Politica
Piano parcheggi a Marina di Carrara: associazione ARCA rinnova le sue proposte all'amministrazione e segnala una disparità mediatica dei contenuti a seconda delle fonti
Associazione ARCA interviene di nuovo sul tema della mobilità estiva e al piano parcheggi di Marina di Carrara: "Nei giorni scorsi abbiamo diffuso un comunicato dettagliato…

"Autorizzazione del ministero al prolungamento della banchina Taliercio del porto di Marina di Carrara non è un nulla osta": la spiegazione dei Paladini Apuoversiliesi
L'associazione dei Paladini Apuoversiliesi continua la sua battaglia contro l'ampliamento del porto di Marina di Carrara: "Il 19 Agosto é stato pubblicato sul sito del Ministero dell’Ambiente e…

Atteggiamento antisindacale e irregolarità contrattuali e salariali alla "Delizie del mare": la denuncia di USB Massa .
Il sindacato USB Massa segnala una situazione critica avvenuta sabato 23 agosto nel corso di una manifestazione di volantinaggio organizzata da USB di fronte ai cancelli dell' Azienda…

Bisogna pubblicizzare l'asta di Villa Massoni: la richiesta di Italia Nostra Massa Montignoso
L'associazione Italia Nostra Massa Montignoso ha inviato una richiesta al pesidente del tribunale di Massa affinchè sia pubblicizzata la data dell'asta per Villa Massoni che è stata…

Polo P&S Massa: le farmacie comunali hanno rapporti commerciali con la multinazionale Teva?
“Ho presentato un’interrogazione all’amministrazione comunale per capire l’entità dei rapporti commerciali tra le farmacie comunali e la multinazionale farmaceutica israeliana Teva e comprendere quale sia la volontà politica…

Amare Marina incontra il presidente dell'Autorità Portuale Bruno Pisano
Giovedì 21 agosto l'associazione "AmareMarina" è stata ricevuta dal presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale, dottor Bruno Pisano, nella sede di Marina di…

"Basta racconti edulcorati, il centro di Carrara è in crisi": la critica di Manuel e Guidi di Fratelli d'Italia
"Mentre qualcuno continua a dipingere un quadro roseo della città, esaltando il “tutto esaurito” nelle cave e qualche sporadico movimento nei bar del centro, la realtà che vivono…

Ampliamento banchina Taliercio nel porto di Marina di Carrara: positiva la decisione del ministero dell'ambiente
"La decisione del ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica sull'ampliamento della banchina Taliercio è una buona notizia per Carrara e per tutto il nostro territorio - dice la sindaca…

Galleria della Tempesta a Massa, a breve la partenza dei lavori di sistemazione: il consigliere Ortori ringrazia la Provincia per la collaborazione
Il consigliere comunale della maggioranza Simone Ortori ringrazia il presidente della Provincia Gianni Lorenzetti per la collaborazione messa in atto per favorire la partenza dei lavori nlla Galleria…

Fatti diversi incontri con la Pugilistica Massese per trovare una soluzione, ma la decisione era di competenza provinciale e non comunale": l'intervento del sindaco Francesco Persiani
La vicenda della Pugilistica Massese temporaneamente senza palestra a causa dei lavori di ristrutturazione al liceo Classico Rossi, dove occupava il piano interrato, sta diventando una vera "Never…

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Sotto un punto di vista tecnico abbiamo assistito al solito intervento pressoché perfetto delle forze speciali israeliane, finalizzato alla liberazione di ostaggi, sull’onda del raid di Entebbe della notte fra 3 e 4 luglio 1976. Proviamo a analizzarne gli elementi.
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Intelligence. Al solito gli israeliani hanno messo in campo capacità di primo piano, supportate, pare, dall’alleato statunitense. Non è una colpa avere un amico formidabile in cui una lobby potente condiziona le scelte di politica estera. Che questa lobby voglia scongiurare una nuova Shoah, e proteggere l’integrità dello Stato d’Israele, va accettato. Se ve ne fossero di altrettanto potenti curda o palestinese, solo per far due esempi fra i più noti, avremmo due altri Stati. La vita e le relazioni dei popoli son regolati dalla legge del più forte.
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Addestramento. Sorvolo, essendo noto il livello di capacità delle Israel Defence Forces e delle sue articolazioni di maggior pregio. Sottolineo solo che ha dei costi, economici e sociali. E lì pacifisti e ambientalisti non interdicono l’uso di aree addestrative.
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Tattica. Quando iniziò a combattere, appena conclusa la 2^ Guerra Mondiale, il primo embrione delle IDF dovette giocoforza puntare su aggressività e rapidità, proprio per il divario sfavorevole di forze in campo. Apprese che fosse inutile attendere in difesa che gli altri si riunissero e attaccassero, e sviluppò una mentalità aggressiva, sostanziata dal concetto da street fighter de noantri “mena pe’ primo e meni 2 volte”.
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Priorità delle vite da salvare, in un contesto che vede i propri uomini, gli ostaggi, i combattenti e i civili palestinesi:
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Il soldato israeliano, addestrato con costi cospicui, al primo posto colloca sé stesso. Potenziale umano militare e spese per prepararlo allo scontro vanno tutelati.
