Politica
Il Pd va all'opposizione nel comune di Aulla: "Il sindaco Valettini, neopresidente della Provincia sostenuto dal centro destra non è più espressione della maggioranza comunale
Alla luce della candidatura del sindaco di Aulla, Roberto Valettini, alla Presidenza della Provincia di Massa-Carrara, avvenuta in aperto contrasto con la decisione assunta dalla direzione territoriale del…

Stato di agitazione per il Cermec, non contro: la spiegazione di RSU FIT CISL, RSU UIL TRASPORTI e FIADEL
Chiara Pirozzo RSU FIT-CISL Maurizio Bertieri RSU UIL Trasporti e Gianluca Della Tommasina RSU FIADEL hanno chiarito le ragioni dello stato di agitazione al Cermec di…

Amministrazione di sinistra che non investe nella ristrutturazione delle case popolari: la critica del consigliere 5 Stelle Matteo Martinelli
Il consigliere del Movimento 5 Stelle Matteo Martinelli torna sul tema della ristrutturazione delle case popolari: "Lo scorso giugno avevo chiesto in Consiglio fondi per…

Zona Apuane: iniziata la sperimentazione operativa interna SEUS
Nella giornata di ieri, 22 dicembre 2025, nella sala Giulio Conti - Marmoteca di Carrara Fiere - a Marina di Carrara si è tenuto l'evento "L'avvio della sperimentazione…

Ringraziamento e auguri del neo presidente della Provincia Roberto Valettini
Il nuovo presidente della Provincia di Massa Carrara Roberto Valettini ha reso pubblico il suo messaggio di ringraziamento e di auguri per le feste: "Sono…

Un appello per i disabili da Italia Nostra Massa Montignoso
Il presidente di Italia Nostra Massa Montignoso è intervenuto sulle barriere architettoniche lanciando un appello all'assessore al sociale Francesco Mangiaracina: "La situazione…

"Gravi a Carrara le minacce anarchiche dopo le condanne per l'assalto al gazebo della Lega. Solidarietà ai nostri militanti": così Susanna Ceccardi europarlamentare della Lega
"Le minacce contenute nei messaggi diffusi dagli ambienti anarchici dopo la sentenza del Tribunale di Massa, chiusi con un sinistro 'a buon rendere', sono un fatto…

La destra colpisce la Lunigiana: così si creano territori di serie B, secondo il Pd di Massa Carrara
Il Partito Democratico provinciale di Massa e Carrara esprime profonda preoccupazione e ferma contrarietà rispetto ai nuovi criteri di classificazione montana introdotti dalla legge…

Bilancio di previsone 2026-'28 comune di Carrara approvato e con il segno positivo dopo 11 anni: 26 milioni dal marmo e risorse per scuola e sociale
Il consiglio comunale ha approvato ieri sera il bilancio di previsione 2026-2028. Per il secondo anno consecutivo il bilancio di previsione è stato approvato in anticipo…

Asmiu e Retiambiente Carrara entrano nel Gruppo Retiambiente
L’assemblea dei soci di RetiAmbiente Spa del 22 Dicembre 2025 ha approvato l’apporto degli asset dei Comuni di Massa e di Carrara alla società. Il…

- Scritto da Redazione
- Politica
- Visite: 789
È scoppiato un vero e proprio caso dopo la pubblicazione di un relazione dei vigili del fuoco, riportata anche da “La Repubblica”, in cui si afferma che ben quattro ospedali toscani hanno installato i pannelli Larson PE, tristemente famosi per aver dato il via al rovinoso incendio di un grattacielo in via Antonini a Milano.
La cittadinanza è preoccupata, anche perché il nome degli edifici non è stato reso noto, e la politica locale si è mossa per avere certezze sul da farsi, partendo perlomeno dal livello amministrativo regionale.
È di certo il pensiero di Unione Popolare, Massa Città in Comune e Diritti in comune: Una città in comune Pisa - Rifondazione Comunista, che attraverso un comunicato ufficiale congiunto, richiedono un intervento tempestivo del presidente di regione Eugenio Giani, così da poter controllare sin dai prossimi mesi l’effettiva pericolosità dei pannelli.
“Quattro ospedali toscani sarebbero a rischio incendio a causa della presenza di pannelli isolanti dello stesso tipo di quelli che hanno causato l'incendio del grattacielo di via Antonini a Milano lo scorso anno. Secondo quanto riporta il quotidiano "la Repubblica", nell'edizione milanese dello scorso 2 dicembre, una relazione dei vigili del fuoco commissionata dalla Procura di Milano ha stilato un elenco di immobili in tutta Italia che hanno installato i pannelli Larson PE. Tra questi, vengono citati quattro ospedali toscani, senza che nell'articolo venga indicato quali. Non può che generare preoccupazione sapere che in Toscana ci sarebbero quattro ospedali a rischio incendio. Per questa ragione, chiediamo urgentemente al Presidente Giani, alla Regione Toscana e alle Asl territoriali di verificare in quali ospedali siano stati installati i pannelli isolanti considerati a rischio incendio. Di mettere in atto tutte le necessarie azioni volte a garantire la sicurezza dei degenti, del personale medico, dei lavoratori e lavoratrici sanitari e dei servizi ospedalieri”.
