Politica
"Serve una visione chiara per rilanciare la città": primo incontro a Massa del comitato Tra la gente
Si è svolto il primo tavolo di confronto promosso dal comitato “Tra la Gente”, un incontro partecipato che ha riunito cittadini, commercianti e operatori locali per discutere i…

Sicurezza e allagamenti: il consiglio comunale di Massa accende i riflettori su via Garosi
Durante l’ultima seduta del Consiglio comunale, il consigliere Tarantino ha riportato all’attenzione due questioni centrali per la città: la sicurezza pubblica e i continui allagamenti in via Garosi.«Negli…

Lavori a Carrara, chiuso l'accesso alla sede UIL. Il commento: "Problemi di sicurezza e danno economico rilevante ai servizi. Riaprire immediatamente l'accesso"
I lavori in corso che hanno invaso Carrara hanno chiuso l'accesso alla sede della Uil in via Roma. Una sistuazione aggravata dal mancato preavviso da parte del…

Bugie e accuse a vanvera sul Cermec. L'assessore Orlandi dica la verità: la replica del consigliere Martinelli
"Ancora una volta l'assessore Orlandi, anziché rispondere nel merito delle critiche oggettive che gli vengono poste, si abbandona al solito infantile scaricabarile, e non esita…

Retiambiente, niente più biodigestore anaerobico. CGIL, CISL, UIL: “Vogliamo chiarimenti, le istituzioni si prendano le proprie responsabilità”
Sul biodigestore arriva la posizione congiunta dei sindacati Cgil, Cisl e Uil Carrara: "Abbiamo appreso dalla stampa, a seguito delle dichiarazioni del sindaco Arrighi prima…

Visione miope e ideologizzata del problema della crminilità: Fratelli d'Italia replica Rifondazione comunista
Fratelli d'Italia Massa Carrara ha risposto alle dichiarazioni di Rifondazione Comunista Carrara sulle misure per contrastare l'aumento della criminalità: "L’intervento di Daniela Marchini, esponente di Rifondazione…

Contro aumento della criminalità non si devono inasprire le pene: l'analisi di Rifondazione Comunista Carrara
Arriva da Daniela Marchini del partito della Rifondazione Comunista circolo Alfio Maggiani un'analisi sui dati della criminalità in Toscana: "Sono usciti ieri i dati sulla…

Massa ha più del doppio di agenti di pubblica sicurezza di Carrara: il sindaco Arrighi scrive al ministro degli Interni Piantedosi per colmare il divario
"Egregio signor Ministro, le scrivo per portare alla sua attenzione la situazione di forte criticità in cui versa il commissariato di pubblica sicurezza di Carrara…

Frigido, Barabotti e Frugoli scrivono al Consorzio di Bonifica: "Servono risposte e interventi urgenti per la sicurezza del fiume"
È stata inviata una PEC al Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord, a firma dell'onorevole Andrea Barabotti, Deputato della Repubblica, e di Filippo Frugoli, Capogruppo della…

Sempre disponibili al dialogo con l'amministrazione sul regolamento del verde: associazione Arca tende la mano all'amministrazione comunale di Carrara
In relazione alla proposta di Regolamento sul Verde pubblico e privato di Carrara avanzata dall'amministrazione comunale e attualmente in corso di consultazione con le parti sociali,…

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“Vedere l'ex Mulino Forti nel degrado lascia un senso di vuoto, amarezza e sconforto che fa spegnere anche la speranza": la dichiarazione che attesta lo stato di incuria in cui è abbandonata la struttura che fino a tre anni era un centro culturale attivo, non arriva, come si potrebbe pensare dal consigliere dell’opposizione Massimiliano Bernardi, che dell’ex Mulino Forti ha fatto un motivo di ripetuti scontri con l’assessore al sociale Anna Galleni, ma arriva dall’associazione ADA, che per anni ha avuto in gestione i locali. A riportarla è stato, ovviamente il consigliere Bernardi che ha spiegato come questa dichiarazione non faccia che confermare la gestione dannosa e scellerata da parte dell'amministrazione grillina del patrimonio pubblico del comune di Carrara.
Secondo Bernardi la considerazione fatta da Associazione ADA sarebbe propositiva e richiederebbe risposte precise dall’assessore cheè vista come la principale artefice del degrado della dall'Associazione per i diritti degli anziani ADA. Già dal 2004 durante la giunta Giulio Conti, l'assessore al Sociale Carlo Martini aveva affidato la struttura all’Associazione per anziani AUSER. A differenza infatti di quello sempre dichiarato dalla Galleni, incolpando della chiusura il sottoscritto con la scusa della bufala del debito lasciato, per 15 anni è sempre stato messo a disposizione di tutti: degli anziani, ovviamente, ma anche di tante altre associazioni, compresa quella dei consumatori ACU che qui aveva tenuto incontri e convegni per insegnare ai cittadini a difendersi dalle truffe.”.
