Politica
Nausicaa, ancora un’ingiustizia ai danni di un lavoratore storico dei servizi cimiteriali: Fit Cisl chiede le dimissione della direttrice Lucia Venuti
Arriva da Fit Cisl il caso di un lavoratore di Nausicaa s.p.a.: "Assunto nel 2014 con un contratto part-time, dopo oltre 11 anni di servizio e numerose richieste…

Arresto spacciatori all'ex liceo scientifico di Carrara: Forza Italia approva gli arresti e chiede la riqualificazione dell'area
“Forza Italia continuerà a vigilare affinché non ci si fermi alla sola chiusura delle aree pericolose, ma si lavori per una vera rinascita dell’ex Liceo Scientifico Marconi. La…

Biodigestore: il sindaco di Carrara Arrighi chiede garanzie e il rispetto degli impegni presi
E' in fase di conclusione il percorso con cui la società Retiambiente Carrara entrerà nella holding Retiambiente Spa. Un percorso complesso che si sta svolgendo parallelamente a quello…

Pensiline del bus a Carrara: tre anni di attesa, soldi spesi e ancora una volta un risultato inadeguato secondo il consigliere Mirabella
"Dopo tre anni di segnalazioni, interrogazioni e promesse, Carrara si ritrova finalmente con le nuove pensiline alle fermate degli autobus. Peccato che, ancora una volta, il…

Andrea Tosi (Lega): "Blitz all'ex liceo Marconi, grazie ai Carabinieri per un'operazione esemplare"
"Un grande plauso ai Carabinieri di Carrara per la complessa operazione che ha portato all'esecuzione di 14 misure cautelari per spaccio di droga all'interno dell'ex liceo Marconi di…

Variante Aurelia: la proposta sarà illustrata al pubblico il 13 novembre nella sala consigliare del comune
Il comune di Massa, con deliberazione della Giunta comunale n. 42 del 20/2/2025, ai sensi degli artt. 17 e 252 ter della LR n. 65/2014, ha avviato…

Martinelli dei 5 Stelle: "Soddisfatto per il procedere dei progetti PNRR ottenuti dalla precedente amministrazione"
Il consigliere dei 5 Stelle Matteo Martinelli ha commentato le conclusioni emerse nel consiglio comunale dedicato ai progetti del PNRR: "Ho seguito con grande interesse …

Fratelli d'Italia Massa si congratula con Marco Guidi per la nomina a consigliere regionale
Congratulazioni a Marco Guidi, oggi è arrivata la proclamazione a Consigliere Regionale della Toscana, eletto nella circoscrizione di Massa Carrara e nel gruppo consiliare di Fratelli d'Italia <…

Allagamenti a Fossone: una gestione dell'emergenza tutta da rivedere secondo il consigliere Bernardi
Fossone è sommersa dall'acqua. La segnalazione arriva dal consigliere dell'opposizione Massimiliano Bernardi che spiega. "Evidentemente gli annunci dell’allerta non bastano al sindaco

I Paladini Apuoversiliesi fanno il punto sulla questione erosione derivata dal Porto di Marina di Carrara
Ci sarebbe ancora molta confusione tra i cittadini in relazione al piano regolatore del porto di Marina di Carrara, secondo i Paladini Apuoversiliesi. La presidente Orietta Colacicco ha…

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La casa di riposo comunale Regina Elena di Carrara è una realtà divisa a metà. Lo sostiene Alessio Menconi segretario provinciale della Cgil che aggiunge: " Il nuovo direttore punta al risparmio, questo si traduce col taglio di ore e personale: una riduzione drastica che punta ad eliminare 19 ore al giorno di assistenza, cioè quattro operatori in meno pronti a prendersi cura dei vostri cari. Certo la parte comunale della struttura è stata rinnovata negli arredamenti, il che fa molta scena, ma la maggior parte della struttura è in mano agli operatori della cooperativa, prima Compass,ora la Salute, che, come molti ricorderanno, hanno passato mesi se non anni difficili, in cui gli stipendi arrivavano a singhiozzo, ma gli stessi operatori non hanno mai mancato un solo giorno a lavoro, garantendo il benessere degli ospiti nonostante l'oggettiva difficoltà ad arrivare a fine mese. Ora la nuova batosta , un progetto che prevede di tagliare quattro teste con la promessa di dislocarle in altri luoghi di lavoro.
