiamano “Stolpersteine” che letteralmente vuol dire “ ostacolo”: si tratta delle pietre di inciampo ideate dall'artista Gunter Demnig per ricordare le vittime dell'Olocausto che vengono posate in memoria delle vittime del nazismo, indipendentemente da etnia e religione. I consiglieri dell’opposizione del comune di Massa Stefano Alberti, Gabriele Carioli, Giovanni Giusti, Alessandro Volpi, Agostino Incoronato, Elena Mosti e Uiliam Berti hanno presentato una mozione per richiedere che alcune pietre di inciampo in memoria delle vittime del nazi-fascismo siano collocate anche sul territorio comunale di Massa. “La prima stolpersteine venne posata a Colonia in ricordo di mille tra Sinti e Rom deportati nel maggio del 1940. – hanno ricordato i consiglieri - Le Pietre d’inciampo sono poste là dove ebbe inizio la deportazione per tante categorie di perseguitati e, proponendo un concreto intreccio fra memoria e storia, indicano delle vere e proprie “ferite della città” che rinviano a loro volta a una dimensione più ampia, di ambito europeo, riguardante l’articolato quadro della repressione e delle vittime del nazismo. Le Pietre d’inciampo, infatti, ricordano tutte le tipologie dei deportati e possono quindi far conoscere più da vicino nelle scuole anche le vicende delle altre forme di deportazione, quella politica e quella militare, allargando quindi la prospettiva a tutte le vittime di questa barbarie attuata dal nazi-fascismo. La caratteristica distintiva di Stolpersteine, rispetto a qualunque altro monumento dedicato all’Olocausto, è quella di creare, esattamente nello stesso luogo in cui abitò la vittima dello sterminio dei nazisti e dei loro alleati, quella che allo stesso tempo rappresenta una commemorazione personale ed un invito alla riflessione. La deposizione delle pietre d’inciampo è un’occasione per ribadire i diritti di uguaglianza e dignità della persona, indipendentemente dalla sua origine culturale e linguistica, che sono i valori fondanti della Costituzione Italiana.”. A sostegno della loro richiesta i consiglieri dell’opposizione hanno richiamato la storia antifascista della città di Massa e della provincia di Massa Carrara ed anche la volontà di diffondere e conservare il valore della memoria contro ogni ritorno di ideologie e politiche razziste, xenofobe, antisemite, violente e neofasciste. La richiesta fatta all’amministrazione è dunque quella di un impegno per attivare un percorso di collocazione delle pietre di inciampo dedicate alle figure che hanno patito le persecuzioni e la deportazione nei campi fascisti e nazisti trovandovi molte volte la morte mediante l’istituzione di un tavolo di studio finalizzato a realizzare il progetto che comprenda le associazioni partigiane ANPI -FIVL le associazioni degli ex Deportati e l' ISPRA (Istituto della Resistenza Apuana) e la Commissione Toponomastica del Comune di Massa.
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L’interpellanza parlamentare dell’onorevole massese Martina Nardi del Pd sulla regolarità del concorso per istruttori di Polizia Municipale non è piaciuta all’amministrazione del sindaco leghista Francesco Persiani che non ha esitato a bacchettare l’esponente piddina con argomentazioni supportate da continue citazioni di leggi. Dal team del sindaco Persiani è giunta quindi una severa replica che parte dal presupposto che la Nardi non conosca la questione o, peggio, che l’abbia voluta intenzionalmente ignorare.
