Politica
Polo Progressista e di Sinistra: "Persiani revochi il mandato all’amministratrice di Asmiu"
Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa diffuso dal Polo Progressista e di Sinistra: "Il Polo Progressista e di Sinistra, composto…

Il futuro è Futura: grande successo di pubblico e di consensi per i giovani fondatori dell’associazione di promozione sociale carrarese nella serata evento a Spazio Made
Carrara ha un futuro, anzi, Carrara ha Futura. No, non è il solito, ridicolo e inutile modo di inseguire la parità di genere (solo) a livello…

Elezione del nuovo presidente della Provincia di Massa Carrara il 20 dicembre
Si svolgerà il prossimo 20 dicembre 2025 la tornata elettorale che porterà sindaci e consiglieri comunali del nostro territorio a scegliere chi sarà chiamato a…

Nessun miglioramento nella raccolta dei rifiuti porta a porta: l'ex presidente della commissione ambiente 5 Stelle Montesarchio chiede al sindaco di uscire dall'immobilità
"La situazione della raccolta differenziata porta a porta non accenna a migliorare" lo ribadisce Giovanni Montesarchio, ex presidente della commissione ambiente del movimento 5 stelle che…

Governo indecente che aspira al ritorno al ventennio: Rifondazione Comunista Massa Carrara attribuisce al governo la responsabilità della scritta minatoria comparsa a Massa sul muor del liceo scientifico Fermi
Rifondazione Comunista Massa Carrara si scaglia ferocemente contro Fratelli d'Italia e il centro destra e rinnova il mantra dell'attentato alla democrazia per la scritta "Siete nel mirino" e…

Cermec, massima fiducia nell'assessore Orlandi: la Lista Serena Arrighi
" La lista del sindaco Arrighi fa quadrato intorno alla prima cittadina e all'assessore Orlandi sul caso del Cermec: I consiglieri della Lista Serena Arrighi Sindaco esprimono massima…

Recinzione abbandonata cade a pezzi sulla strada della Foce:i residenti fanno segnalazioni al comune di Carrara ma parte il rimpallo delle responsabilità tra gli uffici
Un vecchio cantiere per costruire delle abitazioni proprio sulla sommità della via Foce, nel comune di Carrara, abbandonato da tempo e una recinzione in legno, ormai…

Arrighi scavalca il Prefetto e fallisce sulla sicurezza. Città abbandonata al degrado
"La gestione della sicurezza urbana da parte del sindaco Arrighi viene strumentalizzata e continua a sollevare perplessità e critiche. Arrighi, consapevole del suo immobilismo, ma anche che la…

No al biodigestore al Cermec: la posizione di Italia Nostra Massa Montignoso
La storia del biodigestore raccontata da Bruno Giampaoli di Italia Nostra Massa Montignoso:"Lavello e Alteta, due antichi luoghi bellissimi del nostro territorio deturpati dalle industrie chimiche tanto che anche…

Apuane: ecosistema o polo di sfruttamento produttivo? I dubbi del Cai di Massa
Le osservazioni ai piani attuativi dei bacini estrattivi che come Club Alpino Italiano abbiamo inoltrato all'amministrazione di Massa ben 4 anni fa hanno avuto un ben preciso obiettivo:…

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"Questa mattina, come avevo gia' anticipato nei giorni scorsi, ho provveduto a protocollare interrogazione urgente, a risposta orale, in merito alla discarica Cava Fornace che porta il n. 6156 del 13.05.2024.
Alla luce di quanto accaduto nei giorni scorsi ma anche in virtu' dei reiterati atti che la Lega ha presentato negli anni in Consiglio Regionale, ho chiesto al Presidente Giani ed alla sua Giunta - a cominciare da Monia Monni - quali azioni si intende intraprendere, da parte della Regione Toscana, al fine di verificare le cause dell'incidente e le conseguenti idonee misure di compensazione nonche', ancora, se si intende rigettare l'istanza PAUR ai sensi dell'Art.73 bis, comma 5 della L.R 10/2010 il quale dispone che per i procedimenti di competenza regionale, la Giunta Regionale, nell'esercizio della propria discrezionalità politica e amministrativa, si esprime in ordine alla compatibilità ambientale del progetto, e quindi di provvedere alla chiusura della discarica di cava fornace con un protocollo di bonifica e gestione post chiusura, così come richiesto anche dalle tante associazioni intervenute. Cosi' interviene Massimiliano Baldini, Consigliere Regionale della Lega e membro della Commissione Ambiente.""Si tratta di una situazione non piu' procrastinabile e dove l'intera Giunta Regionale, a cominciare dall'Assessore all'Ambiente Monia Monni, deve provvedere a fare quanto le viene sollecitato da tempo, sia dalla Lega che da tante associazioni rappresentative del territorio.Sono in contatto costante con i nostri rappresentanti sul territorio, a cominciare dal nostro Assessore all'Ambiente a Pietrasanta Tatiana Gliori - conclude Massimiliano Baldini - e non intendiamo accettare che questa situazione continui ad essere tollerata per mere motivazioni di equilibrio politico elettorale.La comunita' attende una presa di posizione netta e l'immediata chiusura di Cava Fornace.E' in questa direzione che e' necessario andare senza ulteriori ritardi."