Bernardi ha voluto ricordare per fugare ogni dubbio che il Centro Intergenerazionale allora affidato alla AUSER CGIL e gli uffici dell' ACU vennero trasferiti nell’Ex Mulino Forti perché i locali di proprietà comunale in piazza Duomo, sede dell'Associazione consumatori, erano inagibili. Questi spazi sociale, come ricorda Bernardi, vennero inaugurati dalla giunta Conti e ristrutturati ed arredati con i finanziamenti Europei del Progetto URBAN, che sono stati utilizzati con consenso e successo anche dalle amministrazioni Zubbani .
“Al fine di poter determinare il contratto d'affitto con ACU e la convenzione con l'associazione che gestiva il Centro Anziani – ha continuato Bernardi - era necessario però che fin dal 2004, la Società ERP presentasse la richiesta di una DIA al comune per separare i due gli spazi, che, nelle planimetrie della struttura risultavano essere indivisi e rivedesse il corrispettivo per l'utilizzo degli spazi, in quanto, a seguito dell’alluvione del 2003, circa metà della struttura era stata chiusa e dichiarata inagibile. Se all'assessore Anna Galleni fosse stata a cuore la sorte dell’ex Mulino Forti, proprio per la qualifica ricoperta di pubblico amministratore , avrebbe dovuto risolvere il problema, qualunque fosse, e non chiudere un centro di aggregazione sociale e lasciarlo chiuso per anni tra degrado ed incuria.” .Bernardi ha fatto riferimento anche agli spazi utilizzati dall'Associazione ACU, giudicati come “ abusivi “ o “ occupanti senza titolo “ dall’assessore Galleni ed ha invocato l’intervento pubblico della dottoressa Clara Gonnelli a confermare i moltissimi tentativi da lei fatti di poter sottoscrivere formalmente un contratto per poter pagare l'affitto a ERP, senza mai ricevere risposte. “ Per il bene della città – ha concluso Bernardi - alla quale è mancato uno spazio sociale importante, spero che l’assessore Galleni si decida a dare una risposta positiva all'Associazione ADA e che al più presto venga riaperto il Centro Intergenerazionale al Mulino Fortistruttura. “L'ex Mulino Forti - ha raccontato Bernardi - è stato gestito per anni .”.
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«Il consigliere Bernardi cavalca un articolo dell’associazione ADA, che per anni ha gestito Mulino Forti gratuitamente, e torna sul tema affermando che l’immobile è in pieno degrado e con le porte spalancate. Gli rispondo per l’ennesima volta, la notizia non è vera». Si apre così la replica dell’assessore al Sociale Anna Galleni all’ennesima notizia falsa divulgata dal consigliere di opposizione.
«La fotografia che ritrae la porta spalancata che correda l’articolo di ADA è la stessa usata da Bernardi per la sua precedente bufala dedicata al Mulino Forti. Uno scatto artefatto e smentito dal sopralluogo effettuato da ERP - l’ente di cui il consigliere, come ampiamente noto, è dipendente – che ha trovato il locale in perfetto stato» afferma Galleni, precisando che «l’unico fatto bizzarro emerso nel corso della visita è che la porta spalancata, pubblicata in foto, era invece perfettamente chiusa e per giunta a chiave».
L’assessore ribatte anche all’accusa di “gestione dannosa e scellerata” del Mulino Forti: «La riconsegna ad ERP delle chiavi dell’immobile nasce da un fatto che chi è stato sdraiato sulle poltrone come assessore del Comune per ben 13 anni, come Bernardi, dovrebbe conoscere a menadito: mentre ADA gestiva gratuitamente i locali, ERP fatturava al Comune i relativi canoni, per un ammontare di circa mezzo milione di euro. Ecco, direi che questa è una gestione dannosa e scellerata dei beni della collettività, non quella di chiudere il rubinetto a un salasso che potenzialmente ricade sulle spalle dei cittadini». Ma Galleni non si ferma qui: «Nell’epistolario degno di Silvio Pellico intercorso negli anni del suo assessorato tra Enti e settori, c’è di tutto e di più: una volta non si vuole pagare ERP perché una parte dell’immobile non è più utilizzabile; un’altra volta si dice che invece va pagato tutto; un’altra vengono attribuite le somme per pagare ma i soldi non vengono impegnati nell’anno di competenza; in altre si sostiene nuovamente che nulla è dovuto. La questione – spiega l’assessore in carica - ormai di ordine tecnico-finanziario, spero vivamente venga risolta per le vie brevi».