L’ amministrazione comunale è informata delle ripercussioni di queste scelte azzardate sulle persone fragili che vengono assistite? La nuova organizzazione prevede l'eliminazione di un unità notturna, per una scelta meramente economica che non tiene conto della sicurezza di operatrici ed ospiti, aggiungendo peso al carico di lavoro già elevato .Plaudiamo al rinnovo degli arredi e dei locali, ma se la contropartita è un taglio ai servizi e alla sicurezza delle lavoratrici noi non ci stiamo. Non ci piegheremo mai a tali decisioni azzardate, prese avendo una visione aziendale , perché per tutti noi ,per tutti gli operatori ,gli anziani fragili, sono famiglia, persone da accudire al meglio e a cui far vivere il più serenamente possibile gli ultimi anni della loro vita. E tutto questo poco ha a che vedere col risparmio. Qui nessuno si risparmia, mai".
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"Dopo mesi di arroganza politica, il Partito Democratico e il sindaco Arrighi continuano a far finta di non sentire il grido d’allarme che da tempo arriva dagli imprenditori del marmo, dagli artigiani e dai lavoratori del comparto" a parlare è Filippo Mirabella, consigliere comunale della Lista Ferri che spiega: "Un grido che parla di famiglie che rischiano di rimanere senza lavoro, di cave piccole e medie che non riescono a reggere norme complesse e difficilmente applicabili. Ed il PD, che dovrebbe stare dalla parte dei più deboli, ha invece tirato dritto, ignorando chi in questo settore lavora ogni giorno e conosce bene le conseguenze di certe scelte fatte a tavolino. È bene ricordare come nasce la questione del famigerato “50 per cento di lavorato in cava”, oggi al centro dell’impugnazione del Governo sulla legge regionale toscana n. 52/2025. Tutto parte il 31 ottobre 2023, quando gli imprenditori del marmo e il sindaco di Carrara Serena Arrighi avevano firmato le nuove Concessioni per l’utilizzo pluriennale delle cave. In quelle concessioni compare l’obbligo di lavorare in loco almeno il 50 per cento dei blocchi estratti, condizione legata al rinnovo delle autorizzazioni. Una misura che, fin da subito, si è dimostrata inapplicabile per la maggior parte delle cave di piccole e medie dimensioni, prive delle strutture necessarie.
Cosa cambia ora? Con l’impugnazione si apre la strada a una modifica sostanziale della legge. Se la Corte Costituzionale accoglierà le motivazioni del Governo, l’obbligo del 50 per cento potrà decadere o essere rivisto, restituendo margini di operatività alle imprese e imponendo alla Regione una nuova formulazione. Questo avrà inevitabili ricadute anche sulle concessioni firmate nell’ottobre 2023, che potrebbero dover essere rinegoziate o integrate, vista la loro connessione diretta con il principio del “50 per cento in loco”. Il 17 ottobre 2025, su proposta del Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, il Consiglio dei Ministri ha deliberato di impugnare la legge regionale riguardante la gestione delle cave sostenendo che viola le normative statali in materia di concorrenza, libertà di iniziativa economica e circolazione delle merci. Sarà quindi inevitabile rivedere modalità e condizioni, con effetti diretti sull’intero comparto del marmo. Come spesso accade nella politica locale, diversi esponenti hanno voluto esprimere la propria soddisfazione per l’iniziativa del Governo. Tra questi, alcuni rappresentanti di Fratelli d’Italia, come i consiglieri Guidi di Massa e Manuel di Carrara, che hanno pubblicamente ringraziato i loro referenti a Roma, Donzelli e Amorese, per l’attenzione riservata al tema. Tuttavia, nelle sedute consiliari a cui ho personalmente assistito, è da riconoscere che l’attore principale che ha realmente portato avanti con coerenza e determinazione la battaglia sul tema del cosiddetto “50 per cento di lavorato in cava” è stato Massimiliano Bernardi.
