Politica
Piano parcheggi a Marina di Carrara: associazione ARCA rinnova le sue proposte all'amministrazione e segnala una disparità mediatica dei contenuti a seconda delle fonti
Associazione ARCA interviene di nuovo sul tema della mobilità estiva e al piano parcheggi di Marina di Carrara: "Nei giorni scorsi abbiamo diffuso un comunicato dettagliato…

"Autorizzazione del ministero al prolungamento della banchina Taliercio del porto di Marina di Carrara non è un nulla osta": la spiegazione dei Paladini Apuoversiliesi
L'associazione dei Paladini Apuoversiliesi continua la sua battaglia contro l'ampliamento del porto di Marina di Carrara: "Il 19 Agosto é stato pubblicato sul sito del Ministero dell’Ambiente e…

Atteggiamento antisindacale e irregolarità contrattuali e salariali alla "Delizie del mare": la denuncia di USB Massa .
Il sindacato USB Massa segnala una situazione critica avvenuta sabato 23 agosto nel corso di una manifestazione di volantinaggio organizzata da USB di fronte ai cancelli dell' Azienda…

Bisogna pubblicizzare l'asta di Villa Massoni: la richiesta di Italia Nostra Massa Montignoso
L'associazione Italia Nostra Massa Montignoso ha inviato una richiesta al pesidente del tribunale di Massa affinchè sia pubblicizzata la data dell'asta per Villa Massoni che è stata…

Polo P&S Massa: le farmacie comunali hanno rapporti commerciali con la multinazionale Teva?
“Ho presentato un’interrogazione all’amministrazione comunale per capire l’entità dei rapporti commerciali tra le farmacie comunali e la multinazionale farmaceutica israeliana Teva e comprendere quale sia la volontà politica…

Amare Marina incontra il presidente dell'Autorità Portuale Bruno Pisano
Giovedì 21 agosto l'associazione "AmareMarina" è stata ricevuta dal presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale, dottor Bruno Pisano, nella sede di Marina di…

"Basta racconti edulcorati, il centro di Carrara è in crisi": la critica di Manuel e Guidi di Fratelli d'Italia
"Mentre qualcuno continua a dipingere un quadro roseo della città, esaltando il “tutto esaurito” nelle cave e qualche sporadico movimento nei bar del centro, la realtà che vivono…

Ampliamento banchina Taliercio nel porto di Marina di Carrara: positiva la decisione del ministero dell'ambiente
"La decisione del ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica sull'ampliamento della banchina Taliercio è una buona notizia per Carrara e per tutto il nostro territorio - dice la sindaca…

Galleria della Tempesta a Massa, a breve la partenza dei lavori di sistemazione: il consigliere Ortori ringrazia la Provincia per la collaborazione
Il consigliere comunale della maggioranza Simone Ortori ringrazia il presidente della Provincia Gianni Lorenzetti per la collaborazione messa in atto per favorire la partenza dei lavori nlla Galleria…

Fatti diversi incontri con la Pugilistica Massese per trovare una soluzione, ma la decisione era di competenza provinciale e non comunale": l'intervento del sindaco Francesco Persiani
La vicenda della Pugilistica Massese temporaneamente senza palestra a causa dei lavori di ristrutturazione al liceo Classico Rossi, dove occupava il piano interrato, sta diventando una vera "Never…