- Scritto da Redazione
- Politica
- Visite: 578
Le amministrazioni locali, quelle provinciali, persino in regione si stanno scervellando per capire dove poter stoccare e smaltire i fanghi della lavorazione marmifera.
Eppure, per molti, l’idea che debba essere il pubblico a pagare è qualcosa di tremendamente sbagliato e ingiusto, visto che, alla fine, sono i privati ad aver creato il problema della marmettola, senza peraltro aver puntato su possibili nuovi metodi di smaltimento o di riutilizzo dei fanghi.
L’idea che lo stato e le sue istituzioni funzionino un po’ da “bad company” per i privati che non riescono a risolvere i propri problemi non è proprio andata giù alla sezione di Carrara di Legambiente, che in un lungo comunicato, accusano senza appello le aziende del settore estrattivo e lapidee, colpevoli di aver creato un problema enorme da un punto di vista ambientale ma ad oggi non in grado di risolverlo, e perciò costrette ad attendere, e sperare, che i cittadini mettano mano al portafoglio e alla loro salute per metterci una pezza sopra.
“La “nuova” emergenza si chiama marmettola. Tanto nuova, a dir la verità, non è. Ma dopo la chiusura della discarica di servizio alla Venator di Scarlino, e la conseguente interruzione dei ritiri per il tramite della Cages di Massa, le istituzioni locali si sono affannate a cercare una soluzione ad un problema che, per essere chiari, è marcatamente delle imprese lapidee. Già a settembre eravamo intervenuti, come Legambiente, per mettere in evidenza come la “crisi” di oggi non sia conseguenza di un destino cinico e baro – spiega l’associazione ambientalista – ma dell’incapacità e dell’indolenza di un sistema produttivo e industriale che vive alla giornata, gioca su termini ambigui, usa il tema della sostenibilità e della circolarità a giorni alterni e quando più gli aggrada, e adopera il ricatto occupazionale per spingere gli enti locali a impegnarsi nella ricerca di soluzioni a un problema che potrebbe avere pesanti ripercussioni sociali (in termini soprattutto occupazionali) e ambientali (per una non corretta gestione di quello che, fintanto che non trova reali e “strutturali” forme di recupero è e rimane, per legge, un rifiuto. Come associazione, da tempo ormai, sosteniamo che l’economia circolare ha bisogno di impianti e che “rifiuti zero” senza “impianti mille” è solo una presa in giro. Se parliamo di rifiuti urbani è corretto e giusto che siano i comuni a farsi carico di realizzare anche le strutture impiantistiche, pubbliche, per rendere concreta la circolarità. Ma se ci spostiamo nel campo dei rifiuti speciali, derivanti dalle attività produttive, questo onere è tutto degli imprenditori: perché dovrebbe fare eccezione il comparto lapideo apuano? È persino paradossale che i cantori del “libero mercato e della libertà di intrapresa” bussino poi alle porte delle istituzioni, pretendendo che da queste arrivi la soluzione perché non hanno mai investito in ricerca, in innovazione di processo, in tecnologia e si sono affidati (loro, proprio loro!) ad un “monopolista”. Cerchiamo quindi di fare chiarezza: la crisi della Venator, e il conseguente blocco della Cages, non ha le sue radici in una crisi di mercato ma nel fatto che la discarica in cui conferivano i “gessi rossi” (un mix del residuo della loro produzione di biossido di titanio con i fanghi della lavorazione del marmo) non ha più la capacità di ricevere questi rifiuti. Una discarica creata da una ex cava a Montioni, nel bel mezzo di un parco naturale in prossimità di Follonica. La strana parabola della marmettola che diventa sottoprodotto per unirsi ad un altro scarto di lavorazione e creare un rifiuto non ci sembra un esempio mirabile di economia circolare”.
La marmettola potrebbe essere un elemento di guadagno in un’ipotetica economia circolare? Legambiente non chiude all’ipotesi, ma ammette che la strada è ancora parecchio lunga e in salita, e al momento, non solo per l’Italia ma anche per le leggi europee, la marmettola resta un rifiuto che va smaltito seguendo procedimenti ben definiti.
