Politica
Il comune di Carrara pubblica avviso per proposte di vendita di immobili per realizzare il nuovo Palazzetto dello Sport
Il comune di Carrara ha pubblicato un avviso per promuovere la formulazione al comune della proposta di vendita di un immobile da acquistare per realizzare un Palazzetto…

Convegno Fit-Cisl: “Trasporto Pubblico Locale tra presente e futuro” a Massa l'11 giugno
Mercoledì 11 giugno alle ore 15, 30, presso la Sala della Resistenza di Palazzo Ducale a Massa, si terrà il convegno “Trasporto Pubblico Locale tra presente e futuro”,…

Parcheggi a pagamento all'ospedale delle Apuane: necessario rivedere la convenzione secondo il consigliere Manuel
"È arrivato il momento di rivedere la convenzione che impone il pagamento del parcheggio all' Ospedale delle Apuane": lo ha dichiarato il consigliere di FdI massimiliano Manuel che…

Laurea non richiesta, indirizzo mail sbagliato: i dubbi del consigliere Caffaz sul bando per il direttore del teatro Animosi
La scorsa settimana avevo evidenziato l'inopportunità (e probabilmente anche l'illegittimità) del fatto che, tra i requisiti richiesti nel bando per il direttore del teatro Animosi, non vi fosse…

"Tanto tuonò che piovve o del darwinismo economico": Pierlio Baratta spiega la sua visione della crisi del marmo
La versione di Giancarlo Tonini, imprenditore del marmo, ex presidente di IMM ed ex membro dei Saggi di Confindustria su ciò che ha determinato la crisi del marmo,…

Bau bau beach di Marina di Carrara nel degrado: l critica del consigliere Mirabella
“Bau Beach” abbandonata e lasciata nell'incuria e senza una fontanella per l’acqua: la segnalazione arriva dal consigliere della Lista Ferri Filippo Mirabella che chiama in causa l’assessore al…
Cento bambini esclusi dalle graduatorie dei centri estivi comunali di Massa: la critica di Fratelli d'Italia Massa
Oltre cento bambini sono rimasti esclusi dalle graduatorie per i centri estivi comunali, generando forte preoccupazione tra le famiglie. A denunciarlo è Fratelli d'Italia, che…

Errori grossolani nelle assegnazioni delle case popolari secondo il consigliere Bernardi che chiede maggiori controlli
La gestione della graduatoria per le case popolari del comune di Carrara sarebbe un disastro annunciato, secondo il consigliere dell’opposizione Massimiliano Bernardi che parla di sbagli sistematici e …

Referendum popolari di domenica 8 e lunedì 9 giugno: le informazioni per il voto
Domenica 8 e lunedì 9 giugno i cittadini sono chiamati al voto su cinque referendum abrogativi. Queste le denominazioni dei quesiti: Contratto di lavoro a tutele crescenti - Disciplina dei licenziamenti illegittimi: abrogazione. Piccole imprese…

Il Polo P&S: una vittoria politica la nascita del cinema comunale al Teatro dei Servi
“Sono molto felice che Massa tornerà ad avere un cinema comunale in centro città. Come Polo Progressista e di Sinistra (M5S e Unione popolare) abbiamo svolto in Consiglio…

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Le prime voci si erano diffuse due settimane fa quando era stata ufficializzata la decisione della Regione di adattare alcuni spazi chiusi del Monoblocco di Carrara e di riaprire dei reparti nell’ex ospedale di Massa per aumentare i posti letto di terapia intensiva in previsione di una possibile escalation dell’epidemia da coronavirus. I soliti ben informati sostenevano che nella struttura di Carrara, che ha continuato a funzionare come centro polispecialistico, i nuovi posti in intensiva sarebbero stati ricavati nelle aree in cui al momento ci sono gli ambulatori di dermatologia e oculistica che offrono servizi fondamentali a moltissimi pazienti. La smentita, tuttavia, è arrivata dal sindaco Francesco De Pasquale supportato dalla direttrice della Asl 1, Letizia Casani. Entrambi hanno infatti negato l’eventualità dello spostamento di servizi da Carrara ad altre sede ospedaliere. Ma i dubbi sono tornati soprattutto al Comitato Primo Soccorso e Urgenza Carrara che mantiene da sempre una stretta vigilanza su quanto viene deciso riguardo al Monoblocco e che ha voluto fare il punto della situazione attuale:
“La situazione è certamente critica e delicatissima – hanno detto dal Comitato Primo Soccorso - Agli ambulatori specialistici del Monoblocco si rivolgono numerosissimi pazienti da tutta la provincia per cui la sicurezza della struttura, di chi vi lavora e degli utenti è fondamentale specialmente tenendo presente l’attuale diffusione dell’epidemia nella Lunigiana e nelle aree di costa. Dalla relazione fatta dall’ingegner Simoncini abbiamo appreso che gli spazi da dedicare a covid 19 nel Monoblocco prevedono l’utilizzo di aree di ex Oculistica e questa definizione ci ha molto toccato, riferendosi a parte di un Poliambulatorio molto attivo e rinomato.
