Politica
Scarsa manutenzione e degrado nei parchi pubblici massesi: Stefano Benedetti accusa Paolo Casotti e chiede nuovi bandi per riassegnarne la gestione e chiede
Parchi pubblici nel degrado e manutenzione inesistente a Massa: la responsabilità della situazione critica, secondo Stefano Benedetti, presidente di Massa Città Nuova e membro del direttivo di Forza…

Piazza Donatori di Sangue nel degrado: Fratelli d'Italia Massa chiede intervento immediato
“Quello che dovrebbe essere un luogo di memoria, gratitudine e civiltà, oggi si presenta in uno stato di totale abbandono e incuria. Piazza Donatori di Sangue, con il…

Frane ad Altagnana, ancora nessun intervento: la segnalazione del Movimento 5 Stelle Massa
A distanza di un mese dalla prima segnalazione, il Gruppo Territoriale del Movimento 5 Stelle di Massa è tornato ad Altagnana per verificare lo stato delle frane che…

Il fallimento delle bibliocabine a Massa, da simbolo di cultura a monumento del degrado: la critica di Fratelli d'Italia
Le cosiddette "Bibliocabine", nate qualche anno fa come progetto di promozione della lettura e della cultura diffusa, si stanno rivelando oggi un clamoroso fallimento. Nella nostra città,…

Rumori assordanti dal gruppo elettrogeno vicino all'ex Civico di Carrara: la critica e i dubbi del consigliere Bernardi
“Gruppo elettrogeno mostruoso fuori dall’Ospedale Civico, rumori insopportabili e zero sicurezza”: è la realtà del dispositivo posto accanto all’ex ospedale civico di Carrara per fornire corrente ai macchinari…

Apre la Bau beach di Marina ma senza alcun servizio per gli utenti: una beffa secondo il consigliere Mirabella
“Senza senso e senza sostanza: così il consigliere della Lista Ferri Filippo Mirabella ha definito la nuova ordinanza emessa dal sindaco di Carrara Serena Arrighi sulla Bau-beach: “Dopo…

Polo progressista e di sinistra Massa: evento rifiutati e aumento TARI
Nei giorni in cui presso il sito industriale di CERMEC si svolgeva l’evento organizzato dall’amministratore unico Lorenzo Porzano denominato “Rifiutati”, l’amministrazione comunale annunciava l’arrivo delle cartelle TARI con…

Comunicazioni tardive e risposte social strafottenti: il Movimento 5 Stelle Carrara critica la gestione della variazione nella raccolta dei rifiuti di RetiAmbiente e del suo amministratore Fabrizio Volpi
La variazione nella raccolta dei rifiuti che unisce la plastica all'alluminio non sarebbe stata comunicata nelle modalità e nelle tempistiche giuste, secondo il Movimento 5 Stelle di Carrara…

Parte a Romagnano "SiCURAmente", il progetto di sicurezza e inclusione del comune di Massa
L'amministrazione comunale di Massa presenta "siCURAmente" il progetto di sicurezza partecipata ed inclusione sociale rivolto al quartiere di Romagnano e che è risultato tra i primi cinque progetti…

Corse saltate e continui disservizi nel trasporto pubblico locale: la segnalazione del consigliere Bernardi
Autobus fermi e cittadini di Colonnata in attesa: l'ennesimo disservizio estivo nel trasporto pubblico: la segnalazione arriva dal consigliere dell’opposizione Massimiliano Bernardi che spiega: “Alcuni giorni fa, alle…

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Il consigliere di Arcipelago Massa Andrea Barotti propone la fondazione di un ente per la valorizzazione del marmo, che faccia affluire nelle casse pubbliche le risorse da destinare ai servizi, al sociale e alla cultura, restituendo alla cittadinanza un po’ della ricchezza che questo territorio offre.
"La nostra comunità – esordisce Barotti - soffre per l'assenza di una visione di sviluppo, di una progettualità diversa rispetto al passato, per la scarsa qualità, efficienza dei servizi, per infrastrutture ormai datate o mancanti; si tratta di criticità, debolezze superabili con una classe politica capace di immaginare, costruire il futuro e di ricavare risorse, in un modo nuovo, dai beni della collettività.”
“Il marmo è il capitale che il territorio deve utilizzare per rinascere! – esclama il consigliere. “Fino ad oggi abbiamo ottenuto, con le concessioni e la tassa marmi, una parte della ricchezza custodita dalle nostre montagne; una quota che la comunità, alla luce delle conseguenze ambientali prodotte dall'escavazione, non ritiene adeguata".
Il civico prosegue e rileva: "I cittadini leggono, sui quotidiani, i numeri che l'oro bianco genera ma non vedono migliorare, progredire il territorio in cui abitano! Il decoro urbano non è quello di una città che possiede un materiale unico al mondo!”