I profitti delle cave sono ingenti, le concessioni sono stabili, ed è per questo che l’associazione ambientalista è così sbigottita di fronte all’incapacità dei privati di venire a capo del problema marmettola.
Non è possibile che, anche questa volta, siano i contribuenti a dover pagare un pasticcio tutto di marca privata.
“Altro punto su cui fare chiarezza: la marmettola è, fintanto che non trova un suo reale utilizzo come materia prima seconda, un rifiuto. Lo dicono le norme europee e il codice dell’ambiente: il catalogo europeo dei rifiuti – continua Legambiente – gli attribuisce il codice CER 010413 (Rifiuti prodotti dal taglio e dalla segagione della pietra). Questi rifiuti possono essere considerati, invece, sottoprodotti ma a ben precise condizioni (le indica lo stesso Testo Unico dell’Ambiente) che invece, al momento, nel ciclo produttivo da cui origina la marmettola non sono soddisfatte. Si ponga fine, quindi, al gioco “delle tre carte”; se si pensa di destinare a questi scarti un’area di “stoccaggio” (perché non chiamarla discarica?), per di più ai Grottini o Codupino a Massa (area già di per sé meritevole di attenzione per la discarica “Asmiu”), si dica chiaramente che la marmettola è un rifiuto speciale e che gli imprenditori lapidei se ne devono fare carico, sotto il profilo dei costi anzitutto, e assumendosi la responsabilità di riconoscere la loro incapacità a realizzare veri circoli virtuosi dei propri sistemi produttivi. Altrimenti non ci resterà altro che pensare che quel sistema di imprese continui “a fare lo scemo per non pagare le tasse” (anche letteralmente). In conclusione, a nostro avviso non ha alcun senso che le Amministrazioni pubbliche si debbano attivare per risolvere il problema della marmettola, al posto delle imprese di un settore che vanta già profitti stratosferici; altrimenti dovrebbero fare altrettanto per gli altri settori produttivi (edilizia, nautica ecc.), che invece pagano per un corretto smaltimento dei rifiuti da loro prodotti. Come già detto sopra, gli imprenditori del lapideo sapevano da tempo che la Cages avrebbe smesso di ritirare la marmettola. Se sono stati imprevidenti, problemi loro. Trovino una discarica che accolga i loro rifiuti (anche se, per inciso, per la nostra associazione la discarica è la destinazione peggiore per i rifiuti) e paghino per il conferimento come già fanno imprese di altro tipo. Sicuramente, il fatto di dover pagare per lo smaltimento, costituirà un potente incentivo per trovare rapidamente un riutilizzo della marmettola nell’economia circolare”.
- Scritto da Redazione
- Politica
- Visite: 1286
Mancherebbero ancora più di sei mesi, ma il clima politico in quel di Massa è davvero rovente, e tutti i fronti politici si stanno già preparando in vista dell’apertura delle urne.
La maggioranza dell’attuale sindaco Persiani scricchiola pericolosamente (e il centrodestra sempre parecchio intenzionato a proporre una nuova figura), il PD ha “quasi” già trovato il suo candidato, ma anche il Movimento Cinque Stelle non ha intenzione di restare alla porta.
Con un comunicato ufficiale, i pentastellati massesi hanno reso nota la creazione di un nuovo fronte progressista, composto, oltre ovviamente al M5S, anche da Unione Popolare e dal collettivo Massa Città in Comune.
Il nuovo polo nasce con l’idea di proporre un’alternativa sia alla destra che al centrosinistra, aprendosi totalmente alla società civile e puntando in primis su un piano d’azione sul territorio piuttosto che concentrarsi sull’individuazione del candidato con più appeal.
Una scelta coraggiosa, che visto i tentennamenti della platea di votanti nei confronti dei vecchi baluardi della politica degli ultimi vent’anni, potrebbe portare a delle sorprese nello scrutinio di giugno.