Ad oggi sappiamo che a Carrara nell’ex Pronto Soccorso del Monoblocco saranno disponibili 16 letti per soggetti “dimissibili” e che al Piano 2, in uno spazio ricavato appunto dall’Oculistica verranno collocati alcuni letti per “soggetti ventilati” che, tuttavia saranno usati solo in caso di necessità estrema.”. Il comitato Primo Soccorso e Urgenza ha approvato la riorganizzazione dell’ex Pronto Soccorso del Monoblocco soprattutto nell’ottica di una sua definitiva futura riattivazione ma ha ribadito l’importanza di mantenere le attività ambulatoriali in tutta sicurezza evitando di collocare pazienti covid all’interno della struttura che riceve pazienti oncologici, diabetici e di altri reparti.
“Incisivo e chiarificatore – hanno continuato dal comitato - è stato il recente intervento sui quotidiani della dottoressa Giulia Manfredini, responsabile del Reparto di Endocrinologia attivo al Monoblocco che con chiarezza e competenza si è espressa in modo inequivocabile sull’utilizzo del Monoblocco, insistendo sulla necessità di mantenere l’intera struttura unicamente per pazienti non covid.
Ma una cosa positiva dobbiamo sottolinearla. Il Monoblocco oggi si presenta come un presidio sanitario vitale che offre prospettive e che potrà finalmente divenire quell’Ospedale di comunità che da tempo il nostro Comitato chiede: al piano terra nuove sale operatorie rispondenti alle attuali regole e procedure, con percorsi sporco/pulito, ambienti di sterilizzazione potranno essere realisticamente realizzate. Al primo piano potrà essere finalmente attiva la Senologia, bloccata da anni. L’adeguamento e il miglioramento in base alle nuove normative possono rimettere in attività anche il sesto e settimo piano del Monoblocco con la possibilità di utilizzarne appieno gli spazi.
Riteniamo quanto mai necessario che per il futuro del Monoblocco e della nostra sanità pubblica la Regione Toscana dia spazio a consigli e linee operative indicate da medici competenti attivi sul campo (sono tanti), ai sindaci, talvolta lasciati a margine di scelte calate dall’alto e magari anche al contributo propositivo dei Comitati.”.
Mascherine obbligatorie per tutti: secondo Pieruccini bisogna seguire l’esempio dei sindaci leghisti
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Si è rivolto direttamente al sindaco di Carrara, Francesco De Pasquale, e lo ha invitato a seguire l’esempio dei sindaci della Lega firmando un’ordinanza che obblighi tutti a portare le mascherine quando escono da casa. L’appello è arrivato da Nicola Pieruccini, commissario straordinario della Lega Salvini Premier che ha ribadito come, da giorni, le mascherine manchino per tutti perché l’amministrazione non ha stanziato neppure un euro, a parte aver fornito come aiuti alle categorie più esposte una quantità irrisoria.