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Il titolo è un azzardo. Ma si può fare? Salviamo le Apuane ritiene di sì e lo propone. L’articolo 3 dello Statuto del Parco delle Alpi Apuane recita: Finalità 1. L’Ente persegue il miglioramento delle condizioni di vita delle comunità locali; la tutela dei valori naturalistici, paesaggistici ed ambientali; il restauro dell’ambiente naturale e storico; il recupero degli assetti alterati in funzione del loro uso sociale; la realizzazione di un equilibrato rapporto tra attività economiche ed ecosistemi. 2. Tali finalità sono perseguite attraverso una gestione unitaria, particolare e continua per garantire la conservazione, la valorizzazione e lo sviluppo dei beni protetti. Condividiamo l’articolo ed, in specifico, si richiama l’attenzione sulla frase “la realizzazione di un equilibrato rapporto tra attività economiche ed ecosistemi”. Non ci sfugge che questo passaggio sia riferito alla particolarità del Parco e cioè la coesistenza di un’area protetta e di un’attività estrattiva che, per sua natura, modifica profondamente l’ambiente naturale. Poiché, nel complesso delle Apuane, l’attività estrattiva è la fonte maggiore di occupazione, si ritiene che, tout court, sia da difendere, ovunque, tale attività. Ma le Alpi Apuane, nel corso degli ultimi decenni, si sono diversificate molto divenendo, di fatto, due entità molto diverse fra di loro. Da una parte il territorio compreso nei confini del Parco Regionale delle Alpi Apuane e, dall’altra, la parte di Apuane esterna al Parco. Nella seconda parte è evidentemente maggioritaria l’attività estrattiva. Ma la prima parte ha avuto uno sviluppo molto diverso, grazie all’attività del Parco Regionale ed alle iniziative della Regione Toscana e dei Comuni che hanno finanziato (dal PSR in poi) molti interventi di sviluppo economico diverso dall’attività estrattiva e soprattutto nel campo del turismo (il Geoparco Unesco, le 3 Grotte Turistiche, la ricettività, la ristorazione, i prodotti tipici, l’escursionismo, l’alpinismo, la didattica, ecc.). A ciò si aggiunge l’azione notevole svolta dal CAI, dalle associazioni speleologiche, dalle Guide del Parco che hanno organizzato la rete sentieristica (amplissima come dimostra la Mappa interattiva del sito web del Parco delle Apuane) e quella in grotta, attrezzando anche un numero molto alto di rifugi alpini. Inoltre, vasta è stata l’azione dei privati che hanno impiantato agriturismi, B&B, case vacanza, hotel, affittacamere. Ciò ha creato un quadro molto interessante in cui, nel territorio dentro il Parco l’attività economica maggioritaria è fondamentalmente quella turistica e di attività sostenibili, rispetto all’attività estrattiva e, nel territorio esterno al Parco, l’attività principale è quella estrattiva. Di conseguenza, va evidenziato che lo Statuto citato, relativo all’Ente Parco, non può che vedere l’attività con cui trovare l’equilibrio e da tutelare armonicamente con l’ambiente nel turismo e settori collegati e non nell’attività estrattiva che non è predominante nel Parco. Pertanto, si pone la necessità, dal punto di vista economico, di prendere atto che le Alpi Apuane si compongono di due aree fra loro ben distinte: quella dentro il Parco e quella fuori. La prima mantiene un ambiente ancora ampiamente protetto, proteggibile e ricostruibile laddove sono oggi cave mentre la seconda, specialmente a Carrara, è, di fatto, irrecuperabile dal punto di vista ambientale ma è diventata un bacino di estrazione industriale. L’obbiettivo, sancito dalla Costituzione, per tutti, è trovare un equilibrio fra le esigenze della protezione dell’ambiente e la necessità di salvaguardia del lavoro.
Salviamo le Apuane propone una soluzione semplice, in 5 punti, per far ciò.
- Individuare e specializzare come unico sito di estrazione industriale del marmo, di forte potenza, i grandi bacini storici di Carrara e solo quelli in tutte le Apuane.
- Specializzare il turismo e settori collegati come attività principale all’interno del Parco delle Apuane eliminando dai suoi confini, in quanto incompatibili con le ragioni della tutela ambientale e l’attrazione turistica, le cave di marmo (eliminando le Aree Contigue di Cava).
- Attivare l’obbligatorietà, prevista dalla Legge Regionale 35/2015, che il 50% del marmo escavato sia trasformato in loco (nelle Apuane) e riattivare/creare molti laboratori di lavorazione di qualità del marmo cavato a Carrara ma dislocati nei Comuni che hanno visto chiudere le cave sul loro territorio, in modo da riassumere il personale degli ex cavatori locali. I laboratori riceveranno il marmo in blocchi direttamente dai bacini di Carrara, anche tramite treno, al fine di limitare il movimento di mezzi inquinanti (camion).
- Impostare con la Regione Toscana un’azione di marketing territoriale di valorizzazione del Marchio Made in Italy del Marmo di Carrara, il marmo di Michelangelo al fine di competere –con una qualità d’immagine insuperabile- la concorrenza del marmo di altre nazioni e continenti.