Al netto di tutte le leggi citate i concetti basilari messo in evidenza dalla replica dell’amministrazione massese sono i requisiti richiesti per legge per l’accesso al bando di concorso pubblico, per esami, destinato all'assunzione a tempo indeterminato di quattro Istruttori di P.M. presso il comune di Massa che sono :non aver prestato servizio civile, stante il divieto per coloro che siano stati ammessi a prestare tale servizio di partecipare a concorsi per impieghi che comportino l'uso delle armi e l'impegno incondizionato al porto d'armi mediante dichiarazione irrevocabile sottoscritta dal candidato. “ Sulla portata di tali disposizioni – ha comunicato lo staff del sindaco - si è pronunciato il Consiglio di Stato sezione V con sentenza numero 8997/2009, che rimeditando il proprio precedente orientamento, ha affermato come debba ritenersi legittima la clausola del bando che comporti limitazioni di accesso al concorso per coloro che siano obiettori di coscienza in quanto tale qualifica ne determina l'incompatibilità con l'uso delle armi allorché il corpo di P.M. faccia uso di tale strumento di difesa in termini di normalità. Invero, il Corpo di P.M. del comune di Massa è un corpo armato e prevede che " tutti i servizi esterni ed interni di vigilanza e tutte le attività a rischio per l'incolumità personale degli operatori di P.M." sono da svolgersi in forma armata.”. Per l’amministrazione massese quindi si è trattato di un’altra gaffe dell’onorevole Nardi: “Oltretutto appare stucchevole la pantomima di aver presentato l’ennesima interpellanza parlamentare sul nulla, specie in un periodo in cui il Ministero dell’Interno ha sicuramente cose più importanti ed urgenti da affrontare, anziché dare sponda ad una Nardi in cerca di visibilità; sarebbe bastato che l’onorevole in questione si fosse documentata meglio per capire che stava facendo una polemica basata sulla non conoscenza dei fatti. Le procedure concorsuali si basano sull’applicazione sia di norme generali che di norme specifiche, come in questo caso, e l’ufficio preposto ci ha lavorato con attenzione e dedizione, per cui la Nardi oltre che fare polemica politica spicciola mette altresì in discussione l’operato dei dipendenti comunali che hanno lavorato alla stesura del bando. Insomma, ha fatto un’altra gaffe.”.
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Non ha voluto lasciare spazio alle ambiguità, dopo la polemica innescata dal consigliere di minoranza Massimiliano Bernardi sull'assunzione dell'ex assessore Alesssandro Trivelli come dipendente a tempo indeterminato presso il comune di Carrara con il profilo professionale di specializzato amministrativo.
Così, il vicesindaco con delega alle politiche del personale, Matteo Martinelli, nel pomeriggio ha indetto una conferenza stampa in replica a quella organizzata stamani da Bernardi.
"Bernardi sta proseguendo nella sua opera di contrinua produzione di illazioni, ad un solo fine politico e strumentale di basso profilo". Martinelli non è andato tanto per il sottile e fin dal suo esordio ha risposto con fermezza alle accuse di Bernardi: "A parte la solita lacunosa conoscenza delle norme che governano gli enti locali, non c'è alcun fondamento di merito in ciò che Bernardi dice".
Il vicesindaco ha voluto puntualizzare che la scelta di attingere da graduatorie di altri comuni, è una prassi in uso tra enti legittimata dalle normative vigenti: "La scelta assolve al duplice fine di evitare le ben più onerose procedure concorsuali che pesano maggiormente sui bilanci comunali sia in termini di tempo che di costi".
Martinelli, è poi entrato nel vivo della questione: "Sgombriamo subito il campo dalle illazioni di Bernardi: la richiesta di attingere dalla graduatoria del Comune di Seravezza è stata fatta dal Comune di Carrara durante le procedure concorsuali e quindi ben prima che la graduatoria si formasse e dunque quando ancora la selezione era in itinere".
Il vicesindaco ha poi riferito che oltre al Comune di Carrara avevano chiesto di attingere alla graduatoria del Comune di Serravezza anche altri comuni che ha elencato: Montignoso, Pietrasanta, Villa Basilica, Livorno, a conferma del fatto che questa sia una prassi diffusa.