“Dall’inizio dell’emergenza- ha detto Pieruccini - i 5 Stelle stanno dimostrando con i fatti l’incapacità a governare nell’interesse dei più deboli, dei più fragili e dei soggetti a rischio . La Lega chiede al sindaco di essere più presente e preparato per non continuare a fare le solite figuracce . Nell'ultimo video di ieri sera ha dichiarato un “no secco alle mascherine per tutti “, mentre contestualmente il governatore della Toscana Enrico Rossi aveva appena comunicato di mettere a disposizione dieci milioni di mascherine per i cittadini toscani e 200mila kit sierologici per estendere ulteriormente lo screening della popolazione.”
Pieruccini ha approvato il provvedimento di Rossi giudicandolo una campagna di prevenzione decisamente soddisfacente ma non ha potuto fare a meno di sollevare ulteriori dubbi sull’operato del sindaco di Carrara: “ Con chi parla De Pasquale dalla mattina alla sera ? – ha continuato Pieruccini - Con chi prende decisioni e con quali vertici politici regionali e governativi intrattiene rapporti istituzionali ? “.
Pieruccini ha ricordato che per attenersi all’indirizzo politico di Rossi, De Pasquale sarebbe obbligato a varare subito un'ordinanza per imporre l'uso dei dispositivi di protezione individuale a tutti i residenti. Si tratta di una disposizione estremamente seria, tenuto conto delle nuove indicazioni degli scienziati riguardo al Covid-19 ed alle raccomandazioni dell’OMS che suggerisce che vengano imposte ai cittadini le mascherine per limitare la diffusione del virus. Del resto già moltissimi comuni limitrofi le stanno già distribuendo, porta a porta e gratuitamente, in alcuni casi insieme ai guanti usa-e-getta, e il comune di Carrara risulta non pervenuto.”
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Mancherebbero da mesi, a quanto riferisce il consigliere dell’opposizione Massimiliano Bernardi, i dispositivi di protezione dal contagio per gli operatori ecologici di Nausicaa e per questo motivo, il consigliere di Alternativa per Carrara ha definito irresponsabile la gestione della partecipata d parte dell’amministrazione comunale.
“E’ necessario sollevare un' ulteriore polemica contro Nausicaa e la gestione grillina - ha detto Bernardi - perché pretendiamo di sapere cosa è stato fatto per tutelare la salute degli addetti alla raccolta rifiuti da parte di Nausicaa La cosa è certa è che sono mancati da mesi i dispositivi di Protezione Individuale normalmente previsti per questi lavoratori. “ Bernardi ha ribadito la scelta di schierarsi al fianco dei dipendenti della partecipata che hanno denunciato sulla stampa le condizioni in cui sono costretti a svolgere il loro lavoro ed ha ricordato che le mascherine distribuite pochi giorni fa non sono sufficienti a tutelarli in quanto servirebbe un kit adeguato alla situazione.
“Tutti abbiamo visto operatrici ed operatori per le strade senza mascherina, e spesso ci siamo chiesti se fosse stata una scelta loro, ma mai avremo potuto pensato che invece l’azienda non aveva fornito alcuno strumento di protezione. – ha aggiunto Bernardi - È sempre più difficile tacere sulla irresponsabile gestione della partecipata. Il servizio di cui stiamo parlando è un servizio essenziale e oggi scopriamo che ai lavoratori che lo stanno portando avanti con spirito collaborativo e responsabilità non gli è stato riconosciuto il diritto alla salute e nemmeno pari dignità rispetto a tutte le altre categorie di lavoratori e lavoratrici che erogano servizi alla comunità con accorgimenti idonei.”
