Politica
Roberto Valettini è il nuovo presidente della Provincia di Massa e Carrara
Roberto Valettini è il nuovo presidente della Provincia di Massa e Carrara. Il sindaco di Aulla, candidato della coalizione di centrodestra, ha battuto Gianluigi…

Materiali lapidei, Campione senatrice di Fratelli d’Italia: "Odg alla manovra sui residui lavorazione marmo è una bella notizia per tutto il comparto"
«È stato approvato dalla commissione Bilancio del Senato il mio ordine del giorno alla manovra, che propone una nuova regolamentazione per i residui di lavorazione del…

Consulta immigrati comune di Carrara: la presidente è Marinela Cuni che assicura "Ascoltare, integrare e collaborare sono i nostri obiettivi"
La consulta dei Cittadini immigrati ha una nuova presidentessa. Si chiama Marinela Cuni, è di origine albanese ed è stata scelta dai componenti della consulta giovedì scorso. Ad…

Lorenzo Pascucci nominato responsabile regionale dell'organizzazione di Forza Italia Toscana
“Accolgo con grande onore e profondo senso di responsabilità la nomina a Responsabile Regionale dell’Organizzazione di Forza Italia Toscana. Ringrazio il Coordinamento Regionale e il Segretario Regionale Marco…

Le liste civiche di Massa sosterranno Roberto Valettini alla Presidenza della Provincia di Massa-Carrara
Le liste civiche Civici Apuani e Lista Persiani Sindaco comunicano la propria decisione di sostenere la candidatura di Roberto Valettini, sindaco di…

Politeama Verdi a Carrara: incontro tra condomini e sindaco Arrighi che assicura che il prossimo passo sarà il progetto di consolidamento
Politeama: nuovo incontro a palazzo Civico per discutere del futuro dell'edificio di piazza Matteotti. Dopo che lo scorso 27 novembre si era riunito il tavolo tecnico a cui partecipano, oltre…

Elezioni provinciali: 17 sindaci e 228 consiglieri comunali al voto per scegliere il nuovo Presidente della Provincia
Tutto è pronto a Palazzo Ducale per accogliere i 245 "grandi elettori" (17 sindaci e 228 consiglieri comunali) che sabato 20 dicembre 2025 sono chiamati a scegliere…

Rinnovo del consiglio direttivo dei Paladini Apuoversiliesi: Colacicco confermata alla presidenza
Lunedì 15 Dicembre si è tenuta l' assemblea dell’Associazione Paladini Apuaversiliesi, quest’anno anche elettiva del nuovo Consiglio Direttivo per i prossimi cinque anni dal 2026 al 2030. “Dopo…

Autonomia e responsabilità: il segretario generale di Cisl scuola Toscana Roberto Malzone interviene sul caso Albanese
"In merito alle polemiche e alle annunciate ispezioni nei confronti di istituti scolastici a seguito di iniziative cui ha preso parte Francesca Albanese - ha dichiarato Roberto Malzone,…

La consigliera del Comune di Massa Daniela Bennati, Polo Progressista & di Sinistra: "Il Presidente Incoronato garantisca la trasparenza della seduta sulle partecipate"
"I consiglieri non dovrebbero essere schiaccia-tasti e comunque io sicuramente non lo sono." Così la consigliera Daniela Bennati del Polo Progressista & di Sinistra interviene…

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A sostegno del grido d'allarme lanciato dalle associazioni di categoria, il Gruppo di Fratelli d'Italia con una mozione, di cui il primo firmatario è il vice-capogruppo Vittorio Fantozzi, chiede alla Regione Toscana aiuti immediati per la filiera della moda ed al Presidente Giani di farsi promotore presso il Governo affinché adotti quanto prima strategie efficaci di azione per sostenere il settore.
