Politica
"Tanto tuonò che piovve o del darwinismo economico": Pierlio Baratta spiega la sua visione della crisi del marmo
La versione di Giancarlo Tonini, imprenditore del marmo, ex presidente di IMM ed ex membro dei Saggi di Confindustria su ciò che ha determinato la crisi del marmo,…

Bau bau beach di Marina di Carrara nel degrado: l critica del consigliere Mirabella
“Bau Beach” abbandonata e lasciata nell'incuria e senza una fontanella per l’acqua: la segnalazione arriva dal consigliere della Lista Ferri Filippo Mirabella che chiama in causa l’assessore al…
Cento bambini esclusi dalle graduatorie dei centri estivi comunali di Massa: la critica di Fratelli d'Italia Massa
Oltre cento bambini sono rimasti esclusi dalle graduatorie per i centri estivi comunali, generando forte preoccupazione tra le famiglie. A denunciarlo è Fratelli d'Italia, che…

Errori grossolani nelle assegnazioni delle case popolari secondo il consigliere Bernardi che chiede maggiori controlli
La gestione della graduatoria per le case popolari del comune di Carrara sarebbe un disastro annunciato, secondo il consigliere dell’opposizione Massimiliano Bernardi che parla di sbagli sistematici e …

Referendum popolari di domenica 8 e lunedì 9 giugno: le informazioni per il voto
Domenica 8 e lunedì 9 giugno i cittadini sono chiamati al voto su cinque referendum abrogativi. Queste le denominazioni dei quesiti: Contratto di lavoro a tutele crescenti - Disciplina dei licenziamenti illegittimi: abrogazione. Piccole imprese…

Il Polo P&S: una vittoria politica la nascita del cinema comunale al Teatro dei Servi
“Sono molto felice che Massa tornerà ad avere un cinema comunale in centro città. Come Polo Progressista e di Sinistra (M5S e Unione popolare) abbiamo svolto in Consiglio…

Vegetazione incontrollata a Codupino: Benedetti sostiene la protesta dei residenti preoccupati per la mancanza di visibilità sulla strada
Manca la manutenzione ordinaria in via Pontestrada a Codupino, che è invasa dalle erbacce e da una vegetazione che ostacola anche la visibilità. La segnalazione, di cui…

Astensione incomprensibile: Benedetti critica la posizione dei consiglieri FdI sulla variante Area ex Universal Bench
Il presidente dell'associazione Massa Città Nuova, Stefano Benedetti ha definito ingiustificabile l'astensione del gruppo consiliare di Fratelli d'Italia, nel consiglio comunale di Massa del 3 giugno, nel quale…

"Solidarietà e vicinanza alle forze dell'ordine accusate di razzismo dal Consiglio Europeo": la posizione di Amorese, Guidi e Tenerani di FdI
"Le recenti dichiarazioni del Consiglio Europeo sulle forze dell'ordine italiane accusate di razzismo sono ingiuste e non riflettono la realtà, per questo vogliamo esprimere vicinanza e solidarietà -…

Ripristino dei fondi per la viabilità provinciale annunciato dal governo Meloni: il plauso di Guidi e Tenerani di FdI
"E' un bene la piena disponibilità del ministero per le infrastrutture del governo Meloni nel ripristinare i fondi per la viabilità delle provincie, compresa la Provincia di Massa-Carrara,…

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Le elezioni europee sono la cartina di tornasole dei reali sentimenti politici dei votanti, che si sentono più liberi di esprimersi secondo inclinazione in quanto meno pressati dalle richieste di voto dei candidati della porta accanto.E ciò che il verdetto delle urne ha palesato in questa tornata elettorale è una Lunigiana bilanciata a destra: 13 comuni dei 14 complessivi, con l’unica eccezione di Zeri, alle europee hanno votato a destra, compresi quei comuni in cui hanno vinto amministrazioni di centro-sinistra. Negli otto comuni lunigianesi che sono andati al voto, gli elettori hanno riconfermato le amministrazioni uscenti: così il centro destra mantiene