“Prima dei nomi vengono le idee. Partendo da questo input e dal desiderio di offrire soluzioni alternative ai problemi della città, sabato a Massa è stata ufficializzata la formazione di un polo progressista e di sinistra formato dal Movimento Cinque Stelle, Unione Popolare e il collettivo Massa Città in Comune. A promuovere l'iniziativa sono uomini e donne che intendono avviare un percorso partecipato e condiviso in vista delle prossime elezioni amministrative finalizzato alla costruzione di un programma centrato su alcuni imprescindibili punti. Superare le vecchie pratiche politiche, lavorare ad un modello di sviluppo diverso e opposto a quello utilizzato dalle altre forze in campo, elaborare uno schema che non parta dall’individuazione immediata di un candidato sindaco o una candidata sindaca, ma da un “programma” alternativo a quello della destra e diverso da quello del centrosinistra Solo al termine di questo percorso – concordano le forze che compongono il polo – sarà individuato il nostro candidato sindaco o candidata sindaca, quale garante e interprete del programma e della visione che lo guida. L’obiettivo ambizioso è costruire un'idea di città e un futuro diverso per le nuove generazioni che ancora abitano e frequentano il territorio, un futuro fondato su un paradigma che assuma la “sostenibilità” quale asse culturale dell’economia del territorio, ovvero la difesa dell'ambiente, contrastando le dinamiche più pericolose del mercato che producono un arricchimento di pochi. Il percorso si propone di restituire alla politica la dignità che le compete, attraverso l’attivazione concreta e indifferibile di processi di assoluta trasparenza, di eliminazione di tutto quanto concorre, a ragione, alla sua percezione come luogo dei privilegi, delle facili carriere, degli sprechi, a volte del malaffare. Le nostre priorità, che saranno sviluppate in laboratori tematici, sono il lavoro, che è questione fondamentale, la buona occupazione e la sicurezza nei luoghi di lavoro; i beni comuni (la montagna e le cave, il mare e le spiagge, l’acqua e l’ambiente); la casa come diritto umano; la promozione di misure volte al contrasto della povertà, le bonifiche, la salute e la sanità pubblica; le infrastrutture e la mobilità, i diritti delle nuove generazioni, la formazione e la cultura”.
- Scritto da Redazione
- Politica
- Visite: 508
Ormai sembra cosa fatta: il sindaco di Massa, Francesco Persiani, non gode più di un ampio apprezzamento tra le file di chi, quasi cinque anni fa, lo aiutò a raggiungere la poltrona più ambita del comune apuano.
Una notizia che forse non porta nulla di nuovo, le critiche al sindaco da parte dei propri alleati si sprecano da mesi, ma la bocciatura della variazione di bilancio, proposta dallo stesso Persiani, consiglio comunale potrebbe portare ad uno strappo insanabile, con conseguenze ancora tutte da decifrare.
Il consigliere Antonio Cofrancesco (Gruppo Misto) ha persino invitato il primo cittadino a dimettersi, ma per ora Persiani riga dritto, anche se rischia di arrivare alle prossime elezioni con davvero pochi in grado di dargli un sostegno sincero.
Di certo, Forza Italia non farà parte della sua schiera: con una nota ufficiale, il coordinatore comunale di FI Massa Domenico Piedimonte critica aspramente l’operato del sindaco, accusato di fare un uso personalistico della sua carica, e senza dunque ascoltare le proposte che arrivano persino dai suoi alleati, e di aver quasi abbandonato alcune zone periferiche della città, ormai in stato di degrado.
“Il sindaco Persiani ha, a mio avviso, governato male la città, soprattutto per essersi ‘dimenticato’ di interi zone importanti quali Partaccia, Ronchi, Poveromo, interi quartieri della città e della montagna. Anche per questo ha perso la fiducia dei consiglieri. In primis quelli della sua lista. Prova ne è che dei sei consiglieri che aveva eletto nella lista Persiani Sindaco – incalza Piedimonte – ne rimane solo uno a sostenerlo. La gran parte dei partiti del centrodestra che nel 2018 gli avevano offerto l'opportunità di guidare la coalizione realizzando il programma elettorale pattuito hanno oramai chiaro che non si è rivelato adatto a guidare la nostra città e l'umore della città è ben evidente ai più. L'attuale sindaco ha sempre sostenuto di andare avanti solo se sostenuto da tutti, ma anche davanti alla palese bocciatura politica in aula sembra far finta di nulla anziché trarne le dovute conclusioni. Quello sull'assestamento di bilancio è stato un voto politico come ha ben rimarcato Marco Guidi. È stata presentata in aula una variazione non condivisa che non metteva soldi per i parcheggi, per la pista dell'aeroporto, per il decoro della città, per la rimozione degli abusi segnalati su alcuni dei varchi di accesso al mare, per la Partaccia e per le nostre periferie. E neanche per una delle sole iniziative che Forza Italia si è vista approvare tramite mozioni dal consiglio comunale intero. Una manovra che rispecchiava nuovamente il leitmotiv di un uomo solo al comando. Prassi oramai ritenuta evidentemente inaccettabile non più solo da noi di Forza Italia, che da anni reclamiamo maggior trasparenza ed un cambio di passo volto verso ad un ascolto empatico richiesto da molti cittadini, associazioni di categoria, comitati, singoli consiglieri ed interi partiti. La città ed il centrodestra ha bisogno di un sindaco che pratichi davvero la condivisione ed il coinvolgimento nelle scelte impattanti per il territorio e non la lasci una parola vuota ad uso della stampa. La bocciatura della variazione di bilancio ha un significato chiaro a tutti. È stato un atto di sfiducia che il consigliere Antonio Cofrancesco ha ben argomentato in aula prima del voto, chiedendo al sindaco le sue immediate dimissioni. Quindi, le avvisaglie c'erano tutte. Altroché un fulmine a ciel sereno. Speriamo solo che adesso, il sindaco uscente non voglia creare artificiosamente problemi al centrodestra andando a favorire le sinistre che smaniano di tornare al governo della città. Se alla richiesta della politica locale di fare un passo indietro lui risponde che sarà Roma a decidere, è ancora più evidente la sua inadeguatezza politica a ricoprire il ruolo. Massa ha bisogno di un sindaco che rilanci l'azione locale del centrodestra unito e non di un proconsole Romano”.