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Molti si sentono confortati dai risultati delle analisi condotte da ARPAT sui campioni prelevati dal fosso in seguito allo smottamento del 6 maggio scorso all'interno della discarica di Cava Fornace. Si legge che i risultati delle analisi sono compatibili con la natura dei rifiuti conferiti nella discarica e che il confronto delle analisi con gli standard relativi agli scarichi industriali hanno rilevato che i limiti sono stati rispettati ad eccezione del ferro, dell'alluminio e dei solidi sospesi.E con interesse abbiamo letto che i predetti sforamenti deriverebbero dallo stoccaggio della marmettola, la stessa marmettola che da quando sono scadute le autorizzazione per PAA, Lorenzetti e gli industriali del lapideo avrebbero volentieri conferito a Cava Fornace fino al riempimento, anche se lo stesso Lorenzetti ha ammesso che in discarica finora del residuo della lavorazione di marmo ce n’è andata ben poca. Vogliamo ricordare a chi ha la memoria corta che le analisi ARPAT del maggio 2023 hanno evidenziato nel controllo dei piezometri sforamenti importanti ed inquietanti di sostanze inquinanti come ferro, tricloromentano, manganese, arsenico.Da mesi chiediamo ad ARPAT, alla Regione e ai Comuni di effettuare nuove analisi dei pozzi ed ora vogliono tranquillizzarci come se tutto andasse bene. Noi non ci sentiamo per nulla rassicurati né confortati, considerando che il percolato, presumibilmente mescolato ad acque meteoriche, è finito in quantità enormi nel Lago di Porta, in una zona umida protetta dall’ Unione Europea, collocata a pochi passi dalla falda dove pescano gli acquedotti della Versilia: Il lago non è un’ area produttiva e non ci basta che il confronto dei risultati di ARPAT sia stato fatto con standard di scarichi industriali. Forse queste analisi dovrebbero essere confrontate con quelle fatte su aree naturalistiche protette.Analisi perfette (e qui comunque ci sono sforamenti di ferro, alluminio e solidi sospesi) per la discarica, ma le stesse vanno bene anche per il Lago? Davvero dobbiamo stare tranquilli? Il lago non è area industriale ma un’oasi verde,un ecosistema a rischio dove si è riversato lo sversamento proveniente da una discarica che avrebbe dovuto avere standard di sicurezza elevatissimi. Abbiamo sempre evidenziato tutti i rischi connessi alla presenza di una discarica così vicina al Lago e ai centri abitati e i sostenitori di Cava Fornace ci hanno sempre sottolineato la sicurezza dell’impianto. Anche durante l’inchiesta pubblica è stato detto che la discarica avrebbe retto di fronte ad eventi meteorici di portata eccezionale. Oggi, davanti a quanto accaduto, nessuno può più parlare di garanzie e rassicurazioni. Nei giorni scorsi la Regione, a seguito dell’incidente in discarica, ha sospeso l’attività di discarica e noi auspichiamo che non riprenda più perché sarebbe davvero un’ assurdità dopo quanto successo il 6 maggio.Lunedì ci sarà un incontro tra l’Assessora Monni e i Comuni di Montignoso e Pietrasanta. La riunione sarà in loco a Montignoso. Da anni cerchiamo di incontrare Monni senza riuscirci. L’assessora regionale all’ambiente viene qui, viene per parlare di Cava Fornace e non ci cerca, ritiene di poter continuare a non confrontarsi con i cittadini.Noi vogliamo avere la certezza che la discarica venga chiusa e l’intera area bonificata. Lunedì i comuni interessati devono pretendere la chiusura di Cava Fornace e la garanzia che l’impianto non produca altri danni. Chiusura e bonifica, null’altro.