- Completare il processo individuato dalla Legge 394/1991 (Legge Quadro delle Aree Protette) con la costruzione del Parco Nazionale delle Alpi Apuane e dell’Appennino toscoemiliano ricompattando il territorio individuato nella legge, come anche fonte di finanziamento nella fase di primo lancio.
Questa soluzione permette:
- di continuare l’escavazione come da legge attuale a Carrara, dove sono i bacini di gran lunga più grandi e ricchi di marmo e di marmo pregiato;
- di eliminare dal Parco delle Apuane attività incompatibili con la protezione ambientale come sono le cave (e le Aree Contigue di Cava);
- di salvaguardare il numero di posti di lavoro nei Comuni del Parco riconvertendo i cavatori (che fanno un lavoro usurante) in lavoratori da laboratorio (il cui lavoro non è usurante);
- di poter usare il Marchio Made in Italy Marmo di Carrara come elemento vetrina sia dell’ambiente di cava che dell’ambiente naturale apuano;
- di avere un’entità nazionale (e non solo regionale) come Parco con un peso molto più forte, anche economico.
Salvare le Apuane e il lavoro apuano si può, riunificando un territorio fortemente lacerato e conflittuale fra le ragioni della difesa del lavoro e dell’ambiente. Necessita uno sforzo di tutti, dalle Istituzioni democratiche, ai Sindacati, alle Associazioni, alle Imprese, alla Chiesa, alla società civile. Ma si può fare.
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La Lega ha approvato la variazione di 6 milioni e 800 mila euro, che impiega parte dell'avanzo di rendiconto 2023, con impegno e responsabilità nei confronti di tutta la città e nel rispetto dei suoi cittadini - dichiara Eleonora Cantoni, Segretario Lega di Massa - Oltre allo stanziamento per asfalti, verde pubblico e manutenzioni, finalmente con le nuove risorse l'Amministrazione Persiani potrà riqualificare il mercatino della Partaccia: un intervento atteso da molto tempo e che come Lega ci siamo per primi impegnati a mantenere. Importante anche la somma che abbiamo stanziato per la messa in sicurezza di alcuni versanti della montagna, per la copertura della partecipazione del Comune, in cofinanziamento, di quattro bandi per la prevenzione antincendio e la miglioria di alcuni istituti scolastici e per la riqualifica del dormitorio della residenza in emergenza abitativa delle Tortore. Con la stessa variazione potremo anche fronteggiare l'abbandono dei rifiuti attraverso un investimento sulle telecamere che permetterà di intercettare e poi sanzionare chi commette questo tipo di infrazione che si riscontra in diverse zone della città. Siamo soddisfatti anche per l'ingente somma che verrà destinata al settore sociale per migliorare e ampliare la sfera dei servizi destinati al contrasto delle povertà e alla tutela delle situazioni più fragili. A tal riguardo, una parte delle risorse verrà impiegata per la redazione del Piano eliminazione barriere architettoniche (peba) che il comune attende da tempo.Infine, con questa variazione siamo lieti di poter finanziare la stagione culturale estiva e la manifestazione Spino Fiorito, che valorizzerà i nostri prodotti enologici locali in una veste nuova e completamente rinnovata rispetto al passato.Tanti sono gli interventi e i servizi che verranno finanziati, ne ho citati solo alcuni: la volontà politica dell'amministrazione Persiani, di cui la Lega ne è orgogliosamente parte, dichiarata nelle linee di mandato e prima ancora nel programma elettorale, si tramuta così in azione, rispondendo a tutte le esigenze della città.
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Sullo stato di degrado del cimitero di Marcognano, dopo la replica dei responsabili di Nausicaa, la megapartecipata che ha in carico i servizi cimiteriali, torna il consigliere della lista Ferri, Filippo Mirabella: "Nel ringraziare sentitamente i tre operai che, quotidianamente, ottemperano al loro lavoro, dobbiamo, comunque, dissentire dalle affermazioni della Multiservizi Nausicaa. La fotografia riportata nell’articolo di giornale, rappresentava assolutamente lo stato del cimitero quando fu scattata e, stamattina, al fine di effettuare un ulteriore verifica fotografica ne sono stare scattate altre, in un luogo nel quale era stata effettuata la manutenzione, ma solo del camminamento e non degli spazi attorno alle tombe. È stato sufficiente fare un giro per il cimitero di Marcognano, come suggerito, per constatare come i normali servizi di pulizia e di mantenimento delle aree verdi vengano effettuati da pochi operai che hanno dei contratti di cinque e sei ore lavorative giornaliere ed uno di loro usufruisce anche di permessi speciali come previsti per legge, per cui purtroppo a volte è assente. Inoltre gli stessi, quando c è un funerale, non possono sfalciare l’erba e adoperarsi per effettuare la manutenzione perché devono essere a disposizione per la cura del defunto. Il lavoro di queste persone, con stipendi non consoni, è uno di quelli che, per fatica e stress, andrebbe considerato tra i più gravosi. I lavoratori infatti affrontano quotidianamente l’aspetto della morte: la sepoltura ed il trasporto