Galleni conclude perentoria: «Mulino Forti è un luogo splendido che oggi sarebbe aperto e fruibile se chi era deputato a gestirlo per 13 anni non lo avesse fatto in modo così superficiale, facendo finire in contestazione cifre esorbitanti. Probabilmente il consigliere non sa che da mesi stiamo cercando di dipanare l’intricata matassa creata sotto la sua gestione, provando a riaprire quella struttura, anche in modo parziale, attraverso una proficua interlocuzione con ERP. O forse lo sa e per questo interviene come sponsor e diffondendo fandonie»
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Luca Tonlazzerini, Responsabile Dipartimento Cultura di Forza Italia Massa, si è espresso in merito al neoeletto presidente Eugenio Giani: -“ Poco è bastato al PD per tradire di nuovo la Provincia di Massa e Carrara. Il “Governatore” Giani, invece di riflettere sul perché della disfatta incassata sul nostro territorio, ha ripudiato di nuovo la provincia di Massa e Carrara. Forse anche a livello locale, il Partito Democratico ha sbagliato a fare i conti, proponendo persone che sono state bocciate dal loro stesso partito.”
“Adesso lo ammettono - ha continuato il responsabile del dipartimento cultura -“ “siamo, all’interno della Regione, un passo indietro, abbiamo fatto scelte politiche che hanno isolato il nostro territorio” ma la cosa fondamentale, per il centrosinistra, la “vittoria della partita”, la loro rivoluzione era accaparrarsi la Toscana. Le decisioni di Giani mettono ancora più in risalto le profonde crepe all’interno del PD.”
Luca Tonlazzerini si è detto affranto, dispiaciuto e fortemente preoccupato per la nostra comunità, per i disagi economici che stanno ampliando la forbice delle disuguaglianze sociali, per la classe media sta scomparendo, per la povertà assoluta colpisce sempre più famiglie, il lavoro è sempre più precario.
Luca Tonlazzerini ha concluso: -”La nostra provincia purtroppo rappresenta il fanalino di coda della Toscana e vanta un primato negativo anche a livello nazionale; non ci meritavamo dal Presidente Giani questo trattamento”
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Controlli a tappeto sulle lavanderie a gettone. E per favorirli Cna ha consegnato, nelle scorse settimane, alla Polizia Municipale di Massa anche una lista dei self-service che non rispetterebbero le regole. Secondo la principale associazione degli artigiani e delle piccole medie imprese la maggior parte delle lavanderie self-service sono concorrenti sleali perché mascherate da lavanderie a gettone offrono gli stessi servizi delle lavanderie tradizionali ma a prezzi inferiori in virtù del fatto che non devono sottostare a regole e normative molto severe in materia di salute e sicurezza ed ambientali. Una recente indagine di Cna ha quantificato anche la presenza dei self-service sul territorio di Massa Carrara: quasi una impresa su due è self-service (41%). "C'è bisogno di una nuova stretta alla luce anche dell'emergenza sanitaria che ci pone in una posizione ancora più fragile. – spiega Luisella Bardoni, Presidente Cna Lavanderie – I self service, in questa fase, sono ulteriormente avvantaggiati. I self-service non rispettano le regole del gioco e danneggiano le imprese tradizionali. E' tempo di dare un giro di vite ad un fenomeno che è sfuggito di mano agli stessi comuni: pretendiamo controlli e l'applicazione eventuale delle sanzioni previste dalla legge".
Il nocciolo della questione è molto semplice e ormai noto: quando all'interno delle lavanderie a gettone è presente personale che offre i servizi tipici delle lavanderie tradizionali come la consegna dei capi a domicilio, stireria e smacchiatura, si tratta di concorrenza sleale. L'attività di tinto lavanderia è, infatti, disciplinata dalla Legge 84/2006 che, all'art.4 stabilisce le modalità di esercizio delle attività prevedendo la figura del Responsabile Tecnico. La norma però non si applica alle lavanderie "self-service", le quali, per poter operare, sono tenute all'obbligo di iscrizione al Registro delle Imprese e all'ottenimento dell'autorizzazione del Comune dove viene esercitata l'attività. Oltre al puntuale rispetto delle norme in materia sanitaria, al quale tutte le tinto lavanderie sono chiamate, per le lavanderie self-service vale infatti anche l'obbligo di non fornire al cliente servizi diversi dalla mera possibilità di provvedere autonomamente al lavaggio e di non prevedere la presenza di personale chiamato ad offrire prestazioni vietate per la tipologia d'impresa.
"In pratica – prosegue la Bardoni – chi usufruisce delle lavanderie a gettone dovrebbe fare tutto da solo. Ma spesso non accade così: all'interno c'è sempre il titolare o il personale che si sostituiscono nel lavaggio. In molti casi il cliente porta il bucato, lo affida a personale interno, e ritorna a prenderlo dopo qualche ora. Abbiamo consegnato alla Polizia Municipale del Comune di Massa una lista dove segnaliamo le attività che travalicano la loro natura di lavanderia. Ora ci aspettiamo più controlli".