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Il titolo è un azzardo. Ma si può fare? Salviamo le Apuane ritiene di sì e lo propone. L’articolo 3 dello Statuto del Parco delle Alpi Apuane recita: Finalità 1. L’Ente persegue il miglioramento delle condizioni di vita delle comunità locali; la tutela dei valori naturalistici, paesaggistici ed ambientali; il restauro dell’ambiente naturale e storico; il recupero degli assetti alterati in funzione del loro uso sociale; la realizzazione di un equilibrato rapporto tra attività economiche ed ecosistemi. 2. Tali finalità sono perseguite attraverso una gestione unitaria, particolare e continua per garantire la conservazione, la valorizzazione e lo sviluppo dei beni protetti. Condividiamo l’articolo ed, in specifico, si richiama l’attenzione sulla frase “la realizzazione di un equilibrato rapporto tra attività economiche ed ecosistemi”. Non ci sfugge che questo passaggio sia riferito alla particolarità del Parco e cioè la coesistenza di un’area protetta e di un’attività estrattiva che, per sua natura, modifica profondamente l’ambiente naturale. Poiché, nel complesso delle Apuane, l’attività estrattiva è la fonte maggiore di occupazione, si ritiene che, tout court, sia da difendere, ovunque, tale attività. Ma le Alpi Apuane, nel corso degli ultimi decenni, si sono diversificate molto divenendo, di fatto, due entità molto diverse fra di loro. Da una parte il territorio compreso nei confini del Parco Regionale delle Alpi Apuane e, dall’altra, la parte di Apuane esterna al Parco. Nella seconda parte è evidentemente maggioritaria l’attività estrattiva. Ma la prima parte ha avuto uno sviluppo molto diverso, grazie all’attività del Parco Regionale ed alle iniziative della Regione Toscana e dei Comuni che hanno finanziato (dal PSR in poi) molti interventi di sviluppo economico diverso dall’attività estrattiva e soprattutto nel campo del turismo (il Geoparco Unesco, le 3 Grotte Turistiche, la ricettività, la ristorazione, i prodotti tipici, l’escursionismo, l’alpinismo, la didattica, ecc.). A ciò si aggiunge l’azione notevole svolta dal CAI, dalle associazioni speleologiche, dalle Guide del Parco che hanno organizzato la rete sentieristica (amplissima come dimostra la Mappa interattiva del sito web del Parco delle Apuane) e quella in grotta, attrezzando anche un numero molto alto di rifugi alpini. Inoltre, vasta è stata l’azione dei privati che hanno impiantato agriturismi, B&B, case vacanza, hotel, affittacamere. Ciò ha creato un quadro molto interessante in cui, nel territorio dentro il Parco l’attività economica maggioritaria è fondamentalmente quella turistica e di attività sostenibili, rispetto all’attività estrattiva e, nel territorio esterno al Parco, l’attività principale è quella estrattiva. Di conseguenza, va evidenziato che lo Statuto citato, relativo all’Ente Parco, non può che vedere l’attività con cui trovare l’equilibrio e da tutelare armonicamente con l’ambiente nel turismo e settori collegati e non nell’attività estrattiva che non è predominante nel Parco. Pertanto, si pone la necessità, dal punto di vista economico, di prendere atto che le Alpi Apuane si compongono di due aree fra loro ben distinte: quella dentro il Parco e quella fuori. La prima mantiene un ambiente ancora ampiamente protetto, proteggibile e ricostruibile laddove sono oggi cave mentre la seconda, specialmente a Carrara, è, di fatto, irrecuperabile dal punto di vista ambientale ma è diventata un bacino di estrazione industriale. L’obbiettivo, sancito dalla Costituzione, per tutti, è trovare un equilibrio fra le esigenze della protezione dell’ambiente e la necessità di salvaguardia del lavoro.
Salviamo le Apuane propone una soluzione semplice, in 5 punti, per far ciò.
- Individuare e specializzare come unico sito di estrazione industriale del marmo, di forte potenza, i grandi bacini storici di Carrara e solo quelli in tutte le Apuane.
- Specializzare il turismo e settori collegati come attività principale all’interno del Parco delle Apuane eliminando dai suoi confini, in quanto incompatibili con le ragioni della tutela ambientale e l’attrazione turistica, le cave di marmo (eliminando le Aree Contigue di Cava).
