Politica
Roberto Valettini è il nuovo presidente della Provincia di Massa e Carrara
Roberto Valettini è il nuovo presidente della Provincia di Massa e Carrara. Il sindaco di Aulla, candidato della coalizione di centrodestra, ha battuto Gianluigi…

Materiali lapidei, Campione senatrice di Fratelli d’Italia: "Odg alla manovra sui residui lavorazione marmo è una bella notizia per tutto il comparto"
«È stato approvato dalla commissione Bilancio del Senato il mio ordine del giorno alla manovra, che propone una nuova regolamentazione per i residui di lavorazione del…

Consulta immigrati comune di Carrara: la presidente è Marinela Cuni che assicura "Ascoltare, integrare e collaborare sono i nostri obiettivi"
La consulta dei Cittadini immigrati ha una nuova presidentessa. Si chiama Marinela Cuni, è di origine albanese ed è stata scelta dai componenti della consulta giovedì scorso. Ad…

Lorenzo Pascucci nominato responsabile regionale dell'organizzazione di Forza Italia Toscana
“Accolgo con grande onore e profondo senso di responsabilità la nomina a Responsabile Regionale dell’Organizzazione di Forza Italia Toscana. Ringrazio il Coordinamento Regionale e il Segretario Regionale Marco…

Le liste civiche di Massa sosterranno Roberto Valettini alla Presidenza della Provincia di Massa-Carrara
Le liste civiche Civici Apuani e Lista Persiani Sindaco comunicano la propria decisione di sostenere la candidatura di Roberto Valettini, sindaco di…

Politeama Verdi a Carrara: incontro tra condomini e sindaco Arrighi che assicura che il prossimo passo sarà il progetto di consolidamento
Politeama: nuovo incontro a palazzo Civico per discutere del futuro dell'edificio di piazza Matteotti. Dopo che lo scorso 27 novembre si era riunito il tavolo tecnico a cui partecipano, oltre…

Elezioni provinciali: 17 sindaci e 228 consiglieri comunali al voto per scegliere il nuovo Presidente della Provincia
Tutto è pronto a Palazzo Ducale per accogliere i 245 "grandi elettori" (17 sindaci e 228 consiglieri comunali) che sabato 20 dicembre 2025 sono chiamati a scegliere…

Rinnovo del consiglio direttivo dei Paladini Apuoversiliesi: Colacicco confermata alla presidenza
Lunedì 15 Dicembre si è tenuta l' assemblea dell’Associazione Paladini Apuaversiliesi, quest’anno anche elettiva del nuovo Consiglio Direttivo per i prossimi cinque anni dal 2026 al 2030. “Dopo…

Autonomia e responsabilità: il segretario generale di Cisl scuola Toscana Roberto Malzone interviene sul caso Albanese
"In merito alle polemiche e alle annunciate ispezioni nei confronti di istituti scolastici a seguito di iniziative cui ha preso parte Francesca Albanese - ha dichiarato Roberto Malzone,…

La consigliera del Comune di Massa Daniela Bennati, Polo Progressista & di Sinistra: "Il Presidente Incoronato garantisca la trasparenza della seduta sulle partecipate"
"I consiglieri non dovrebbero essere schiaccia-tasti e comunque io sicuramente non lo sono." Così la consigliera Daniela Bennati del Polo Progressista & di Sinistra interviene…

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La prima segnalazione in consiglio comunale venne da lei: Giuseppina Andreazzoli, consigliere comunale del Partito Socialista fece un‘interpellanza parlando del caso del senza tetto che viveva sotto le scale del comune già nel luglio scorso.
Sempre lei, a più riprese, si interessò sui provvedimenti presi per aiutare il clochard e oggi è lei che ripercorre tutte le tappe della vicenda alla luce della sua risoluzione che ha visto il senza tetto essere sottoposto a un trattamento sanitario obbligatorio richiesto dall’amministrazione.
“Avrei preferito non essere obbligata ad intervenire ancora sul comportamento dell’amministrazione nei confronti del senzatetto che ha dormito per mesi nell’ingresso del comune prima di essere sottoposto addirittura a un Trattamento Sanitario Obbligatorio, ma quanto accaduto e le scelte adottate impongono alcune precisazioni. – ha esordito Andreazzoli - Per prima, nel corso di una seduta del consiglio comunale la scorsa estate, ho fatto presente la situazione di una persona che, priva di mezzi e di sostegno adeguato, aveva scelto di dormire sotto le scale del comune. La cosa sicuramente non poteva essere sfuggita a sindaco e assessori e a chiunque avesse occhi per vedere e un minimo di sensibilità. In consiglio comunale, come rappresentante del PSI, sono stata rassicurata circa l’attenzione e l’impegno a risolvere immediatamente un problema che era, e resta, prima di tutto un caso umano che avrebbe dovuto essere affrontato con i diversi strumenti di cui dispone un’amministrazione che, per essere utilizzati, presuppongono sensibilità e capacità. Visto il protrarsi di una situazione oggettivamente grave, ho chiesto la convocazione urgente della commissione sociale avanzando, in quella sede, delle proposte per risolvere in maniera soddisfacente una situazione delicata ed ho avuto, messe a verbale, le stesse risposte: il problema sarebbe stato risolto indicando soluzioni che, evidentemente, non sono state messe in pratica”.