“L'approccio che la città ha verso il marmo è la conseguenza di una storia difficile! –prosegue- Di una politica che ha cercato di governare lo sfruttamento ponendo dei limiti, penso alla percentuale di lavorato, ma non è riuscita, anche alla luce dei dati recentemente riportati su di una testata nazionale, a raggiungere risultati importanti”
“Il mecenatismo che avrebbe consentito di avvicinare le cave alla città non è stato adeguatamente coltivato; -fa notare Borlotti- le proposte lanciate, tese ad offrire un'opportunità di crescita culturale e formativa, non hanno suscitato reazioni! “
“Abbiamo faticato a recuperare fondi per la ristrutturazione del teatro, atteso anni per ottenere 30 milioni dallo Stato per bonificare la falda e poi vediamo arrivare capitali stranieri che acquistano, non per beneficienza, le viscere dei nostri monti! I cittadini pensano: a noi le briciole e la distruzione del paesaggio!"
Barotti esamina il ruolo svolto dalla politica e scrive: "La politica, spesso, affrontando la questione cave, specie quando ha normato il settore, si è trovata in una posizione estremamente complicata per l'impatto che certe scelte hanno avuto o possono avere sul fronte occupazionale! La sospensione o la fine di una concessione, ad esempio, determinano delle reazioni da parte degli addetti all'estrazione; in sintesi la politica non pare sia stata in grado di trovare un equilibrio tra la tutela dell'ambiente e le esigenze della realtà estrattiva esistente".
Barotti avanza una proposta: "Penso sia arrivato il momento di cambiare il ruolo del Comune! Riscuotere canoni e tassa marmi non basta! Se non verrà avanzata una proposta innovativa i problemi di sempre faranno, prima o poi, capolino.
Credo si possa immaginare di replicare, per le cave, quanto già esiste per l'acqua che sgorga dalle nostre sorgenti! Una società interamente del Comune, o pubblica privata, di Valorizzazione del marmo che estragga l'oro bianco, faccia affluire alle casse pubbliche risorse da destinare ai servizi (riducendo il costo per i cittadini), al sociale, alla cultura, ai lavori pubblici e che garantisca, per atto fondativo, la lavorazione in loco dei blocchi".
Secondo il Consigliere di Arcipelago Massa: "La creazione di un soggetto pubblico che sia "imprenditore" non si contrapporrebbe alle società private ma sarebbe in grado di assorbire, qualora una concessione decadesse, la forza lavoro e di garantire la continuità operativa del sito con ulteriori effetti positivi per la Comunità.”
"La costituzione di un Ente di valorizzazione – conclude Barotti - risponderebbe alla necessità di riconsiderare il marmo come bene irripetibile che non merita di finire in colle o dentifrici ma in quelle produzioni capaci di creare arte, architettura, design e lavoro".
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Sarebbe stato il sindaco, secondo il consigliere dell’opposizione Massimiliano Bernardi, a firmare la richiesta di un trattamento sanitario obbligatorio per il senzatetto che da mesi, ormai, viveva sotto le scale del comune di Carrara. Un provvedimento che ha scatenato la rabbia di Bernardi che ha fatto notare: “Invece di dare un alloggio per proteggersi dal freddo al senza tetto che si stava riparando abusivamente nell'androne del palazzo, il sindaco e l’assessore al sociale Anna Galleni hanno pensato bene di utilizzare il TSO, seguendo il metodo già messo a punto dalla sindaca di Roma Virginia Raggi. La Raggi, infatti, per mettere al sicuro dal freddo inverale i senza tetto romani ha chiesto all’avvocatura del Campidoglio di cercare soluzioni drastiche per allontanare queste persone sgradite utilizzando proprio il TSO.”
Bernardi si è detto indignato per quanto accaduto ed ha puntato il dito anche contro il silenzio colpevole di tutti gli schieramenti politici. “ Ritengo che scelta politica come questa – ha continuato Bernardi - derivi da una profonda ignoranza rispetto al bisogno degli ultimi e dei poveri, cioè di conoscenze e competenze che a mio parere, dovrebbero far parte del bagaglio di chiunque amministri una città o governi un paese.”. Bernardi ha detto di aver escluso il dolo da parte dell’assessore Galleni, ma non la colpa grave ed ha fatto riferimento alle dimostrazioni di solidarietà e preoccupazione da parte di molti cittadini verso il senza tetto che abitava sotto il comune ignorate dall’assessore che avrebbe sempre dato la responsabilità del caso alla Asl .