- Scritto da Redazione
- Politica
- Visite: 369
"La definizione del T2 e del cd. "Lotto Debole" e conseguenti tagli chilometrici, previste dalla gara in oggetto e risalente ormai a più di 11 anni fa, non pare più adeguata a rispondere alle esigenze dell'utenza e alle garanzie in termini occupazionali dei lavoratori" interviene Rossetti Alice la coordinatrice regionale di Italia Viva " occorre che sia garantito il servizio pubblico di trasporto locale anche e soprattutto nelle aree a minore densità, oltre che la condizione lavorativa dei lavoratori del settore e allo stesso tempo che sia minimizzato il ritorno alla frammentazione nella gestione del servizio, in controtendenza con quanto previsto con l'aggiudicazione al gestore unico regionale. Per questo, " conclude Rossetti " è necessario che la Regione, in sinergia con UPI Toscana, Provincia di Massa Carrara, aziende coinvolte e sindacati si adoperi a riprogrammare il servizio individuando soluzioni tecniche, organizzative e contabili utili ad attenuare l'impatto dei tagli nei primi anni del servizio per rientrare negli anni successivi creando ad esempio con un lotto T3 e incrementando anche il personale della provincia di Massa Carrara destinato al Servizio TPL trasporti ai fini della gestione dei prossimi anni di contratto. Ai cittadini della provincia di Massa Carrara devono essere garantiti servizi adeguati, non si può non tenere conto che le scelte, vista la vetustà della gara, vadano integrate alla luce del mutato contesto in questi dieci anni."
- Scritto da Redazione
- Politica
- Visite: 382
Scultura, economia circolare e nuove tecnologie. Saranno questi alcuni dei punti cardine attorno ai quali si svilupperà l'azione di Carrara nella rete della Città creative Unesco per il prossimo anno. “Il nostro ruolo di Città creativa Unesco non è assolutamente in discussione – chiarisce l'assessore Dazzi -. Siamo ben consapevoli di quanto questo appartenenza non solo sia strategica, ma rappresenti anche un motivo di orgoglio per Carrara. Noi siamo tra i coordinatori italiani delle Città creative per quanto riguarda l'arte e l'artigianato e siamo invece vice coordinatori a livello mondiale e presto ci attendono delle importanti scadenze. A marzo avremo un tavolo con le altre città nazionali dove ci proporremo per proseguire in questo importante compito di coordinamento, mentre sono in corso delle valutazioni sul farci avanti o meno per presiedere anche la rete a livello internazionale. Si tratta sicuramente di un nostro obiettivo e per questo sono in corso delle valutazioni interne per capire se in seno al Comune ci siano già le forze per adempiere a un ruolo tanto importante o se sia il caso di prendere un po' di tempo e aspettare prima di proporci. Al di là di queste considerazioni, lo ribadisco, il nostro ruolo di Città creativa non è assolutamente in discussione, anzi. Poche settimane fa sono intervenuta al forum di Modena: si è trattato di un'importante occasione di confronto con gli altri rappresentanti delle città creative dove il nostro contributo è stato particolarmente apprezzato. Nel frattempo stiamo lavorando già a numerose iniziative da programmare nel 2023. Vorremo iniziare, già nei primi mesi dell'anno, con un tavolo tecnico che coinvolga tutte le città italiane e poi, la prossima estate, con un forum che tenga assieme temi importanti come quello della scultura, ma anche dell'economia circolare e delle nuove tecnologie legate all'artigianato. Quanto infine al Progetto Commons, come ho già avuto modo di sottolineare, si è trattato di un passo indietro legato a motivi esclusivamente tecnici visto che, come ha spiegato anche la stessa direttrice del MudaC Laura Barreca, ci sono stati dei problemi legati alla rendicontazione e per questo abbiamo preferito destinare altrove i 40mila euro del bilancio comunale”.