- Attivare l’obbligatorietà, prevista dalla Legge Regionale 35/2015, che il 50% del marmo escavato sia trasformato in loco (nelle Apuane) e riattivare/creare molti laboratori di lavorazione di qualità del marmo cavato a Carrara ma dislocati nei Comuni che hanno visto chiudere le cave sul loro territorio, in modo da riassumere il personale degli ex cavatori locali. I laboratori riceveranno il marmo in blocchi direttamente dai bacini di Carrara, anche tramite treno, al fine di limitare il movimento di mezzi inquinanti (camion).
- Impostare con la Regione Toscana un’azione di marketing territoriale di valorizzazione del Marchio Made in Italy del Marmo di Carrara, il marmo di Michelangelo al fine di competere –con una qualità d’immagine insuperabile- la concorrenza del marmo di altre nazioni e continenti.
- Completare il processo individuato dalla Legge 394/1991 (Legge Quadro delle Aree Protette) con la costruzione del Parco Nazionale delle Alpi Apuane e dell’Appennino toscoemiliano ricompattando il territorio individuato nella legge, come anche fonte di finanziamento nella fase di primo lancio.
Questa soluzione permette:
- di continuare l’escavazione come da legge attuale a Carrara, dove sono i bacini di gran lunga più grandi e ricchi di marmo e di marmo pregiato;
- di eliminare dal Parco delle Apuane attività incompatibili con la protezione ambientale come sono le cave (e le Aree Contigue di Cava);
- di salvaguardare il numero di posti di lavoro nei Comuni del Parco riconvertendo i cavatori (che fanno un lavoro usurante) in lavoratori da laboratorio (il cui lavoro non è usurante);
- di poter usare il Marchio Made in Italy Marmo di Carrara come elemento vetrina sia dell’ambiente di cava che dell’ambiente naturale apuano;
- di avere un’entità nazionale (e non solo regionale) come Parco con un peso molto più forte, anche economico.
Salvare le Apuane e il lavoro apuano si può, riunificando un territorio fortemente lacerato e conflittuale fra le ragioni della difesa del lavoro e dell’ambiente. Necessita uno sforzo di tutti, dalle Istituzioni democratiche, ai Sindacati, alle Associazioni, alle Imprese, alla Chiesa, alla società civile. Ma si può fare.
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La Lega ha approvato la variazione di 6 milioni e 800 mila euro, che impiega parte dell'avanzo di rendiconto 2023, con impegno e responsabilità nei confronti di tutta la città e nel rispetto dei suoi cittadini - dichiara Eleonora Cantoni, Segretario Lega di Massa - Oltre allo stanziamento per asfalti, verde pubblico e manutenzioni, finalmente con le nuove risorse l'Amministrazione Persiani potrà riqualificare il mercatino della Partaccia: un intervento atteso da molto tempo e che come Lega ci siamo per primi impegnati a mantenere. Importante anche la somma che abbiamo stanziato per la messa in sicurezza di alcuni versanti della montagna, per la copertura della partecipazione del Comune, in cofinanziamento, di quattro bandi per la prevenzione antincendio e la miglioria di alcuni istituti scolastici e per la riqualifica del dormitorio della residenza in emergenza abitativa delle Tortore. Con la stessa variazione potremo anche fronteggiare l'abbandono dei rifiuti attraverso un investimento sulle telecamere che permetterà di intercettare e poi sanzionare chi commette questo tipo di infrazione che si riscontra in diverse zone della città. Siamo soddisfatti anche per l'ingente somma che verrà destinata al settore sociale per migliorare e ampliare la sfera dei servizi destinati al contrasto delle povertà e alla tutela delle situazioni più fragili. A tal riguardo, una parte delle risorse verrà impiegata per la redazione del Piano eliminazione barriere architettoniche (peba) che il comune attende da tempo.Infine, con questa variazione siamo lieti di poter finanziare la stagione culturale estiva e la manifestazione Spino Fiorito, che valorizzerà i nostri prodotti enologici locali in una veste nuova e completamente rinnovata rispetto al passato.Tanti sono gli interventi e i servizi che verranno finanziati, ne ho citati solo alcuni: la volontà politica dell'amministrazione Persiani, di cui la Lega ne è orgogliosamente parte, dichiarata nelle linee di mandato e prima ancora nel programma elettorale, si tramuta così in azione, rispondendo a tutte le esigenze della città.