“Un tempo senzatetto e vagabondi venivano internati insieme ai criminali – ha aggiunto Bernardi – Fose il sindaco e l’assessore Galleni non lo ricordano ma sicuramente devono sapere che il Trattamento Sanitario Obbligatorio non è e non può essere, una risposta alla povertà e nemmeno al freddo, che non è una malattia ma un bisogno primario. Non si può utilizzare il TSO per esercitare il controllo sociale. Non sottovalutiamo il fatto inoltre che il sindaco, essendo preposto alla Protezione Civile per legge dello stato, ha l’obbligo di salvaguardare l’incolumità dei cittadini e che, invece di evocare ricoveri coatti che fanno parte dei periodi bui della nostra storia, si dovrebbe adoperare per trovare una soluzione. In questo momento di emergenza sanitaria gli ospedali devono essere usati per i malati e non per risolvere problemi di povertà e disagio sociale.”
Bernardi ha infine ricordato la difesa dei diritti degli ultimi che devono essere rispettati anche nel comune di Carrara e che includono per i senza tetto anche il diritto di scaldarsi.
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Un acronimo di cui la maggior parte di noi non conosce neppure il significato letterale. Eppure, a lanciare le Unità Speciali di Continuità Assistenziale ci aveva pensato otto mesi fa il DPCM del 9 marzo scorso, proprio il giorno in cui in Italia aveva inizio il lockdown.
Eravamo nel boom dell'emergenza sanitaria ed il governo aveva pensato ad assicurare le cure dei malati a domicilio. Il decreto aveva previsto parametri numerici, professionali, addirittura l'orario di lavoro e la retribuzione: veniva chiesto alle regioni di istituire una squadra ogni 50.000 abitanti con orario dalle 8.00 alle 20.00 sette giorni su sette per un lauto compenso di 40 euro l'ora. Unità speciali composte da dottori già in servizio, specializzandi in medicina geneale o in via residuale laureati abilitati e iscritti all'ordine. Ogni Unità avrebbe dovuto essere composta almeno da un medico ed un infermiere. Il tutto da realizzare, secondo decreto governativo, entro dieci giorni.
Il governo aveva anche previsto una prima tranche di 600 milioni di euro a cui ne ha aggiunti altri 60 milioni con il Dl Rilancio. Eppure, dopo otto mesi da questa bella pensata, delle 1200 Unità attese in tutto il territorio nazionale nelle varie regioni ne sono state istituite in numeri molto lontani dall'essere in regola: complice il calo estivo dei contagi ed anche l'assenza di protocolli unitari, di fatto le regioni e le aziende sanitarie hanno trascurato l'attivazione di questi bracci operativi che a molto servirebbero invece per fronteggiare la seconda ondata, già fuori controllo, di contagi.
La loro funzione sarebbe decisiva per monitorare la situazione clinica di chi è positivo al covid in isolamento, somministrare i farmaci ai malati, fare tamponi a domicilio: l'obiettivo delle squadre avrebbe dovuto esser proprio quello di allegerire la pressione sugli ospedali e sui medici di base.
A livello nazionale, le Usca sono attive a macchia di leopardo ed a livello regionale, ne ha riparlato in questi giorni il nuovo assessore regionale, Serena Spinelli. Intervento che non è sfuggito all'onorevole Cosimo Ferri che, sulla scia di un cambio di passo lasciato intravvedere dall'assessore Spinelli, torna sul tema: "Ho apprezzato la proposta del nuovo assessore regionale Serena Spinelli sul tema RSA, riportata oggi sulla stampa, di creare nuove Usca e di rafforzare la socializzazione che passi attraverso videochiamate che alcune strutture già effettuano".
Secondo Ferri: "Occorre rafforzare i controlli sanitari e monitorare costantemente la situazione. Non possiamo abbandonare gli anziani, staccarli completamente dai loro famigliari e scaricare tutto su chi gestisce le RSA. La prima ondata – prosegue - ci ha purtroppo insegnato che possono essere focolai terribili anche in considerazione del fatto che questo virus colpisce maggiormente chi è già fragile e quindi abbiamo il dovere, come Governo e Regione, di risolvere il problema con risposte concrete ed efficaci".
E Ferri prosegue riferendo di aver già in precedenza attenzionato il problema: "Nella provincia di Massa Carrara, per esempio, durante la prima ondata ho lanciato un appello pubblico al direttore generale dell'Azienda Usl Toscana Nord Ovest, Maria Letizia Casani, facendo particolare riferimento all' “allarme Rsa” perché mi sembrava sottovalutato e non vedevo risposte concrete, che poi, sono arrivate in parte. Ma ora dobbiamo fare meglio per gestire questa seconda ondata e recuperare i ritardi".
Cosimo Ferri conclude con un appello alla Spinelli: "Con la stessa chiarezza dico all’assessore Spinelli di non fare passi avanti sbagliati nel pensare ad una riforma che incida negativamente nel rapporto tra servizio pubblico e privato. La sinergia deve portare ad una sintesi utile per rafforzare la tutela della salute dei cittadini. Si pensi a combattere il covid con tutte le forze in campo e non a riforme pericolose. Lavoriamo per far funzionare e migliorare il pubblico e per rispettare la libertà di chi vuole investire nel privato, il tutto nell’esclusivo interesse di chi cerca assistenza, cura ed ospitalità".