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I connazionali in ostaggio fanno parte dello Stato d’Israele e come questo sono in guerra continua. Sono soldati in attesa di essere arruolati, o temporaneamente in aspettativa, o definitivamente giubilati, dipende solo dall’anagrafe. Vanno salvati se non c’è rischio eccessivo per il dispositivo. In questo caso probabilmente le ripercussioni sulla politica interna hanno spinto a ricercare il successo e la salvezza degli ostaggi, accettando solo il prezzo minimo. Un operatore ucciso, a fronte della liberazione di 4 cittadini israeliani e delle oltre 100 uccisioni provocate fra i nemici, ci sta.
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Il terzo protagonista: palestinesi, civili o combattenti. Per il soldato delle IDF sono accomunati nel concetto di nemico, considerato terrorista e criminale, per cui non vale il sacrosanto principio italiano del recupero del condannato. Va ucciso e basta se non si toglie di torno in fretta, e più ne uccidi meno ne dovrai fronteggiare domani.
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Non credo si possa condannare tale forma di gestione dell’emergenza: è il soldato che mette la vita in gioco, ed è lui che deve essere posto nella migliore condizione per tornare indietro. Ha una famiglia e una vita, non ha scelto di combattere, sarebbe rimasto a casa a far altro senza il 7 ottobre 2023.
Inutile quindi star a commuoversi per le immagini che le TV arabe si son affrettate a diramare, piene di donne in lacrime piegate sui cadaveri dei propri cari. Quando è scattata l’operazione il volume di fuoco a tiro curvo e la violenza dell’intervento a contatto sono stati i più pesanti erogabili e sostenibili alla luce della prossimità delle proprie truppe impegnate.
Aver custodito gli ostaggi presso famiglie inermi e innocenti (?), nel mezzo di altre famiglie meritevoli di analoghe aggettivazioni, esponeva a un rischio. Inutile negare che le IDF avessero il diritto di liberare i loro connazionali, anzi, prima li avranno riportati a casa tutti, prima termineranno le ostilità.
Conoscendo preparazione, capacità e tattica israeliana, la parte avversa sapeva che l’unico scampo fosse togliersi di torno al palesarsi dell’attacco. Chi non l’ha fatto in tempo aveva, al solito, poche speranze.
Ultimo aspetto meritevole di menzione è l’entità dei “danni collaterali” denunciati dai palestinesi. Più volte uno dei massimi cronisti italiani, Lorenzo Cremonesi del Corsera, con quel suo modo da straordinario cagnone arruffato e febbrile, ha dimostrato come da quelle parti venissero gonfiati massacri e devastazioni israeliane. È vero, apparteneva alla comunità ebraica milanese, era stato a suo tempo legato giocoforza alla sinistra, quantomeno perché il peggior problema al suo popolo l’avevano creato i nazi-fascisti, ma la sua onestà è assolutamente fuor di discussione. E la prassi a esagerare sempre le malefatte israeliane lui l’ha sempre documentata con rigore. Non è un caso che da fonte palestinese si parlasse, stavolta, di 200 morti, quando erano la metà. Sempre tanti, si dirà. Ma si può aver fede in un interlocutore che esalta sempre le altrui malefatte e stempera le proprie?
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Una storia assurda, quella della lapide di Cesare Vico Lodovici, su richiesta di uno zio dello scrittore carrarese, convinto che il nipote fosse morto in guerra, mentre, in realtà era ancora vivo. Lodovici fu commediografo, scrittore e traduttore nacque a Carrara nel 1885 dall’ industriale del marmo Egisto e da Clementina Baldacci e morì a Roma nel 1968. Era stato inoltre autore di commedie, d'impronta pirandelliana e, allo scoppio della prima guerra mondiale, combatté al fronte, dove fu ferito e due volte decorato. Nel 1917 fu fatto prigioniero dagli Austriaci . Nel 1937 debuttò nel cinema scrivendo la trama de “ La fossa degli angeli” dramma ambientato nelle cave di marmo di Carrara. La tomba era decorata da un prezioso altorilievo di Cesare Poli, raffigurante Gesù crocifisso con la Madonna e la Maddalena, che oggi è nella chiesa della Santissima Annunziata di Marina dì Carrara. Ma dopo un po’ di tempo dall’installazione della tomba nel cimitero di Marcognano, Lodovici ricomparve e la sua famiglia fece rimuovere la lapide che rimase appoggiata nel cimitero di Marcognano. A ricordare questa storia è il consigliere della Lista Ferri, Filippo Mirabella che ha fatto notare come, oggi, quella lapide sia ancora buttata sotto una struttura fatiscente e contribuisca a dare un’immagine di bruttura e degrado del luogo. “Il fatto singolare mette in risalto le dichiarazioni rese proprio sul cimitero di Marcognano dall'Assessore Orlandi – ha detto Mirabella - in seduta pubblica durante l’ultimo consiglio comunale. Alcuni cittadini hanno infatti fotografato e postato su Facebook la lapide in rovina di Cesare Vico Lodovici lasciata senza cure e senza protezione su un massetto di cemento annerito e desolato senza nessuna cura e rispetto per il nostro celebre concittadino. A seguito dell’interrogazione del sottoscritto che metteva in evidenza che monumenti, arte e storia, numerose sculture, cappelle ed edicole monumentali di interesse artistico culturale di gran pregio risultano abbandonate tra i rovi e le erbacce, era stato chiesto all’assessore Orlandi se corrispondesse al vero che quando venivano smantellate le tombe di pregio, i manufatti di marmo venivano triturati e trattati come rifiuti e anche che fine facessero quelle tombe artistiche che rientrano nel patrimonio di Marcognano museo a cielo aperto e, infine se esiste un inventario o un catalogo delle opere artistiche presenti nel cimitero. L’assessore Orlandi ha risposto che non c’erano né un catalogo né un inventario e che i pezzi di pregio venivano trasferiti al Cimitero di Turigliano. Ma dove precisamente e chi se ne sarebbe occupato pare che non lo sappia nessuno. Per quanto attiene invece la lapide di Lodovici Cesare Vico è chiaro che non è stata tenuta per niente in considerazione, sebbene sia un pezzo interessantissimo di storia e cultura. Pensiamo che invece di essere dimenticato e abbandonato tra la ortiche, potrebbe essere messo in risalto per esempio dall’assessore alla cultura Gea Dazzi, che potrebbe trasformare un contesto di elevate criticità, in una opportunità di sviluppo e conoscenza , organizzando visitatori e turisti alla scoperta di opere di uno stimabile valore storico/artistico e mantenendo vivo l’interesse del sito”.