Per consentire alle lavanderie self-service di mettersi in regola e per coloro che vogliono aprire una lavanderia o rilevarla, Cna ha pronto anche un corso di formazione obbligatorio per diventare tecnico responsabile: "Può essere lo strumento per consentire alle tante lavanderie self-service che oggi fanno attività in maniera impropria e non prevista di regolarizzarsi. – spiega Roberto Valle Vallomini, Direttore di Cna Formazione - E' sicuramente lo strumento invece indispensabile per chi vuole aprire una lavanderia tradizionale o rilevare un'attività già avviata. L'abilitazione è obbligatoria per questo genere di attività". Per informazioni sul corso 0585 852971/ 329 2377681.
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L'assunzione come impiegato comunale dell'ex assessore al marmo grillino Alessandro Trivelli, nello stesso settore da lui diretto fino a un anno fa continua a sollevare polemiche. Ultima in ordine di tempo è arrivata la critica del PD carrarese che ha colto l'occasione per ricordare all'amministrazione 5 stelle come, se un caso simile si fosse verificato quando loro erano all'opposizione, non avrebbero esitato a dare in escandescenze.
"Non mettiamo in discussione la legittimità della procedura- ha detto il segretario comunale del PD Gianluca Brizzi- e neppure il diritto di chiunque a concorrere per un posto di lavoro.
Alessandro Trivelli è un persona perbene e preparata, nulla di personale.
Troviamo però inopportuno che l'amministrazione De Pasquale continui a rivendicare una presunta "diversità" e superiorità nei confronti di "quelli di prima".
Dopo tre anni non si può continuare a governare con la testa rivolta all'indietro.
Non possiamo tuttavia non constatare come l'assunzione di Trivelli in quel ruolo sia estremamente inopportuna, soprattutto se consideriamo che a selezionarlo c'era anche il suo ex dirigente.
In altri momenti una vicenda del genere avrebbe scatenato la furia del Movimento 5 Stelle che avrebbe preso d'assalto il consiglio comunale.
Non sono accettabili nemmeno le giustificazioni dell'amministrazione e sorvoliamo sulla pretesa di invocare meccanismi "casuali" o il destino beffardo che ha fatto scorrere la graduatoria di un altro comune fino ad incrociare le esigenze del comune di Carrara con la disponibilità dell'ex assessore Trivelli.
Una pesca miracolosa, su graduatorie di altri comuni, che pare non essere un caso isolato.
Ci auguriamo almeno che da questa vicenda i 5 Stelle imparino una lezione che li porti ad apprezzare maggiormente la sobrietà in politica, come dire : Plus de souplesse, camarade De Pasquale, plus de souplesse. (più flessibilità compagno, più flessibilità) ".
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Dopo la tregua estiva, la curva epidemiologica anche in Lunigiana è in rapida crescita e rispecchia il triste trand emergenziale nazionale. Ma a questa seconda ondata le attenuanti dell’impreparazione non valgono ed anzi, Jacopo Ferri ritiene che il non esser pronti questa volta costituirebbe un’aggravante.
In pratica Ferri invoca interventi urgenti in una contingenza emergenziale in cui l’urgenza è potenzialmente salvifica: “Il Governo ci ha negato e ci nega il MES, cioè investimenti immeditati in sanità che sarebbero stati fondamentali per prepararci a questa seconda ondata di Covid-19 e che sarebbero tutt’ora provvidenziali per tamponare agli errori ed ai ritardi che si riscontrano di nuovo ed ogni giorno (con l’aggravante che questa volta il sistema sanitario avrebbe dovuto essere pronto…)” – ha dichiarato in un comunicato a sua firma.
Jacopo Ferri parte dalle misure governative per diventare poi stringente sulle criticità locali: “In un momento in cui ce ne sarebbe grande bisogno, l’Azienda Asl Toscana Nord Ovest rifiuta l’apertura di un punto tamponi Drive Through a Pontremoli per l’alta Lunigiana”. Di questa richiesta si era fatta tenace promotrice l’Amministrazione comunale di Pontremoli già diverse settimane fa ma senza buon esito: “Pare che il motivo sia l’assenza di personale (roba da matti!)” – così scrive senza mezzi termini Ferri stesso.
Ci sono esempi più virtuosi a cui Jacopo Ferri fa esplicito riferimento:”Da tempo in Emilia Romagna e Liguria le strutture private autorizzate possono effettuare a pagamento senza nessuna difficoltà tamponi molecolari e test rapidi. Ma in Toscana non è ancora possibile e la nostra Regione – prosegue Ferri - continua a distinguersi per inspiegabili scelte che rendono difficile e molto meno efficace ai cittadini accedere a queste procedure”.
Ferri in particolare ricorda che “In Emilia addirittura, per i giovani fino a 18 anni, più di 600 farmacie eseguono test rapidi gratuiti velocemente ed efficacemente! Per i nonni invece, ancora in Emilia, sono previsti test sierologici sempre gratuiti”.