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Molte le criticità che Italia Viva di Massa fa presente alla Giunta Persiani in merito al Regolamento degli Agri Marmiferi in via di approvazione: degrado ambientale con nuove cave in apertura, nessun percorso partecipativo, filiera corta che non potrà prenderà fiato senza la promozione della vendita in loco da parte dei concessionari, lunghezza delle concessioni in base alle percentuali di materiale lavorato in loco ma stabilita a discrezione della Giunta, nessun nuovo tipo di controllo e tracciamento delle quantità e qualità del materiale con videosorveglianza intelligente e pubblica, e soprattutto un sistema di applicazione del canone estrattivo legato a una media ponderata su dati presuntivi piuttosto che il suo valore effettivo. Sono diversi gli interrogativi che gli esponenti di Italia Viva di Massa Eleonora Lama e Jacopo Cancogni, mettono sul piatto e rimproverano all'amministrazione massese, portando contemporaneamente dei suggerimenti.
"Il Regolamento degli Agri Marmiferi del Comune di Massa che la giunta Persiani intende approvare non offre sufficienti garanzie per il territorio ed è bene che i cittadini ne siano informati-mettono le mani avanti Lama e Cancogni- visto che non ci risulta sia stata posta in essere, ad oggi, alcuna forma di coinvolgimento pubblico su un tema così delicato".
I due esponenti di Italia Viva passano poi in rassegna il documento spiegando punto per punto il motivo delle loro conclusioni:" Lo ricaviamo da alcuni dati. Non solo-fanno sapere nella loro nota- basterà lavorare in loco il 50% del materiale estratto per aggiudicarsi una concessione fino a 25 anni, il 40% per una concessione fino a 21 anni, il 30 % per una concessione fino a 17 anni e il 25% per una fino a 13 anni – durata che verrà inspiegabilmente stabilita dalla Giunta - ma inoltre non è prevista alcuna ulteriore strategia per incrementare la filiera corta e cioè per aumentare i soggetti coinvolti nella lavorazione e commercializzazione del marmo. Obbligare a lavorare in loco non è sufficiente-osservano perentori e suggeriscono- Le grandi imprese, infatti, hanno già propri impianti di lavorazione. Diverso sarebbe incentivare i concessionari alla vendita in loco. In questo modo anche chi lavora e commercializza il marmo avrebbe maggiori possibilità di partecipare alla filiera, rispetto alle attuali".
Non solo, Lama e Cancogni auspicando un sistema pubblico di tracciamento e un marchio identificativo della provenienza apuana e garante della qualità dei blocchi, proseguono nella disamina del Regolamento sul tavolo della Giunta:"Non è previsto, inoltre, alcun nuovo sistema pubblico di controllo e tracciamento delle quantità e qualità del materiale estratto. Saranno i concessionari, compilando un certificato o inserendo un chip, a dichiarare il tipo di materiale e la quantità estratta. Un sistema di videosorveglianza intelligente, invece-proseguono i rappresentanti di Italia Viva invocando un sistema pubblico e più sofisticato- permetterebbe di monitorare, cava per cava, tutto ciò che viene estratto e di tracciarlo fino alla pesa pubblica, dove il Comune, attraverso addetti specializzati, potrebbe qualificare il materiale e applicare la corretta tassazione. Un sistema di tracciamento pubblico potrebbe, inoltre, garantire la provenienza e la lavorazione in loco del materiale, favorendo la costituzione di un marchio di Indicazione Geografica Protetta del marmo di Massa".
L'ultimo dato preoccupante-toccano infine lo strategico sotto molti aspetti, campo economico e fiscale- è quello relativo al canone estrattivo. Il canone sarà calibrato non sul valore del singolo blocco effettivamente estratto, ma su una "media ponderata" e cioè una tabella elaborata sulla base di dati presuntivi e approvata con atto di Giunta".
Un encomio quindi viene riconosciuto al consigliere del Carroccio massese Luca Guadagnucci:"Solo grazie all'intervento del presidente della commissione Ambiente, il consigliere Luca Guadagnucci, che già lo scorso dicembre chiese il rinvio dell'approvazione del regolamento è stata, infatti, prevista la "possibilità" (e non l'obbligo!) di rivedere il canone, a partire dal 2021, sulla base dei dati della pesa".