- Scritto da Redazione
- Politica
- Visite: 461
"È stata surreale la seduta di ieri della commissione cultura con le associazioni degli artigiani che hanno giustamente denunciato l'assenza di una progettualità seria da parte dell'amministrazione comunale e gli stessi rappresentanti locali dell'Unesco che hanno paventato una seppur remota possibilità di revoca del ruolo di città creativa a Carrara".
Inizia così un comunicato di Simone Caffaz, che poi comincia ad analizzare più in dettaglio carenze e contraddizioni: "Un campanello d'allarme era suonato nelle scorse settimane quando l'assessore Dazzi aveva manifestato l'intenzione di creare una sub-commissione composta da consiglieri comunali di sola maggioranza per farsi aiutare nell'argomento. Un'iniziativa sbagliata e illegittima, che faceva il paio con il mancato inserimento della città nel programma del forum di Modena, situazione a cui, dopo la nostra denuncia pubblica, è stata messa una "toppa" prevedendo un intervento fuori programma della stessa Dazzi".
Ma le carenze del Comune, a giudizio di Caffaz, sono ben più gravi e non possono essere risolte con un semplice discorso al forum di Modena: "La sub-commissione non è stata mai riunita e, ad oggi, nulla è stato fatto per tutelare e valorizzare il ruolo della città, come hanno correttamente affermato le associazioni artigiane. Anzi, il Comune ha rinunciato senza dare troppe spiegazioni, a 19 mila euro che erano già stati stanziati da Regione e Fondazione Marmo per il progetto Commons che riguardava la rete delle città creative. Quali sono i motivi di tale scelta? È opportuno rinunciare in questo modo a risorse pubbliche e private recepite dalla precedente amministrazione dopo aver vinto un apposito bando? Qual è il progetto alternativo a Commons?".
Di qui la proposta di Caffaz, che prende in mano la situazione: "Chiedo in tempi rapidi la convocazione di un consiglio comunale sull'argomento, preparato da un'adeguata fase istruttoria in cui si possano conoscere documenti e aggiornamenti. Chiediamo a tutte le forze politiche di prendere una posizione chiara sull'argomento in consiglio comunale e, se è necessario, stanziare delle risorse o impegnarsi a farlo in vista del prossimo bilancio. Altrimenti la sindaca Arrighi, la giunta e la maggioranza si prendano la responsabilità di affermare che non ritengono strategico e utile che Carrara rientri tra le città creative Unesco".
- Scritto da Redazione
- Politica
- Visite: 484
È tempo di bilanci, sia a Roma che nel resto d’Italia, e il comune di Carrara non fa di certo eccezione. La giunta Arrighi ha ufficialmente proposto una nuova variazione al bilancio del comune apuano, ma le direttive proposte hanno lasciato parecchi dubbi e perplessità tra i consiglieri di minoranza. Tra questi c’è anche il consigliere pentastellato Matteo Martinelli, che attraverso una nota ufficiale, ha voluto esprimere i suoi dubbi sull’effettivo impatto dell’attuale amministrazione sugli ultimi aiuti alla popolazione, attanagliata dal costo della vita alle stelle, e sui lavori di manutenzione sul territorio comunale.
Risulta infatti, a detta di Martinelli, che tutti i fondi utilizzati sin ora sono stati “eredità” della precedente giunta De Pasquale, che aveva appositamente creato un fondo per venire incontro ad emergenze di questo tipo.
Considerando che anche i successivi 100mila euro dedicati per l’aiuto ai nuclei familiari in difficoltà arrivano da Roma, Martinelli si chiede perché l’attuale maggioranza non abbia fatto scelte più coraggiose in merito alla spesa per il supporto alla cittadinanza.