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Sullo stato di degrado del cimitero di Marcognano, dopo la replica dei responsabili di Nausicaa, la megapartecipata che ha in carico i servizi cimiteriali, torna il consigliere della lista Ferri, Filippo Mirabella: "Nel ringraziare sentitamente i tre operai che, quotidianamente, ottemperano al loro lavoro, dobbiamo, comunque, dissentire dalle affermazioni della Multiservizi Nausicaa. La fotografia riportata nell’articolo di giornale, rappresentava assolutamente lo stato del cimitero quando fu scattata e, stamattina, al fine di effettuare un ulteriore verifica fotografica ne sono stare scattate altre, in un luogo nel quale era stata effettuata la manutenzione, ma solo del camminamento e non degli spazi attorno alle tombe. È stato sufficiente fare un giro per il cimitero di Marcognano, come suggerito, per constatare come i normali servizi di pulizia e di mantenimento delle aree verdi vengano effettuati da pochi operai che hanno dei contratti di cinque e sei ore lavorative giornaliere ed uno di loro usufruisce anche di permessi speciali come previsti per legge, per cui purtroppo a volte è assente. Inoltre gli stessi, quando c è un funerale, non possono sfalciare l’erba e adoperarsi per effettuare la manutenzione perché devono essere a disposizione per la cura del defunto. Il lavoro di queste persone, con stipendi non consoni, è uno di quelli che, per fatica e stress, andrebbe considerato tra i più gravosi. I lavoratori infatti affrontano quotidianamente l’aspetto della morte: la sepoltura ed il trasporto delle bare che pesano oltre un quintale, la tumulazione, l’estumulazione e la riduzione della salma dopo molti anni dal decesso per farla entrare nel medesimo loculo accanto ad un’altra. Quella dell’operatore cimiteriale è una figura necessaria per molteplici aspetti e che non si limita quindi all'apertura e chiusura dei cimiteri o alla manutenzione interna, ma svolge mansioni delicate che vanno dalla presa in carico delle salme al rapporto con i familiari dei defunti e che per questo necessita di figure professionali preparate e adeguatamente formate. Mentre, l’organico degli addetti cimiteriali di Nausicaa è in costante calo, sia per i pensionamenti che per l’usura dovuta all'attività psicofisica, non è previsto nel piano occupazionale l’assunzione di personale col profilo di operatore cimiteriale. Al contempo non c’è alcun indirizzo politico dell’amministrazione Arrighi, che non intende assumere personale, mettendo a rischio un servizio essenziale per la comunità come quello cimiteriale. Nonostante che, e non è un concetto di seconda importanza, sia sempre stato sostenuto dai vertici di Nausicaa che i proventi del forno crematorio sono destinato ai servizi cimiteriali in quanto è un unico centro di costo. Considerato che il tempio crematorio purtroppo è molto efficiente, essendo in funzione a volte anche fino a mezzanotte, va da sé che nel bilancio della Partecipata ci sono i fondi sia per la manutenzione di tutti i cimiteri del territorio con importanti progetti strutturali, sia per assumere gli operai”.
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Nell’incarico conferito a una guida ci sarebbero anche le visite al Museo del marmo di Carrara, che, tuttavia è chiuso da due anni. A segnalare l’anomalia è il consigliere Filippo Mirabella della Lista Ferri che ha spiegato: “ Il Museo Civico del Marmo è chiuso da circa due anni in attesa di ristrutturazione, ma sembra che ciò non sia risaputo. Infatti nell'atto pubblico per un nuovo incarico di quasi 19 mila euro ad una certa Alice Andrea Rappelli, per organizzare ed accompagnare le persone a visitare l'area Archeologica di Fossacava, c’è scritto che sono previste anche visite ai musei, con particolare riferimento al Museo del Marmo i cui contenuti e tematiche sono complementari all’area archeologica di Fossacava”. Mirabella ha quindi sollevato una serie di quesiti rivolti alla dirigente del settore cultura Cinzia Compalati: “Come è possibile accompagnare i visitatori al Museo Civico del Marmo se è chiuso da due anni? Avevamo appreso già dei 10 mila euro di incarico a Sarah Fontana