Ed ecco le domande che Eleonora Lama e Jacopo Cancogni pongono:"Ci domandiamo perché l'amministrazione massese preferisca calcolare la tassa marmo su dati presuntivi anziché sui dati reali, quelli che registra mensilmente la pesa pubblica gestita dalla Master e, cioè, gli unici dati in grado di dirci effettivamente quanto materiale e di che qualità scende dalle nostre montagne-insistono ancora puntando il dito su un altro documento altrettanto delicato dal punto di vista ambientale- Come verranno utilizzati, infine, il canone concessorio e quello estrattivo? La prima bozza dei Pabe, infatti, sembrava preludere alla riapertura di almeno 7 nuove cave, dunque, è prevedibile che nei prossimi anni assisteremo a maggiori introiti ma anche a maggiori necessità ambientali. Di questo nel regolamento si dice poco e nulla".
Eleonora Lama e Jacopo Cancogni arrivano a una chiosa finale che richiama a equilibrio e ponderatezza:"Concludiamo affermando che l'attività estrattiva non deve essere demonizzata, essendo un comparto fondamentale della nostra Provincia ma sono proprio le amministrazioni che devono disciplinarla attentamente in modo che il territorio ne possa ricavare i maggiori benefici con i minori costi in termini ambientali, mentre ci sembra che alla base di questo regolamento manchi, nella sostanza, un progetto di sviluppo accorto del settore lapideo massese".
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Giusto ieri, nientepopodimeno che Anonymous, il fenomeno internet più celebre al mondo, che conduce battaglie politiche spietate nascosto dietro la celebre maschera di Guy Fawkes, V per vendetta, ha scelto il sito del comune di Carrara per hakerarlo e lanciare uno dei suoi messaggi, peraltro tra i meno significanti.
Per quanto la scelta di tale vetrina da parte del grande Anonymous si collochi tra l'incomprensibile e il ridicolo, l'evento deve aver comunque causato una sorta di sollevazione dei fantasmi del web tanto che, dopo il giallo di Anonymous che si prende la briga di entrare nel sito del comune di Carrara per non dire nulla di rilevante, c'è stato il giallo di un assessore che ha riposto nei dettagli a una domanda che non era mai stata formulata. Ieri, infatti, verso le 19 è arrivata ed è stata pubblicata sulla Gazzetta di Massa Carrara, una replica dell'assessore Anna Galleni, redatta dalla portavoce del sindaco, che faceva riferimento ad accuse in merito alla convenzione del comune con Caritas, formulate, a mezzo stampa, dal consigliere dell'opposizione Massimiliano Bernardi. Ma nessun giornale aveva pubblicato l'ipotetica accusa di Bernardi.
I battibecchi mediatici tra Galleni e Bernardi, si sa, sono diventati ormai come puntate di casa Vianello e quindi è facile che si possa perdere il filo di chi replica a chi. Meno facile è che tale filo lo perdano i Sandra e Raimondo di turno e praticamente ha del soprannaturale che uno dei due risponda nel merito di un argomento all'altro, senza che questo abbia formulato la domanda. Ma tant'è e l'ipotesi più accreditata per spiegare il fenomeno è che il fantasma del comunicato - effettivamente inviato alle testate locali dal consigliere Bernardi e poi da lui stesso ritirato a seguito di una verifica che annullava il quesito da lui posto - ha continuato a viaggiare in rete fino ad arrivare al suo destinatario che prontamente ha replicato, forse, senza aspettare che la domanda venisse effettivamente posta sulla stampa.
Anonymous probabilmente deve aver lasciato la porta aperta quando è entrato nel sito del comune di Carrara e gli avatar dei comunicati cancellati hanno fatto baldoria. In fondo Halloween era solo qualche giorno fa e i dolcetti non si potevano dare per disposizioni governative.
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La Giunta Persiani e l'assessore al sociale Amelia Zanti tengono a battesimo un bando di manifestazione di interesse allo scopo di promuovere Progetti Utili alla Collettività e chiamano a raccolta le associazioni del terzo settore: cooperative sociali, organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, imprese sociali e fondazioni disponibili perché manifestino il loro interesse appunto e un loro progetto capace di coinvolgere i beneficiari del reddito di cittadinanza presenti nel territorio comunale. Il bando si riferisce agli anni 2020-2023 e si propone di promuovere una politica attiva di lotta alla povertà.
I Progetti Utili alla Collettività (PUC) prendono vita nell'ambito dei Patti per il lavoro e per l'inclusione sociale, attraverso ai quali i beneficiari del reddito di cittadinanza sono tenuti a svolgere Progetti Utili alla collettività nel Comune di residenza per almeno 8 ore settimanali, aumentabili fino a 16. I Comuni sono responsabili dei PUC e li possono attuare in collaborazione con altri soggetti. "Oltre a un obbligo, i PUC rappresentano un'occasione di inclusione e crescita per i beneficiari e per la collettività: i progetti, infatti, saranno strutturati in coerenza con le competenze professionali del beneficiario, con quelle acquisite anche in altri contesti ed in base agli interessi e alle propensioni emerse nel corso dei colloqui sostenuti presso il Centro per l'impiego o presso il Servizio sociale del Comune" recita il Ministero del Lavoro.