"E' disperato il grido d'allarme che arriva dalle attività che fanno parte della filiera della moda. La Regione Toscana non può abbandonare questo settore vitale per la nostra economia. Non sono fantasmi, sono a rischio migliaia di aziende e decine di migliaia di posti di lavoro -si appella il vice-capogruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio regionale, Vittorio Fantozzi- In Toscana si contano 17.620 imprese attive nel tessile, abbigliamento e calzature, per il 61% artigiane. Già a maggio, i dati Irpet, evidenziavano che il sistema moda toscano perdeva il 40% di fatturato e le esportazioni si attestavano su -35,5%. La moda è una "vittima" dimenticata, nonostante gli imprenditori abbiano investito per allinearsi alle norme, trovandosi poi costretti a fermare la loro attività. Serpeggia la sensazione di impotenza e frustrazione".
"La distribuzione è la maglia finale di una lunga catena. Se viene danneggiato l'intero settore della vendita al dettaglio, anche la produzione artigianale e industriale frena. La moda in Toscana è la nostra eccellenza. Sapienti artigiani, con cultura tramandata da secoli, creano manufatti che in questo momento non trovano sbocchi commerciali –dichiara il Consigliere regionale, Gabriele Veneri- Perderemo competenze e l'intera filiera del "Made in Toscana", con la ripresa, sarà debole e in parte a pezzi. I nostri distretti moda stanno vivendo un momento di difficoltà mai vista in precedenza, penso al distretto orafo, tessile, calzaturiero, conciario. I loro prodotti sono fermi nei magazzini e, anche se non biodegradabili, sono legati a le stagioni e al loro stile che una volta passato li rende invendibili. Sono totalmente contrario alle chiusure delle attività commerciali, una scelta fatta senza criterio e soprattutto senza erogare risorse nei tempi adeguati (denaro a fondo perduto subito!) il resto sono solo chiacchiere e propaganda. Servono contributi a fondo perduto, liquidità dalle banche, detassazione e rottamazione dei magazzini, prosecuzione della cassa integrazione. Se il Governo non farà manovre economiche immediate le attività chiuderanno. Si poteva rimanere aperti, seguendo le regole del numero limitato all'interno degli esercizi commerciali. Poi, un giorno, qualcuno mi spiegherà che differenza passa tra vendere una scarpa per bambini e una per adulti a livello di rischio di contagio. Apprezziamo la presa di posizione del Governatore Giani nei confronti dei giganti del commercio online ma le scelte sciagurate del Governo Conte, che pure Giani sostiene, servono su un piatto d'argento lo sviluppo e la crescita del monopolio commerciale alle multinazionali a discapito del negoziante tradizionale".
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"Le bonifiche dell'area industriale fra Massa e Carrara fanno parte degli obiettivi della nuova governance della Confindustria, poiché rappresentano uno dei principali vincoli allo sviluppo che abbiamo necessità di rimuovere, dopo anni che se continua a parlare. Su questo tema credo sia indispensabile il concorso delle amministrazioni locali, della Regione e dei Parlamentari espressi dal territorio. Non possiamo continuare ad aspettare ma occorre dare corso ad una iniziativa coordinata affinché siano mantenuti gli impegni assunti in relazione all'accordo di programma per quanto concerne le risorse finanziarie ed i tempi di attuazione" così il presidente degli Industriali di Massa Carrara Matteo Venturi sulla questione bonifiche del Sin/Sir.
"I dati Sogesid sono chiari – aggiunge Venturi – e dicono che la situazione è grave poichè le aree interessate sono sia quelle industriali che quelle abitate. Di fronte ai dati allarmanti sui livelli di inquinamento emerge soltanto il silenzio e questo preoccupa perché temo che possa essere il segnale di una sottovalutazione del problema. Una questione che riguarda in prima istanza certamente la salute di tutti i cittadini di Massa Carrara, ma che investe pesantemente il futuro economico e sociale del nostro territorio in cui vivono 45 mila persone ed operano oltre 7mila aziende".
"Purtroppo le informazioni di cui disponiamo – spiega Venturi - ci dicono che completata la fase conoscitiva, è di nuovo tutto fermo e rischiamo di veder trascorrere invano altri due anni in questa situazione, perché la Regione non ha ancora avviato il procedimento di individuazione dei responsabili dell'inquinamento, perché in parallelo, Sogesid deve ancora realizzare il progetto esecutivo su cui emanare i bandi su cui emanare i bandi per l'appalto dei lavori di bonifica. La mia domanda quindi è semplice: cosa stiamo aspettando?".