salda la bandiera a Licciana Nardi (Renzo Martelloni), Tresana (Matteo Mastrini), Casola (Mattia Leonardi) ma anche il centro sinistra è stabile a Fivizzano (Gianluigi Giannetti), Podenzana (Riccardo Varese), Fosdinovo (Antonio Moriconi), Comano (Antonio Maffei), Filattiera (Annalisa Folloni). Eppure, il verdetto è inequivocabile: il sentiment dei lunigianesi è di destra. Un disallineamento tra comunali ed europee che trova la sua ragion d’essere nella presenza di un candidato “nostrano” alle europee: Jacopo Ferri che dalla Lunigiana ha portato un gran risultato con 7.617 voti alla “causa” di Forza Italia degli 11.222 voti complessivi da lui accumulati nelle varie circoscrizioni d’Italia, conquistando il primato a Pontremoli, Villafranca, Licciana Nardi, Mulazzo, Filattiera, Tresana, Bagnone. Preferenze che, però, non sono bastate per conquistare l’Europa. Già fuori dai confini della Lunigiana, a livello provinciale l’influenza di Ferri è risultata ridimensionata: Forza Italia a Massa ha registrato la quinta posizione dopo PD, FDI, M5S, Lega, a Carrara la quarta posizione dopo PD, FDI, M5S, a Montignoso la sesta posizione dopo PD, FDI, M5S, Alleanza verdi e sinistra, Lega. Idem in Lunigiana: più ci si allontana da Pontremoli, a prevalere non è più Forza Italia ma Fratelli d’Italia che, in linea con quanto accade a livello nazionale, è il primo partito ad Aulla, Podenzana, Casola, Comano, Fivizzano, Fosdinovo, benché amministrate dal centro sinistra. Unica eccezione, Zeri, dove alle europee ha primeggiato con una maggioranza bulgara il PD.Un centro destra di nuova leadership, dunque, che con Fratelli d’Italia ed il candidato toscano Franceso Torselli che entra nel parlamento europeo, potrebbe dare filo da torcere nella pesatura dei nuovi assetti politici locali e regionali già a partire dalle competizioni elettorali del prossimo anno
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Il Polo Progressista e di Sinistra (M5S e UP) non può che esprimere preoccupazione per gli oltre sessantamila euro appena spesi dall’amministrazione comunale per un servizio di bike sharing in cui nessuno vede più le biciclette alle stazioni. Da molti mesi monitoriamo l’assenza di biciclette nelle stazioni poste sotto palazzo comunale, ai Ronchi, in via Casola e presso la stazione ferroviaria e dunque chiediamo al sindaco Persiani di fare chiarezza in maniera trasparente sull’attuale condizione del servizio offerto da una ditta privata.Abbiamo fatto diverse interrogazioni in questi anni sul tema del bike sharing perché lo riteniamo un servizio importante per tentare di ridurre l’uso dell’automobile migliorando la qualità della vita in città. Purtroppo la condizione dell’infrastruttura ciclabile esistente è pessima mentre tutte le nuove costruzioni di ciclabili sono prive di senso come in via Poggioletto, via Carducci e adesso via Croce. Le amministrazioni comunali di destra hanno dimostrato di non essere capaci di concepire una mobilità alternativa che migliori la nostra qualità della vita e soddisfi la domanda cittadina di piste ciclabili sicure e ben collegate fra loro.
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È la consigliera provinciale Maria Grazia Tortoriello la nuova vicepresidente della Provincia di Massa-Carrara: la nomina è stata comunicata dal presidente Gianni Lorenzetti nel corso dell'ultimo consiglio provinciale. Per ora si tratta della carica istituzionale non essendo ancora state individuate le deleghe da parte del presidente che, comunque, ha precisato, saranno oggetto di una prossima comunicazione al consiglio. La Tortoriello, che è consigliera comunale ad Aulla, è stata eletta nel corso dell'ultima tornata elettorale provinciale del marzo scorso tra le fila della lista Centrosinistra per Massa-Carrara.