a supporto del polo museale compreso il Museo del Marmo e della dirigente Compalati. E non è l’unico caso di spreco di denaro pubblico: a dicembre 2023 infatti, l’Amministrazione Arrighi per 20 mila euro l’anno, aveva dato a Stefano Genovesi l’incarico di direttore scientifico per il l’area Archeologica di Fossacava e il Museo del Marmo, nonostante che appunto fosse chiuso. In effetti una sezione di archeologia romana con un'area dedicata ai reperti archeologici portati alla luce nelle cave romane di Carrara esiste all’interno del Museo, ma se è chiuso per essere ristrutturato e l’incarico della Rappelli va da Maggio a Febbrario, difficilmente potranno entrare i visitatori. Forse potranno fare un giretto nell’area esterna, dove però sono esposti alcuni impianti per il taglio col filo elicoidale, un telaio per la segagione dei marmi con cala a corda, risalente alla prima metà dell'Ottocento, ma niente di archeologico. Questa volta però a firmare l’atto non è stata la Dirigente Cinzia Compalati, ma la dirigente Tedeschi del Settore Sociale. Quindi domandiamo: perché è stata sostituita la Compalati? Ed era un conferimento così urgente da sostituirla? Tornando all’incarico che l’ amministrazione comunale ha affidato alla Rappelli per il periodo maggio 2024 – febbraio 2025 quindi per nove mesi, è previsto anche il conteggio degli ingressi al fine di fornire al committente dati statistici dell’Area archeologica di Fossacava. Sarebbe possibile rendere pubblici il numero dei visitatori degli anni 2021, 2022 e 2023 al fine di poter valutare se dall’amministrazione 5 Stelle ad oggi ci sia stato un aumento dei visitatori e dei turisti? A parte tutte le belle parole spese per l’ esecuzione di format laboratoriali e la promozione tramite il web e i social network, di materiale grafico autoprodotto, veniamo alla motivazione del perché si è arrivati a Alice Andrea Rappelli. Non tanto per le sue capacità e curriculum che sicuramente avrà ma non vengono resi pubblici, ma perché, come scrive la Dirigente Tedeschi - gli operatori presenti sul mercato con i requisiti richiesti sono “circoscritti“ da vocabolario delimitati, ristretti, arginati cioè pochi. Per cui viene contattata direttamente Alice Andrea Rappelli , che si rende subito disponibile allo svolgimento del servizio richiesto, senza una procedura di gara e senza averne valutato le capacità professionali. Chi conosceva il suo recapito? Purtroppo nonostante i molti incarichi assegnati, i Musei, non sono mai decollati anche sicuramente perché i fondi necessari per il loro rilancio non sono stati previsti nei bilanci e si sa che la cultura prodotta dall’amministrazione non gode di grossi utili. Malgrado tutto, uno spiraglio potrebbe essere partecipare a qualche bando e riuscire a vincerlo invece di sperare negli incarichi miracolosi , ma agire attraverso una serie di interventi per valorizzare e mettere a sistema un valore culturale molto prezioso per il rilancio del territorio in chiave turistico/culturale.
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Non è stata inserita all'ordine del giorno del consiglio comunale e senza giustificazione l'Interrogazione della consigliera Bennati del Polo Progressista riguardante la riapertura della fontanella EVAM.L'interrogazione era stata presentata regolarmente, ma evidentemente il Presidente Incoronato ha deciso di non introdurla nella discussione e fargli saltare un giro senza darne alcuna motivazione."Vorremmo conoscere i motivi dell'esclusione, ovviamente siamo legittimati a pensare che non fosse gradita a qualcuno" dichiara la Consigliera Bennati "Aspetteremo infatti la risposta del Sindaco in Consiglio la prossima volta e anche la risposta all'accesso presentato in merito più di 3 settimane fa, quindi in attesa ben oltre i 5 giorni regolamentari, ma di sicuro non molliamo""Nel frattempo il M5S continua la raccolta firme per la riapertura della fontanella EVAM , vedremo cosa risponderà l'amministrazione alle centinaia di cittadine e cittadini che hanno firmato" comunica Elisa Giovannelli (M5S) annunciando un nuovo gazebo raccolta firme per sabato 11 Maggio presso il pontile di Marina di Massa.