“L’ultima variazione di bilancio proposta dall’amministrazione comunale lascia decisamente perplessi sia per le modalità con cui ci è stata proposta, sia per la gestione delle somme destinate a fronteggiare il tema del rincaro delle bollette. Per una parte la variazione è largamente condivisibile – commenta il consigliere del Movimento Matteo Martinelli –in quanto recepisce fondi del PNRR per la riqualificazione dell’area villaggio San Luca, la progettazione della nuova Taliercio, la strada di Campocecina e gli interventi di messa in sicurezza su Canal Del Rio. Si tratta di investimenti pianificati dall’amministrazione De Pasquale che ne aveva già ottenuto i relativi finanziamenti ministeriali. Per quanto concerne l’utilizzo del ‘’fondone covid’’ lasciato in eredità dall’amministrazione De Pasquale, tutte le polemiche di inizio legislatura si sono sciolte come neve al sole, alla luce del fatto che quei fondi sono stati in larga misura spesi in questi mesi per fronteggiare l’aumento del costo dell’illuminazione pubblica e delle altre utenze degli edifici e impianti del Comune. In altre parole, se la città non è al buio e le scuole al freddo lo si deve anche a chi in passato ha gestito le risorse con prudenza e lungimiranza. Dall’altra parte ci è stata prospettata in commissione bilancio uno stanziamento per le famiglie per soli 150mila euro per il caro bollette, anche questi presi dal fondo. Per cui l’amministrazione Arrighi, di fatto, non ha messo un solo euro su questa fondamentale partita. Di fronte a tale prospettiva, avevo chiesto in commissione un ulteriore approfondimento per cercare di capire se effettivamente non ci fosse la possibilità di trovare somme ulteriori da mettere a disposizione delle famiglie che ne hanno bisogno. Risorse che puntualmente abbiamo scoperto esserci, per circa 100mila euro, ma sempre e solo dall’utilizzo di fondi statali, a seguito della comunicazione dell’amministrazione. Comunicazione arrivata solo all’ultimo tuffo in consiglio comunale. Insomma, pur comprendendo le difficoltà del momento, rimarchiamo che si poteva e si doveva fare di più. Infine, se non ci fosse stata in commissione una presa di posizione da parte della minoranza, probabilmente neppure gli ulteriori 100mila euro sarebbero mai arrivati alle famiglie. Pertanto, auspichiamo per il futuro una maggiore condivisione delle scelte, soprattutto su tematiche sentite e importanti per i cittadini”.
- Scritto da Redazione
- Politica
- Visite: 316
"Nessun regalo alle imprese né a nessun altro da parte del sindaco". Così il presidente della commissione Marmo Nicola Marchetti risponde al consigliere di minoranza Matteo Martinelli ed a chi ne riecheggia strumentalmente le affermazioni.
"In commissione il sindaco Arrighi ha precisato le posizioni politiche della nostra maggioranza ribadendo la volontà di portare avanti il ricorso di Cassazione in merito ai beni estimati e ricordando le battaglie tipiche della nostra maggioranza – aggiunge Marchetti -. Riguardo il passaggio sull'Emas è imbarazzante confondere la richiesta di una certificazione ambientale così importante con qualsiasi altra cosa. Spesso sulle cave si parla esclusivamente di impatti ambientali e quando il Comune chiede una certificazione che può garantire una maggior tutela ci sembra paradossale legarla a un favore. Per ciò che concerne il rapporto con la Regione questa amministrazione sta cercando, come detto in commissione, di riallacciare i rapporti dopo anni di assenza. In questi mesi abbiamo avviato un confronto serrato e, ribadisco, che non c'è davvero alcun appiattimento sulle posizioni di nessuno. Nostra intenzione è semmai quella di rapportarci in maniera costruttiva con tutti i soggetti attori del mondo del lapideo per far arrivare maggiori risorse alla collettività carrarese"
- Scritto da Redazione
- Politica
- Visite: 694
Le abbondanti piogge delle ultime settimane, oltre ad essere state un vero e proprio toccasana per l’agricoltura e le riserve idriche, hanno portato a valle un problema che sembra aver monopolizzato quasi per intero la vita politica massese e non solo. I “protagonisti” indiscussi di questa querelle sono ovviamente i fanghi di scarto della lavorazione del marmo, più comunemente noti come marmettola, che anche “grazie” alle nuove acque hanno letteralmente riempito i torrenti che scendono dai crinali apuani, arrivando, in alcuni casi, ad intaccare così tanto alcune falde da costringere le amministrazioni locali di turno a staccare il rifornimento idrico ai cittadini.
Sembra un evento “piovuto”, per restare in tema, dal cielo, ma i disagi creati dai fanghi sono invece un problema atavico di tutta la regione apuana, che ciclicamente ritorna a parlare di possibili soluzioni per arginare il problema.
Dai banchi del consiglio comunale di Massa, per bocca dell’assessore Paolo Balloni, sembra essersi alzato l’ennesimo tentativo di ovviare al “caso marmettola”: depositarla in gran quantità nell’ex discarica Codupino in via San Colombano.
Un’idea che ha fatto storcere il naso a molti, in primis ad Andrea Barotti, consigliere civico di Arcipelago Massa, che considera assurdo anche il solo pensare di utilizzare un’ex sito di stoccaggio chiuso ormai da vent’anni.
“La proposta, lanciata dall’assessore Balloni di depositare la marmettola nella ex discarica di Codupino mi ha stupito, poiché sembra che il sito di via San Colombano, di cui si trova traccia in una serie di documenti passati in consiglio comunale, non sia, per l’amministrazione Persiani, chiuso. La realtà che ha descritto – incalza Barotti – in poche righe, il ministero dell’ambiente è ben diversa! Gli uffici del dicastero, rispondendo ad una interrogazione, hanno riferito che la discarica, presente in un elenco di ambiti da bonificare, ha terminato la propria attività oltre vent’anni fa. Ad oggi, nonostante le mie pubbliche richieste, nessun componente dell’Amministrazione Persiani ha fornito il titolo autorizzativo che consentirebbe l’uso, conforme alla normativa, della discarica, né alcuno ha fornito nette rassicurazioni sul rispetto delle prescrizioni previste per garantire, una volta esaurito il conferimento dei rifiuti, l’integrità delle matrici ambientali; del resto, neppure la commissione ambiente ha fatto luce sull’origine dei cumuli di rsu rilevati nel corso di un sopralluogo”.