"Più volte il consiglio comunale è stato edotto del fatto che il Comune ha bisogno di personale, perché si è trovato sguarnito anche a causa dei numerosi pensionamenti legati alla "quota 100" – ha detto - ed oltretutto le procedure concorsuali hanno subito lo stop dovuto alle restrizioni anticontagio. Lo stesso comune di Carrara ha ancora delle procedure concorsuali in essere".
Sull'altra questione sollevata da Bernardi sull'opportunità di assegnare l'ex assessore al Marmo ad un ufficio del marmo, Martinelli ha voluto precisare che Alessandro Trivelli è stato assegnato all'Unità organizzativa denominata "Entrate Marmo" che però non fa più parte del Settore del Marmo ma è gestita da altro Settore e precisamente dal Settore Servizi Finanziari.
Secondo Martinelli, dunque, nulla di clamoroso: "Noi ci sentiamo assolutamente tranquili di aver fatto le cose nella massima trasparenza".
Al punto di tornare sulla precedente polemica aperta sempre da Bernardi sull'assunzione dell'addetta alla comunicazione dell'unità di staff del Sindaco: "La pianta organica prevede due dipendenti nello staff del sindaco assunti a tempo determinato per la durata del mandato – ha detto ancora il vicesindaco - Bernardi farebbe bene a guardarsi a casa propria ricordando che l'ex sindaco Zubbani aveva 6 dipendenti di staff nel primo mandato e due dipendenti nel secondo. Non si stanno sprecando soldi, dunque, ma si sta dando lavoro ad una professionista qualificata e per un tempo determinato".
Martinelli ha quindi concluso: "Ci si dovrebbe piuttosto preoccupare delle sistemazioni dei vari politici arrivati a fine carriera e piazzati a vari lvelli senza nemmeno troppa attenzione alle loro qualifiche".
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Dopo le polemiche innescate dall'ex assessore Massimiliano Bernardi sull'assunzione dell'addetta alla comunicazione del Comune di Carrara, sembra che i pretesti offerti dall'amministrazione pentastellata di Carrara non manchino ed anzi rinnovino le occasioni di critica.
Sotto accusa ora c'è l'assunzione dell'ex assessore Alessandro Trivelli che, uscito dalla porta con proprie dimissioni rassegnate oltre un anno fa, a marzo 2019, oggi rientra dalla finestra con un'assunzione a tempo indeterminato come impiegato amministrativo dell'Ente.
"Ritengo doveroso mettere a conoscenza la città di quello che è accaduto – ha esordito Bernardi nella conferenza stampa indetta speditamente stamani presso la sede del palazzo comunale, dopo aver appreso notizia dei fatti.
Bernardi afferma di aver ricevuto segnalazione circa l'assunzione dell'ex assessore e che, pur incredulo, si è trovato a dover constatare l'attendibilità di quanto gli era stato ferito. "Ciò che ho scoperto, con mia grande sorpresa, è che un ex assessore dell'attuale giunta grillina viene assunto dal Comune di Carrara come dipendente, nel corso dello stesso mandato in cui Alessandro Trivelli è stato amministratore".
Trivelli si era classificato all'undicesimo posto della graduatoria approvata dal Comune di Serravezza relativa al bando concorsuale per l'assunzione di specializzati amministrativi. "E' singolare – ha detto per inciso Bernardi - che anche il consigliere della minoranza, Lapucci Lorenzo, abbia partecipato allo stesso concorso: lui però, non si è classificato in posizione utile in graduatoria".
"Tutto regolare – dice Bernardi – ma ci sono tante ombre. Si sa che i comuni reciprocamente possono attingere da graduatorie aperte, al fine di evitare le più onerose procedure concorsuali. Ma, si tratta evidentemente di una questione di opportunità".
Le opportunità cui fa riferimento il consigliere Bernardi sono lampanti: "Intanto l'opportunità di assumere un ex assessore che si era dimesso adducendo motivazioni professionali riferite al suo lavoro di avvocato iscritto all'ordine e che partecipava ad un concorso pubblico per poi cancellarsi dall'Albo degli avvocati ed essere assunto presso il Comune di Carrara dove era stato Assessore fino all'anno prima".