Una situazione ingiustificabile, secondo Bernardi, che ha voluto ricordare che gli operatori ecologici rientrano a pieno titolo nelle categorie esposte al contagio in quanto costretti al contatto con i rifiuti urbani. “Per capire meglio la situazione abbiamo preso informazioni – ha detto Bernardi - Rispetto alle rappresentanze dei lavoratori per la salute e la sicurezza che tutte le aziende devono avere in quanto previsti nel l D.Lgs. 81/08 ci è stato riferito che spesse volte nelle aziende del settore il numero di questi rappresentanti non è sufficiente a monitorare tutte le situazioni di rischio, in quanto le unità produttive hanno peculiarità molto differenti tra loro: dal comparto impianti e discariche, al comparto autisti automezzi; dalle officine a quello dello spazzamento, fino arrivare al personale impiegatizio degli uffici. Chiediamo quindi al presidente ed ai vertici di Nausicaa se, vista la situazione di emergenza coronavirus, siano stati redatti Documenti Valutazione Rischio in maniera dettagliata e specifica in merito ai luoghi di lavoro degli operatori per i rischi da contagio da Covid-19 e se tali documenti abbiano individuato ogni minimo rischio potenziale presente in ogni singola unità produttiva sul rischio per eventuale contagio. Chiediamo se almeno questi lavoratori siano stati sottoposti a tamponi che, come vanno ripetendo gli esperti in questi giorni di allarme collettivo, sono il minimo dei controlli che si possano fare per testare la situazione. Ma le rassicurazioni non bastano. La richiesta è di continuare a fornire a chi presta attività lavorativa nelle operazioni più critiche "presidi sanitari e mascherine" senza che, chi è responsabile di queste competenze, continui a nascondersi dietro un dito.”.
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I generi alimentari sono praticamente gli unici, dall’inizio delle restrizioni dovute all’epidemia di coronavirus, a movimentare il commercio e, in questa situazione potrebbe essere facile per qualcuno giocare sui prezzi delle merci per sfruttare la domanda molto più ampia che la circostanza attuale ha generato. Questa è la teoria di Gianni Musetti, di Forza Italia Carrara, che ha condotto anche un’indagine nei supermercati locali. L’obbligo a fare la spesa nel negozio di alimentari o nel supermercato più vicino alla propria abitazione, imposto dal decreto del presidente del consiglio, inteso a limitare la diffusione del contagio eliminando gli spostamenti della popolazione, avrebbe, secondo Musetti, annullato la concorrenza tra la grande e la media distribuzione. “ Sino dai primi giorni – ha fatto notare Musetti - sono spariti completamente i famosi volantini delle offerte, visto che non vi era, evidentemente più bisogno, di attirare nessuno con allettanti sconti o promozioni. I volantini, in realtà, esistono ancora online, per alcuni marchi, come quello Coop, ma abbiamo riscontrato che alcuni prodotti promossi a un prezzo sul volantino, nel punto vendita aveva un prezzo maggiorato.” Secondo Musetti la lista dei prodotti di prima necessità che hanno subito inspiegabili rincari sarebbe molto lunga e riguarderebbe in particolare quei prodotti che dovrebbero essere calmierati dal paniere spesa imposto a livello nazionale dal Ministero dell'Economia.
“Farina, lievito, pane, persino la pasta e il latte hanno subito aumenti vertiginosi – ha detto Musetti - La farina comune 00, che prima della pandemia non era mai sopra i 50 centesimi, ora l'abbiamo trovata a prezzi spaventosi, addirittura ad un euro ed ottanta. Tali gesti sono da considerare un reato da perseguire con ogni mezzo, da ritiro della licenza immediata a tali insegne di supermercati.” Musetti ha quindi chiesto l’intervento del sindaco De Pasquale, della Guardia di Finanza e dei carabinieri: “ per monitorare e per sanzionare tali vergognosi atti di sciacallaggio nel peggior momento che l'Italia Repubblicana abbia mai affrontato.”.
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"Inaccettabile. Arrogante e indisponente. Privo di ogni rispetto verso la tutela dei lavoratori, delle disposizioni dei Decreti del Presidente del Consiglio dei ministri sull'emergenza Covid19, prima ancora che dei rapporti con le organizzazioni sindacali. Non abbiamo altro modo di definire la lettera che l'amministratore unico di Master ha inviato ai dipendenti per invitarli a tornare al lavoro, in ufficio, in piena emergenza coronavirus, per un servizio che di essenziale non ha assolutamente nulla in questo momento dato che sono sospesi tributi e imposte. Più che un invito, un modus operandi autoritario e di stampo fascistoide di richiamo all'ordine che nulla ha a che vedere con la pubblica amministrazione di stampo democratico in cui ci troviamo a vivere e operare. L'amministrazione, e il sindaco in prima persona, dovrebbero intervenire per richiamare al rispetto istituzionale dei ruoli l'amministratore unico della società in house del Comune di Massa".