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"Complimenti a Susanna Ceccardi per l'ottima posizione in cui si è collocata in questa tornata elettorale, piazzandosi subito dopo Roberto Vannacci, recordman delle preferenze Lega in tutta Italia.Un risultato che le apre la possibilità di ritornare a Bruxelles e continuare quelle battaglie della Lega che ha portato avanti nello scorso mandato con impegno e responsabilità." - Dichiara Eleonora Cantoni Segretario Lega di Massa - "Un traguardo a cui Massa, nel suo piccolo, ha contribuito, con l'8,16% dei voti al nostro partito confermando il risultato delle politiche 2022 e collocandoci sopra alla media provinciale e regionale della Lega, nonchè seconda forza del centro destra nel comune.Il nostro orgoglio è aver portato a Susanna Ceccardi più di 900 voti sul comune di Massa, dove è stata la più votata fra i nostri candidati superando lo stesso Vannacci. Consapevoli che lo storico risultato del 2019 non sarebbe potuto essere raggiungibile in questa tornata elettorale per il forte seguito che il partito guidato da Giorgia Meloni sta avendo in questi anni, le nostre congratulazioni vanno anche al nostro Segretario federale Matteo Salvini, per aver intuito che la candidatura di Roberto Vannacci avrebbe potuto dare nuovo slancio elettorale. Come sezione comunale di Massa abbiamo fatto un gran lavoro territoriale per raggiungere questo risultato, dimostrato dal fatto che la gran parte dei voti che la Lega ha preso su Massa esprimevano anche la preferenza, segno evidente della presenza sul territorio della nostra candidata e che il gruppo dirigente e la buona amministrazione della Lega nel secondo mandato Persiani funzionano.
Ringrazio tutti gli elettori che hanno creduto ancora in noi ma soprattutto i militanti, sostenitori e amici della Lega che, con senso di dovere ed entusiasmo, si sono impegnati, rinunciando anche ai momenti da trascorrere con la famiglia e con gli amici, per dare la giusta rappresentatività al nostro partito anche a Bruxelles: Roberto Vannacci e Susanna Ceccardi sono le persone giuste per combattere insieme contro le eurofollie e portare avanti la difesa dell'Italia in Europa."
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L'analisi dell'esito del voto per le europee del ComiTato Ugo Pisa è un'ulteriore conferma della disapprovazione dei massesi per la costruzione della Questura nel Parco dei Ciliegi: “Dalle urne di domenica il messaggio è chiaro: il 75 per cento dei Massesi ha votato per forze che non vogliono la questura al Parco degli Ulivi. Se le motivazioni legate al consumo di suolo, se le motivazioni sulla riduzione degli spazi verdi, se le motivazioni legate agli effetti sull'inquinamento del quartiere non sono sembrate al sindaco Francesco Persiani sufficienti per fare un passo indietro, rispetto a questa scelta scellerata, il voto espresso da oltre 18800 massesi lo farà riflettere, oppure preferirà morire con tutti i filistei? Dovrebbe essere consapevole che sta prendendo una decisione contro la città, contro i cittadini massesi, che hanno evidentemente considerato anche questo tema. Il sindaco è ancora in tempo a fare un passo indietro, un passo che costituirebbe per lui un atto di onestà intellettuale e di riconoscimento del volere della città che rappresenta. Si sieda ad un tavolo con Regione ed ASL e verifichi la fattibilità di una soluzione progettuale diversa rispetto a quella prospettata e abbandoni l'insensato progetto che ha in mente. Riteniamo che sia il Prefetto, sia il Ministero comprenderebbero un suo ripensamento. Intestardirsi su quella scelta non potrebbe che renderlo perdente nei confronti della città”.
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Con oltre il 6 per cento e una carrettata di preferenze, c’è un’Italia che apprezza chi picchia a sangue, occupa le case popolari e non paga, e si becca condanne per comportamenti violenti, oltre ad essere sotto processo per analoghi reati. Non è una critica la mia, ma una constatazione. C’è un cospicuo numero d’italiani che vuole questo, e credo se ne debba tenere conto.