Ma Bernardi va oltre: "Indovinate a quale ufficio è stato assegnato Trivelli? L'ex Assessore al marmo, è stato assegnato al marmo!" La provocazione evoca evidentemente il problema di opportunità politica nella scelta di assegnare agli uffici del marmo il neo-dipendente Alessandro Trivelli che proprio di quel settore è stato assessore.
La questione sollevata da Bernardi è dunque prettamente politica e lo porta a ritenere che, al di là e ben oltre la leggitimità, l'ex assessore al marmo non avrebbe dovuto accettare di essere assunto proprio al Comune di Carrara dov'è stato assessore, nel corso dello stesso mandato che lui ha rappresentato e proprio all'interno dell'unità organizzativa del marmo di cui egli aveva la delega assessoriale.
"I grillini hanno sempre detto di essere i puri e di voler cambiare i modi di far politica, ma proprio il loro modo di farla, sta generando moltre ombre".
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"Non so se sia frutto di una deplorevole svista o di una scelta politica ben precisa, ma in entrambi i casi appare ingiustificabile la violazione della legalità da parte del Comune di Massa nell'escludere dai concorsi per la Polizia Municipale i cittadini che hanno svolto il servizio militare come obiettori di coscienza. E' per questo che ho deciso di chiedere, con una interrogazione, che il ministro dell'Interno Lamorgese intervenga per sanare questa violazione dei diritti". Questa la denuncia della deputata del Pd e presidente della Commissione Attività Produttive della Camera, Martina Nardi, nei confronti dell'amministrazione comunale di Massa.
Nella sua interrogazione, Nardi spiega al ministro Lamorgese che il Comune di Massa ha recentemente pubblicato due bandi di concorso per la ricerca di 2 Specialisti di Polizia Municipale – ufficiale di P.M. categoria D (bando del 6 ottobre 2020) e 4 Istruttori di Polizia Municipale categoria C (bando del 13 ottobre 2020). In entrambi i bandi (art.2 comma 6: requisiti per l'ammissione al concorso) è prevista l'esclusione dalla partecipazione di coloro che non hanno "prestato servizio civile ai sensi della Legge 8 luglio 1998 n. 230, essendo vietato a coloro che sono stati ammessi a prestare servizio civile di partecipare ai concorsi per impieghi che comportino l'uso delle armi ai sensi dell'art. 15, comma 7, della stessa Legge n. 230/98".
"Ma tale limitazione – spiega la presidente Nardi - si pone palesemente in contrasto con la giurisprudenza vigente e con le stesse indicazioni del Ministero dell'Interno". E qui la deputata del Pd di Massa Carrara ricorda, ad esempio, che il Tar della Toscana (sentenza n. 8 del 15 gennaio 2007) ha stabilito che gli obiettori di coscienza che hanno prestato servizio civile possono legittimamente partecipare ai concorsi di Polizia Municipale e svolgerne le relative funzioni perché non rientrano tra quelle che comportano l'uso di armi.
"Infatti – precisa Nardi - il citato articolo 15 della Legge 8 luglio 1998 n. 230, in materia di obiezione di coscienza, vieta a coloro che hanno prestato il servizio civile (gli obiettori) 'di partecipare ai concorsi per l'arruolamento nelle forze armate, nell'arma dei Carabinieri, nel Corpo della Guardia di Finanza, nella Polizia di Stato nel Corpo di Polizia penitenziaria o per qualsiasi altro impiego che comporti l'uso delle armi'. Non gli vieta però di lavorare nella Polizia Municipale".