E' un affondo deciso quello che portano avanti, in maniera unitaria, i segretari delle funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil, Patrizia Bernieri, Enzo Mastorci e Claudio Salvadori. "I toni utilizzati dall'amministratore unico Corrado Panesi non possono passare sotto traccia. Chi sono i pavidi, gli irresponsabili e senza senso del dovere a cui fa riferimento nella lettera inviata ai dipendenti? L'amministratore unico fa una gran confusione – proseguono i tre segretari -, portando come punto di riferimento i lavori impegnati in servizi definiti essenziali come infermieri, medici, operatori sanitari o gli addetti di Asmiu per poi richiamare i dipendenti a rientrare al lavoro in ufficio da lunedì. L'unica modalità concessa è quella del telelavoro e metterli in condizioni di poter effettuare le pratiche essenziali tramite smart working è compito dell'azienda. Non può essere certo lasciata all'autogestione e alle risorse personali di cui ciascuno a casa può o meno disporre. Da quale servizio essenziale che svolge Master deriva un'esigenza tanto indifferibile da chiamarli a rientrare in ufficio da lunedì? Certo, non tutti hanno un computer completamente a disposizione a casa ma a quel punto spetta alla società sopperire alla mancanza, qualunque sia il loro numero".
Assenza di dispositivi tecnici personali che non possono in alcun modo giustificare per i sindacati l'alternativa messa in campo dall'amministratore unico Panesi: "Andrà personalmente ad aprire le porte di accesso di Master? Lo faccia, anche a petto nudo, con un fascio di grano in mano, telecamere al seguito, novello emulo di tempi andati che certo non ci mancano. Ma noi non possiamo in alcun modo accettare che sia messa a repentaglio la sicurezza e la salute dei lavoratori in nome di un servizio che oggi più che mai non è essenziale. Ben venga la sanificazione degli ambienti di lavoro, ben venga il fatto che i locali siano interdetti al pubblico. D'altronde è quanto prevedono i Dpcm in merito all'emergenza Covid19. Di meno non sarebbe nemmeno lecito. Invece pensare di riaprire contravviene a ogni direttiva del governo in merito, a ogni minimo criterio di buon senso nella tutela della salute pubblica e dei lavoratori a cui certo non può sopperire la promessa di un distanziamento all'interno degli uffici. Diffidiamo ufficialmente l'amministratore unico a procedere in tal senso e speriamo che quanto da lui stesso dichiarato nella lettera, ossia che la decisione sarebbe stata presa dopo 'franco e proficuo confronto con il sindaco', non corrisponda a realtà. Speriamo che lo stesso prima cittadino prenda le distanze da questa scelta. Altrimenti saremo pronti a utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione, anche a livello legale, per difendere la salute dei lavoratori che rappresentiamo"
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Diciotto contagiati su diciannove ospiti di un reparto del Regina Elena, casa di riposo comunale di Carrara e ieri anche la notizia del primo decesso. Per il coordinamento comunale di Italia Viva non ci sono dubbi: le responsabilità sulla gestione dell’epidemia di coronavirus della RSA comunale sono molteplici e, tra queste, il non aver vigilato con estrema attenzione è la più grave. Italia Viva ha fatto notare come la situazione delle case di riposo sia al centro del mirino della stampa nazionale da settimane, e come sia sempre stato chiaro che le case di riposo potevano essere le realtà a cui il coronavirus avrebbe fatto pagare il prezzo più caro. “Il sindaco non poteva non sapere – ha detto Laura Vanelli di Italia Viva Carrara - che il coronavirus avrebbe potuto essere già alle porte anche della nostra RSA e, in qualità di massima autorità sanitaria della città, era obbligato per legge a prendere provvedimenti per prevenire la diffusione dell'infezione all'interno della nostra Istituzione. Invece da come stanno oggi le cose è chiaro che abbia declinato ogni responsabilità, lasciando forse che le decisione venissero prese da qualcun altro. Immobilismo e sottovalutazione tuttavia sono stati gli atteggiamenti anche anche del presidente della Rsa, Giuseppe Profili e del direttore.”