Il consigliere comunale Andreazzoli ha fatto notare che neppure dopo diversi mesi la soluzione era stata individuata e che col sopraggiungere dell’autunno il senza tetto aveva cominciato a rifugiarsi nell’androne del comune per passare la notte anche per l’evidente peggioramento delle sue condizioni fisiche e lì è rimasto fino alla decisione di sottoporlo ad un TSO, atto grave – per la Andreazzoli - ultima ed estrema opzione da adottare.
“In questo lungo lasso di tempo si poteva fare sicuramente meglio e di più – ha aggiunto la Andreazzoli - soprattutto da parte di chi amministra in nome di un movimento che si è vantato di avere abolito la povertà dimenticando che il disagio è parte integrante della povertà. Come già ricordato in consiglio e in commissione, il disagio non si può affrontare a colpi di ordinanze, ma impone scelte dettate dalla sensibilità, seguendo percorsi che prevedono l’utilizzo dei molti strumenti disponibili e questo episodio rappresenta, se ce ne fosse bisogno, l’ennesimo fallimento di un sindaco che proclamava di voler fare molto con molto poco e il fallimento di un modo di amministrare che non mostra la necessaria attenzione e sensibilità verso chi soffre ma privilegia sempre scelte che non mettono il cittadino al centro dell’agire. Si preparano mesi ed anni difficili perché la pandemia in atto genererà nuovi disagi e nuove povertà fra quanti perderanno il lavoro o dovranno chiudere negozi e attività commerciali, e mi auguro vivamente che il sindaco e la sua amministrazione non affrontino questo scenario con metodi tardivi e brutali e prestino attenzione ai disagi quando sorgono affrontandoli con tempestività e sensibilità senza ricorrere a metodi estremi.”.
Vi. Tes.
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Non finiscono i dubbi e le perplessità su tutta la vicenda Paradiso s.p.a., passata da una possibile transazione a dodici milioni di euro, vantata dal vicesindaco Martinelli come acutissima impresa finanziaria poi rivista in seguito alle contestazioni dell’opposizione che segnalavano la mancanza di una sentenza definitiva che quantificasse il reale importo, al pronunciamento finale del tribunale che ha stabilito un importo di cinque milioni da pagare da parte del comune di Carrara.
Alle molte voci di dissenso e incomprensione per l’operato contradditorio dell’amministrazione si è aggiunta anche quella del gruppo Insieme per Carrara, composto dai consiglieri Andrea Vannucci, Gianenrico Spediacci e Dante Benedini.
“Ricordiamo che il 14 febbraio 2020 – hanno detto Vannucci, Spediacci e Benedini - con altisonanti dichiarazioni il vicesindaco Martinelli ha rivendicato la paternità e la bontà d una proposta di transazione che a suo dire avrebbe evitato il dissesto del comune. Il merito rivendicato consisteva nell’aver concordato con il sinor Franzoni,titolare della Paradiso s.p.a., in quell’occasione lodato per la sensibilità e disponibilità evidenziata, il pagamento di dodici milioni e mezzo di euro, di cui tre in contanti ed il resto in comode rate, gravate da interessi, che avrebbero impegnato il comune per dieci anni.”. Il gruppo Insieme per Carrara ha ricordato che a fronte delle contestazioni dell’opposizione la giunta avrebbe capito lo sproposito della cifra e l’evidente difficoltà a far passare la transazione. “La giunta comunale ha poi impiegato quasi tre mesi per trovare una via d’uscita, il che dimostra che evidentemente l’ accordo era e continuava ad essere caldeggiato da una componente ben influente della giunta stessa. Quando è emerso con chiarezza che quell’enormità non si poteva proprio reggere, è stata partorita una soluzione che affidava al segretario del comune il compito di individuare un esperto che desse un giudizio su quella storica transazione e il nuovo esperto ha prodotto una stroncatura totale di quell’assurdo accordo per cui l’amministrazione ha dovuto ingranare la retromarcia e usare il solito jolly di dare le colpe agli altri, in questo caso al professor Ponzanelli, autore della prima perizia che giustificava la transazione voluta da Martinelli.