Tutto quanto e tutto questo non avviene invece nella nostra Regione, dove la situazione descritta con sconcertante oggettività da Ferri è così fatta: “In Toscana, ammesso che si abbiano sintomi, ci si deve affidare alle pastoie lente e spesso inconcludenti delle prenotazioni aziendali – dice - Così, per un ogni sintomo assimilabile al Covid, volendo un minimo di solerzia o anche solo per stare un po’ tranquilli e monitorati per scelta - nell’interesse nostro, della comunità e dell’Azienda Asl, anche se a spese nostre, dobbiamo migrare a Santo Stefano Magra o a Borgotaro o a Parma”.
La nota di Ferri è un grido d’aiuto, che arriva tanto più forte poiché pronunciato da una terra che ha già pagato duramente il suo prezzo a questa impietosa ed incessante emergenza sanitaria:: “Quando si sveglieranno i nostri governanti regionali? Se il nuovo corso della Regione Toscana è questo, direi che, oltre ad essere arrabbiati (più o meno come prima), ora c’è anche da aver molta più paura”.
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«Ancora una volta il consigliere Massimiliano Bernardi pur di gettare discredito contro questa amministrazione non si trattiene dal buttare in mezzo alla mischia i miei familiari. Se c'è un atteggiamento vigliacco, quello appartiene a lui». Si apre così la replica del vicesindaco Matteo Martinelli alle ennesima serie di fake news divulgate dall’esponente della minoranza.
Martinelli smentisce in primo luogo le menzogne relative alla situazione lavorativa di sua moglie: «Non è una dipendente di una partecipata del Comune ma ha collaborato per un periodo di circa un mese, come educatrice del centro estivo. Tra l’altro si era iscritta alla graduatoria tempo prima che io diventassi assessore. Ha avuto diverse esperienze professionali, sia nel pubblico sia nel privato. Attualmente lavora in una società privata. La differenza tra la sua situazione e quella di Bernardi mi pare lampante e i fatti lo dimostrano».
Il vicesindaco fornisce quindi la ricostruzione esatta delle modalità di assunzione di Bernardi: «Il consigliere di minoranza non è in grado nemmeno di riferire puntualmente le tappe della sua brillante carriera. O forse sbaglia strumentalmente le date, sapendo di avere qualche scheletro nell’armadio. Nel suo caso, infatti, più che di stabilizzazione parlerei di sistemazione. Voglio ricordare che Bernardi era consigliere comunale dal 2002. Gli atti depositati in municipio ci dicono che il 7 settembre 2004 è stato nominato assessore con delega alle politiche per le case popolari. Sempre secondo i dati ufficiali, guarda caso, un mese dopo cioè il 26 ottobre 2004, è stato sistemato dall’ente che gestisce le case popolari (Ater/Erp) grazie a un atto del consiglio di amministrazione che da “precario” – come si autodefinisce - lo trasforma in un dipendente Erp con contratto a tempo indeterminato. E questo con una delibera del cda dell’epoca composto da un ex segretario e da un ex dirigente di partito, da un ex vicesindaco e da un ex consigliere comunale, guarda caso, tutti riferibili alle forze politiche che sostenevano l’amministrazione di cui Bernardi era assessore».
Martinelli viene poi alla questione dell’opportunità politica delle scelte: «Nel caso dell’assunzione dell’impiegato amministrativo categoria C sollevato da Bernardi, questa amministrazione non ha fatto alcuna scelta. Ha correttamente dato seguito all’esito di un concorso, perfettamente regolare, bandito da un altro Comune. Qualsiasi altro comportamento sarebbe stato discriminatorio e impugnabile, quello sì, davanti alla legge. Non assumere chi ne ha diritto non è fare politica ma è commettere un abuso. E lascia basiti che in questa vicenda Bernardi tiri in ballo dirigenti dalla specchiata professionalità. Nel 2004 invece le forze politiche al governo della città hanno prima nominato Bernardi assessore e dopo un mese lo hanno sistemato ad Erp, con un contratto a tempo indeterminato. Mi sembrano situazioni molto diverse e sorprende che proprio Bernardi abbia avuto l’ardire di intervenire su un tema, quello delle assunzioni, sui cui l’unico a dover dare spiegazioni è lui».
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Carrara supera per la prima volta nella sua storia la soglia del 40% di raccolta differenziata con un incremento dell’1% rispetto al 2018. Lo dicono i dati ufficiali della Regione Toscana in materia di raccolta dei rifiuti relativamente all’anno 2019. La nostra città, con i suoi 62.146 abitanti ha conferito in totale 37.680 tonnellate di rifiuti urbani di cui 22.521 tonnellate di indifferenziato e 15.160 tonnellate di differenziato, attestandosi su una percentuale di 40,23% di differenziata.