Aggiungo che non sarebbe male che le nostre due amministrazioni locali - considerato il tempo trascorso - valutassero la creazione di un organismo adeguato per certificare lo stato di attuazione dell'Accordo di Programma. Se si continua a procede senza verifica sugli obiettivi, com'è accaduto fino ad oggi, non avremo mai una strategia di territorio su cui progettare la ripresa!
"È vero che il nuovo governo regionale s'è costituito da poco tempo - conclude Venturi - , così come è indubbio che oggi gran parte dell'impegno va indirizzato a battere la pandemia Covid-19. Tuttavia, è necessario che, assieme agli interventi urgenti dettati dall'emergenza, si avviino anche le azioni che guardano al domani. Perché come territorio di Massa Carrara di certo non possiamo "perdere il treno" della ripresa, quando ripartirà. Al contrario, dobbiamo già ora predisporre tutte le misure per intervenire sui nodi strutturali del nostro territorio e scioglierli. Tra questi il primo e più importante, se vogliamo dare certezze alle aziende ed all'occupazione, è che la nostra zona industriale torni appetibile per nuovi insediamenti, per gli investitori e per chi vuole fare impresa".
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Si oppone con tutte le forze, la sezione Apuoversiliese Luigi Biso di Italia Nostra, alla decisione annunciata dalla Direzione Regionale del sistema museale ligure di demolire la struttura che ospita il Museo Nazionale di Luni distribuendo il suo contenuto in più sedi dislocate sul territorio lunense. Una decisione talmente osteggiata dalla onlus toscano-ligure da arrivare a sperare nelle difficoltà create dalla pandemia come deterrente per proseguire con la demolizione del museo di Luni. Da Italia Nostra Apuoversiliese è arrivata la dettagliata ricostruzione della storia del museo: “ Progettato alla fine degli anni ’50 del Novecento e inaugurato nel 1964 dalla Soprintendente della Liguria, Olga Elia, questo edificio, connotato da caratteristiche tipiche dell’architettura di avanguardia di allora, è una sintesi dei pregi e dei difetti della cultura archeologica italiana dell’epoca. Sintesi talmente significativa, nel bene e nel male, da costituire, a suo modo, un emblema dotato di originalità e di pregnanza. Insomma, nel suo genere è un bene culturale a tutti gli effetti, una testimonianza storica meritevole di essere conservata.
Certo, il sito prescelto per la sua costruzione non era dei migliori: proprio il luogo del cuore religioso e civile di ogni città romana e cioè il Tempio Capitolino con la sua area sacra circostante, della quale evidentemente si ignorava l’esistenza. Tuttavia, proprio gli scavi praticati per la realizzazione delle fondazioni dell’edificio misero in luce le potenti costruzioni del Capitolium. Una scoperta eccezionale se pur casuale, che indicò la via per l’individuazione dell’impianto urbano fondamentale di Luni: l’area del Foro e, da qui, la corretta interpretazione del cuore della città romana.
Una volta resisi conto del marchiano errore, gli allora responsabili della Soprintendenza Archeologica della Liguria si trovarono di fronte a due scelte: proseguire negli scavi, questa volta di tipo archeologico e abbandonare l’idea della costruzione oppure proseguire per dotare finalmente Luni di un museo, allora del tutto mancante. Si scelse di continuare e la soluzione del problema questa volta fu intelligente. Si optò per un edificio dotato di una struttura aerea sostenuta da “pilotis” che permettesse di lasciare a vista l’impianto dell’area capitolina e addirittura di poterla vedere dall’alto, dall’interno della struttura stessa.