Allo stesso modo si esprime l'assessore Zanti:" Siamo pronti a partire per rendere concreto questo strumento che consente a chi è destinatario del reddito di cittadinanza di lavorare per la propria comunità. E' un' occasione di inclusione, di formazione e di crescita attesa sia dai beneficiari sia dalla collettività".
I soggetti interessati potranno aderire all' Avviso di Interesse compilando l'apposito modulo predisposto dal Comune di Massa, reperibile sul sito istituzionale dell'Ente all'indirizzo www.comune.massa.ms.it entro il 30 novembre.
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In consiglio comunale di mercoledì scorso è approdata all'ordine del giorno la sentenza con cui il Tar ha condannato il comune a versare a titolo di risarcimento danni 6 mila euro all'associazione la Cerbaja: l'associazione in convenzione con l'amministrazione comunale per la gestione del parco di Ricortola. Il Consiglio ha infatti votato a maggioranza, a seguito della sentenza, il riconoscimento del debito fuori bilancio che permetterà così alle casse comunali di effettuare il pagamento.
Facendo un passo indietro, ricordiamo come nell'estate del 2019 con determina del dirigente comunale successiva all'esposto del consigliere di Forza Italia nonché presidente del Consiglio comunale Stefano Benedetti, aveva revocato la convenzione per la gestione del parco naturale di Ricortola avendo riscontrato, come segnalato da Stefano Benedetti, delle omissioni sul regolamento comunale nell'organizzare di alcune feste tra cui la Festa della Riscossa Popolare. Da lì l'associazione aveva impugnato l'atto davanti al Tar, il quale qualche giorno fa si è espresso con sentenza di condanna per il Comune al risarcimento del danno in favore dell'associazione Cerbaja, disponendo anche la revoca dell'atto.
Smorzano le polemiche le forze di maggioranza mentre accendono il dibattito le opposizioni le quali durante l'ultimo consiglio di mercoledì scorso appunto, sul voto in questione si sono invece astenute. Fa sapere la consigliere Pd Elena Mosti: "Il Comune ha perso anche il ricorso. Una triste vicenda di prepotenza, dove l'impegno gratuito dei cittadini e delle cittadine di Ricortola e zone limitrofe è stato vittima dell'insolenza di chi fa della politica una mera questione di vendetta personale-sottolinea Mosti che prosegue-Un parco quello, inclusivo e aperto a tutti e a tutte. Luogo di socializzazione, solidarietà e cultura. Grazie all'associazione e a tutte quelle persone che dedicano il loro tempo libero per fare manutenzione, accoglienza e vigilanza". La consigliere Pd ha parole di stima verso l'associazione Cerbaja. "Con insistenza e determinazione-ha tenuto infatti a ribadire Elena Mosti- l'attuale amministrazione ha cercato di azzerare l'impegno decennale di questo luogo, ma con la medesima insistenza e determinazione, né l'associazione né la cittadinanza si sono arrese. Hanno raccolto fondi per pagare le spese processuali e con dignità e orgoglio hanno dimostrato di aver agito sempre per il bene della comunità. Credo che questi soldi dovrebbe pagarli chi ha portato a questo debito e non la cittadinanza".
Le fanno eco le parole di un'altra ala dell'opposizione: il consigliere pentastellato Paolo Menchini suona la carica e provoca: "In Consiglio abbiamo ricordato che nei giorni della festa di alcuni partiti politici Bendetti aveva chiesto la sospensione della convenzione con l'associazione che gestiva Ricortola e dopo qualche giorno arriva l'indicazione del dirigente perché la convenzione fosse ritirata. In Consiglio abbiamo letto la sentenza: il Comune è costretto a risarcire un totale di 6 mila euro e io ho chiesto che di questo debito ne risponda in prima persona il dirigente. Non solo: Benedetti è il presidente del Consiglio comunale e dovrebbe essere una figura super partes non un tifoso politico come ha dimostrato di essere in quel frangente".
Rispondono sia l'assessore ai Lavori pubblici Marco Guidi sia il diretto interpellato, il presidente del Consiglio Benedetti. "Il tema è un po' dibattuto-ammette Guidi-il Tar ha accolto il ricorso dell'associazione anche se non è entrato nel merito specifico della vicenda. C'è stato un errore del dirigente ma non credo si possa parlare di dolo o colpa grave, il dirigente ha seguito la procedura che riteneva essere corretta: si tratta di una provocazione da rispedire al mittente".