«Si tratta di un segnale positivo che ci deve dare un’iniezione di fiducia sull’importante lavoro che stiamo portando avanti su questo fronte» ha commentato l’assessore all’Ambiente Sarah Scaletti, spiegando che l’aumento è il frutto dell’estensione del porta a porta alle località Fossone e Marasio, avviato a fine 2018 e diventato operativo all’inizio del 2019, anche con l’obiettivo di contrastare l’importazione dei rifiuti dai comuni limitrofi.
Un passaggio che ha anticipato l’estensione ben più vasta che nel corso del 2020 ha portato il porta a porta a ridosso del centro città, con il coinvolgimento di 17mila nuovi soggetti: «Quello che stiamo vivendo sarà un anno di transizione con luci e ombre. L’incremento delle percentuali della differenziata che ci possiamo attendere dall’estensione del servizio potrebbe essere ridimensionato dall’emergenza Covid. Sì perché per motivi di sicurezza, i pazienti positivi a domicilio devono conferire tutti i rifiuti in modo indifferenziato e visti in numeri della pandemia questo potrebbe rivelarsi un dato non trascurabile» ha spiegato l’assessore.
L’assessore ha ringraziato Nausicaa Spa la partecipata del comune che ha in gestione la raccolta dei rifiuti e che ha portato avanti l’estensione del servizio: «E’ stato fatto un gran lavoro. Come sempre, quando si introducono delle novità, è necessario affrontare qualche criticità. In questo caso si parla di un servizio particolarmente delicato visto che va a modificare le abitudini quotidiane delle persone. Per questo ringrazio tutti i cittadini che si stanno impegnando per fare una raccolta corretta, dimostrando di aver capito che si tratta di uno strumento fondamentale per migliorare la qualità dell’ambiente e della vita nostra e dei nostri figli».
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Ha parlato, finalmente il consigliere regionale del Pd Giacomo Bugliani, dopo alcuni giorni di silenzio stampa in seguito alla sua mancata nomina ad assessore, arrivata a sorpresa dopo ripetute assicurazioni in tal senso professate anche dallo stesso neoeletto presidente Eugenio Giani.
L’assessorato a Bugliani, che sarebbe dovuto arrivare dopo ben quarant’anni dall’ultimo apuano che ha rivestito quel ruolo, era particolarmente atteso da tutta la provincia che, pur essendo stata una delle poche a dare la vittoria alle regionali al centro destra, ha riconosciuto a Bugliani oltre 11600 preferenze. Bugliani ha voluto incontrare cittadini e rappresentanti della stampa all’aperto, in piazza Aranci a Massa. Molti i convenuti tra i quali pochi rappresentanti ufficiali del Pd e invece tanti sostenitori venuti appositamente per testimoniare a Bugliani il proprio disappunto per l’esclusione dalla giunta regionale. Bugliani ha parlato a cuore aperto “ alla sua gente” come aveva annunciato nell’incito alla conferenza stampa lanciato ieri sera e anche se non ha voluto addentrarsi nelle dinamiche di giochi politici che hanno causato la sua mancata nomina ad assessore ha lanciato importanti messaggi sia al presidente della regione sia ai cittadini di Massa Carrara.
“Avere un assessore non è la stessa cosa che avere un consigliere – ha detto Bugliani - Un assessore ha capacità intervento sul territorio diverso. Questo territorio vive un grande isolamento anche rispetto alle scelte politiche che si sono fatte negli anni. Siamo un passo indietro rispetto a una regione che è tra quelle più avanzate in Italia sotto tanti punti di vista. Però noi viviamo a una velocità diversa. Noi avremmo potuto avere l’occasione di inserirci in questo meccanismo ma è sfumata.”