L’aspetto positivo? Meno del 10 per cento degli italiani vuole, o ha bisogno del Reddito di Cittadinanza. Quindi il nostro Popolo sovrano (?) non è povero, e preferisce lavorare. Del resto non è un male essersi liberati di un movimento inconcludente, che ha gettato al vento un mare di soldi con iniziative farlocche, a partire dai banchi a rotelle, e che anche quando dominava il Parlamento accettava di mettere su casa col Pd e affini – mai sconfitto alle politiche come quella volta – affidandogli pari numero di ministeri, 9, fra cui quelli sostanziosi di Difesa, Salute, Beni Culturali, Interni (diciamolo a qualcun altro che la Lamorgese fosse “indipendente”), Economia, Infrastrutture, Politiche Agricole. In effetti sembrava un governo del PD più che di Giuseppì-Di Maio, asse peraltro presto esploso. E non si dica che l’M5S avesse la Giustizia: purtroppo è l’unico ministero ove il vertice non comanda le sue principali pedine.
Contenta la Schleyn, che avrebbe guadagnato più punti di tutti dalle ultime politiche. Peccato che li abbia tolti all’alleato “Giuseppì dal copioso CV”, e che il governo si sia rafforzato nelle sue tre componenti, anche se un pezzo di Lega è insorto sdegnato per la scelta di Salvini della sua 1^ punta, dimenticando i vizi privati passati di qualcuno. Questo governo, lo rammento, non si qualifica come centro-destra, né come tale è qualificato dagli avversari. L’essersi imposto sembra peraltro stia tirando la cordata in Europa a forze di analogo sentire, in Francia e Germania. Non è poco. Macron, è vero, ci ha messo del suo con le sue smanie da “piccolo Grande Corso”, ma Giorgia ha contribuito a rasserenare i francesi su Marine LePen, non più considerata come una Kapò di Birkenau.
Pare invece naufragare del tutto la “terza via”, con Calenda, Renzi e la Bonino che più che litigare e far la pace non hanno saputo fare, e che con la sigla “Più Europa” non si son accorti di aver messo una gran paura a chi avversa questa Europa, per quel che è diventata. E per ciò che non è riuscita a diventare. Non c’è proprio spazio per la moderazione, vera o presunta.
La crescita degli estremi ha un lato negativo: tutti si prendono molto sul serio, radicalizzando lo scontro e applicando bilancino da farmacista ad ogni parola dell’avversario. Perdono così tanto tempo sulle sfumature lessicali, sulla ricerca dell’interpretazione di una battuta, e a sinistra sull’interrogativo categorico Kantiano “Sei antifascista?”, che gli resta poco per proporre qualcosa di concreto o analizzare i fatti. Se ne avvantaggia la destra che, governando, deve giocoforza fare e, se soddisfa, incamera consensi, mentre l’opposizione si accanisce a sbarrare occhi e assumere aria contrita e meravigliata, preoccupata e distratta dal dover sistematicamente interrare i propri idoli, penultimo Soumahoro.
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Sotto un punto di vista tecnico abbiamo assistito al solito intervento pressoché perfetto delle forze speciali israeliane, finalizzato alla liberazione di ostaggi, sull’onda del raid di Entebbe della notte fra 3 e 4 luglio 1976. Proviamo a analizzarne gli elementi.
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Intelligence. Al solito gli israeliani hanno messo in campo capacità di primo piano, supportate, pare, dall’alleato statunitense. Non è una colpa avere un amico formidabile in cui una lobby potente condiziona le scelte di politica estera. Che questa lobby voglia scongiurare una nuova Shoah, e proteggere l’integrità dello Stato d’Israele, va accettato. Se ve ne fossero di altrettanto potenti curda o palestinese, solo per far due esempi fra i più noti, avremmo due altri Stati. La vita e le relazioni dei popoli son regolati dalla legge del più forte.
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Addestramento. Sorvolo, essendo noto il livello di capacità delle Israel Defence Forces e delle sue articolazioni di maggior pregio. Sottolineo solo che ha dei costi, economici e sociali. E lì pacifisti e ambientalisti non interdicono l’uso di aree addestrative.