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“Le biblioteche comunali cittadine sono allo sbando”: lo afferma il consigliere dell’opposizione Massimiliano Manuel che spiega: “ Il processo di riorganizzazione delle tre sedi ha sancito la definitiva spoliazione della biblioteca di Marina. Questo ha causato la cancellazione della copertura finanziaria per un posto da bibliotecario specializzato da assumere nel 2024. Lo mette nero su bianco il documento dell'Area funzionale del fabbisogno del personale, approvato con delibera del dicembre 2023. Al momento stiamo assistendo anche all'impoverimento delle sedi di Carrara ad Avenza, in mano alla cooperativa Artemisia che dopo aver vinto l'affidamento, aveva cercato il personale su Facebook. Ultimamente la giunta Arrighi, continuando ad arrampicarsi sugli specchi , aveva millantato un'estensione dei servizio biblioteche su tutto il territorio del tutto immaginaria e aveva annunciato la riapertura di un servizio di qualità anche riguardo alla sede di Marina, cosa che ci aveva, non poco stupito”. Manuel ha lanciato una bordata all’assessore ai lavori pubblici Elena guadagni ricordando che proprio lei aveva riferito in consiglio comunale che, a Marina, era tutto pronto e che occorreva soltanto spostare dei libri. In realtà la biblioteca resterà chiusa per sempre. Le biblioteche, oltre ad essere preziose per gli studiosi, sono un mezzo indispensabile per ridurre le disuguaglianze sociali, dando opportunità di crescita anche a chi viene dalle classi più disagiate. Ma il sindaco e l'assessore nella nostra città, promuovendo con perseveranza la povertà educativa, le hanno trascurate sia dal punto di vista strutturale che degli arredi. A tutto ciò si aggiunge l'ormai drammatica situazione degli organici, con la progressiva sparizione degli specializzati bibliotecari e la perdita dei laboratori. La cultura quindi soccombe a decisioni deleterie da cui non riusciamo a liberarci: tagli, aperture a singhiozzo, incuria, orari ridotti, scarsità di personale ed eccessivo ricorso ai contratti precari. I nodi sono alla fine venuti al pettine e la gestione è ormai fuori controllo, e non è possibile garantire alcun servizio senza l'immissione in ruolo di nuovi bibliotecari. Chiediamo ancora una volta che vengano indetti concorsi per poter assicurare finalmente alla nostra città un servizio bibliotecario degno di questo nome, un cambio di rotta e una radicale modifica delle politiche culturali accompagnate da un piano straordinario di assunzioni. Tutto ciò per il buon mantenimento di tutte e tre le biblioteche, che tra l'altro custodiscono tesori straordinari e dovrebbe essere una delle priorità nell'agenda politica sia della Arrighi che del PD che la sostiene . Al contrario, le biblioteche sarebbero pressoché annientate.
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Dalle cronache e dai vari comunicati ufficiosi ed ufficiali si legge: “tragedia scampata…” oppure “ inquinanti non rilevabili…” e similari riferiti a diverse sostanze “bersaglio” ricercate con le analisi dei prelievi effettuati dai tecnici di Arpat intervenuti il giorno 6 maggio presso la Cava Fornace. Se è confortante - dichiarano i vari rappresentanti del CCA dbr (*) Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni per la depurazione, le bonifiche e la ripubblicizzazione del servizio idrico - che nelle matrici ambientali le temibili sostanze dannose e/o inquinanti “non sono rilevabili”, rimane forte la preoccupazione di cosa ed in quale quantità sia effettivamente uscito dal sito della discarica per disperdersi in ambiente. Se da un lato era di primario interesse di tutti i sindaci e dei cittadini sapere con urgenza l’eventuale superamento delle soglie dei vari inquinanti ricercati, dall’altro rimane inopinabile che dal sito della discarica è stata dispersa in ambiente una parte del materiale ivi stoccato. Si evidenzia, per quanto banale, che il mancato ritrovamento di sostanze nei campioni ambientali repertati, non esclude assolutamente la dispersione in ambiente da parte dell'impianto; ciò per limiti strumentali, per dispersione delle tracce delle sostanze disperse, per difficoltà intrinseche insuperabili di un campionamento “efficace”. E’ emblematica la similitudine con i campionamenti dell’aria, nelle prossimità di incendi di grossi depositi industriali dove non viene trovata traccia di inquinanti, seppur sia certa e comprovata la dispersione in aria di numerose e notevoli quantità di sostanze altamente tossiche, cancerogene e nocive; come dire la sostanza si è dispersa, ma non si è rilevata oppure la stessa è sotto soglia. Per l’incidente