Adesso che la sentenza di primo grado ha stabilito che con quella geniale transazione il comune di Carrara avrebbe regalato al sensibile e disponibile signor Franzoni la bellezza di sette milioni e mezzo più interessi, ci domandiamo come l’amministrazione intenda cavarsela e se la consapevolezza di essere degli incapaci possa essere risolta con un semplice menomale che non è stata fatta la transazione.” Molti i quesiti posti da Insieme per Carrara: dalla responsabilità addossata all’avvocato Ponzanelli ma poi non perseguita ai dubbi sull’intervento dell’amministrazione nel lavoro da lui svolto. Domande per le quali Vannucci, Spediacci e Benedini chiedono chiarimenti al sindaco.
“Non è possibile che si volessero regalare sette milioni e mezzo di soldi pubblici senza che nessuno ne risponda. – hanno continuato i tre consiglieri dell’opposizione - Ricordiamo che se l’opposizione non avesse smascherato questa incredibile operazione, la sentenza di cui abbiamo parlato non ci sarebbe mai stata ed oggi avremmo ancora l’amministrazione a sostenere, come ha fatto a più riprese nel consiglio comunale del 25 febbraio, che quell’accordo era un accordo storico fatto nel miglior modo possibile e che avrebbe fatto finalmente il vero interesse dei cittadini. Pagando dodici milioni e mezzo di euro anziché cinque. Ma perché insistere tanto per fare un così grande regalo?”.
Vini. Te.
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Non sarebbe ancora stata firmata dal comune la convenzione con la Caritas di Marina di Carrara e il nuovo accordo avrebbe una durata di 30 mesi a partire dall’agosto di quest’anno, quando, cioè è scaduta la convenzione ultra decennale concordata con il comune che, fino ad allora non era mai stata interrotta.
Ad affermarlo è il consigliere dell’opposizione Massimiliano Bernardi che torna sul tema dei rapporti tra comune e Caritas, oggetto di una risposta dell’assessore Galleni data sulla base di un comunicato dello stesso Bernardi ritirato dal suo stesso autore, quindi mai uscita sulla stampa.
In risposta alle perplessità esternate dall’assessore al sociale sulla richiesta di chiarezza sulla convenzione con Caritas fatta da Bernardi, il consigliere dell’opposizione ha replicato esternando tutte le sue personali perplessità sull’operato dell’assessore.
“Se lei è perplessa per le mie richieste su Caritas - ha detto Bernardi - dovrebbe pensare a quanto perplesso e addirittura stravolto sono stato io quando, in piena emergenza sanitaria e sociale nel marzo scorso, l’amministrazione di cui fa parte voleva spremere i cittadini che chiedevano i buoni spesa per mangiare, per regalare 12 milioni e 500 mila euro alla società Paradiso continuando poi, per mesi, a raccontare falsità. Ugualmente perplesso mi ha lasciato la risposta tempestiva, inviata dall’assessore a tutti gli organi di stampa, grazie alla soffiata ricevuta da un “online amico”, ad una domanda che io avevo posto ma che non era stata pubblicata, evento giustificato con l’attacco hacker subito dal server del comune.”.
Bernardi ha parlato chiaramente di una presa in giro ed ha ricordato: “Il mondo dell'informazione sta cambiando e nessuno porta più l’anello al naso. Se continuate a gestire così l'informazione rischiate di far la fine degli spioni.”.
Bernardi è quindi tornato sulla convenzione con la mensa dei poveri ribadendo che il documento non è stato ancora sottoscritto e che da quattro mesi l’associazione lamenta che sta portando avanti la mensa in assenza di una proroga formale tanto da coprire almeno le spese.
“Il comodato d'uso gratuito - ha continuato Bernardi - è riferito all'intero immobile distinto al catasto al foglio 95 particella 258 a fronte del quale si obbliga l'associazione ad effettuare la manutenzione e tutti gli altri interventi necessari a mantenere funzionale l'immobile a sue spese ma una parte della struttura e cioè: la sala del cucito, la segreteria, l’alloggio del custode, le due camere per l’emergenza e anche il punto ristoro sembrerebbe che non sia compresa nell’accordo per cui chiedo spiegazioni al riguardo. Ci sarebbe molto da aggiungere ma mi limito a sottolineare che nessuno ha detto che la Caritas chiuderà. Il “lapsus freudiano“ è letteralmente scappato di bocca all'assessore Galleni e noi faremo finta di non averlo letto pur restando a controllare ogni atto emanato dall'amministrazione grillina al riguardo.”.
Vini. Te.
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Sono arrivati anche a Massa i banchi a rotelle, tanto attesi. In merito è intervenuta la coordinatrice provinciale di Azzurro Donna, Sonia Castellini a cui è giunta voce della presenza di questa tipologia di banchi presso il Liceo Scientifico e il liceo Classico, che tuttavia non sarebbero adatti alle attività svolte dagli alunni.
"Chiunque abbia frequentato il liceo classico o scientifico, sa bene che il dizionario di Latino (o di Greco) è lo strumento indispensabile per capire queste materie e per tradurre le temutissime versioni, solo che nei bellissimi banchi a rotelle o ci metti il dizionario o ci metti il foglio perché entrambi non ci stanno, quindi questo è già un primo grande problema per i liceali" – ha commentato la Castellini.