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Il coordinamento provinciale di Forza Italia esprime grande soddisfazione per il risultato uscito dalle urne delle Elezioni Europee 2024. Un appuntamento molto sentito dall'intero coordinamento e in cui già da diverse settimane si poteva percepire l'ottimismo nel poter ottenere un riscontro importante dal voto degli elettori, è così è stato. Sin dall'avvio della campagna elettorale in vista delle Europee, Forza Italia Massa-Carrara ha sempre fatto intendere chiaramente quanto fosse importante questo appuntamento, visto come un primo riscontro dei cittadini in merito al nuovo corso politico intrapreso ormai un anno fa dal segretario provinciale del partito Gianenrico Spediacci. Numeri alla mano, nella Provincia di Massa-Carrara, nel voto europeo Forza Italia ha chiuso con un ottimo 15,61 per cento posizionandosi come terzo partito assoluto, il secondo del centro destra. Un dato al di sopra della media nazionale del partito che si assesta intorno al 10 per cento e ancora più evidente rispetto al dato regionale con il 6,3 per cento.
"Per prima cosa vorrei ringraziare tutti gli elettori che durante il fine settimana hanno deciso di recarsi alle urne ed esprimere la loro fiducia – commenta il segretario provinciale Gianenrico Spediacci – e sicuramente un risultato così importante porta la sezione provinciale del partito ad essere ancora più determinata a livello provinciale e regionale per ambire a posizioni di rilievo e far sentire la propria voce e il proprio punto di vista politico nelle sedi competenti. Essere la miglior provincia in Toscana come voti ottenuti da Forza Italia, ci fa capire che il nuovo corso intrapreso sta iniziando a dare i suoi frutti e le persone appoggiano nelle nostre idee politiche di rilancio".
Sono sette i comuni della provincia di Massa-Carrara in cui Forza Italia è risultata il primo partito per i voti alle europee: Bagnone con il 33,2 per cento, Filattiera con il 44,55 per cento, Licciana Nardi con il 26,33 per cento, Mulazzo con il 37,76 per cento, Pontremoli con uno schiacciante 56,55 per cento, Tresana con il 28,95 per cento e infine Villafranca in Lunigiana con il 38,21 per cento. Buono anche il dato nel comune di Zeri, dove Forza Italia, dietro al Pd, è il partito di centro destra che ha preso più voti. "Sono numeri importanti e considerando il nuovo corso intrapreso da poco tempo rispetto ad altre forze politiche, possiamo decisamente ritenerci soddisfatti del lavoro svolto fin qui – prosegue Spediacci – e siamo altrettanto fiduciosi anche per il risultato delle Comunali, un altro banco di prova importante. Chiudo con una osservazione su Carrara, da dove tutto era iniziato. Il circa 10 per cento che abbiamo ottenuto è un buon dato e non possiamo fare a meno di notare che la nostra percentuale sta ogni volta crescendo. A Massa rispetto alle comunali dell'anno scorso, in cui Forza Italia aveva chiuso con il 4,15 per cento, abbiamo praticamente raddoppiato i voti in queste europee con l'8,07 per cento. Un ringraziamento anche al nostro Jacopo Ferri, candidato nella circoscrizione Italia centrale per Toscana, Umbria, Marche e Lazio. Vorrei allargare infine i ringraziamenti a tutto il coordinamento, all'organizzazione e al reparto comunicazione e a tutti coloro che hanno dato un contributo per la crescita del partito. Il voto europeo per noi rappresenta un punto di partenza, che ci stimolerà a portare avanti con ancora più convinzione il nostro progetto politico".