Il coordinamento di italia Viva ha ricordato il rammarico e l’apprensione generale di tutta la cittadinanza di fronte alle notizie relative al contagio al Regina Elena ed ha ribadito la mancanza di trasparenza delle istituzioni nella gestione della vicenda. “ Se vane e confuse sono state le informazioni del sindaco De Pasquale – hanno proseguito da Italia Viva - che, dal giorno in cui è stato obbligato a diffondere la notizia dei due anziani ricoverati al Noa e del primo anziano positivo, ha continuato a confondere i cittadini con numeri che si contraddicono ogni volta, ancor più grave è la mancata informazione da parte dell'Asl. Infatti nonostante che nella Casa di riposo si stia consumando una vera e propria strage di positivi al covid-19 tra pazienti e operatori, nemmeno i familiari hanno potuto sapere la verità e pare che sulla positività o non-positività di più ospiti ci siano più versioni.” Da qui l’accorato appello di Italia Viva alla direttrice generale dell’ Usl Toscana Nord Ovest Letizia Casani affinché pubblicamente e con fermezza dica quanti dei tamponi effettuati siano risultati positivi e se sono state prese ad oggi tutte le misura possibili per contrastare il dilagare dell'infezione. “ Sarebbe grave – hanno concluso da Italia Viva - che si continuasse a tacere o a divulgare mezze verità, occorre che vengano prese decisioni immediate a tutela di quegli anziani che sono ancora ricoverati nella struttura in attesa di non si sa che cosa , con il rischio per tutti i cittadini che cresce con il tempo che passa. La prova di cosa non è stato fatto nella gestione 5 Stelle per contrastare l’infezione coronavirus alla Regina Elena la dice lunga su quello che ancora ci dobbiamo aspettare : il diritto alla salute non è una possibilità è davvero un obbligo.”.
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“No alla cassa integrazione dei lavoratori di Nausicaa”: lo ha gridato conforza il consigliere di Alternativa per Carrara, Massimiliano Bernardi che ha spiegato: “ Il vicesindaco Matteo Martinelli ha già previsto, nel bilancio appena approvato, i trasferimenti relativi ai servizi erogati da Nausicaa e quindi ci spieghi la necessità di autorizzare la Cassa integrazione di alcuni dipendenti “facendo uso” del decreto governativo collegato all’emergenza Coronavirus. Irricevibile pertanto la comunicazione inviata proprio alle categorie meno tutelate a causa dei contratti in essere, che hanno ricevuto la nota firmata dalla direttrice generale di Nausicaa Lucia Venuti.”
Bernardi ha riferito di voci secondo le quali la decisione della cassa integrazione sarebbe stata presa senza un confronto con alcuni sindacati forse perché l’azienda avrebbe approfittato del fatto che per le richieste di accesso alla cassa integrazione in deroga, non era necessario l’accordo sindacale ma era sufficiente un’informativa. Bernardi ha chiesto una spiegazione precisa e pubblica a Martinelli che spieghi in maniera molto approfondita le ragioni del ricorso all’ ammortizzatore sociale previsto dai decreti“ Coronavirus “ che contrasta con l’andamento più che positivo del bilancio dell’ultimo anno della partecipata, dato che, come ha riferito Bernardi, è stato esibito orgogliosamente dallo stesso Martinelli a riprova della buona gestione da parte del Movimento 5 Stelle. L’ipotesi avanzata da Bernardi parla di un ricorso alla cassa integrazione da parte di Nausicaa che non era affatto necessario e di un subdolo atto di accaparrarsi i fondi previsti studiato a tavolino per un ritorno economico a favore dell' azienda. “Se cosi fosse ha aggiunto Bernardi - in piena crisi sanitaria e sociale, non sarebbe ammissibile che amministratori pubblici mettano in grave difficoltà economica alcuni dipendenti solo per “risparmiare sulle retribuzioni per ogni mese di Cassa integrazione rispetto alla gestione ordinaria”. Tale scelta è oltremodo fuori luogo in quanto Nausicaa ha implementato notevolmente i proventi del Tempio Crematorio, dovuta purtroppo all'enorme numero di cremazioni sia riferite alla Provincia ma anche da quelle salme provenienti dalle città del Nord Italia.”.