La Castellini pone l'attenzione anche verso un'altra problematica che potrebbe scaturire dall'utilizzo dei banchi con rotelle. Infatti, in quanto banchi di piccole dimensioni, il loro utilizzo potrebbe creare episodi di bullismo verso studenti in sovrappeso: "Un ragazzo con qualche chilo in più nel banco non ci sta, il tavolino non si abbassa, la sedia stringe sui fianchi e le prese in giro dei compagni arrivano immediatamente. – ha commentato la Castellini - Facciamo campagne contro il bullismo con bellissimi spot televisivi e poi nelle nostre scuole mettiamo degli strumenti che ridicolizzano i ragazzi che sono o troppo alti o troppo in carne".
Sono molte infatti le segnalazioni pervenute alla Castellini circa questa problematica, ma il problema potrebbe riguardare moltissimi altri studenti. "Invito, per quando si potrà tornare in aula, i docenti ed i dirigenti a vigilare sulla situazione bullismo ancora di più di quanto già egregiamente fanno, auspico che per il ritorno in aula almeno per i licei, si possano avere dei banchi con una superficie d'appoggio più ampia, ma soprattutto, – ha concluso la Castellini - il mio invito ed incoraggiamento va agli studenti per il nuovo e difficile anno che li aspetta, ricordando che spesso una risatina rivolta al compagno o alla compagna in carne può davvero far male. Ragazzi non siete bulli, siete il nostro futuro, non prendete esempio da chi per essere leader prende in giro gli altri. L'attributo più importante di un Leader è la maturità, un leader non ha bisogno di deridere qualcuno per essere seguito".
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E’ il presidente del consiglio comunale di Massa ma, come lui stesso ha precisato, può, in base alla legge, anche esprimersi come semplice consigliere di maggioranza e in questa veste Stefano Benedetti ha detto la sua sul caso della sentenza del TAR che ha dato ragione ad associazione Cerbaja e sul riconoscimento del debito fuori bilancio: “ Dopo l’esultanza delle minoranze e gli sproloqui pubblici della consigliera Elena Mosti sul riconoscimento del debito fuori bilancio relativo alla gestione del Parco di Ricortola, vorrei chiarire, che i prepotenti e direi persino violenti, sono proprio i sostenitori dell’Associazione Cerbaja che in quel parco hanno sempre fatto di tutto e di più“.
Benedetti ha ricordato: "Proprio io, a suo tempo, feci rimuovere una casetta abusiva di legno fatta installare dall’allora assessore Martina Nardi, su richiesta dell’Associazione interessata e nel merito, sarebbe bene capire, ma presto ne chiederò delucidazioni al comune, se le strutture poste all’interno del parco sono regolari o abusive". “Gli estimatori dell’associazione hanno mostrato prepotenza e la violenza quando sono venuti ad insultare, minacciare, invadere il consiglio comunale, procurando volutamente la sospensione dei lavori - atteggiamento denunciato dal sottoscritto alla Procura della Repubblica ed oggi ancora oggetto di indagine. Per quanto riguarda la sentenza del T.A.R., preciso che il consiglio comunale non poteva far altro che legittimarla e votarla, cosa che invece non ha fatto la minoranza che ha sempre difeso i gestori. Infatti, è davvero anomalo che la stessa minoranza esulti alla sentenza del Tar e poi in votazione si astenga, come ha fatto persino la consigliera Elena Mosti, che forse può essere giustificata per un ipotetico conflitto di interessi, considerato che proprio il padre è uno storico gestore del parco pubblico di Ricortola.” Benedetti ha voluto ribadire che per legge tutti i riconoscimenti dei debiti fuori bilancio devono essere inviati alla Corte dei Conti, che poi farà tutte le dovute valutazioni circa le eventuali responsabilità di un ipotetico danno causato all’ente pubblico.
“Il Tar - ha continuato Benedetti -in questo caso non è sceso nel merito della questione, ma ha solo contestato il mancato invio del preavviso di annullamento della convenzione e non il fatto che ha generato il problema e cioè : l’aver concesso ad una associazione politica l’autorizzazione di svolgere una festa, senza, peraltro, aver informato il comune, come previsto dalla convenzione. Ricordo, inoltre, che seimila euro di debito fuori bilancio, sono davvero nulla rispetto a quelli pagati nel periodo in cui il sindaco era Volpi ed Alberti, Mosti, Carioli e Berti erano assessori, per cui se fossi in loro starei zitto, per evitare delle pessime figure.Per concludere, rendo pubblico il mio giudizio sull’ operato di questa associazione, che, a mio avviso, ha gestito il Parco di Ricortola male e nel mancato rispetto sia del Regolamento dei Parchi Pubblici sia della convenzione firmata dalle parti e per questo motivo mi riserbo di intervenire nuovamente al momento della scadenza del contratto per tutte le valutazioni del caso.”.