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Tattica. Quando iniziò a combattere, appena conclusa la 2^ Guerra Mondiale, il primo embrione delle IDF dovette giocoforza puntare su aggressività e rapidità, proprio per il divario sfavorevole di forze in campo. Apprese che fosse inutile attendere in difesa che gli altri si riunissero e attaccassero, e sviluppò una mentalità aggressiva, sostanziata dal concetto da street fighter de noantri “mena pe’ primo e meni 2 volte”.
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Priorità delle vite da salvare, in un contesto che vede i propri uomini, gli ostaggi, i combattenti e i civili palestinesi:
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Il soldato israeliano, addestrato con costi cospicui, al primo posto colloca sé stesso. Potenziale umano militare e spese per prepararlo allo scontro vanno tutelati.
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I connazionali in ostaggio fanno parte dello Stato d’Israele e come questo sono in guerra continua. Sono soldati in attesa di essere arruolati, o temporaneamente in aspettativa, o definitivamente giubilati, dipende solo dall’anagrafe. Vanno salvati se non c’è rischio eccessivo per il dispositivo. In questo caso probabilmente le ripercussioni sulla politica interna hanno spinto a ricercare il successo e la salvezza degli ostaggi, accettando solo il prezzo minimo. Un operatore ucciso, a fronte della liberazione di 4 cittadini israeliani e delle oltre 100 uccisioni provocate fra i nemici, ci sta.
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Il terzo protagonista: palestinesi, civili o combattenti. Per il soldato delle IDF sono accomunati nel concetto di nemico, considerato terrorista e criminale, per cui non vale il sacrosanto principio italiano del recupero del condannato. Va ucciso e basta se non si toglie di torno in fretta, e più ne uccidi meno ne dovrai fronteggiare domani.
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Non credo si possa condannare tale forma di gestione dell’emergenza: è il soldato che mette la vita in gioco, ed è lui che deve essere posto nella migliore condizione per tornare indietro. Ha una famiglia e una vita, non ha scelto di combattere, sarebbe rimasto a casa a far altro senza il 7 ottobre 2023.
Inutile quindi star a commuoversi per le immagini che le TV arabe si son affrettate a diramare, piene di donne in lacrime piegate sui cadaveri dei propri cari. Quando è scattata l’operazione il volume di fuoco a tiro curvo e la violenza dell’intervento a contatto sono stati i più pesanti erogabili e sostenibili alla luce della prossimità delle proprie truppe impegnate.
Aver custodito gli ostaggi presso famiglie inermi e innocenti (?), nel mezzo di altre famiglie meritevoli di analoghe aggettivazioni, esponeva a un rischio. Inutile negare che le IDF avessero il diritto di liberare i loro connazionali, anzi, prima li avranno riportati a casa tutti, prima termineranno le ostilità.
Conoscendo preparazione, capacità e tattica israeliana, la parte avversa sapeva che l’unico scampo fosse togliersi di torno al palesarsi dell’attacco. Chi non l’ha fatto in tempo aveva, al solito, poche speranze.
Ultimo aspetto meritevole di menzione è l’entità dei “danni collaterali” denunciati dai palestinesi. Più volte uno dei massimi cronisti italiani, Lorenzo Cremonesi del Corsera, con quel suo modo da straordinario cagnone arruffato e febbrile, ha dimostrato come da quelle parti venissero gonfiati massacri e devastazioni israeliane. È vero, apparteneva alla comunità ebraica milanese, era stato a suo tempo legato giocoforza alla sinistra, quantomeno perché il peggior problema al suo popolo l’avevano creato i nazi-fascisti, ma la sua onestà è assolutamente fuor di discussione. E la prassi a esagerare sempre le malefatte israeliane lui l’ha sempre documentata con rigore. Non è un caso che da fonte palestinese si parlasse, stavolta, di 200 morti, quando erano la metà. Sempre tanti, si dirà. Ma si può aver fede in un interlocutore che esalta sempre le altrui malefatte e stempera le proprie?