Una bordata al vicesindaco, Bernardi l’ha lanciata anche sul caso del forno crematorio osteggiato dai grillini quando erano all’opposizione: “Si ricreda pubblicamente o sui social a questo proposito e una volta per tuttev il Vicesindaco Matteo Martinelli per le astiose critiche che apparivano sui meetup del Movimento 5 Stelle, che sostenevano che il Forno Crematorio era nocivo per la salute dei cittadini e non si doveva fare. Oggi guardacaso visti gli utili “ in vile denaro” che produce, delle emissioni nocive e della tutela della salute dei cittadini non ne parla più nessuno.”. L’auspicio di Bernardi è stato quello di una riflessione politica generale sul drammatico momento in corso che tenga conto non solo della salute ma anche del sostentamento economico che sta sempre più creando ansia e preoccupazione nelle persone e nelle famiglie. “Un’amministrazione gestita come se fosse un buon padre di famiglia – ha concluso Bernardi - dovrebbe dare e non togliere. La decisione di optare per la cassa integrazione avrà degli effetti negativi, da non sottovalutare, anche dal punto di vista dello stipendio, soprattutto se consideriamo che i lavoratori colpiti sono proprio quelli che hanno meno tutele . In tre anni di gestione grillina le richieste di scelte contrattuali migliorative sono rimaste inascoltate, ma quello che sconvolge di più è la mancanza di responsabilità.”.
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Anche Giacomo Giannarelli, consigliere regionale in quota 5 stelle, si unisce alle critiche già piovute da più parti nei confronti della decisione del governatore della Toscana Enrico Rossi di assegnare appalti urgenti per tre milioni di euro per i lavori di adeguamento degli ospedali di Massa e di Carrara ad aziende chiamate da fuori provincia.
"Sulla questione ho già avuto modi di esprimere il mio forte disappunto alla giunta regionale – ha detto Giacomo Giannarelli, presidente del gruppo regionale del MoVimento 5 Stelle – Anche se vi è l’urgenza di intervenire per affrontare al meglio la crisi del coronavirus, non capisco perché la Regione non si sia rivolta alle tante e qualificate aziende che sono attive nella provincia di Massa-Carrara. Soprattutto adesso è indispensabile tutelare quelle realtà imprenditoriali del nostro territorio, che da tempo si trova alle prese con una dura crisi economica. Tali lavori avrebbero significato molto per i lavoratori di Massa e di Carrara e per le loro famiglie.”.
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Una scelta grave, secondo Fabrizio Volpi coordinatore comunale di Italia Viva, quella operata dalla mega partecipata del comune Nausicaa di utilizzare la cassa integrazione per i dipendenti sfruttando le risorse del decreto governativo collegato all’emergenza coronavirus.
“Chiudere l’attività di un’ azienda pubblica – ha detto Volpi - specialmente nel caso di aziende con i conti a posto, come è il caso di Nausicaa, è forse la via più semplice, ma rischia di sottrarre risorse al sistema pubblico e servizi alla collettività. Questo non è il momento giusto per adottare una logica di stile ragionieristico, occorre piuttosto che le istituzioni siano attive e concentrate e che si sforzino di organizzare e mantenere la rete dei servizi anche in momenti di emergenza.”. L’invito di Volpi per la dirigenza di Nausicaa è dunque quello di pensare ad aiutare la città. Volpi ha ricordato come il personale di Nausicaa abbia dimostrato in anni passati, specialmente nel momento dell’alluvione, di essere pronto a gestire l’emergenza con spirito di abnegazione e grande professionalità. “Per questo riteniamo – ha continuato Volpi - che oggi sia possibile e utile organizzare il servizio in modo da impiegare le risorse che possano garantire la piena occupazione e l’intera retribuzione ai dipendenti e alla cittadinanza la disponibilità di servizi strategici. Consapevoli del drammatico momento storico che la nostra città sta vivendo, invitiamo l’amministrazione De Pasquale a valutare la proposta di un piano di utilizzo del personale alternativo, che metta al primo posto i bisogni dei cittadini.”. Volpi ha elencato una serie di servizi che l’azienda potrebbe attivare impiegando il personale adeguatamente istruito e dotato degli appositi dpi che gli permettano di lavorare in sicurezza: “Servizio di consegna a domicilio dei farmaci. Servizio di consegna a domicilio di generi alimentari. Assistenza e counseling per anziani soli. Consegna mascherine protettive. Consegna pasti pronti previa apertura di punti cottura. Queste e molte altre sono le cose che si potrebbero fare. La logica del profitto non può essere prevalere in un momento come questo ed è assolutamente inaccettabile che venga applicata ad una azienda ad alta vocazione sociale quale è Nausicaa.”.