Un errore incredibile per una Soprintendenza archeologica fu trasformato in una struttura di servizio a suo modo aperta e funzionale che, vista da una certa distanza, è anche una sorta di “totem” che richiama da lontano l’attenzione su di un paesaggio archeologico quasi del tutto privo di emergenze in alzato.”. Italia Nostra Apuo versiliese ha suggerito l’ipotesi di impiegare i cospicui fondi necessari all’abbattimento dell’edificio nell’estensione organica, consistente e significativa degli scavi all’intera area archeologica al fine di iniziare, finalmente, a mettere in luce l’impianto urbano della città.
“Dopo le fondamentali campagne di scavo degli anni ’70 del novecento – hanno concluso da Italia Nostra - dovute al genio ed alla determinazione del grande Antonio Frova, per decenni si è proceduto, con l’eccezione di un solo caso di una certa consistenza, a sporadici saggi che, per quanto utili, sono ancora ben lontani dal risolvere l’enigma della realtà urbanistica e socio-economica di Luna: la realtà di un centro produttivo a carattere industriale tra i più importanti della romanità per alcuni secoli e del quale, ad oggi, conosciamo meno di un terzo della sua effettiva essenza abitativa e funzionale.”
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"Al Cup di Aulla su 7 lavoratori sono ben 5 i contagiati. Ci dispiace aver fatto le Cassandre della situazione ma la nostra denuncia sull'insufficienza dei dispositivi di protezione individuale usati e sulla mancanza totale di controlli all'accesso è stata profetica. E, per favore, che nessuno provi a insinuare che si tratta di un caso, che lo hanno preso tutti fuori dal posto di lavoro. La diffusione del virus in quegli spazi è facilitata in caso di contatto con un positivo. Ed è quello che è successo. Quattro lo hanno scoperto prima, perché manifestavano anche dei sintomi. Una quinta lavoratrice ha chiesto il tampone per scrupolo e ha scoperto di esserlo, seppure asintomatica. Perché non si effettua un controllo per tutti gli operatori che sono stati a contatto con i positivi?"
A portare alla luce il caso dello sportello prenotazioni dell'Usl Toscana nord ovest ad Aulla è il referente della Uiltrasporti per il settore, Angelo Lieti. "Purtroppo non è il primo caso. Era già successo pochi giorni fa al Noa, con tre lavoratori positivi. Avevamo deciso di non infierire sul momento, di chiedere soltanto all'azienda di prendere delle contromisure idonee a tutela dei dipendenti delle cooperative e aziende esterne. Ma il nuovo focolaio di Aulla ci spinge inevitabilmente a intervenire - prosegue Lieti -. Non possono restare invisibili, nascosti nel sottosuolo dell'emergenza come se fossero carne da mandare al macello. In alcuni distretti si stanno sacrificando, lottando contro il virus con uno zoccolo e una ciabatta, tanto per essere chiari. Un esempio su tutti: il plexiglass allo sportello è troppo basso e sta diventando inutile perché le persone, per paura di sedersi dove poco prima è stato un altro utente, restano in piedi e a quel punto il respiro passa agevolmente oltre la barriera parafiato e il contagio è molto più facile, sopratutto se allo sportello arriva chiunque senza nessun controllo all'ingresso. Non solo. C'è interferenza fra lavoratori Asl e del Cup e a questo proposito siamo sicuri che siano adottate tutte le garanzie di sicurezza? Il datore di lavoro in base al decreto sulla sicurezza ha l'obbligo della sorveglianza... Quindi chi si assicura dei protocolli quando c'è contatto fra lavoratori di due aziende?"
La Uiltrasporti torna a chiedere nuove misure di sicurezza e garanzie per i lavoratori del Cup e delle pulizie nelle strutture sanitarie: "Protezioni individuali a partire dalle mascherine, accessi contingentati e su appuntamento, tute di protezione. E ovviamente la promessa internalizzazione".
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Un aumento consistente, 8 mila euro l’anno, stabilito in totale autonomia e senza fare una bella conferenza stampa. E’ questa la lettura che Fabrizio Volpi, coordinatore comunale di Italia Viva, ha dato di quanto riportato nel verbale del consiglio di amministrazione di Nausicaa del 23 marzo 2019 che attesta il passaggio da 22 mila a 30 mila euro per la paga del presidente Luca Cimino.