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Una storia assurda, quella della lapide di Cesare Vico Lodovici, su richiesta di uno zio dello scrittore carrarese, convinto che il nipote fosse morto in guerra, mentre, in realtà era ancora vivo. Lodovici fu commediografo, scrittore e traduttore nacque a Carrara nel 1885 dall’ industriale del marmo Egisto e da Clementina Baldacci e morì a Roma nel 1968. Era stato inoltre autore di commedie, d'impronta pirandelliana e, allo scoppio della prima guerra mondiale, combatté al fronte, dove fu ferito e due volte decorato. Nel 1917 fu fatto prigioniero dagli Austriaci . Nel 1937 debuttò nel cinema scrivendo la trama de “ La fossa degli angeli” dramma ambientato nelle cave di marmo di Carrara. La tomba era decorata da un prezioso altorilievo di Cesare Poli, raffigurante Gesù crocifisso con la Madonna e la Maddalena, che oggi è nella chiesa della Santissima Annunziata di Marina dì Carrara. Ma dopo un po’ di tempo dall’installazione della tomba nel cimitero di Marcognano, Lodovici ricomparve e la sua famiglia fece rimuovere la lapide che rimase appoggiata nel cimitero di Marcognano. A ricordare questa storia è il consigliere della Lista Ferri, Filippo Mirabella che ha fatto notare come, oggi, quella lapide sia ancora buttata sotto una struttura fatiscente e contribuisca a dare un’immagine di bruttura e degrado del luogo. “Il fatto singolare mette in risalto le dichiarazioni rese proprio sul cimitero di Marcognano dall'Assessore Orlandi – ha detto Mirabella - in seduta pubblica durante l’ultimo consiglio comunale. Alcuni cittadini hanno infatti fotografato e postato su Facebook la lapide in rovina di Cesare Vico Lodovici lasciata senza cure e senza protezione su un massetto di cemento annerito e desolato senza nessuna cura e rispetto per il nostro celebre concittadino. A seguito dell’interrogazione del sottoscritto che metteva in evidenza che monumenti, arte e storia, numerose sculture, cappelle ed edicole monumentali di interesse artistico culturale di gran pregio risultano abbandonate tra i rovi e le erbacce, era stato chiesto all’assessore Orlandi se corrispondesse al vero che quando venivano smantellate le tombe di pregio, i manufatti di marmo venivano triturati e trattati come rifiuti e anche che fine facessero quelle tombe artistiche che rientrano nel patrimonio di Marcognano museo a cielo aperto e, infine se esiste un inventario o un catalogo delle opere artistiche presenti nel cimitero. L’assessore Orlandi ha risposto che non c’erano né un catalogo né un inventario e che i pezzi di pregio venivano trasferiti al Cimitero di Turigliano. Ma dove precisamente e chi se ne sarebbe occupato pare che non lo sappia nessuno. Per quanto attiene invece la lapide di Lodovici Cesare Vico è chiaro che non è stata tenuta per niente in considerazione, sebbene sia un pezzo interessantissimo di storia e cultura. Pensiamo che invece di essere dimenticato e abbandonato tra la ortiche, potrebbe essere messo in risalto per esempio dall’assessore alla cultura Gea Dazzi, che potrebbe trasformare un contesto di elevate criticità, in una opportunità di sviluppo e conoscenza , organizzando visitatori e turisti alla scoperta di opere di uno stimabile valore storico/artistico e mantenendo vivo l’interesse del sito”.
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Il coordinamento provinciale di Forza Italia esprime grande soddisfazione per il risultato uscito dalle urne delle Elezioni Europee 2024. Un appuntamento molto sentito dall'intero coordinamento e in cui già da diverse settimane si poteva percepire l'ottimismo nel poter ottenere un riscontro importante dal voto degli elettori, è così è stato. Sin dall'avvio della campagna elettorale in vista delle Europee, Forza Italia Massa-Carrara ha sempre fatto intendere chiaramente quanto fosse importante questo appuntamento, visto come un primo riscontro dei cittadini in merito al nuovo corso politico intrapreso ormai un anno fa dal segretario provinciale del partito Gianenrico Spediacci. Numeri alla mano, nella Provincia di Massa-Carrara, nel voto europeo Forza Italia ha chiuso con un ottimo 15,61 per cento posizionandosi come terzo partito assoluto, il secondo del centro destra. Un dato al di sopra della media nazionale del partito che si assesta intorno al 10 per cento e ancora più evidente rispetto al dato regionale con il 6,3 per cento.