verificatosi nella discarica, la questione appare ben diversa.E’ accaduto qualcosa che non doveva accadere (secondo ipotesi basate sulle scarse informazioni recepite) se si fossero seguite ed applicate le buone pratiche gestionali di settore e le prescrizioni delle autorità preposte. Si potrebbe ipotizzare, ad esempio, che le acque meteoriche abbiano percolato il materiale stoccato per poi creare un pericoloso sovraccarico, diventato poi fatale per la stabilità delle opere di confinamento del materiale stoccato che così è stato in parte mobilitato e disperso con l’acqua.Ora, senza addentrarsi in questioni di norme e reati ambientali di piena competenza di Arpat, per i quali sicuramente informerà, se non lo ha già fatto, l’Autorità Giudiziaria, si ritiene in genere che gli eventuali reati ambientali si possano configurare non solo in caso di inquinamento ambientale (che appunto pare non rilevato da Arpat), ma anche e solo per la dispersione in ambiente di un certo quantitativo di sostanze che invece dovevano essere confinate e in modo idoneo. In particolare, essendosi verificato un incidente (che si presume quasi sicuramente non causato da fenomeni naturali), sarebbe stato opportuno (come senz’altro è stato fatto) che gli organi deputati avessero esteso i loro campionamenti almeno al materiale in stoccaggio che poi è franato e trascinato via in parte dall'acqua per poi disperdersi nell'ambiente. Ci auguriamo che i tecnici dell’Arpat abbiano campionato almeno il materiale stoccato coinvolto nell’incidente per accertare precisamente cosa si sia effettivamente disperso.Si evidenzia (a quanto ci risulta) che la ditta (che conferisce il rifiuto) recepisce il materiale in autocertificazione da parte delle società conferenti e non è tenuta ad effettuare verifiche fisico-chimiche. Proprio l’accadimento dell’incidente con l'avvenuta dispersione in ambiente pone come necessità cautelare l’accertamento puntuale dei materiali dispersi. Questa necessità assolve alla verifica che la discarica non sia stata oggetto di conferimenti di sostanze per le quali non era autorizzata. Ciò in buona fede e senza diretta responsabilità da parte del gestore. Le cronache sono purtroppo piene di episodi di conferimenti da parte di autotrasportatori o ditte conferitrici che consegnano ad impianti ignavi materiali ben diversi da quelli di cui ai documenti di trasporto e certificazione. E’ chiaro che non può fare felice nessun sindaco scoprire che nella discarica vicina o del proprio territorio si siano verificati conferimenti illeciti ma il verificarsi di un incidente nel quale tale materiale (come ipotesi sciagurata) viene purtroppo a fuoriuscire in modo incontrollato dalla discarica, pone l’obbligo cautelativo di mettere da parte la valenza delle autocertificazioni e provvedere ad accertare l’effettiva tipologia di sostanze e stimare la quantità complessiva di materiale che sia stata realmente dispersa all’esterno dell'impianto.
Se ancora non si fosse provveduto, appare di interesse primario far procedere su input di ognuno dei Sindaci i cui territori siano direttamente ed indirettamente interessati dalla discarica Cava Fornace.
Il CCA dbr (*) Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni per la depurazione, le bonifiche e la ripubblcizzazione del servizio idrico è composto da:
-Associazione per i Diritti dei Cittadini ADiC Toscana aps
-Movimento Consumatori Nazionale aps
-Associazione Comitato Acqua alla gola
-Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua odv
-Comitato Apuano salute ambiente della provincia di Massa Carrara
-IBS-Inter-rete Beni comuni e Sostenibilità
-Magliette Bianche di Massa Carrara (LL.Sedi)
- Croce Rossa risponde al territorio: ecco il modello a rete che sostiene l'emergenza degli sbarchi dei migranti
- Carrara città di serie b per Autolinee Toscane: chiude la biglietteria di Carrara e ne apre un'altra a Massa, lo segnala il consigliere Bernardi
- Sanac ancora nell'incertezza: parlano i lavoratori
- Il linguaggio dei media quando: il genere è un discrimine" convegno organizzato da Azzurro Donna Massa Carrara
- Montemagni (Lega) “interrogazione parlamentare al Ministero dell’Ambiente su Cava Fornace”
- Rifondazione Carrara: città indietro sul verde, necessario incrementarlo
- Amorese: 450mila euro per centro polivalente Archivio di Stato Massa
- Massa: raccolte oltre mille firme per dire no alla costruzione della questura nel parco degli Ulivi
- Centri polivalenti per tre Archivi di Stato toscani: c'è anche l'archivio di Massa nella proposta dell'onorevole FdI Alessandro Amorese
- Smottamento Cava Fornace: le critiche dei 5 Stelle di Massa