“Il vergognoso golpe da parte il Cimino e di tutto il cda 5 Stelle – ha detto Volpi - dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che i vertici di Nausicaa non hanno alcun rispetto verso i cittadini né verso i 130 lavoratori che aspettano da anni il rinnovo del contratto. Comportamento inqualificabile che fa emergere un “limite” che non può più essere sopportato. In particolar modo come datore di lavoro, Cimino, ha ritardato, eluso, omesso e ostacolato ogni direttiva volta al buon funzionamento dell’azienda pubblica che gli è stata affidata, nonostante un articolo uscito sulla stampa che racconta il contrario. Oltretutto la ”gestione Cimino” ha minato fortemente il benessere organizzativo dei lavoratori cimiteriali, arrecando grave danno alla loro dignità personale e professionale, all’immagine dell’azienda e agli interessi dei lavoratori stessi.”
Volpi ha fatto notare che Cimino, a fronte dello stato di agitazione dei dipendenti cimiteriali di Nausicaa, avrebbe dovuto organizzare un tavolo con i sindacati ed i dipendenti in privato invece di dichiarare di non voler parlare con la stampa ed ha sottolineato che, nonostante i rischi di contagio da Coronavirus, la rete di servizi cimiteriali è rimasta attiva e funzionante grazie alla dedizione e alla professionalità degli addetti.
“Contratto di lavoro e sicurezza - ha continuato Volpi - sono due punti sostanziali previsti dalle normative vigenti, che sembrano non valere per i lavoratori di Nausicaa ai quali non viene riconosciuta la sicurezza, un nuovo contratto, l'indennità e la produttività in busta paga. Nel territorio carrarese ci sono tredici cimiteri e i servizi cimiteriali comunali nel loro complesso sono affidati a Nausicaa spa in concessione. Gli oneri dei servizi sono totalmente a carico dell’azienda e si fondano sull’equilibrio costi/ricavi della gestione. Nel contratto di servizio la gestione del cimiteri contempla tantissime attività: tumulazioni, traslazioni, raccolta resti, operazioni di cremazioni, custodia e sorveglia, gestione dell’obitorio, igiene pulizia e smaltimento rifiuti e gestione dell’edilizia cimiteriale manutentiva straordinaria, eccetera. Chiediamo che venga immediatamente annullata la delibera del CDA relativa all'aumento dello stipendio del presidente Luca Cimino e che vengano restituiti i soldi dei cittadini intascati in più rispetto al corrispettivo precedente per rispetto nei confronti di chi da marzo sta combattendo oltre che contro il virus anche contro la situazione economica da fame e anche per rispetto dei dipendenti a cui non sono riconosciuti i diritti fondamentali dei lavoratori ma solo i richiami disciplinari. Chiediamo quindi che vengano attuati i controlli previsti dal contratto di servizio da parte dell’assessore alle Partecipate Matteo Martinelli in merito al mancato accordo contrattuale dei dipendenti. Inoltre nell'ambito del miglioramento promulgato da tempo dal presidente Cimino, si propone una visione innovativa “dei servizi cimiteriali“ che dovrebbero essere riuniti in un unico settore: gestione dei cimiteri , dell'Obitorio e del Forno crematorio, al fine di poter utilizzare queste ottime risorse per riconoscere un degno contratto di lavoro agli operatori, comprensivo pure di indennità e di premi con l’adeguamento delle ore di contratto. Un’ultima proposta auspicabile da ottenere, sempre al fine di incentivare il lavoro degli operai ed implementare il loro un ruolo professionale ed economico, sarebbe quella di mantenere all'interno dell'azienda la gestione l'edilizia cimiteriale, come era già stato fatto dalla gestione precedente che peraltro porterebbe sicuramente un risparmio di fondi”.
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Sarebbero molti i comuni che hanno deciso di effettuare sgravi fiscali sulla Tari e tra questi ci sarebbe anche il comune di Massa. A dirlo sono stati Cesare Micheloni e Lorenzo Baruzzo di Fratelli d’Italia che avevano proposto al sindaco di Carrara di abbassare o sospendere la Tari.