Bugliani ha ammesso di aver passato un mese molto difficile dal successo delle elezioni e ha ribadito che accanto alle vittorie di aver mantenuto la regione Toscana sotto la guida del partito Democratico e di aver ottenuto un consigliere regionale c’è stata anche la sconfitta data dal mancato assessorato. “ Ci sono stati i tempi supplementari dopo la partita e l’esito non è dipeso né dal candidato né dalla comunità che comunque si è espressa ma da tante altre cose molte delle quali sfuggono alle nostre determinazioni e al nostro volere. – ha chiarito Bugliani - Io sono e resto dove mi hanno portato gli elettori cioè in consiglio regionale. Con grande senso di rispetto verso la mia gente e verso il mio territorio, cercherò di svolgere il mio ruolo di consigliere regionale nel migliore dei modi. Per questo motivo sono qui oggi, nello stesso luogo in cui abbiamo festeggiato la vittoria il 21 settembre per dimostrare che la politica vera è quella che sta tra la gente, che sta per la strada, sta nelle piazze e capisce ciò che sentono e vogliono le persone. Questo è il modello di politica al quale mi sono sempre ispirato e a cui continuerò ad ispirarmi. Essere consigliere regionale non vuol dire acquisire uno status superiore a quello dei cittadini ma vuol dire solo acquisire una responsabilità e un dovere di rappresentanza pur restando uguali agli altri.”. Bugliani ha parlato di quella che sembrava a tutti, lui per primo, una nomina acquisita e pur senza innescare alcuna polemica, ha comunque lasciato intravedere l’esistenza di meccanisti e strategie di potere non sempre chiarissime: “ Tutti sapevano che la possibilità di un assessorato era nelle corde di questo territorio. Lo stesso presidente Giani aveva annunciato pubblicamente che in caso di vittoria sarei stato un assessore della sua giunta. Sono andato a Firenze con la certezza di ricevere un assessorato e così è stato fino a pochi minuti prima dell’annuncio ufficiale della nuova giunta. E’ successo qualcosa che ha fatto sì che il mio nome non fosse nella squadra di governo della regione. Non so cosa sia successo, forse non lo devo neanche sapere e non è neanche giusto che io lo sappia fino in fondo. Confesso che la delusione è stata tanta sia sul piano politico, sia su quello umano. Il traguardo dell’assessorato era un obiettivo inseguito da moltissimi anni e anche per me era motivo di grande soddisfazione personale e improvvisamente non è stato raggiunto. Non ho parlato finora intenzionalmente per non alterare certi percorsi ma oggi ho convocato questa conferenza stampa proprio per fare una minima ricostruzione di quello che è avvenuto per la mia gente e per il mio territorio. E per lanciare il messaggio che la nostra battaglia non finisce qui.”. Giani, secondo quanto ha riferito Bugliani, nelle prime due sedute del consiglio ha detto che nominerà Bugliani suo consigliere delegato per un percorso che comprende alcune deleghe importanti tra cui quella al bilancio. Ma Bugliani ha voluto soprattutto rivendicare il diritto imprenscindibile della provincia apuana di avere un ruolo da protagonista nel governo della regione e ha lasciato intravedere la possibilità che alcune decisioni possano essere riviste come, ad esempio quella di portare a nove il numero degli assessori regionali . “La nostra battaglia per rivendicare il ruolo della presenza della provincia di Massa Carrara nel contesto del governo della regione non è finirta qua. Abbiamo perso una battaglia, ne abbiamo vinta una enorme che è quella della risposta degli elettori di questa provincia che hanno dato un risultato notevole, per il quale non smetterò mai di ringraziare tutti gli oltre undicimila cittadini che hanno messo la croce accanto al mio nome che è il gesto di fiducia più bello e importante che si possa fare verso un politico e un rappresentante delle istituzioni. Da questa piazza faccio un appello al presidente della regione: l’appello a ricordarsi di questo territorio e che la regione Toscana non finisce a Firenze e nelle province che come sempre sono rappresentata nella giunta regionale. Vorrei anche che ricordasse che il fatto di avere un numero inferiore di assessori rispetto al numero delle province non deve comportare che Massa Carrara sia sempre la Cenerentola della regione Toscana e che quindi finisca con l’essere sempre esclusa perché altrimenti dovremmo essere pervasi da un senso di frustrazione perenne . Finchè io sarò consigliere il mio scopo sarà quello di rivendicare per questo territorio un ruolo pieno nel governo della regione. Questa terra non ha una condizione per la quale deve essere esclusa per forza dal governo della regione . Noi a quel tavolo ci possiamo essere perché siamo un pezzo importante e con tante prospettive della regione Toscana , abbiamo motori di sviluppo importanti e anche tanti problemi che se non sediamo al governo non potranno mai essere risolti.”.
Bugliani ha rielencato le molte problematiche del territorio già affrontate in campagna elettorale dal tema della costa, del ripascimento e della ricostruzione della struttura, alla necessità di completare il processo di bonifica della zona industriale, alla necessità di togliere la Lunigiana dall’isolamento in cui è costretta a vivere per la mancanza di strumenti e servizi e opportunità fino alla disoccupazione, che è il problema più grande. La promessa di affrontare ogni giorno i problemi del territorio apuano ma l’impegno politico per fare in modo che Massa Carrara entri nel governo della regione. “Il fatto che ci sia una giunta insediata non significa che noi dobbiamo per forza rimanere esclusi nel tempo – ha detto Bugliani - Tante scelte si possono rivedere, tante situazioni possono essere ridiscusse. L’importante è che questo territorio tenga alta l’attenzione e continui a manifestare in maniera netta la sua volontà di esserci. Quando sono entrato in politica mi dicevano tutti che avevo rotto con il sistema: credo che la cosa più bella per chi fa politica sia quella di essere liberi e di non dover rispondere delle proprie scelte a nessuno. Io ho risposto solo alla mia coscienza: questa autonomia è la mia forza e credo sia anche la forza di questo territorio fatto di persone libere nel pensiero e nell’azione. Questa libertà la porterò avanti e sarà questa voglia di andare fuori dagli schemi che sarà la condizione che prima o poi porterà questa provincia al governo della regione. Per me ogni giorno è utile per rivendicare questo spazio. Ho sempre avuto la capacità di distinguermi nel rispetto del mio elettorato e delle mie scelte politiche. Quando ho avuto una posizione critica non ho mai votato contro né sono uscito dal partito nel quale sono stato eletto con grande responsabilità da uomo libero. Questo è il tratto distintivo del mio modo di fare. Per coerenza nei valori ho votato convintamente le linee di mandato della regione Toscana perché voglio che la Toscana abbia altri cinque anni di buon governo e perché le scelte delle figure chiamate a partecipare al governo della regione non sono questioni collegate all’attuazione del programma di governo. Io credo nel programma di governo del centro sinistra e voglio che il programma sia compiuto ma voglio anche che questa provincia abbia voce in capitolo e questa sarà la battaglia politica che porterò avanti da oggi e per sempre.”