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Il consigliere di Arcipelago Massa Andrea Barotti propone la fondazione di un ente per la valorizzazione del marmo, che faccia affluire nelle casse pubbliche le risorse da destinare ai servizi, al sociale e alla cultura, restituendo alla cittadinanza un po’ della ricchezza che questo territorio offre.
"La nostra comunità – esordisce Barotti - soffre per l'assenza di una visione di sviluppo, di una progettualità diversa rispetto al passato, per la scarsa qualità, efficienza dei servizi, per infrastrutture ormai datate o mancanti; si tratta di criticità, debolezze superabili con una classe politica capace di immaginare, costruire il futuro e di ricavare risorse, in un modo nuovo, dai beni della collettività.”
“Il marmo è il capitale che il territorio deve utilizzare per rinascere! – esclama il consigliere. “Fino ad oggi abbiamo ottenuto, con le concessioni e la tassa marmi, una parte della ricchezza custodita dalle nostre montagne; una quota che la comunità, alla luce delle conseguenze ambientali prodotte dall'escavazione, non ritiene adeguata".
Il civico prosegue e rileva: "I cittadini leggono, sui quotidiani, i numeri che l'oro bianco genera ma non vedono migliorare, progredire il territorio in cui abitano! Il decoro urbano non è quello di una città che possiede un materiale unico al mondo!”
“L'approccio che la città ha verso il marmo è la conseguenza di una storia difficile! –prosegue- Di una politica che ha cercato di governare lo sfruttamento ponendo dei limiti, penso alla percentuale di lavorato, ma non è riuscita, anche alla luce dei dati recentemente riportati su di una testata nazionale, a raggiungere risultati importanti”
“Il mecenatismo che avrebbe consentito di avvicinare le cave alla città non è stato adeguatamente coltivato; -fa notare Borlotti- le proposte lanciate, tese ad offrire un'opportunità di crescita culturale e formativa, non hanno suscitato reazioni! “
“Abbiamo faticato a recuperare fondi per la ristrutturazione del teatro, atteso anni per ottenere 30 milioni dallo Stato per bonificare la falda e poi vediamo arrivare capitali stranieri che acquistano, non per beneficienza, le viscere dei nostri monti! I cittadini pensano: a noi le briciole e la distruzione del paesaggio!"
Barotti esamina il ruolo svolto dalla politica e scrive: "La politica, spesso, affrontando la questione cave, specie quando ha normato il settore, si è trovata in una posizione estremamente complicata per l'impatto che certe scelte hanno avuto o possono avere sul fronte occupazionale! La sospensione o la fine di una concessione, ad esempio, determinano delle reazioni da parte degli addetti all'estrazione; in sintesi la politica non pare sia stata in grado di trovare un equilibrio tra la tutela dell'ambiente e le esigenze della realtà estrattiva esistente".
Barotti avanza una proposta: "Penso sia arrivato il momento di cambiare il ruolo del Comune! Riscuotere canoni e tassa marmi non basta! Se non verrà avanzata una proposta innovativa i problemi di sempre faranno, prima o poi, capolino.
Credo si possa immaginare di replicare, per le cave, quanto già esiste per l'acqua che sgorga dalle nostre sorgenti! Una società interamente del Comune, o pubblica privata, di Valorizzazione del marmo che estragga l'oro bianco, faccia affluire alle casse pubbliche risorse da destinare ai servizi (riducendo il costo per i cittadini), al sociale, alla cultura, ai lavori pubblici e che garantisca, per atto fondativo, la lavorazione in loco dei blocchi".
Secondo il Consigliere di Arcipelago Massa: "La creazione di un soggetto pubblico che sia "imprenditore" non si contrapporrebbe alle società private ma sarebbe in grado di assorbire, qualora una concessione decadesse, la forza lavoro e di garantire la continuità operativa del sito con ulteriori effetti positivi per la Comunità.”
"La costituzione di un Ente di valorizzazione – conclude Barotti - risponderebbe alla necessità di riconsiderare il marmo come bene irripetibile che non merita di finire in colle o dentifrici ma in quelle produzioni capaci di creare arte, architettura, design e lavoro".
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Sarebbe stato il sindaco, secondo il consigliere dell’opposizione Massimiliano Bernardi, a firmare la richiesta di un trattamento sanitario obbligatorio per il senzatetto che da mesi, ormai, viveva sotto le scale del comune di Carrara. Un provvedimento che ha scatenato la rabbia di Bernardi che ha fatto notare: “Invece di dare un alloggio per proteggersi dal freddo al senza tetto che si stava riparando abusivamente nell'androne del palazzo, il sindaco e l’assessore al sociale Anna Galleni hanno pensato bene di utilizzare il TSO, seguendo il metodo già messo a punto dalla sindaca di Roma Virginia Raggi. La Raggi, infatti, per mettere al sicuro dal freddo inverale i senza tetto romani ha chiesto all’avvocatura del Campidoglio di cercare soluzioni drastiche per allontanare queste persone sgradite utilizzando proprio il TSO.”