“Duole constatare che anche in questo difficilissimo momento di crisi sanitaria, economica e sociale, che non ha precedenti, l'amministrazione comunale grillina risulti essere distante dalla realtà e insensibile alle istanze della cittadinanza - hanno fatto sapere Micheloni e Baruzzo - Il sindaco, nella sua nota, ha risposto che non è possibile effettuare sgravi sulla Tari poiché, a suo dire, tale scelta sarebbe di esclusiva competenza dello Stato. Ebbene, il primo cittadino evidentemente è poco informato. Infatti, a tal riguardo possiamo fornire un lunghissimo elenco di comuni che hanno deciso di concedere alle attività commerciali sconti sulla tassa rifiuti, non ultimo il vicino comune di Massa. Peraltro l'Istituto di Finanza locale dell'ANCI ha fornito, in tempi non sospetti, un esaustivo parere e dettagliati chiarimenti in merito alle agevolazioni che i comuni possono concedere alle loro attività commerciali. Per quanto riguarda il presunto tesoretto di sette milioni di euro, e ai soldi che non sono disponibili nelle casse comunali, rispondiamo con la stessa veemenza ed enfasi che aveva usato il "ragazzo serio e intelligente", come il signor Franzoni della Paradiso spa aveva definito il vicesindaco Martinelli a termine del suo operato. Martinelli, che aveva sbandierato ai quattro venti la sua operazione di "finanza creativa" che, a suo dire, andava a chiudere un atavico contenzioso con un privato e che addirittura salvava il comune dal dissesto finanziario facendo risparmiare un milione e mezzo di euro ed evitando tra le altre cose anche l'innalzamento di tasse e tariffe, sarà sicuramente altrettanto solerte nell’impiegare i sette milioni di euro che, di fatto, sono stati risparmiati grazie alla sentenza definitiva sulla transazione Paradiso s.p.a. per andare incontro alla comunità carrarese. Altrimenti non si riuscirebbe a capire come l'assessore Martinelli era riuscito a trovare gli oltre dodici milioni da dare a Franzoni se non è possibile usare una parte di quegli stessi soldi per alleviare le sofferenze economiche dei cittadini.”.
Micheloni e Baruzzo hanno rinnovato la richiesta già rivolta a sindaco e giunta di tagliare il dieci per cento dei loro compensi per dare un importante segnale di vicinanza alla città in un momento di grande difficoltà.
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Dopo la tagliente replica della consigliera del Pd, Roberta Crudeli, in merito alle accuse di aver copiato la mozione della Lega sui lavoratori del CUP per cercare visibilità mediatica, che le aveva mosso il coordinatore comunale della Lega Nicola Pieruccini, arriva la nuova risposta del leghista che torna a ribadire alcune sue posizioni con altrettanto intento pungente.
Pieruccini ha ricordato, infatti, che la scelta di affidare alla stampa il testo di una mozione prima della sua discussione in consiglio era già stata presa dalla Crudeli in un’altra occasione quando, addirittura, secondo Pieruccini, il suo intervento avrebbe rischiato di creare un caso di impeachment internazionale: “Il 22 ottobre – ha detto Pieruccini - Roberta Crudeli ha annunciato alla stampa una mozione che impegnava il sindaco De Pasquale ed il ministro degli Esteri Di Maio al riconoscimento dell’Artsakh, la regione dell’Azerbaigian popolata al 90 per cento da armeni. La mozione, tuttavia, inspiegabilmente, non è stata mai discussa in consiglio comunale. L’impressione sarebbe che la consigliera Crudeli continui a rincorrere visibilità pubblica attraverso mozioni «estremizzando» a tale scopo le sue richieste che, nel “caso Armeno “, dimostrano ambizioni superiori e fuori luogo rispetto alla possibilità di essere realmente realizzate.”.