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Dai monti al mare tutti hanno sentito parlare dell'editto della Duchessa Maria Teresa con cui sono stati definiti i "beni estimati”, in pochissimi però conoscono la storia del Decreto Farini che oltre a istituire la Provincia di Massa e Carrara fissò la nascita del Comune di Avenza. Il "Comunello", che comprendeva anche Marina, giacché non esistono atti che ne sanciscono l'abrogazione, da due secoli si trova in uno stato di criopreservazione. E allora, considerata la scarsa, o addirittura inesistente, importanza che gli amministratori locali hanno dimostrato nei confronti di quello che è il vero "centro" della città, al fine di restituirgli diritti e dignità è forse giunta l'ora di resuscitarlo; magari in una forma diversa. A qualcuno la novella potrebbe sembrare surreale e irrealizzabile, tuttavia se l'editto del 1751, inerente agli agri marmiferi, viene tuttora ottemperato perché non fare altrettanto con il decreto del 1859? La legge del Dittatore Farini, poi nominato Ministro dell'Interno del terzo governo Cavour, nell'attuale contesto storico può trovare nuova vita ed essere adeguata ai tempi, ovviamente applicandola alle vigenti normative. Il ripristino di un comune (sebbene mai cancellato) deve passare attraverso un processo partecipativo della popolazione e ad un elaborato iter burocratico, il “Comunello” invece potrebbe essere surrogato dall'istituzione di un “municipio”, ovvero una municipalità di decentramento nelle frazioni di Avenza e Marina (nei territori compresi tra il mare e le colline di Monticello e Monteverde e come da stradario regolamentare dall’Ex Ufficio di Stato Civile di Avenza).
Dedotto che l'attuale comune è costituito dalla fusione dei comuni di Avenza e Carrarame visto l’art 16 del Decreto Legislativo N.267 del 18 Agosto 2000, che recita: “nei comuni istituiti mediante fusione di due o più comuni contigui, lo statuto comunale può prevedere l’istituzione di municipi nei territori delle comunità di origine o di alcune di esse”, visto il suddetto Decreto Farini e atteso che il comune di Carrara è policentrico per storia e conformazione andiamo a descrivere l'Uovo di Colombo: innanzitutto si deve precisare che il municipio non costituisce un nuovo ente, cioè non è dotato di personalità giuridica autonoma, ma è un organo di decentramento burocratico–amministrativo del comune; come per le cessate circoscrizioni non sono previsti a favore dei futuri consiglieri e del mini sindaco: compensi, indennità o rimborsi spese (l'organo in oggetto non comporta nessun aggravio alle casse pubbliche). La normativa prevede che la competenza dei municipi possa avere un carattere partecipativo o consultivo o di amministrazione attiva. Le funzioni che lo statuto comunale, il regolamento e gli organi del comune attribuiscono al municipio, devono essere affidate, tramite elezione popolare, ad un mini sindaco e al relativo “parlamentino” composto da dodici consiglieri. Si conferiscono al municipio funzioni di partecipazione alle scelte di politica amministrativa del comune limitatamente a ciò che riguarda il proprio territorio e la popolazione ivi residente. A tal fine, in quanto organo esponenziale degli interessi che vi fanno capo, ne rappresenta i bisogni e le esigenze, individua gli obiettivi da raggiungere ed i progetti da realizzare, evidenziando le priorità; con la possibilità che le delibere stilate dall’organo territoriale possano essere discusse in una commissione composta da comune e municipio.Alla municipalità di Avenza e Marina vengono affidati gli immobili di proprietà comunale(con esclusione di biblioteche e impianti sportivi), e competenze in materia di manifestazioni, eventi culturali e spettacoli.La partecipazione del municipio all’amministrazione del comune si esprime principalmenteattraverso il parere obbligatorio in merito ai documenti programmatori più rilevanti (bilancio, relazione previsionale e programmatica, istituzione e gestione dei tributi e delle tariffe, adozione degli strumenti urbanistici generali ed attuativi, investimenti e programmi delle opere pubbliche, localizzazione e costruzione di nuove attrezzature e strutture sociali, ovvero trasformazione di quelle esistenti, intitolazione di spazi pubblici). Inoltre, circa i rapporti con il comune, si prevede la facoltà del rappresentante della Municipalità (mini sindaco o suo delegato) di chiedere di partecipare, senza diritto di voto, ma con diritto di parola e di verbalizzazione, alle sedute degli organi collegiali del comune in cui si discute degli atti e delle proposte nelle quali si estrinseca il diritto di partecipazione del municipio ed in tutte le altre in cui sono in gioco interessi del medesimo.
Pertanto vista la sciagurata eliminazione delle Circoscrizioni il tanto discusso problema del decentramento troverebbe per Avenza e Marina una soluzione supportata da due decreti che rispettano l'identità, la storia, ma anche l'assetto reale del territorio.
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Forse Roberto Vannacci non conosce il film o forse, più semplicemente, non rammenta la frase che ne ha fatto da bandiera per tutti questi anni: in un mondo così freddo c'è bisogno di amici che ti riscaldino. Era The Big Chill, in italiano Il grande freddo, pellicola cult dei primi anni Ottanta diretta da uno strepitoso Lawrence Kasdan. Ebbene, questa sera, domenica 9 giugno ultimo giorno di voto per le elezioni europee che decideranno chi dovrà andare a Bruxelles a rappresentare i singoli Paesi, nell'ampio giardino di una 'viareggina' nel cuore della ex Perla della Versilia a due passi dal Piazzone, il celeberrimo mercato rionale descritto magistralmente da Mario Tobino nel suo libro autobiografico Il figlio del farmacista, va in onda un appuntamento alquanto singolare. Non fa freddo, ma piove come aveva previsto il meteo con un'allerta gialla che, tuttavia, non fa certo paura a questo gruppo di amici che non si arrendono mai. In testa c'è lui, che è anche il padrone di casa, quel Roberto Vannacci generale di divisione la cui vita, da un anno a questa parte, è cambiata così radicalmente che siamo tutti qui a raccontarcelo se non sorpresi, certamente compiaciuti. Un appuntamento enogastronomico che era stato annunciato da tempo a pochi intimi a coloro, cioè, che sin dall'inizio ci avevano creduto e non tanto o non solo nel futuro politico di un generale bistrattato che si è preso la sua rivincita, quanto nella possibilità che le sue righe e le sue parole potessero imprimere una accelerazione negli animi sopiti di centinaia di migliaia di italiani.