"Per prima cosa vorrei ringraziare tutti gli elettori che durante il fine settimana hanno deciso di recarsi alle urne ed esprimere la loro fiducia – commenta il segretario provinciale Gianenrico Spediacci – e sicuramente un risultato così importante porta la sezione provinciale del partito ad essere ancora più determinata a livello provinciale e regionale per ambire a posizioni di rilievo e far sentire la propria voce e il proprio punto di vista politico nelle sedi competenti. Essere la miglior provincia in Toscana come voti ottenuti da Forza Italia, ci fa capire che il nuovo corso intrapreso sta iniziando a dare i suoi frutti e le persone appoggiano nelle nostre idee politiche di rilancio".
Sono sette i comuni della provincia di Massa-Carrara in cui Forza Italia è risultata il primo partito per i voti alle europee: Bagnone con il 33,2 per cento, Filattiera con il 44,55 per cento, Licciana Nardi con il 26,33 per cento, Mulazzo con il 37,76 per cento, Pontremoli con uno schiacciante 56,55 per cento, Tresana con il 28,95 per cento e infine Villafranca in Lunigiana con il 38,21 per cento. Buono anche il dato nel comune di Zeri, dove Forza Italia, dietro al Pd, è il partito di centro destra che ha preso più voti. "Sono numeri importanti e considerando il nuovo corso intrapreso da poco tempo rispetto ad altre forze politiche, possiamo decisamente ritenerci soddisfatti del lavoro svolto fin qui – prosegue Spediacci – e siamo altrettanto fiduciosi anche per il risultato delle Comunali, un altro banco di prova importante. Chiudo con una osservazione su Carrara, da dove tutto era iniziato. Il circa 10 per cento che abbiamo ottenuto è un buon dato e non possiamo fare a meno di notare che la nostra percentuale sta ogni volta crescendo. A Massa rispetto alle comunali dell'anno scorso, in cui Forza Italia aveva chiuso con il 4,15 per cento, abbiamo praticamente raddoppiato i voti in queste europee con l'8,07 per cento. Un ringraziamento anche al nostro Jacopo Ferri, candidato nella circoscrizione Italia centrale per Toscana, Umbria, Marche e Lazio. Vorrei allargare infine i ringraziamenti a tutto il coordinamento, all'organizzazione e al reparto comunicazione e a tutti coloro che hanno dato un contributo per la crescita del partito. Il voto europeo per noi rappresenta un punto di partenza, che ci stimolerà a portare avanti con ancora più convinzione il nostro progetto politico".
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Dai monti al mare tutti hanno sentito parlare dell'editto della Duchessa Maria Teresa con cui sono stati definiti i "beni estimati”, in pochissimi però conoscono la storia del Decreto Farini che oltre a istituire la Provincia di Massa e Carrara fissò la nascita del Comune di Avenza. Il "Comunello", che comprendeva anche Marina, giacché non esistono atti che ne sanciscono l'abrogazione, da due secoli si trova in uno stato di criopreservazione. E allora, considerata la scarsa, o addirittura inesistente, importanza che gli amministratori locali hanno dimostrato nei confronti di quello che è il vero "centro" della città, al fine di restituirgli diritti e dignità è forse giunta l'ora di resuscitarlo; magari in una forma diversa. A qualcuno la novella potrebbe sembrare surreale e irrealizzabile, tuttavia se l'editto del 1751, inerente agli agri marmiferi, viene tuttora ottemperato perché non fare altrettanto con il decreto del 1859? La legge del Dittatore Farini, poi nominato Ministro dell'Interno del terzo governo Cavour, nell'attuale contesto storico può trovare nuova vita ed essere adeguata ai tempi, ovviamente applicandola alle vigenti normative. Il ripristino di un comune (sebbene mai cancellato) deve passare attraverso un processo partecipativo della popolazione e ad un elaborato iter burocratico, il “Comunello” invece potrebbe essere surrogato dall'istituzione di un “municipio”, ovvero una municipalità di decentramento nelle frazioni di Avenza e Marina (nei territori compresi tra il mare e le colline di Monticello e Monteverde e come da stradario regolamentare dall’Ex Ufficio di Stato Civile di Avenza).