Bernardi si è detto indignato per quanto accaduto ed ha puntato il dito anche contro il silenzio colpevole di tutti gli schieramenti politici. “ Ritengo che scelta politica come questa – ha continuato Bernardi - derivi da una profonda ignoranza rispetto al bisogno degli ultimi e dei poveri, cioè di conoscenze e competenze che a mio parere, dovrebbero far parte del bagaglio di chiunque amministri una città o governi un paese.”. Bernardi ha detto di aver escluso il dolo da parte dell’assessore Galleni, ma non la colpa grave ed ha fatto riferimento alle dimostrazioni di solidarietà e preoccupazione da parte di molti cittadini verso il senza tetto che abitava sotto il comune ignorate dall’assessore che avrebbe sempre dato la responsabilità del caso alla Asl .
“Un tempo senzatetto e vagabondi venivano internati insieme ai criminali – ha aggiunto Bernardi – Fose il sindaco e l’assessore Galleni non lo ricordano ma sicuramente devono sapere che il Trattamento Sanitario Obbligatorio non è e non può essere, una risposta alla povertà e nemmeno al freddo, che non è una malattia ma un bisogno primario. Non si può utilizzare il TSO per esercitare il controllo sociale. Non sottovalutiamo il fatto inoltre che il sindaco, essendo preposto alla Protezione Civile per legge dello stato, ha l’obbligo di salvaguardare l’incolumità dei cittadini e che, invece di evocare ricoveri coatti che fanno parte dei periodi bui della nostra storia, si dovrebbe adoperare per trovare una soluzione. In questo momento di emergenza sanitaria gli ospedali devono essere usati per i malati e non per risolvere problemi di povertà e disagio sociale.”
Bernardi ha infine ricordato la difesa dei diritti degli ultimi che devono essere rispettati anche nel comune di Carrara e che includono per i senza tetto anche il diritto di scaldarsi.
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Un acronimo di cui la maggior parte di noi non conosce neppure il significato letterale. Eppure, a lanciare le Unità Speciali di Continuità Assistenziale ci aveva pensato otto mesi fa il DPCM del 9 marzo scorso, proprio il giorno in cui in Italia aveva inizio il lockdown.
Eravamo nel boom dell'emergenza sanitaria ed il governo aveva pensato ad assicurare le cure dei malati a domicilio. Il decreto aveva previsto parametri numerici, professionali, addirittura l'orario di lavoro e la retribuzione: veniva chiesto alle regioni di istituire una squadra ogni 50.000 abitanti con orario dalle 8.00 alle 20.00 sette giorni su sette per un lauto compenso di 40 euro l'ora. Unità speciali composte da dottori già in servizio, specializzandi in medicina geneale o in via residuale laureati abilitati e iscritti all'ordine. Ogni Unità avrebbe dovuto essere composta almeno da un medico ed un infermiere. Il tutto da realizzare, secondo decreto governativo, entro dieci giorni.
Il governo aveva anche previsto una prima tranche di 600 milioni di euro a cui ne ha aggiunti altri 60 milioni con il Dl Rilancio. Eppure, dopo otto mesi da questa bella pensata, delle 1200 Unità attese in tutto il territorio nazionale nelle varie regioni ne sono state istituite in numeri molto lontani dall'essere in regola: complice il calo estivo dei contagi ed anche l'assenza di protocolli unitari, di fatto le regioni e le aziende sanitarie hanno trascurato l'attivazione di questi bracci operativi che a molto servirebbero invece per fronteggiare la seconda ondata, già fuori controllo, di contagi.
La loro funzione sarebbe decisiva per monitorare la situazione clinica di chi è positivo al covid in isolamento, somministrare i farmaci ai malati, fare tamponi a domicilio: l'obiettivo delle squadre avrebbe dovuto esser proprio quello di allegerire la pressione sugli ospedali e sui medici di base.
A livello nazionale, le Usca sono attive a macchia di leopardo ed a livello regionale, ne ha riparlato in questi giorni il nuovo assessore regionale, Serena Spinelli. Intervento che non è sfuggito all'onorevole Cosimo Ferri che, sulla scia di un cambio di passo lasciato intravvedere dall'assessore Spinelli, torna sul tema: "Ho apprezzato la proposta del nuovo assessore regionale Serena Spinelli sul tema RSA, riportata oggi sulla stampa, di creare nuove Usca e di rafforzare la socializzazione che passi attraverso videochiamate che alcune strutture già effettuano".