Intanto anche Stefano Benedetti non cambia posizione e incalza a sua volta: "Sarà la Corte dei Conti quando gli arriverà il riconoscimento di debito fuori bilancio che valuterà se ci sono responsabilità da parte di chi ha firmato l'atto, vale a dire il dirigente. Non è certo possibile, come ha affermato qualcuno, che debba essere addebitato a me in quanto autore dell'esposto. La legge-ricorda inoltre Benedetti rivolgendosi a chi lo accusa di tifoseria- prevede che il presidente del Consiglio sia scelto tra i consiglieri per questo sono contemporaneamente presidente del Consiglio e consigliere dunque membro di un gruppo politico: la legge me lo permette. Quando voto, voto in quanto consigliere e per giunta-ha aggiunto restando fermo sulle sue opinioni- sono ancora convinto di avere ragione e insisterò perché l'amministrazione comunale non faccia partecipare Cerbaja al bando di gara quando scadrà il termine della convenzione. Ha commesso delle omissioni come ad esempio sorvolando dal chiedere l'autorizzazione al Comune per organizzare una festa politica: è compromesso il rapporto fiduciario tra loro e il Comune. Scriverò in Consiglio. Tra l'altro il Tar non è entrato nel merito della convenzione-ha sostenuto e concluso anche Stefano Benedetti -si è fermato a un fatto tecnico: il mancato preavviso di 20 giorni da parte dell'ufficio comunale che avrebbe dovuto mandare una lettera con le contestazioni dando modo così all'associazione di portare delle memoria".
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Era una delle tappe obbligate dei “Degrado tour” di Assemblea Permanente per criticare l’operato della giunta Zubbani, particolarmente amata dagli stessi pentastellati che oggi governano la città e che, all’epoca erano all’opposizione.
Ma l’ascesa al potere di quelli che tanto contestavano la malagestione di Zubbani & Co. non ha prodotto, per il caso specifico, alcun miglioramento. Stiamo parlando dell’area dove per decenni è sorto ed ha brillato l’hotel Mediterraneo, raso al suolo più di dieci anni fa con un non chiaro proposito di ricostruzione che, di fatto, non è mai stata realizzata ed ha lasciato invece una ferita sfregiata nel cuore di Marina,la parte più turistica della città.
A rigirare il coltello nella piaga – mai termine fu più appropriato – dell’ex hotel Mediterraneo è stato il commissario della Lega Salvini Premier, Nicola Pieruccini che non ha mancato di ricordare i tempi in cui, per i grillini, lo stato dell’ex Mediterraneo era uno scandalo vergognoso. “ Definirla una situazione di degrado è insufficiente – ha detto Pieruccini – e non corrisponde allo stato di deterioramento e di disfacimento in cui oggi versa l’area ex Mediterraneo. E’ evidente la totale mancanza di cura che rimanda un segnale sintomatico di malessere, se non di declino, di una intera città sotto le mani di questa amministrazione.”.
Pieruccini ha ricordato come, con grande facilità l’attuale vicesindaco Matteo Martinelli, quando ancora era consigliere dell’opposizione, incolpasse i politici di turno per il danno enorme allo sviluppo della zona centrale di Marina, chiedendo soluzioni concrete per l'ex Hotel Mediterraneo al fine di rilanciare il turismo e l' economia . “L'area oggi è gestita dall’amministrazione 5 Stelle, continua ad essere squallida per lo stato dell'ex albergo ed in più, è circondata anche dallo scempio di un transennamento che da oltre quattro mesi costeggia la pineta di Via Genova e una parte del Viale xx Settembre davanti alla delegazione di Marina. Ciò che ci disorienta è ancora una volta la mancanza di attenzione al decoro urbano della viabilità e della sicurezza da parte dei 5 Stelle che si mostrano sempre più scoordinati ed improvvisati.”.
La lezione derivata dall’abbattimento dei pini di viale Colombo, secondo la Lega, non avrebbe prodotto alcun risultato positivo in merito alla consapevolezza di non abbattere più alberi senza la preliminare valutazione agronomica, che,peraltro, è obbligatoria. “ L’assessore Andrea Raggi – ha continuato Pieruccini - aveva avviato un attività di consulenza agronomica per 5 mila euro e rilievi accertamenti indagini e analisi specialistiche su alberature per altri 5 mila. Sorvolando sul perché il comune sia ricorso ad agronomi esterni quando c’è un dottore agronomo all’interno di Nausicaa pagato con soldi pubblici, quello che ci interessa ora è sapere cosa abbia deciso l'incaricata relativamente ai pini Via Genova e se a seguito di decisioni prese saranno abbattuti o salvati e se il manto stradale sarà riconsegnato quanto prima ai cittadini in sicurezza. Pare che il flop per entrambe le situazioni sia certo e che i marinelli dovranno digerire ancora per un bel po’ le transenne soprattutto per mancanza di finanziamenti- strade nel piano triennale delle opere pubbliche .”.