È stato lui a sollevare per primo la questione nelle sedi istituzionali, presentando emendamenti, interrogazioni e interventi puntuali quando ancora il tema non aveva trovato spazio nel dibattito pubblico. Il suo impegno costante e documentato ha consentito di mantenere viva l’attenzione sulle difficoltà delle piccole e medie imprese del comparto, contribuendo in modo concreto ad aprire un confronto più consapevole e costruttivo sul futuro del settore lapideo. E il PD? Su questo fronte è rimasto in silenzio, forse anche perché era stato proprio il partito di maggioranza ad introdurre quell’obbligo nella legge regionale, ignorando le richieste di revisione e di maggiore equilibrio arrivate dal territorio.La politica locale trova il suo senso più autentico nelle aule consiliari e nelle sedi istituzionali, dove il confronto dovrebbe essere sempre aperto e trasparente. In questa vicenda, tuttavia, il dibattito è apparso a tratti poco chiaro, con posizioni che si sono definite solo dopo l’intervento del Governo. Un confronto più incisivo e condiviso da parte delle altre forze politiche, a sostegno delle istanze sollevate da Bernardi nei mesi precedenti, avrebbe certamente contribuito a rendere il percorso decisionale più efficace e tempestivo. Se l’iniziativa del Governo Meloni andrà in porto, le piccole e medie imprese del marmo — quelle realtà familiari che non sono quotate in borsa e che danno lavoro a decine di cavatori — potranno finalmente contare su regole più sostenibili. Sarebbe la fine di un tentativo, neanche troppo celato, di concentrare il controllo delle cave nelle mani di pochi operatori. Noi continueremo a seguire passo dopo passo l’evoluzione di questa modifica in Regione: ora che è stato eletto il nuovo Consiglio regionale, sarà fondamentale monitorare i lavori, gli emendamenti e il dibattito pubblico. La posta in gioco è troppo importante perché questo tema venga trattato in modo divisivo o con posizioni di parte; è indispensabile che vi sia una condivisione trasversale, sempre nel pieno interesse del territorio e dei cittadini che ne dipendono. Adesso la parola passa alla Regione Toscana, e solo allora si capirà se, oltre ai proclami, resterà qualcosa di concreto e positivo per il futuro delle piccole e medie imprese del comparto lapideo".
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Nuovo attacco del sindaco di Carrara Serena Arrighi al governo, questa volta in relazione alla legge regionale sul marmo bloccata: "Marmo: dal governo solo propaganda, le modifiche alla legge regionale non avrebbero effetti a Carrara. Nonostante i commenti di giubilo di esponenti del centrodestra cittadino e provinciale, questa uscita sembra essere solo l'ennesima ripicca voluta da Roma nei confronti di una Regione, la Toscana, che da anni ha intrapreso con coraggio la strada di riforme che guardano alla sostenibilità ambientale, al rispetto dei lavoratori e allo sviluppo dell'economia locale. Al di là degli annunci e dei titoli sui giornali questa modifica non cambierebbe nulla sulla gestione del lapideo a Carrara e non lo farebbe perché a Carrara in questi anni si è lavorato bene confermando sempre di più il ruolo della nostra città come punto di riferimento per il lapideo nazionale. A Carrara, cosa che forse è sfuggita a quegli esponenti del centrodestra locale che ora gridano al successo, nell'ottobre del 2023 tutte le cave hanno firmato convenzioni nelle quali si impegnano, tra l'altro, a rispettare il parametro del 50 per cento di lavorazione in loco rendendo quindi ininfluente in partenza l'intervento del governo. I tentativi di intervento nel lapideo da parte di Roma sembrano piuttosto un modo per ovviare a quello che il centrodestra non ha mai fatto là dove è stata al governo locale. Carrara in questi anni non solo ha firmato convenzioni con tutte le imprese escavatrici, ma si è dotata, solo per fare alcuni esempi, di un nuovo disciplinare per la concessione degli agri marmiferi, ha introdotto la tracciabilità dei materiali estratti, ha creato un osservatorio sul marmo ha, in altre parole, affrontato in maniera seria e strutturale tutto quello che riguarda un settore tanto importante della propria economia nel solco di un percorso virtuoso nato con la legge regionale 35 del 2015 e sviluppato poi dalle varie amministrazioni cittadine. Oggi a Carrara ci sono regole certe per tutti e un terreno fertile per lo sviluppo e la crescita del settore, uno scenario ben diverso, per fare un esempio, da quello di Massa. A pochi chilometri da qui, dove è il centrodestra a governare, in tutti questi anni si è assistito a un generale immobilismo, senza riforme, senza novità, senza regolamenti che tutelino lavoro e ambiente. Probabilmente è questo il modello che vuole il centrodestra, un modello dove dietro una 'libertà d'impresa' di facciata si nasconde un desiderio di sfruttare le nostre montagne il più possibile senza lasciare nulla alla comunità".