Dedotto che l'attuale comune è costituito dalla fusione dei comuni di Avenza e Carrarame visto l’art 16 del Decreto Legislativo N.267 del 18 Agosto 2000, che recita: “nei comuni istituiti mediante fusione di due o più comuni contigui, lo statuto comunale può prevedere l’istituzione di municipi nei territori delle comunità di origine o di alcune di esse”, visto il suddetto Decreto Farini e atteso che il comune di Carrara è policentrico per storia e conformazione andiamo a descrivere l'Uovo di Colombo: innanzitutto si deve precisare che il municipio non costituisce un nuovo ente, cioè non è dotato di personalità giuridica autonoma, ma è un organo di decentramento burocratico–amministrativo del comune; come per le cessate circoscrizioni non sono previsti a favore dei futuri consiglieri e del mini sindaco: compensi, indennità o rimborsi spese (l'organo in oggetto non comporta nessun aggravio alle casse pubbliche). La normativa prevede che la competenza dei municipi possa avere un carattere partecipativo o consultivo o di amministrazione attiva. Le funzioni che lo statuto comunale, il regolamento e gli organi del comune attribuiscono al municipio, devono essere affidate, tramite elezione popolare, ad un mini sindaco e al relativo “parlamentino” composto da dodici consiglieri. Si conferiscono al municipio funzioni di partecipazione alle scelte di politica amministrativa del comune limitatamente a ciò che riguarda il proprio territorio e la popolazione ivi residente. A tal fine, in quanto organo esponenziale degli interessi che vi fanno capo, ne rappresenta i bisogni e le esigenze, individua gli obiettivi da raggiungere ed i progetti da realizzare, evidenziando le priorità; con la possibilità che le delibere stilate dall’organo territoriale possano essere discusse in una commissione composta da comune e municipio.Alla municipalità di Avenza e Marina vengono affidati gli immobili di proprietà comunale(con esclusione di biblioteche e impianti sportivi), e competenze in materia di manifestazioni, eventi culturali e spettacoli.La partecipazione del municipio all’amministrazione del comune si esprime principalmenteattraverso il parere obbligatorio in merito ai documenti programmatori più rilevanti (bilancio, relazione previsionale e programmatica, istituzione e gestione dei tributi e delle tariffe, adozione degli strumenti urbanistici generali ed attuativi, investimenti e programmi delle opere pubbliche, localizzazione e costruzione di nuove attrezzature e strutture sociali, ovvero trasformazione di quelle esistenti, intitolazione di spazi pubblici). Inoltre, circa i rapporti con il comune, si prevede la facoltà del rappresentante della Municipalità (mini sindaco o suo delegato) di chiedere di partecipare, senza diritto di voto, ma con diritto di parola e di verbalizzazione, alle sedute degli organi collegiali del comune in cui si discute degli atti e delle proposte nelle quali si estrinseca il diritto di partecipazione del municipio ed in tutte le altre in cui sono in gioco interessi del medesimo.
Pertanto vista la sciagurata eliminazione delle Circoscrizioni il tanto discusso problema del decentramento troverebbe per Avenza e Marina una soluzione supportata da due decreti che rispettano l'identità, la storia, ma anche l'assetto reale del territorio.
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- Incontro pubblico su Avenza organizzato dalla Pro loco: presenti i consiglieri dell'opposzione Filippo Mirabella e Maria Mattei ma senza diritto di intervento