"Il personale di Polizia Municipale – spiega la Presidente Nardi, citando il Tar - è abilitato a svolgere anche funzioni ausiliarie di pubblica sicurezza, e pertanto ammesso all'uso delle armi, soltanto a seguito del conferimento da parte del Prefetto della qualità di agente di pubblica sicurezza. Quindi questo status è una prerogativa accessoria ed eventuale e l'arma non è in ordinaria 'dotazione obbligatoria' a tutti gli agenti di Polizia Municipale, ma solo di quelli in possesso della qualità suddetta. Dunque, gli obiettori di coscienza, come stabilisce il Tar, possono legittimamente concorrere ai bandi nel Corpo della Polizia Municipale, potendo effettuare i numerosi e diversificati servizi ordinari che non comportano l'uso delle armi".
"Dello stesso avviso – aggiunge Nardi - è il Ministero dell'Interno, che in un parere espresso su tale tematica (pubblicato anche sul sito internet del Ministero) precisa che: 'l'aver dichiarato lo stato di obiettore di coscienza non è di per sé causa ostativa all'assunzione o alla permanenza nel corpo o servizio di Polizia Municipale e che, per gli obiettori di coscienza, la preclusione normativa opera esclusivamente in relazione all'espletamento di servizi armati". Questo significa che non può essere impedito a un cittadino di partecipare a quel concorso solo perché ha svolto il servizio civile".
"Così – conclude Nardi – mi sono rivolta al ministro Lamorgese sia per sapere se lei o i suoi uffici sono a conoscenza di quello che sta avvenendo a Massa, sia per conoscere quali provvedimenti urgenti intenda assumere al fine di permettere agli obiettori di coscienza che hanno prestato servizio civile di poter partecipare al concorso pubblico"
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Luca Tonlazzerini responsabile dipartimento cultura Forza Italia Massa, si è detto particolarmente preoccupato per la gestione del virus e dei tamponi da parte dell’USL nei confronti degli studenti e più in generale per il rischio di contagio nelle scuole.
Ha spiegato: “Durante la lettura di un quotidiano locale, mi è balzato agli occhi un articolo, nel quale un genitore esprimeva la sua forte preoccupazione dovuta dal fatto che, nonostante nella classe della propria figlia ci fosse stato un caso Covid, l’USL non li aveva avvertiti”.
“Dopo due giorni, - ha continuato il responsabile dipartimento cultura- mi trovo catapultato in una situazione analoga. In una classe dell’Istituto nel quale insegno, l’IIS “A. Meucci” di Massa, vengo a conoscenza dell’apprensione di un mio alunno per essere venuto a contatto con persone positive al Covid-19. Così chiede di essere sottoposto al tampone e, nel frattempo, in modo molto responsabile ed in via precauzionale, decide di mettersi in auto quarantena e di non venire a scuola, per quanto non avesse nessun sintomo e avesse, quindi, il presentimento, e forse la speranza, di non aver contratto il Coronavirus. Purtroppo venerdì mattina è arrivato il responso del tampone: l’alunno è positivo. Malgrado ciò, fortunatamente, il ragazzo continua a non presentare sintomi e a stare bene: è asintomatico.”
Da una relazione tecnica, che si definisce un caso di contatto Covid-19 una qualsiasi persona che ha avuto una vicinanza con un caso positivo di Covid-19 in un arco di tempo che spazia da 48 ore prima a 14 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi previsti. Luca Tonlazzerini si è chiesto quindi, quanto possa essere corretto venire a conoscenza della situazione relativa al suo alunno, tramite passaparola tra ragazzi e ha dichiarato: “Mi ritengo fortunato per essermi imbattuto in una persona con grande responsabilità, che ha fatto una scelta per la collettività. Non vorrei che il sistema sanitario locale, nonostante le rassicurazioni, fosse già fortemente sotto stress; non vorrei che le voragini del sistema sanitario della Regione Toscana si ripercuotessero nuovamente sui cittadini, sugli anziani, sui più deboli. Non vorrei vivere un altro dejavu.”
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Lo aveva predetto subito dopo che la consigliera grillina Marzia Paita aveva annunciato, pochi giorni fa, che il ponte di Avenza sarebbe stato riaperto in una solo corsia, domani, 18 ottobre, e non per particolari doti divinatorie, ma per la semplice constatazione, fatta durante un sopralluogo sul cantiere, dello stadio ancora molto arretrato dei lavori rispetto alla restituzione del ponte alla città.