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Dati non molto confortanti emergono dal rapporto del Sole 24 Ore sulla qualità della vita nella provincia apuana. Ad analizzare i risultati è Michele Folloni segretario generale Cisl Toscana Nord: "Il nuovo Rapporto del Sole 24 Ore sulla Qualità della Vita 2025 registra per la provincia di Massa Carrara un piccolo passo avanti: 70ª su 107 province italiane, in crescita di due posizioni rispetto all’anno scorso. Un miglioramento che però non nasconde le criticità strutturali del territorio, che rimane tra i fanalini di coda della Toscana, il cui quadro resta diseguale. Nel panorama regionale, la classifica conferma una forte distanza tra le province toscane: Siena (14ª) guida la regione, seguita da Prato (31ª), Pisa (34ª) e Firenze (36ª), tutte nella fascia medio-alta. Pistoia (61ª) e Lucca (68ª) si collocano poco sopra Massa Carrara, che resta ultima in Toscana per qualità della vita complessiva.
L’indice demografico conferma una popolazione molto anziana (posizione 96ª), con un tasso di natalità tra i più bassi d’Italia (102ª) e un’età media al parto di 33 anni, segno di un ritardo nei progetti familiari.Sul fronte sanitario, i dati sono drammatici: geriatri attivi (104ª posizione), una delle peggiori disponibilità di specialisti in Italia. I dati sul consumo di farmaci antidepressivi (105ª) sono tra i più alti del Paese, segno di un diffuso disagio psicologico e sociale. La mortalità generale (101ª) e la speranza di vita alla nascita (65ª) indicano un sistema sanitario e ambientale da rafforzare. A peggiorare il quadro, la forte emigrazione ospedaliera (72ª): molti cittadini sono costretti a curarsi fuori provincia, spesso fuori area vasta, la peggiore performance in Toscana.
Tra le voci più gravi emerge il tasso di infortuni mortali e invalidanti, dove Massa Carrara precipita al 106° posto su 107. Un dato allucinante, che riflette il peso del settore lapideo, dove il rischio rimane altissimo nonostante controlli e sensibilizzazione. Anche il rischio idrogeologico (posizione 96ª) contribuisce a rendere il territorio fragile e vulnerabile.
Sul piano economico, Massa Carrara si colloca a metà classifica (49ª per ricchezza e consumi), ma soffre una bassa presenza di amministratori comunali under 40 (70ª), segno di un sistema politico e istituzionale poco rinnovato. Un piccolo segnale positivo arriva dal mondo culturale: la provincia risulta prima in Italia per numero di librerie attive, un indicatore raro di vitalità sociale e curiosità intellettuale in un contesto difficile. Dietro i numeri ci sono persone – anziani soli, giovani che emigrano, lavoratori che rischiano ogni giorno. Serve una strategia che tenga insieme sanità, sicurezza, lavoro e servizi sociali, non solo crescita economica, è la riflessione che emerge leggendo i dati del Sole 24 Ore. La sfida per Massa Carrara è dunque trasformare la resilienza in rinascita: difendere il lavoro, ma anche la vita, la salute e il futuro delle comunità".
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"Il governo interviene per rimediare a una norma sbagliata e fa quello che era inevitabile: impugnare una legge regionale inapplicabile, scritta male e approvata contro il parere di chi nel settore ci lavora ogni giorno" inizia così il commento del consigliere comunale dell'opposizione Massimiliano Bernardi in relazione alla legge regionale sulle cave che è stata impugnata dal governo. "C’è bisogno di un tavolo con imprese commercianti artigiani e lavoratori - prosegue Bernardi che da anni si batte per portare l'attenzione sui risvolti che la legge regionale avrebbe avuto sugli addetti del settore - perché il regolamento comunale e la legge Regionale sono completamente al di fuori di ogni logica di impresa e rischiano di mettere in ginocchio l’intero comparto, altroché 50 pe rcento. Il governo ha impugnato la legge perché il testo viola principi costituzionali come la libertà d’impresa e la concorrenza.Ricordo che la norma regionale, approvata dalla giunta toscana a fine legislatura, impone alle imprese di lavorare in loco almeno il 50 per cento del materiale estratto e introduce vincoli burocratici tali da rendere impossibile l’attività per la maggior parte delle cave . È una misura scritta in astratto, senza alcuna valutazione di impatto reale. È per questo che il Governo, con senso di responsabilità, ha dovuto intervenire. Questa legge, di fatto blocca interi cantieri e mette a rischio centinaia di posti di lavoro. Le piccole cave ma anche sostanzialmente quelle piu’ strutturate non avrebbero mai potuto raggiungere la soglia del 50 per cento di lavorazione in loco. Inoltre, la norma è stata scritta ignorando le specificità dei territori montani, dove gli spazi e le infrastrutture non consentono la realizzazione di impianti di lavorazione. Tutto questo è stato denunciato per mesi, nel silenzio generale del PD. Serve una nuova legge, costruita insieme ai comuni, ai lavoratori, ai rappresentanti del settore e ai cittadini, che coniughi davvero tutela ambientale e sviluppo".