Se però Codupino è inadeguata, quale potrebbe essere la soluzione giusta per “stoccare” la marmettola? Barotti non entra nel dettaglio, di certo però non propende per l’apertura di nuove discariche, ma evidenzia come sia quasi impossibile discutere di ambiente con una giunta di questo tipo, che, secondo il consigliere, ha già messo in conto di voler far pagare lo smaltimento dei fanghi ai cittadini.
“L’aspetto di questa vicenda che suscita rabbia e amarezza è che – continua il consigliere –mentre si discute sulla bonifica della falda, un assessore, forse poco informato sulla disciplina vigente, pensa di risolvere l’emergenza marmettola utilizzando una discarica chiusa da anni. La destra (nessuno mi sembra abbia preso le distanze da Balloni) vorrebbe porre sulle spalle dei cittadini non solo la depurazione delle acque del Cartaro, l’inquinamento del Frigido, le autobotti per l’intorbidimento delle sorgenti di Forno, ma anche lo smaltimento dei residui della lavorazione del marmo. Un politico che ha la responsabilità di governare un territorio dovrebbe sapere che nella marmettola possono trovarsi contaminanti ed è perciò necessario conferirla in impianti autorizzati e idonei”.
Uno scenario che dunque, secondo Barotti, non può che suscitare altro che desolazione: questa giunta parrebbe inadeguata a gestire l’emergenza ambientale causata dalla marmettola, ma anche l’opposizione, un tempo alle redini del comune, non è che si sia distinta per il suo approccio ambientalista e di rigore nei confronti del settore estrattivo.
Quel che è certo, a parer del consigliere, è che alla fine, come molto spesso succede, a pagarne le conseguenze saranno solo ed esclusivamente i cittadini.
“La Giunta Persiani pare ripetere gli errori del vecchio centrosinistra, poiché, non trascurando la mancata bonifica della ex discarica di Codupino, propone di creare un sito di stoccaggio per i rifiuti prodotti dai settori estrattivo e lapideo; la stessa idea di partenza che aveva condotto una classe politica ad aprire la discarica di Montignoso. Evito di spiegare all’assessore all’ambiente Balloni le procedure ed i costi per dare forma alla sua alzata d’ingegno, però lo informo che Reti Ambiente, quando acquisirà Asmiu, potrà chiamare, in assenza di riserve, i cittadini, aumentando la Tari, a partecipare alle spese per il recupero ambientale del sito di via San Colombano. I massesi, in breve, potrebbero pagare anche lo smaltimento della marmettola. Infine, trovo davvero poco credibile un’amministrazione che parla di turismo, di ambiente e poi propone una discarica in un contesto fragile e per molti versi compromesso. Ritengo serva girare pagina! un vero cambio di passo che nemmeno un certo centrosinistra può garantire; potrà quella compagine, indipendentemente dal volto del candidato, parlare di ambiente quando la vecchia ricicleria ha immesso, dall’anno 2016 all’anno 2019, acque non depurate nella fognatura bianca? Io credo di no, ed è per questo che serve una politica nuova, autorevole e credibile”.
- Carrara, maggioranza e opposizione unite sulle mozioni Pd per la transizione ecologica
- Amorese e Guidi (FdI): "Eseguiti importanti interventi di riqualificazione a Casette"
- Consiglio provinciale: approvato il piano dell'offerta formativa e del dimensionamento scolastico per il 2023-2024
- Università del tempo libero, il sindaco Arrighi fa chiarezza
- Caffaz: “Cartelli per i turisti scritti in un inglese imbarazzante. per reazione ho scritto l'interrogazione in carrarino”
- Massa, la Lega contro l’apertura di un bazar nella zona industriale: “Sono consentite solo attività di tipo artigianale”
- Legambiente Carrara plaude alla scelta del sindaco Arrighi di ricorrere in Cassazione sui beni estimati
- Successo di partecipazione all'evento "Vicino alle donne contro ogni forma di violenza”
- Legambiente Carrara plaude alla scelta del sindaco Arrighi di ricorrere in Cassazione sui beni estimati
- Caffaz all'attacco sull'Università del tempo libero: "Trasparenza sulla nomina degli insegnanti, sui costi e sulle sedi"