Non fa freddo, è vero, ma il calore degli amici lo si percepisce eccome e non è una questione di identità ossia sentirsi diversi da quello che si è realmente, no, anzi: qui tutti sono e percepiscono di essere quel che sono e vogliono essere senza nemmeno sognarsi lontanamente di poter essere o divenire qualcosa di totalmente differente. Lo aveva detto Vannacci, ci vedremo a casa mia in pochi, ma buoni e intellettualmente onesti. E ha mantenuto la promessa. C'è Massimiliano Simoni, che per seguire Vannacci ha dato un calcio nel sedere a Fratelli d'Italia e anche ai cugini vicini e lontani di un partito che lo ha deluso come non mai. C'è anche sua moglie Barbara la cui ironia è tanta roba. Poi c'è l'amico dell'adolescenza, quel Norberto De Angelis nato a Piacenza e residente a Parma, ex campione di football americano che durante un servizio di volontariato in Tanzania ha subito un incidente domestico che lo ha inchiodato su una sedia a rotelle, ma lui non solo non ha mollato, ma ha rilanciato e tra tutti i presenti, è tra i più vivaci, simpatici, attivi. Con Vannacci si frequentavano a Marina di Ravenna dove ne combinavano di cotte e, perché no?, anche di crude. Poi, quando la famiglia Vannacci si trasferì a Parigi, lo andava a trovare in vacanza e Parigi diventava terra di scorribande post adolescenziali.
Ci sono Gianmarco Medusei, consigliere regionale della Lega, spezzino, poi Cristiano Romani, direttamente da Arezzo, anche lui uns eguace di ferro che non ha mai mancato un appuntamento e da sempre impegnato sul fronte culturale oltreché politico. Quindi il tenente colonnello Fabio Filomeni, presidente nazionale dei comitati Il mondo al contrario, l'imprenditore viareggino Alessandro Sforzi e signora. Poi c'è, squisita, la padrona di casa, Camelia, che con la sua pacatezza riesce a trasmettere una sensazione di calma della quale beneficia tutto l'ambiente.
C'è anche una cara persona, un collega tra i più preparati e professionalmente onesti, Marco Gasperetti de Il Corriere della Sera accompagnato dalla moglie, entrambi labronici di scoglio con la signora simpatizzante di Vannacci e lui cauto osservatore. Bella gente niente da dire e con gasperetti un'amicizia, la nostra con lui, che dura da quasi trent'anni.
Vannacci era stato chiaro: tutto self-service, se bastano le sedie bene altrimenti tutti per terra come ai tempi del girotondo che, ormai, non fa più nessuno. In programma, oltre ai tanti stuzzichini e agli aperitivi, una grigliata di carne da mandare in crisi di astinenza vegani e vegetariani di lungo corso, ma c'è poco da dire. Le bistecche alla fiorentina che il generale trasporta nel vassoio unitamente a salsicce, rosticciana e petti di pollo, sono cose alle quali è impossibile rinunciare. A proposito, Vannacci è assolutamente definitivo: al bando le good manners di stampo inglese e avanti come ai tempi in cui la natura dettava le condizioni di utilizzo. La carne cotta sulla brace ardente si mangia afferrandola con le mani: Nicky Vendola - da che pulpito ndr - ha detto che sono un troglodita. E allora lo sarò fino in fondo e mangiamo pure la carne con le mani. Alla sinistra non far sapere quanto è buona la ciccia presa con le mani e agganciata con i denti. Fa tanto richiamo ancestrale, chissà, però, se i paladini del Nuovo Mondo saranno d'accordo o se, invece, grideranno al rischio contagio e obbligo di mascherina.
Ci siamo sicuramente dimenticati qualcuno degli ospiti e chiediamo venia, ma non eravamo più delle dita di tre mani. Uomini e donne tutti, indistintamente, maggiorenni e in grado di saper dosare vocaboli rifilandoli senza pietà alcuna a destinatari più o meno antipatici.
Siamo tutti qui e tutti insieme vogliam vedere Roberto Vannacci show... Già, l'attesa scorre lieta, non c'è fretta, le salsicce sono da urlo e il generale racconta di come, quando era in missione al fronte, tutto quello che mangiava aveva, stranamente, o stesso sapore. Roberto Vannacci è uomo di poche seghe: lui gli insetti non ha problemi a mangiarne e, probabilmente, nelle condizioni estreme di un incursore, non è escluso che abbia provveduto in tal senso, ma è sempre ben vivo e vegeto e come ama dire nei suoi incontri, mangia ora perché non sai se più tardi potrai farlo e stesso discorso per il buon dormire. Già, dopo notti pressoché insonni a preparare la sua personale campagna elettorale, ha finalmente dormito come un leone il sonno dei giusti.