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E’ stata necessaria una regolamentazione specifica perché ancora non contemplata nel regolamento comunale di Massa e a questa ha provveduto il presidente del consiglio comunale Stefano Benedetti: da oggi, per tutta la durata dell’emergenza coronavirus i consigli comunali di Massa si potranno tenere in video conferenza.
La modalità in videoconferenza delle sedute del Consiglio comunale rientra nelle prerogative del Presidente del Consiglio comunale e quindi Benedetti ha stabilito che essa possa avvenire “in forma telematica, mediante lo strumento della videoconferenza, comunque in modalità sincrona, con la possibilità, anche di tutti i componenti, compreso il segretario comunale e i suoi collaboratori e/o il suo vicario, di intervenire in luoghi diversi dalla sede istituzionale del comune, in modo simultaneo e in tempo reale, utilizzando programmi reperibili nel mercato, con l’utilizzo di webcam e microfono, con strumenti messi a disposizione dall’Amministrazione o direttamente dagli interessati (ad es. p.c., telefoni cellulari, piattaforme on line) idonei a garantire la tracciabilità dell’utenza, ovvero l’identità dei presenti collegati in videoconferenza da luoghi diversi.”
Secondo il regolamento la seduta è da ritenersi valida in videoconferenza, anche in sedi diverse dal comune, pertanto la sede è virtuale, con la possibilità che tutti i componenti siano collegati in videoconferenza e la presenza alla seduta è accertata con il collegamento alla videoconferenza. Ai componenti della seduta saranno fornite le credenziali o le modalità di accesso al programma utilizzato o ai diversi sistemi telematici di collegamento alla videoconferenza, mediante l’utilizzo di una chat con videochiamata in simultanea o di programmi reperibili in rete o direttamente dall’amministrazione. Le sedute di consiglio in videoconferenza saranno in diretta streaming e potranno avvenire anche senza che un solo membro del consiglio comunale sia presente in comune . Per risultare valide, le sedute, è necessario che il collegamento audio-video garantisca al presidente e al segretario comunale, ognuno per la propria competenza, la possibilità di accertare l’identità dei componenti che intervengono in audio e video, di regolare lo svolgimento della discussione, di constatare e proclamare i risultati della votazione, consentendo a tutti i componenti di poter intervenire alla seduta, alla discussione, alla presentazione di documenti, alla votazione sugli argomenti all’ordine del giorno, tutti in modalità simultanea. Le modalità di intervento sono definite al momento della seduta dal presidente, esponendo ai presenti in sede o a coloro che sono collegati in videoconferenza le misure operative per assicurare l’ordine e l’illustrazione degli interventi, al termine dei quali si passa alla votazione per appello nominale e voto palese mediante affermazione vocale – audio.
Al termine della votazione sarà il presidente a dichiarare l’esito, con l’assistenza degli scrutatori e la dichiarazione del segretario comunale sulla verbalizzazione del voto e dei presenti; la seduta sarà aperta nell’ora in cui il segretario comunale ha provveduto all’appello dei presenti, dando atto espressamente a verbale della seduta in modalità di videoconferenza, ovvero con la partecipazione di componenti in videoconferenza. In caso di temporanee disfunzioni dei collegamenti o delle connessioni o per altra ragione che impedisce il collegamento in videoconferenza, il presidente sospenderà temporaneamente la seduta per poi riprendere la videoconferenza mediante un nuovo appello del segretario comunale.
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