“Dopo tre anni dovrebbe essere chiaro anche all'amministrazione De Pasquale che l'imprenditore Enrico Bogazzi , in seguito alla rescissione della convenzione e alla riscossione da parte del comune degli 800 mila euro della fidejussione, non aveva avuto più alcun interesse per lo stato del suo cantiere. – ha aggiunto Pieruccini - I 5 Stelle non possono nemmeno contare sui circa due milioni di euro richiesti dall’amministrazione precedente per il pagamento della parte di area cosiddetta dei “Portuali”, in quanto c’ è un processo in corso che durerà ancora qualche anno, per cui l’unica strada è un’ ordinanza sindacale che imponga a Bogazzi di ripulire la zona e renderla decorosa e sicura. Insomma la Porto spa prima ha distrutto un albergo esistente e funzionante, poi si è disinteressata per ripicca dello stato obbrobrioso del cantiere. Ed i grillini che da oppositori invocavano interventi urgenti, ora stanno a guardare. Dal momento che oggi la situazione è ulteriormente peggiorata a causa della mancanza delle azioni per incentivare turismo e commercio sul territorio, tema definitivamente naufragato invece che incentivato con lo scoppio dell’epidemia da coronavirus, la Lega chiede quando l’amministrazione 5 Stelle voglia mettere in atto tutte quelle procedure idonee a ridare una dignità a via Genova , all’ex Mediterraneo e alle zone adiacenti.”.
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Potenziare il più possibile la capacità di risposta all'emergenza Covid anche attraverso l'utilizzo delle strutture sanitarie private. E' questo il senso dell'ordinanza firmata oggi, 5 novembre, dal presidente della Regione
Toscana, Eugenio Giani. In virtù di questo provvedimento le aziende sanitarie potranno avere a disposizione ulteriori posti letto per il ricovero di pazienti Covid.
Secondo quanto stabilisce l'ordinanza, spetterà alle Aziende Sanitarie Locali, nell'ambito del territorio di propria competenza, individuare le strutture private, accreditate e non, il personale sanitario, i locali e le apparecchiature delle stesse e procedere, sulla base di tale individuazione, alla relativa richiesta di messa a disposizione.
Le strutture interessate saranno ristorate con la corresponsione di un equo indennizzo o attraverso la stipula di contratti.
“La disponibilità di posti letto aggiuntivi nelle strutture private - commenta il presidente Eugenio Giani - ci permetterà di poter gestire nelle varie aree della regione l'eventuale incremento di ricoveri. Sarà quindi un sostegno importante in questa fase delicata e anche un segno tangibile del coinvolgimento di tutto il sistema regionale per fronteggiare l'emergenza.
“Questa nuova ordinanza - spiega l'assessore alla sanità Simone Bezzini - che è anche il frutto di un confronto costruttivo con la sanità privata, produrrà una ulteriore disponibilità di 400-500 posti letto che potranno essere utilizzati per i pazienti di tutta la Toscana, in particolare nell'area dell'Asl Centro".
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“Mi lascia perplessa il fatto che in una situazione drammatica, come quella attuale, il consigliere Bernardi non trovi di meglio da fare dello spremersi le meningi per produrre falsità. In altre circostanze avrei soprasseduto ma poiché il tema è delicato e riguarda Caritas, mi corre l’obbligo di replicare”.
Si apre così la nota dell'assessore al Sociale Anna Galleni all'ennesima serie di falsità divulgate a mezzo stampa dall'esponente della minoranza.
“Il consigliere riferisce che la sottoscritta avrebbe, in questo periodo così delicato, contestato fatture e non avrebbe sottoscritto la convenzione con Caritas per la gestione della mensa dei poveri. Queste sono tutte fandonie. Le fatture sono state onorate, Caritas sta operando in proroga di convenzione e dulcis in fundo, è in corso una concertazione in co-progettazione per una nuova convenzione che sia degna di questo nome, visto la precedente” spiega Galleni.
“La fiducia e la collaborazione con Caritas da parte dell’Amministrazione è ad ampio spettro – prosegue l'assessore - I progetti in corso sono anche altri, tipo il tanto vituperato (ma solo dal Consigliere Bernardi) housing first, un progetto innovativo che permetterà la condivisione di una casa da parte di più persone che erano senza tetto”. Galleni ricorda inoltre che “proprio durante il picco emergenziale più acuto dei mesi scorsi l’Amministrazione ha collaborato in sinergia con Caritas proprio per garantire il servizio mensa per i bisognosi tramite l’aiuto in pianta stabile della Protezione civile. Non mi sto a dilungare oltre, perché molto altro ci sarebbe da aggiungere. Spero solo che le persone che sono nel bisogno – conclude l'assessore - non credano a quanto riferito dal consigliere: la mensa della Caritas non chiuderà e l’Amministrazione è al suo fianco”.
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