“Il ponte di Avenza non aprirà il 18 ottobre.”aveva detto, due giorni fa, Nicola Pieruccini, commissario comunale Lega Salvini Premier e ieri le sue parole sono state confermate dall’assessore ai lavori pubblici Andrea Raggi che ha annunciato lo spostamento della riapertura parziale al 27 ottobre, condizioni meteo permettendo. L’ennesima smentita di una promessa fatta senza fondamento ha scatenato la critica di Pieruccini che non ha risparmiato giudizi molto forti nei confronti dei due rappresentanti dell’amministrazione 5 stelle: “ Paita e Raggi hanno dimostrato di essere due cialtroni bugiardi- ha esordito Pieruccini – La marcia indietro sull’annuncio della riapertura del ponte da parte dell’assessore Raggi è inquietante ed è la prova della politica approssimativa di chi governa la città.”
Pieruccini ha confermato il presidio della Lega accanto a cittadini e commercianti di Avenza per domattina sul ponte dal lato della parte vecchia del quartiere, quella che più è in sofferenza per la chiusura del ponte Menconi ed ha invitato l’assessore Raggi e la consigliera Paita a presentarsi per spiegare a commercianti e residenti le ragioni dell’errato annuncio e il reale cronoprogramma dei lavori. Pieruccini, a nome della Lega ha sottolineato il carattere illusorio dell’annuncio fatto dalla Paita, ricordando come la consigliera non sia nuova a clamorose gaffes che avrebbero reso evidente la sua impreparazione e la sua inadeguatezza ed ha ribadito come le dichiarazioni false dell'assessore Raggi abbiano evidenziato l’assoluta incompetenza anche su questo tema e la capacità di prendere in giro i cittadini – cosa, peraltro già avvenuta con le continue e contradditorie dichiarazioni che hanno costellato la vicenda dell’asilo Giampaoli.
“Anche stamattina Raggi non si è smentito – ha aggiunto Pieruccini - quando ha annunciato lo spostamento dell’apertura parziale del ponte al 27 ottobre: l’assessore ha specificato che la nuova data va intesa salvo intoppi legati al maltempo ed ha particolarmente ribadito che nei cantieri in cui si opera all'esterno le scadenze dei lavori sono dettate dalle condizioni meteorologiche. Inevitabile quindi chiedere perché hanno deciso di illudere gli avenzini annunciando che il ponte sarebbe stato riaperto il 18.”.
Per Pieruccini l’annuncio smentito non sarebbe che l’ennesima figuraccia fatta dai 5 stelle carraresi che avevano già tentato di dare la colpa dei ritardi dell’inizio lavori alla Regione Toscana e che adesso si aggrappano alle allerte gialle ed arancioni pur di cercare di salvare la faccia, specialmente quella della consigliera Paita che si è esposta in prima persona garantendo una riapertura che non ci sarà. “ Sarebbe interessante invece – ha concluso Pieruccini - capire se domattina i due esponenti doc del Movimento 5 Stelle avranno il coraggio di presentarsi davanti al cantiere “ ancora aperto” del Ponte di Avenza di fronte ai cittadini che saranno lì in attesa di spiegazioni. “.