Secondo Ferri: "Occorre rafforzare i controlli sanitari e monitorare costantemente la situazione. Non possiamo abbandonare gli anziani, staccarli completamente dai loro famigliari e scaricare tutto su chi gestisce le RSA. La prima ondata – prosegue - ci ha purtroppo insegnato che possono essere focolai terribili anche in considerazione del fatto che questo virus colpisce maggiormente chi è già fragile e quindi abbiamo il dovere, come Governo e Regione, di risolvere il problema con risposte concrete ed efficaci".
E Ferri prosegue riferendo di aver già in precedenza attenzionato il problema: "Nella provincia di Massa Carrara, per esempio, durante la prima ondata ho lanciato un appello pubblico al direttore generale dell'Azienda Usl Toscana Nord Ovest, Maria Letizia Casani, facendo particolare riferimento all' “allarme Rsa” perché mi sembrava sottovalutato e non vedevo risposte concrete, che poi, sono arrivate in parte. Ma ora dobbiamo fare meglio per gestire questa seconda ondata e recuperare i ritardi".
Cosimo Ferri conclude con un appello alla Spinelli: "Con la stessa chiarezza dico all’assessore Spinelli di non fare passi avanti sbagliati nel pensare ad una riforma che incida negativamente nel rapporto tra servizio pubblico e privato. La sinergia deve portare ad una sintesi utile per rafforzare la tutela della salute dei cittadini. Si pensi a combattere il covid con tutte le forze in campo e non a riforme pericolose. Lavoriamo per far funzionare e migliorare il pubblico e per rispettare la libertà di chi vuole investire nel privato, il tutto nell’esclusivo interesse di chi cerca assistenza, cura ed ospitalità".
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Molte le criticità che Italia Viva di Massa fa presente alla Giunta Persiani in merito al Regolamento degli Agri Marmiferi in via di approvazione: degrado ambientale con nuove cave in apertura, nessun percorso partecipativo, filiera corta che non potrà prenderà fiato senza la promozione della vendita in loco da parte dei concessionari, lunghezza delle concessioni in base alle percentuali di materiale lavorato in loco ma stabilita a discrezione della Giunta, nessun nuovo tipo di controllo e tracciamento delle quantità e qualità del materiale con videosorveglianza intelligente e pubblica, e soprattutto un sistema di applicazione del canone estrattivo legato a una media ponderata su dati presuntivi piuttosto che il suo valore effettivo. Sono diversi gli interrogativi che gli esponenti di Italia Viva di Massa Eleonora Lama e Jacopo Cancogni, mettono sul piatto e rimproverano all'amministrazione massese, portando contemporaneamente dei suggerimenti.
"Il Regolamento degli Agri Marmiferi del Comune di Massa che la giunta Persiani intende approvare non offre sufficienti garanzie per il territorio ed è bene che i cittadini ne siano informati-mettono le mani avanti Lama e Cancogni- visto che non ci risulta sia stata posta in essere, ad oggi, alcuna forma di coinvolgimento pubblico su un tema così delicato".
I due esponenti di Italia Viva passano poi in rassegna il documento spiegando punto per punto il motivo delle loro conclusioni:" Lo ricaviamo da alcuni dati. Non solo-fanno sapere nella loro nota- basterà lavorare in loco il 50% del materiale estratto per aggiudicarsi una concessione fino a 25 anni, il 40% per una concessione fino a 21 anni, il 30 % per una concessione fino a 17 anni e il 25% per una fino a 13 anni – durata che verrà inspiegabilmente stabilita dalla Giunta - ma inoltre non è prevista alcuna ulteriore strategia per incrementare la filiera corta e cioè per aumentare i soggetti coinvolti nella lavorazione e commercializzazione del marmo. Obbligare a lavorare in loco non è sufficiente-osservano perentori e suggeriscono- Le grandi imprese, infatti, hanno già propri impianti di lavorazione. Diverso sarebbe incentivare i concessionari alla vendita in loco. In questo modo anche chi lavora e commercializza il marmo avrebbe maggiori possibilità di partecipare alla filiera, rispetto alle attuali".
Non solo, Lama e Cancogni auspicando un sistema pubblico di tracciamento e un marchio identificativo della provenienza apuana e garante della qualità dei blocchi, proseguono nella disamina del Regolamento sul tavolo della Giunta:"Non è previsto, inoltre, alcun nuovo sistema pubblico di controllo e tracciamento delle quantità e qualità del materiale estratto. Saranno i concessionari, compilando un certificato o inserendo un chip, a dichiarare il tipo di materiale e la quantità estratta. Un sistema di videosorveglianza intelligente, invece-proseguono i rappresentanti di Italia Viva invocando un sistema pubblico e più sofisticato- permetterebbe di monitorare, cava per cava, tutto ciò che viene estratto e di tracciarlo fino alla pesa pubblica, dove il Comune, attraverso addetti specializzati, potrebbe qualificare il materiale e applicare la corretta tassazione. Un sistema di tracciamento pubblico potrebbe, inoltre, garantire la provenienza e la lavorazione in loco del materiale, favorendo la costituzione di un marchio di Indicazione Geografica Protetta del marmo di Massa".