Suona il campanello. E' una giornalista che scrive per un quotidiano cartaceo del nord che non si comportato in maniera troppo corretta con il Nostro. Eppure, con una gentilezza degna di miglior sorte, Roberto Vannacci la accoglie, la fa accomodare e per una buona mezz'ora gli astanti se la devono sorbire. Menomale che è anche educata e simpatica altrimenti sai che roba...
Alla fine c'è anche spazio per uno scatto a Vannacci appoggiato al mega schermo della Tv proprio mentre l'immagine si sofferma su Aldo Cazzullo, uno dei giornalisti che hanno fatto la sua fortuna un anno fa quando, per la prima volta, scrissero del libro Il mondo al contrario. Beh, stasera avrebbe potuto esserci anche lui a casa Vannacci magari con il collega di Repubblica per difendere il quale, ultimamente, si è addirittura scomodato il Cdr del giornale criticando aspramente Roberto Vannacci colpevole, dicono, di averlo messo alla berlina. Mah...
Manca poco al verdetto finale, ma la stanchezza prevale e il saluto è d'obbligo. Non prima, però, di una considerazione politica che anche il Vittorio nazionale, Sgarbi, ha manifestato: se Vannacci si fosse candidato con Fratelli d'Italia - pensate un po' che cazzata ha fatto il ministro Crosetto quando, appena uscita la polemica, disse che quelle riportare erano solamente le farneticazioni di un generale costringendo il governo e la Meloni a non sputtanare il proprio ministro non laureato e a lasciare che il furbo Salvini si gettasse sul candidato Vannacci - ora avrebbe sfondato il 30 per cento e la Lega sarebbe alla frutta. Invece...
Comunque sia è stata una bella serata, gradevole, in compagnia di persone che condividono un minimo comune denominatore: la voglia di non cedere ai diktat delle minoranze. Azz... prima di lasciare il convivio, ecco due notizie una meglio dell'altra: la disfatta di Macron e le dimissioni del capo di governo del Belgio. Chissà come ha goduto sua maestà Putin.
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A Carrara, la politica - quella cosa che dovrebbe servire a preservare l'unicità di una città policentrica e nel contempo a svilupparne le differenti vocazioni - vive nell'attimo dei social network e nel soffio di una partita di calcio. Il continuo rincorrere le emergenze, i like e i click, non favorisce la programmazione, ma, piuttosto, denota l'incapacità, di chi amministra, di proiettarsi nel futuro. Gli oltre 18 mila euro spesi dal comune, senza batter ciglio, per il noleggio del maxi schermo e per la predisposizione del piano di sicurezza all'interno dello Stadio dei Marmi in occasione delle partite della Carrarese con Benevento e Vicenza, sono uno smacco per chi, in tempi non sospetti, aveva richiesto dei contributi per realizzare eventi culturali sul territorio, senza però ottenerli. Il motivo di tale diniego è sempre il solito: non ci sono soldi! Poi i “bagaroni”, forse improvvisamente cresciuti sotto l'albero degli zecchini d'oro, spuntano fuori e vengono impegnati per eventi estemporanei e non programmati. Dal campo di calcio, al campo dei miracoli il cammino è corto, mentre il naso, di chi diceva “i bagaroni non ci sono", si è allungato parecchio. Inoltre la scelta di posizionare il maxi schermo (maxi?) all'interno dello stadio (con capienza ridotta a soli mille spettatori), anziché in una delle piazze cittadine, ha scontentato moltissimi tifosi e non ha prodotto nessun ritorno economico per le attività commerciali.
L'approccio alla politica, da parte della giunta Arrighi, è dunque privo di filosofia e affronta le varie tematiche senza un comune denominatore, come se stesse amministrando un condominio anziché una comunità; come esempi di ciò si possono citare alcuni casi recenti: variante urbanistica ex sede Nausicaa (da servizio pubblico a industriale) e conseguente trasferimento della multiservizi alla IMM, variante urbanistica ex Palazzo CAT (da servizio pubblico a privato), scuola nei container al Campo dei Pini e cartellone eventi estivi 2024.
Inoltre, il perenne e continuo depauperamento del patrimonio culturale immateriale e di beni pubblici (vedi i lasciti Finelli e Crudeli), sta causando la perdita di tutti i valori storici-culturali del nostro territorio che, spogliato quasi del tutto della propria identità, sta diventando un insieme di "non luoghi" proprio come la politica che, privata delle diverse ideologie e della sua naturale funzione, è oramai diventata un nonsense. A Carrara manca una visione olistica del territorio e il degrado della politica va di pari passo con quello urbano e sociale, il primo è la causa, il secondo è l'effetto.
Intanto, il cittadino (convitato di pietra) assiste da bordo campo ad una partita dall'esito scontato.