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Il comitato Avenza Si R-Esiste commenta il post del sindaco di Carrara Serena Arrighi sui problemi di sicurezza della città: “Il Comitato Si R-Esiste si complimenta con la prima cittadina per l’avvenuta, seppur molto tardiva, presa d’atto di quanto da tempo i cittadini chiedono a questa amministrazione: l’esigenza di maggior sicurezza Certo si nota un cambio di passo nella modalità comunicativa, foto che la riprendono sorridente, anche se sinceramente ben poco ci sia da ridere, un nuovo look e finalmente (da interpretarsi letteralmente) un nuovo stile linguistico. Purtroppo, questa per così dire nuova veste non può nascondere la pecca di una mancanza totale di sostanza. Il problema della mancanza di agenti è presente dall’inizio del suo mandato e Carrara è diventata capoluogo già da un po’ di tempo, come mai d’un tratto se ne accorge di tale disparità? Come sindaco ricopre un ruolo istituzionale, rappresenta l’istituzione cittadina de facto: viene da chiedersi quante volte, nel suo mandato finora, abbia chiesto al Ministro attenzione sulle nuove assegnazioni e nel caso lo avesse fatto reiterando la domanda, se inascoltata, avrebbe potuto palesare ciò e avrebbe trovato probabilmente nei partiti di minoranza locale ma di maggioranza governativa un certo tramite (opposizione costruttiva!). Ha battuto il pugno sul tavolo prefettizio sulla sicurezza per chiedere quel che ha chiesto due giorni fa? I fatti parlano e in un’intervista a NOI TV Arrighi disse che avrebbe incrementato su Avenza, per esempio, la presenza dei vigili urbani con passeggiate. Ma se lei stessa svilisce il ruolo degli agenti di polizia urbana subordinandone il ruolo di vigilanza e sicurezza a quello di mero esercizio pedestre e sanzionatorio, cosa può pretendere? Pare assai risibile che organi governativi della città si rechino in un bar per avere cognizione sulle problematiche del luogo, promettendo più presenza fisica, ma, d’altra parte si avvicinano gli apericena pre-elettorali, che li portano spesso in zone poi accuratamente evitate. E’ infine risibile che si punti il dito sulla minoranza che quando agisce riceve reazioni stizzite e poco consone all’incarico rivestito (vedi interessamento comunale per il Castello di Moneta). Resta evidente la mancanza di conoscenza del territorio nascosta malamente e nessun effetto speciale riesce più a mascherare il vuoto assoluto di questo passaggio amministrativo che finalmente volge al termine : i re e le regine rimangono nudi”.
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È con un profondo senso di rispetto e umanità che mi unisco all'Anmil per celebrare questa 75ª Giornata Nazionale per le Vittime di Incidenti sul Lavoro. Ringrazio sentitamente il Presidente Paolo Bruschi e l'intero consiglio territoriale di Massa Carrara per avermi concesso l'onore di essere l'Oratore Ufficiale in questa giornata piena di significato e di ricordi seppur dolori ma che devono essere un momento di vicinanza per le famiglie e di proposta per chiedere e garantire più sicurezza sul lavoro. Ricordiamo chi ha pagato con la vita nell'adempiere ad un proprio diritto quale quello del lavoro ; e dobbiamo lavorare perché il lavoro torni ad essere esclusivamente fonte di dignità e progresso, mai di morte e dolore. Il nostro primo pensiero, oggi, va a chi non c'è più. Alle vittime di questa provincia, che il Presidente ha dolorosamente ricordato: Giorgio Bedini, Paolo Lambruschi, Valentino Delfino, Maximiliano Lombardi e Paolo Mariottoni. Cinque vite spezzate dall'inizio dell'anno. A loro si unisce il ricordo indelebile di Massimiliano Zani, tragicamente scomparso il 6 giugno 2022, e di tutte le altre vittime il cui nome non risuona oggi in questa sala, ma il cui sacrificio pesa sulle coscienze di tutti noi. Dietro ogni nome non c'è solo un lavoratore, ma un padre, una mamma, un figlio, un amico o amica. C'è una famiglia la cui esistenza è stata irrimediabilmente sconvolta.