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Maggiore trasparenza è ciò che chiede il coordinamento comunale di Italia Viva al sindaco di Carrara Francesco De Pasquale e al vicesindaco e assessore alle partecipate, Matteo Martinelli in merito alla vicenda dell’assunzione in comune dell’ex assessore al marmo Alessandro Trivelli, per giunta nello stesso settore da lui amministrato fino a un anno fa.
“Il metodo utilizzato per l’assunzione dell’ex assessore è politicamente censurabile – ha detto Fabrizio Volpi, coordinatore comunale di Italia Viva - non sotto il profilo della legittimità ma della opportunità politica. Dalla lettura degli atti pubblicati emerge anche una evidente contraddittorietà dell’intero procedimento posto in essere , nel quale potrebbe essere rinvenuto, tra più atti successivi, un contrasto inconciliabile, tale da far sorgere molti dubbi. Andiamo con ordine a sottolineare che cosa non torna: a seguito del bando pubblicato dal comune di Seravezza per sei esperti Cat C1 con scadenza il 16 gennaio 2020, il comune di Carrara , come da normativa vigente, chiedeva di poter utilizzare la graduatoria per l'assunzione di sei esperti amministrativo contabili, sebbene fosse del tutto vigente il piano delle assunzioni del 2018 , nel quale il fabbisogno della categoria C1 era ben diverso. Si ricorda che per poter utilizzare le graduatorie di altri enti, nel rispetto dell'ordinamento vigente, è vietato farvi ricorso per posti istituiti dopo l’indizione del concorso pubblico. Palesemente incoerente e cronologicamente inconcepibile appare invece a tal proposito la determinazione del Dirigente al personale Cristiano Boldrini firmata sei mesi dopo cioè a luglio 2020 e l’atto di giunta del luglio 2020 numero 167 nel quale il comune di Carrara adottava il “ Nuovo piano del fabbisogno del personale 2020/22 in cui erano state inserite l'assunzione da graduatoria di altri comuni della cat C1 .”
Secondo Volpi ci sarebbe anche un’altra anomalia: “Sia la determinazione, sia la delibera riportano date successive alla nota del comune di Seravezza del 10 di Luglio che comunicava al comune di Carrara l’autorizzazione ad assumere dalla graduatoria.” Da qui la richiesta a Martinelli,considerato il clamore suscitato dalla situazione e anche e soprattutto a tutela oltre che dell’amministrazione anche del neo assunto Alessandro Trivelli, di chiarire pubblicamente se la cronologia degli atti posti in essere dall'amministrazione siano o no coerenti e trasparenti. Ma le richieste di Italia Viva non sono terminate lì: “ Riguardo alle tre assunzioni avvenute di recente nella Cat C1 tra cui quella di Trivelli - ha aggiunto Volpi – pare che il settore personale abbia motivato le esigenze di fabbisogno di personale per la determinazione della richiesta di assunzioni di sei esperti Cat C1 con atto pubblico, prima della data di indizione del Bando del comune di Seravezza pubblicato a Gennaio 2020 .”
Il dubbio sollevato da Italia Viva riguarda il motivo per cui l'amministrazione 5 Stelle all’epoca dell’indizione e dell’espletamento del concorso e della autorizzazione concessa al dirigente del settore marmo,Massimiliano Germiniasi di far parte come membro esterno esperto, dopo essere invitabilmente venuta a sapere che al concorso aveva partecipato nella fase di pre selezione anche l’ex assessore al marmo Trivelli, non abbia ritenuto e non ritenga a tutt'oggi inopportuna la presenza in Commissione giudicatrice dello stesso dirigente Germiniasi e non abbia pensato che fosse necessario e prioritario chiederne la sostituzione . “Chi si sottrae alle responsabilità del ruolo politico ricoperto – ha concluso Volpi - pur rispettando le scelte personali dell'ex assessore Alessandro Trivelli, deve dare conto ai cittadini dei comportamenti adottati per garantire la trasparenza degli atti della Pubblica Amministrazione soprattutto nelle assunzioni, cosa che oggi sembrerebbe non appartenere a questa amministrazione.”.
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