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Il circolo PD Carrara centro ha esaminato la sentenza di primo grado relativa ai crolli del Politeama. Dedicato al grande maestro Giuseppe Verdi, il Politeama, secondo per capienza in Toscana solo all’omonima sala fiorentina, è uno dei più alti esempi di architettura teatrale del suo genere, oltre a rappresentare il luogo identitario degli amanti, carraresi e non solo, dell’opera lirica. La sentenza, aprendo a possibili procedure di intervento, perché la cittadinanza si riappropri del teatro e restituendo il bene alla disponibilità dei proprietari, permetterà l’apertura di una nuova fase che consentirà l’avvio del recupero totale di questo edificio, come auspicato anche dal nostro sindaco Serena Arrighi. Una fase nella quale l’amministrazione dovrà e potrà essere protagonista, anche se la struttura è in gran parte proprietà privata, in forza dell’interesse collettivo che questo edificio riveste. Ci aspettiamo che sia messa in campo tutta l’autorità di cui l’amministrazione dispone, per far osservare le ordinanze già esecutive, invitare tutti gli interessati a discutere le proposte, a suo tempo avanzate, insieme ad altre che potranno essere presentate, per conferire l’intero bene al comune con modi e forme da stabilire, attivare la completa riqualificazione e proporre all’attuale proprietà della sola parte teatrale, di farsi parte diligente per evitare che si creino ulteriori danni da abbandono a quelli già constatabili alle coperture e ai relativi interni. La strada da percorrere è ancora lunga, ma ci sono le premesse per riqualificare questo magnifico edificio, che fa parte integrante dell’identità della nostra città e della memoria di molti cittadini che ricordano con piacere le importanti opere liriche che vi venivano rappresentate.
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Non ci vuol molto a portare una bandiera sulle guglie del Duomo di Milano, basta infilarsela in uno zainetto, o in qualcos’altro, e pagare il biglietto dell’ascensore come un qualsiasi turista in vena di contemplazione panoramica. Il 18 marzo 1848 un gruppo di patrioti, con l’inizio delle celebri 5 giornate, vi issò il tricolore, per cui non è la prima volta che alla “bela Madunina” si affianca un vessillo che nulla ha a che fare con il principale edificio religioso cristiano-cattolico del capoluogo lombardo.Stona che nessuno ne parli, salvo qualche quotidiano di destra? Neanche per sogno. È nella logica delle cose che certi fatti vengano evidenziati da una parte e taciuti dall’altra, e che la libertà di stampa sia assicurata dalla pluralità di fonti. Del resto stiamo ancora fiduciosi ad attendere che i tanti piccoli e grandi teppisti stranieri, disoccupati e criminali, lasciati liberi di far ciò che loro aggrada, versino i contributi per le nostre pensioni, come disse acuto presidente dell’INPS.Ciò che lascia smarriti è la capacità con la quale sia stata rimossa la memoria. All’aeroporto di Roma-Fiumicino il 17 dicembre 1973, un gruppo di terroristi palestinesi, sbarcati da aereo arrivato da Madrid e armati di mitra e bombe a mano, presero in ostaggio 6 agenti di polizia. Aggredirono poi sulla pista il volo Pan Am 110 per Teheran, con scalo a Beirut, pronto al decollo, uccidendo 30 passeggeri lanciando in carlinga due granate al fosforo. Poi il commando salì a bordo di un Boeing 737 della Lufthansa in partenza per Atene. Qui i dirottatori chiesero alle autorità di liberare 2 terroristi palestinesi detenuti, accusati di essere gli autori dell'attentato all'aeroporto di Atene del 5 agosto 1973. Le trattative proseguirono per mezza giornata, durante la quale i dirottatori uccisero un ostaggio italiano, l'addetto al trasporto bagagli Domenico Ippoliti. In totale 34 morti e almeno 15 feriti. Il 27 dicembre 1985 altro attacco dei terroristi palestinesi di Abu Nidal, sempre a Fiumicino, scatenato con raffiche selvagge esplose in mezzo alla folla dei passeggeri, concluso con 13 morti e 76 feriti. Mi chiedo perché – come viene ricordata giornalmente la mattanza di Gaza – si sia steso un velo sul fatto che qui in Italia, sinora, gli attentati li abbiano effettuati i palestinesi. Gli ebrei a noi non hanno fatto alcunchè. Avrò l’orizzonte limitato, ma ancora mi preoccupo di ciò che mi accade vicino, un po’ meno di quel che accade dall’altra parte del Mediterraneo.Per carità, non intendo stimolare l’odio contro la Palestina, ma come sempre, se si ha cognizione di tutto, e non solo di ciò che i “cattivi maestri” dispensano con dovizia e malafede, si può valutare meglio le cose, prima di infilarsi una bandiera nello zainetto, o da qualche altra parte, salire sull’ascensore del Duomo di Milano ed emulare i patrioti italiani del ’48. Quelli, almeno, volevano un’Italia unita, questi non vogliono neppure un’Italia.