L'ultimo dato preoccupante-toccano infine lo strategico sotto molti aspetti, campo economico e fiscale- è quello relativo al canone estrattivo. Il canone sarà calibrato non sul valore del singolo blocco effettivamente estratto, ma su una "media ponderata" e cioè una tabella elaborata sulla base di dati presuntivi e approvata con atto di Giunta".
Un encomio quindi viene riconosciuto al consigliere del Carroccio massese Luca Guadagnucci:"Solo grazie all'intervento del presidente della commissione Ambiente, il consigliere Luca Guadagnucci, che già lo scorso dicembre chiese il rinvio dell'approvazione del regolamento è stata, infatti, prevista la "possibilità" (e non l'obbligo!) di rivedere il canone, a partire dal 2021, sulla base dei dati della pesa".
Ed ecco le domande che Eleonora Lama e Jacopo Cancogni pongono:"Ci domandiamo perché l'amministrazione massese preferisca calcolare la tassa marmo su dati presuntivi anziché sui dati reali, quelli che registra mensilmente la pesa pubblica gestita dalla Master e, cioè, gli unici dati in grado di dirci effettivamente quanto materiale e di che qualità scende dalle nostre montagne-insistono ancora puntando il dito su un altro documento altrettanto delicato dal punto di vista ambientale- Come verranno utilizzati, infine, il canone concessorio e quello estrattivo? La prima bozza dei Pabe, infatti, sembrava preludere alla riapertura di almeno 7 nuove cave, dunque, è prevedibile che nei prossimi anni assisteremo a maggiori introiti ma anche a maggiori necessità ambientali. Di questo nel regolamento si dice poco e nulla".
Eleonora Lama e Jacopo Cancogni arrivano a una chiosa finale che richiama a equilibrio e ponderatezza:"Concludiamo affermando che l'attività estrattiva non deve essere demonizzata, essendo un comparto fondamentale della nostra Provincia ma sono proprio le amministrazioni che devono disciplinarla attentamente in modo che il territorio ne possa ricavare i maggiori benefici con i minori costi in termini ambientali, mentre ci sembra che alla base di questo regolamento manchi, nella sostanza, un progetto di sviluppo accorto del settore lapideo massese".
- Scritto da Redazione
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Giusto ieri, nientepopodimeno che Anonymous, il fenomeno internet più celebre al mondo, che conduce battaglie politiche spietate nascosto dietro la celebre maschera di Guy Fawkes, V per vendetta, ha scelto il sito del comune di Carrara per hakerarlo e lanciare uno dei suoi messaggi, peraltro tra i meno significanti.
Per quanto la scelta di tale vetrina da parte del grande Anonymous si collochi tra l'incomprensibile e il ridicolo, l'evento deve aver comunque causato una sorta di sollevazione dei fantasmi del web tanto che, dopo il giallo di Anonymous che si prende la briga di entrare nel sito del comune di Carrara per non dire nulla di rilevante, c'è stato il giallo di un assessore che ha riposto nei dettagli a una domanda che non era mai stata formulata. Ieri, infatti, verso le 19 è arrivata ed è stata pubblicata sulla Gazzetta di Massa Carrara, una replica dell'assessore Anna Galleni, redatta dalla portavoce del sindaco, che faceva riferimento ad accuse in merito alla convenzione del comune con Caritas, formulate, a mezzo stampa, dal consigliere dell'opposizione Massimiliano Bernardi. Ma nessun giornale aveva pubblicato l'ipotetica accusa di Bernardi.
I battibecchi mediatici tra Galleni e Bernardi, si sa, sono diventati ormai come puntate di casa Vianello e quindi è facile che si possa perdere il filo di chi replica a chi. Meno facile è che tale filo lo perdano i Sandra e Raimondo di turno e praticamente ha del soprannaturale che uno dei due risponda nel merito di un argomento all'altro, senza che questo abbia formulato la domanda. Ma tant'è e l'ipotesi più accreditata per spiegare il fenomeno è che il fantasma del comunicato - effettivamente inviato alle testate locali dal consigliere Bernardi e poi da lui stesso ritirato a seguito di una verifica che annullava il quesito da lui posto - ha continuato a viaggiare in rete fino ad arrivare al suo destinatario che prontamente ha replicato, forse, senza aspettare che la domanda venisse effettivamente posta sulla stampa.
Anonymous probabilmente deve aver lasciato la porta aperta quando è entrato nel sito del comune di Carrara e gli avatar dei comunicati cancellati hanno fatto baldoria. In fondo Halloween era solo qualche giorno fa e i dolcetti non si potevano dare per disposizioni governative.
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