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Uno striscione di cento metri quadrati disteso sulle pendici occidentali del monte Sagro, come forme di protesta ambientalista organizzata dall’associazione Athamanta per ricordare che le Alpi Apuane sono montagne e non solo cave di marmo. L’azione di protesta, che anticipa la manifestazione prevista per il 24 ottobre, si è svolta ieri con lo slogan di “fermiamo la devastazione” ed ha visto gli attivisti partire da Torano e incontrarsi a foce di Pianza per poi salire sulla vetta percorrendo il sentiero 39. “Abbiamo dovuto superare le diverse difficoltà che il tratto di sentiero riporta – hanno detto i membri di Athamanta- essendo ufficialmente chiuso a causa delle presenza delle cave, un’ulteriore dimostrazione di come questo sistema veda nell’ambiente che ci circonda solo cave come fonte di profitto e non montagne da vivere e salvaguardare. Per la tutela dell’ambiente in cui viviamo sentiamo la necessità e vediamo l’urgenza di fermare la devastazione da troppo tempo dominante: Alpi Apuane, non cave di marmo. Crediamo indispensabile vivere l’ambiente montano, le sue specificità, le sue vette, le sue vallate, i suoi boschi, le acque superficiali e il suo sistema carsico ipogeo senza in alcun modo degradarne il significato e comprometterne la sussistenza. Per questo è necessario privilegiare ed incentivare l’osservazione e l’immersione nella natura, il contatto con la cultura e le tradizioni locali, nell'ottica di conservare e riscoprire la reciprocità fra territorio e comunità. Le Alpi Apuane sono monti e come tali vanno camminati, abitati e vissuti, non devastati.”
Secondo Athamanta, infatti, le cave uccidono il passato e il futuro delle Alpi Apuane come è confermato dall’inquinamento delle acque, della terra e dell’atmosfera che sono elementi fondamentali per garantire la vita del pianeta, delle persone che lo abitano e delle future generazioni. “Vogliamo ripristinare il silenzio e la pace di queste montagne straordinarie – hanno continuato i membri di Athamanta - La Terra non ci appartiene, ma ne siamo i custodi e abbiamo la responsabilità di proteggerla. Dobbiamo tutelare l’assetto idrogeologico minato dall’attività estrattiva, concausa ormai riconosciuta delle alluvioni che negli ultimi anni hanno colpito il nostro territorio. Dobbiamo salvaguardare le specie endemiche – vegetali e animali – a rischio di estinzione a causa dell’attività estrattiva. Abbiamo l’onere e l’onore di salvaguardare la biodiversità che il mondo ci invidia e il sistema carsico che fa delle Apuane montagne uniche e irripetibili.”
Athamanta ha ricordato che la mobilitazione di portata nazionale, al momento è stata rimandata a data da definirsi sulla base dell’evoluzione della crisi pandemica in atto, ma ha sottolineato che sebbene la fase attuale non permetta di scendere in piazza nelle modalità che erano state prescelte, sicuramente il 24 ottobre sarà una giornata di mobilitazione per Carrara.
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"Ho voluto ascoltare gli insegnanti precari per rendermi conto della situazione e trovo che le loro preoccupazioni siano fondate. Come parlamentare del Pd, mi farò interprete delle loro osservazioni e lavorerò affinché siano ascoltate dal Governo", così Martina Nardi, presidente della Commissione Attività Produttive della Camera, spiega il senso dell'incontro avuto venerdì pomeriggio con una delegazione dei precari della scuola di Massa Carrara.
"Il cosiddetto concorsone previsto per il prossimo 22 ottobre – aggiunge Nardi – presenta oggettivi problemi. L'aumento dei positivi da Covid, ad esempio, richiede una maggiore attenzione a evitare appuntamenti che potrebbero mettere a rischio la salute delle persone. Su questo i precari sollevano una obiezione condivisibile perché c'è un principio di precauzione che tutti dobbiamo sempre tener presente. Proprio per questo ritengo che non sarebbe sbagliato pensare a una modalità differente per far svolgere il concorso, magari posticipandolo".
"In queste ore, nel Governo si sta ragionando su varie ipotesi, ma a mio avviso – conclude la presidente Nardi – va valutata la proposta, già sostenuta in passato dal Pd, di un concorso per titoli. Nella quasi totalità dei casi stiamo parlando di docenti che da anni e anni stanno insegnando nelle nostre scuole e quindi hanno sia i titoli sia curricula che li qualifica in maniera molto chiara".
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