Pesante il giudizio dato da Pieruccini secondo il quale si tratterebbe di un comportamento che evidenzia uno stato di confusione e di incapacità politica comune anche ai vertici provinciali e comunali del Partito Democratico che non avrebbe censurato la presa di posizione della Crudeli. Pieruccini ha ribadito le accuse già rivolte alla Crudeli che, a suo parere, avrebbe strumentalizzato la gravissima situazione dei lavoratori del CUP, inviando alla stampa una mozione “scopiazzata dalla Lega” ed ha aggiunto che la consigliera lo avrebbe fatto pur essendo consapevole che la mozione non sarebbe mai stata discussa nel consiglio comunale di ieri sera perché nell’ordine del giorno del consiglio inviato a tutti i consiglieri il 13 novembre, era stato comunicato che non erano previste mozioni , interrogazioni e interpellanze. “Questa è la cruda e vergognosa verità e una presa in giro bella e buona per i lavoratori del CUP. Consiglio alla Crudeli di non preoccuparsi più della Lega che , a differenza del suo partito, conosce bene l’importanza dei simboli, dei valori fondanti e dell’identità genuina della propria azione politica.”.
Pieruccini ha poi esteso la sua critica al Partito Democratico locale che, a suo parere, sarebbe pervaso da forte nervosismo a causa dell’assessorato regionale non arrivato dopo la vittoria alle elezioni. “Come al solito – ha continuato Pieruccini - gli effetti dei duelli cruenti fra personaggi e correnti interne allo stesso partito, vengono riversati sui cittadini che hanno già sulle spalle anni di governo rosso improduttivo, penalizzante e scellerato, che ha creato problemi e ritardi. L’ultimo ritardo, pesantissimo, è quello della malasanità toscana che ha seminato morti e infettati molto peggio che in Lombardia nell’emergenza covid della prima ondata che, in assoluto, non può essere messa a confronto con l’ impreparazione irresponsabile della regione diventata “rossa per la carenza di terapie intensive e con l’indice Rt più alto d’Italia”. E come al solito i cittadini preoccupati aspettano di essere sostenuti e tutelati, invece è una vera tristezza che i politici locali di sinistra, in questo clima da paura, si possano divertire a giocare sporco.”
V. T.
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Nessun controllo sulle condizioni sanitarie degli abitanti del campo rom del Lavello dove ci sarebbero minori che vivono in promiscuità, andirivieni di adulti e totale mancanza di rispetto delle regole basilari anticovid.
A riferirlo è il consigliere dell’opposizione Massimiliano Bernardi che ha fatto notare: “L’esercito richiesto dal sindaco De Pasquale per effettuare i tamponi dovrebbe essere mandato anche al campo rom del Lavello dove sarebbe necessario effettuare un' indagine epidemiologica e tamponi oltre che acquisire informazioni e tracciamenti sugli spostamenti dei residenti che vanno e vengono dal campo senza controllo. Al campo Rom del Lavello inoltre continua ad esserci da anni una vera discarica a cielo aperto e il problema igienico-sanitario è ancora più grave del coronavirus.”.
Bernardi si è rivolto agli assessori Galleni e Scaletti per segnalare la gravità del problema. “C’è un’emergenza nell’emergenza perché nel campo nomadi il rischio contagio è altissimo. Pulizia, igiene, sicurezza e ora anche la paura dell'infezione : i residenti in prossimità del Lavello non ne possono più e chiedono interventi alle istituzioni. Le difficoltà di chi è costretto ad affrontare quotidianamente criticità oggi sono aumentate con l'emergenza sanitaria e non è possibile che il Lavello sia lasciato nel degrado e il campo Rom sia una zona franca per il covid.”
Bernardi ha chiamato in causa le telecamere che erano state promesse dal sindaco De Pasquale e che non sono ancora state installate ed ha ricordato il forte disagio delle persone che vivono nei pressi del Lavello e che vedono i residenti del campo non rispettere nessuna delle regole imposte a tutti dal decreto che ha definito la Toscana zona rossa.