L'anatomia di una strage: analisi dei dati e della realtà sommersa
Le cifre, nella loro fredda oggettività, descrivono una realtà drammatica. Secondo i dati INAIL La nostra provincia di Massa Carrara presenta un quadro allarmante. Sebbene le denunce di infortunio mostrino una lieve flessione, il dato sulla mortalità è devastante. Le denunce ufficiali parlano di 5 decessi a cui si aggiungono i dati forniti dall 'Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega Engineering, che definisce la nostra provincia come "zona rossa". Il nostro indice di incidenza di mortalità, pari a 37,1 decessi ogni milione di occupati, ci colloca al primo posto tra le province toscane e al tredicesimo a livello nazionale.Eppure, questa contabilità del dolore è incompleta. Come sottolineato da ANMIL, mancano all'appello gli "invisibili":[...] i non assicurati INAIL, vale a dire gli invisibili del lavoro sommerso che occulta le cause lavorative di infortuni e morti, i lavoratori autonomi che costituiscono sempre più una parte significativa degli occupati del Paese, le Forze dell'Ordine e i nostri Vigili del Fuoco e i volontari. A questi si aggiungono le vittime silenziose delle malattie professionali, i "tumori perduti", i morti per amianto e per l'esposizione a sostanze tossiche, le cui conseguenze si manifestano a distanza di anni, rendendo più difficile il riconoscimento del nesso causale con l'attività lavorativa. La strage reale è molto più vasta di quella registrata. In questo scenario, il ruolo dell'INAIL si rivela essenziale. L'intervento assistenziale dell'Istituto non è un mero atto burocratico o un semplice risarcimento economico. È la manifestazione più concreta dello Stato sociale, l'adempimento di un patto di civiltà che garantisce protezione e supporto a chi è stato colpito. È il segnale che la comunità nazionale non si volta dall'altra parte.
La giustizia necessaria: applicare le leggi e specializzare l'azione penale
Da magistrato, non posso che concordare con la ferma posizione espressa dal Presidente Bruschi: "non servono nuove leggi ma serve far rispettare la normativa esistente". L'Italia possiede uno dei corpus normativi più avanzati al mondo in materia di sicurezza sul lavoro, a partire dal principio cardine dell'articolo 2087 del Codice Civile fino alla complessa architettura del Decreto Legislativo 81/2008. Il fallimento non è normativo, ma applicativo. La risposta a questa emergenza deve articolarsi su due fronti: prevenzione e repressione. Per la prevenzione, è indispensabile un "immediato rafforzamento e sinergia tra gli organismi di controllo in campo, Ispettori del Lavoro e ASL". I controlli devono essere più numerosi, più incisivi e meno prevedibili. Momento di confronto e proposte per prevenire infortuni. Per la repressione, è tempo di un cambiamento strutturale. Le indagini per omicidio colposo o lesioni gravi e gravissime in ambito lavorativo sono estremamente complesse. Richiedono competenze tecniche, conoscenza di normative specifiche e capacità di ricostruire catene di responsabilità spesso frammentate tra diversefigure aziendali. L'organizzazione giudiziaria, frammentata su base territoriale, deve essere messa in grado di garantire la specializzazione e l'uniformità necessarie. Bisogna riflettere su nuove proposte.
La rivoluzione culturale: la sicurezza come valore fondante
Infine, nessuna legge e nessuna procura potranno mai essere sufficienti senza quella che è stata definita la "rivoluzione culturale". La sicurezza non può essere percepita come un costo, un adempimento burocratico o un ostacolo alla produttività. Deve diventare un valore intrinseco, un prerequisito etico e sociale di ogni attività economica.Questa cultura deve essere seminata fin dai banchi di scuola. L'approvazione della legge 17 febbraio 2025 n. 21, che introduce l'insegnamento della sicurezza nei luoghi di lavoro, è una conquista di civiltà che ANMIL ha giustamente sostenuto con forza. Formare i nostri studenti, i futuri lavoratori e datori di lavoro, significa investire nel capitale umano e sociale del nostro Paese. L'impiego dei soci ANMIL in questo percorso educativo è uno strumento di straordinaria efficacia, perché la testimonianza di chi ha vissuto il dramma sulla propria pelle ha una forza che nessuna lezione teorica potrà mai eguagliare.
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