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Confermata la mobilitazione delle imprese di trasporto del bacino marmifero. La mobilitazione sarà sostenuta dalle sigle di rappresentanza delle imprese del settore: ASSOTIR, CNA TRASPORTO MERCI Massa Carrara, CONFARTIGIANATO IMPRESE Massa Carrara Lunigiana. Si è tenuta infatti una prima riunione di coordinamento fra le tre associazioni dove sono state individuate le linee della piattaforma rivendicativa del trasporto. "L'obiettivo primario – si legge in una nota congiunta ASSOTIR, CNA TRASPORTO MERCI Massa Carrara, CONFARTIGIANATO IMPRESE Massa Carrara Lunigiana è di mettere in sicurezza il lavoro delle imprese e degli autisti. Per questo accogliamo positivamente la proposta dell'amministrazione comunale di Carrara lanciata dal sindaco Serena Arrighi, di convocare un tavolo di confronto sui temi più rilevanti per il trasporto. Ci dichiariamo quindi disponibili fin da subito ad avviare un percorso che metta al centro il nostro obiettivo primario di una migliore sicurezza per chi svolge i servizi di autotrasporto.Questo obiettivo primario passa necessariamente attraverso il conseguimento di indispensabili miglioramenti sui due temi fondamentali:
1 migliorare la viabilità e le condizioni materiali a partire dagli standard di sicurezza dalle strade del monte fino al piano, le strade sono il principale ambiente di lavoro delle aziende di autotrasporto;
2 migliorare la condizioni di lavoro e di mercato attraverso una più equa distribuzione delle risorse generate dalla filiera del marmo".
"La premessa indispensabile – continua la nota - è che da parte di tutti deve maturare la consapevolezza che il trasporto su gomma è l'unica ed esclusiva modalità con cui il marmo può essere movimentato dalle cave, agli stabilimenti di lavorazione ed ai depositi ubicati nel comprensorio del lapideo.
Tutto il materiale che esce dalle cave si sposta su gomma: blocchi, scaglie, scogliere, terre. Eppure i mezzi pesanti, che sono indispensabili per svolgere questo tipo di lavoro molto specializzato per cui servono mezzi che costano cifre ingenti (150-200 mila euro ed anche oltre), per cui sono necessari autisti esperti e formati, non sono considerati come parte fondamentale della filiera, bensì solo come un peso o ben che vada come un accessorio, in sostanza l'anello debole della filiera. Ma del trasporto non si può fare a meno e quindi occorre intervenire a tutti i livelli per rendere praticabile e sostenibile questo lavoro. Il trasporto si deve svolgere secondo condizioni di sicurezza operativa e di sicurezza economica che oggi non ci sono, a causa delle pessime condizioni delle strade e delle pessime condizioni di mercato per le tariffe troppo basse.
La mobilitazione delle imprese di trasporto parte da questo. È necessario ottenere una maggiore attenzione da parte delle istituzioni e un maggiore coinvolgimento e responsabilità da parte della committenza attraverso un tavolo di confronto che metta al centro il valore del lavoro e della sostenibilità complessiva del Distretto del Marmo, che è la maggiore ricchezza del territorio apuano. La Strada dei Marmi ha evitato il passaggio dei veicoli pesanti attraverso le zone più densamente urbanizzate, ma occorre inderogabilmente prevederne un programma di manutenzione corrispondente all'usura alla quale è sottoposta (sono trascorsi 12 anni dalla sua inaugurazione); stesso discorso vale per tutta la restante parte delle strade e delle gallerie del monte.
La nostra mobilitazione – conclude la nota di ASSOTIR, CNA TRASPORTO MERCI Massa Carrara e CONFARTIGIANATO IMPRESE Massa Carrara Lunigiana
- si propone di spostare il baricentro della attività del Distretto verso una maggiore equità e sostenibilità e nei prossimi giorni ne comunicheremo le modalità di prosecuzione.
Resta inteso che se non avremo riscontro a quanto richiesto, per quanto riguarda le manutenzioni stradali, ci riterremo liberi di adottare tutte le misure a protezione delle nostre imprese comprese le vie legali".
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Il sindaco di Carrara Serena Arrighi spiega la sua posizione sulla Rsa di Fossone: "Gli accordi presi sono chiari: le cure intermedie dal Monoblocco dovranno essere trasferite a di Fossone. Non abbiamo intenzione di avallare altre soluzioni, l'Asl rispetti gli impegni presi da mesi. Fin da quando si è istituito il tavolo per le strutture sanitarie di costa come comune di Carrara abbiamo sempre collaborato in maniera costruttiva con tutti i soggetti coinvolti portando sempre il nostro contributo e ponendo le giuste attenzioni sulle necessità della nostra comunità. Durante tutte le numerose riunioni avute nel corso di questi mesi abbiamo sempre chiesto che ci venissero date precise indicazioni sui lavori alla struttura di Fossone e da parte di Asl c'è sempre stata data indicazione di una situazione ben diversa di quella che abbiamo visto durante il sopralluogo di pochi giorni fa. Di fronte a quanto abbiamo potuto osservare sul posto sono ora difficili da comprendere e giustificare le rassicurazioni fornite dall'azienda sanitaria per mesi nel corso di tavoli tecnici che servivano proprio ad evitare confusioni e ritardi e durante i quali, lo ricordo, si sono sempre sminuiti i problemi della struttura di Fossone a semplici ritardi legati alle forniture. Ora non abbiamo più intenzione di tollerare ritardi e problemi organizzativi, da parte nostra, lo ribadisco, l'unica strada percorribile è il trasferimento delle cure intermedie a Fossone anche a tutela del personale che oggi vi lavora. E' quindi indispensabile che l'Asl si occupi immediatamente di tutti gli adempimenti necessari per accelerare i cantieri e, non ultimo, che intervenga per implementare i propri uffici tecnici anche alla luce dei numerosi progetti che dovrà seguire nei prossimi anni".
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