“Da quando il coronavirus è riemerso – ha aggiunto Bernardi - sono aumentate le persone di passaggio che stanziano lungo la strada all’esterno dell’accampamento e da alcune testimonianze le regole per il contenimento della diffusione del covid per queste persone non valgono. Una zona franca in un periodo in cui ogni centimetro di vie e piazze viene correttamente ispezionato dalle forze dell’ordine, a tutela della salute pubblica. Rimangono però timori da parte di chi vede il via vai di parecchie persone che circolano nell'area e che pare provengano dai campi di Torino e di La Spezia. Anche per la presenza dei tanti minori è necessario che vengano effettuati controlli per evitare eventuali casi di soggetti positivi da importazione.”.
Bernardi ha quindi rinnovato la possibilità di usare l’esercito anche per controllare chi occupa le seconde case e chi non rispetta le regole e per garantire la sicurezza e controllare proprio le zone dimenticate dalla gestione della amministrazione carrarese che, secondo Bernardi, distinguerebbe tra cittadini di serie A e quelli di serie B.
Vini. Tes.
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Il consigliere regionale e capogruppo della Lega Elisa Montemagni ci ha inviato un attestato di solidarietà alla luce degli ultimi esposti che hanno interessato il direttore delle Gazzette Aldo Grandi:
Caro direttore,
sono sempre stata fermamente convinta che si debba garantire a tutti una piena libertà di stampa, a patto che non si ecceda in volgarità e chiare offese nei confronti di terzi. Voglio, dunque, soffermarmi brevemente su di te, più volte richiamato dall'Odg per alcuni articoli ritenuti scorretti nella forma e nel linguaggio. Come giornalista, sei sicuramente pungente, ma principalmente non allineato con quel potere che da decenni malgoverna la Toscana e tutto ciò, caro Aldo, non depone a tuo favore....
Certo, talvolta sei decisamente colorito nelle espressioni, ma pensiamo che le sanzioni a te comminate siano, nel complesso eccessive. Desideriamo complimentarci con te per la grande mole di lavoro d'informazione quotidiana che, da anni, porti avanti fra mille difficoltà con le tue Gazzette, diventate, ormai, un preciso punto di riferimento, a livello informativo, per le province di Lucca e Massa-Carrara. Insomma, t'invitiamo a proseguire con forza nella tua costante opera divulgativa, non facendoti mai intimorire da chi, forse per partito preso, cerca d'ostacolarti; d'altronde "Chi è senza peccato, scagli la prima pietra."
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"Ho chiesto alla Regione quali verifiche intenda avviare per capire se l'impianto fognario sia in grado di reggere la grande quantità di percolato di rifiuti speciali nella discarica di cava Fornace. E se i depuratori possano smaltire in modo sicuro rifiuti speciali quali amianto e marmettola -annuncia il vice-capogruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio regionale, Vittorio Fantozzi, che ha presentato un'interrogazione alla Giunta regionale- Il sito di stoccaggio di rifiuti, situato nel territorio tra i Comuni di Montignoso e Pietrasanta, da tempo suscita molte preoccupazioni tra i cittadini. Preoccupazioni che hanno trovato conferma nelle decisioni dell'Asl Toscana Nord Ovest che, nell'aprile 2019, ha classificato la discarica di cava Fornace come "industria insalubre". Il Presidente Giani si è impegnato ad appoggiare la richiesta dei membri del comitato Cave Fornace di Pietrasanta ed a chiudere la discarica una volta raggiunta la soglia dei 43 metri -ricorda Fantozzi- Oggi il percolato viene raccolto nelle vasche per poi essere caricato su camion cisterna che lo trasferiscono a impianti di depurazione a Prato e Pontedera. Ma tra gli obiettivi strategici dei prossimi mesi, stabiliti dal Consiglio di amministrazione di Programma Ambiente Apuane Spa che gestisce la discarica, è prevista la possibilità di conferire direttamente in fognatura i reflui prodotti dal dilavamento delle acque meteoriche, che, secondo la società, "originano un percolato assolutamente non pericoloso". Noi monitoreremo la situazione, intanto chiediamo verifiche e chiarimenti alla Regione deputata a difendere la salute dei cittadini e l'ambiente".
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