delle bare che pesano oltre un quintale, la tumulazione, l’estumulazione e la riduzione della salma dopo molti anni dal decesso per farla entrare nel medesimo loculo accanto ad un’altra. Quella dell’operatore cimiteriale è una figura necessaria per molteplici aspetti e che non si limita quindi all'apertura e chiusura dei cimiteri o alla manutenzione interna, ma svolge mansioni delicate che vanno dalla presa in carico delle salme al rapporto con i familiari dei defunti e che per questo necessita di figure professionali preparate e adeguatamente formate. Mentre, l’organico degli addetti cimiteriali di Nausicaa è in costante calo, sia per i pensionamenti che per l’usura dovuta all'attività psicofisica, non è previsto nel piano occupazionale l’assunzione di personale col profilo di operatore cimiteriale. Al contempo non c’è alcun indirizzo politico dell’amministrazione Arrighi, che non intende assumere personale, mettendo a rischio un servizio essenziale per la comunità come quello cimiteriale. Nonostante che, e non è un concetto di seconda importanza, sia sempre stato sostenuto dai vertici di Nausicaa che i proventi del forno crematorio sono destinato ai servizi cimiteriali in quanto è un unico centro di costo. Considerato che il tempio crematorio purtroppo è molto efficiente, essendo in funzione a volte anche fino a mezzanotte, va da sé che nel bilancio della Partecipata ci sono i fondi sia per la manutenzione di tutti i cimiteri del territorio con importanti progetti strutturali, sia per assumere gli operai”.
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Nell’incarico conferito a una guida ci sarebbero anche le visite al Museo del marmo di Carrara, che, tuttavia è chiuso da due anni. A segnalare l’anomalia è il consigliere Filippo Mirabella della Lista Ferri che ha spiegato: “ Il Museo Civico del Marmo è chiuso da circa due anni in attesa di ristrutturazione, ma sembra che ciò non sia risaputo. Infatti nell'atto pubblico per un nuovo incarico di quasi 19 mila euro ad una certa Alice Andrea Rappelli, per organizzare ed accompagnare le persone a visitare l'area Archeologica di Fossacava, c’è scritto che sono previste anche visite ai musei, con particolare riferimento al Museo del Marmo i cui contenuti e tematiche sono complementari all’area archeologica di Fossacava”. Mirabella ha quindi sollevato una serie di quesiti rivolti alla dirigente del settore cultura Cinzia Compalati: “Come è possibile accompagnare i visitatori al Museo Civico del Marmo se è chiuso da due anni? Avevamo appreso già dei 10 mila euro di incarico a Sarah Fontana a supporto del polo museale compreso il Museo del Marmo e della dirigente Compalati. E non è l’unico caso di spreco di denaro pubblico: a dicembre 2023 infatti, l’Amministrazione Arrighi per 20 mila euro l’anno, aveva dato a Stefano Genovesi l’incarico di direttore scientifico per il l’area Archeologica di Fossacava e il Museo del Marmo, nonostante che appunto fosse chiuso. In effetti una sezione di archeologia romana con un'area dedicata ai reperti archeologici portati alla luce nelle cave romane di Carrara esiste all’interno del Museo, ma se è chiuso per essere ristrutturato e l’incarico della Rappelli va da Maggio a Febbrario, difficilmente potranno entrare i visitatori. Forse potranno fare un giretto nell’area esterna, dove però sono esposti alcuni impianti per il taglio col filo elicoidale, un telaio per la segagione dei marmi con cala a corda, risalente alla prima metà dell'Ottocento, ma niente di archeologico. Questa volta però a firmare l’atto non è stata la Dirigente Cinzia Compalati, ma la dirigente Tedeschi del Settore Sociale. Quindi domandiamo: perché è stata sostituita la Compalati? Ed era un conferimento così urgente da sostituirla? Tornando all’incarico che l’ amministrazione comunale ha affidato alla Rappelli per il periodo maggio 2024 – febbraio 2025 quindi per nove mesi, è previsto anche il conteggio degli ingressi al fine di fornire al committente dati statistici dell’Area archeologica di Fossacava. Sarebbe possibile rendere pubblici il numero dei visitatori degli anni 2021, 2022 e 2023 al fine di poter valutare se dall’amministrazione 5 Stelle ad oggi ci sia stato un aumento dei visitatori e dei turisti? A parte tutte le belle parole spese per l’ esecuzione di format laboratoriali e la promozione tramite il web e i social network, di materiale grafico autoprodotto, veniamo alla motivazione del perché si è arrivati a Alice Andrea Rappelli. Non tanto per le sue capacità e curriculum che sicuramente avrà ma non vengono resi pubblici, ma perché, come scrive la Dirigente Tedeschi - gli operatori presenti sul mercato con i requisiti richiesti sono “circoscritti“ da vocabolario delimitati, ristretti, arginati cioè pochi. Per cui viene contattata direttamente Alice Andrea Rappelli , che si rende subito disponibile allo svolgimento del servizio richiesto, senza una procedura di gara e senza averne valutato le capacità professionali. Chi conosceva il suo recapito? Purtroppo nonostante i molti incarichi assegnati, i Musei, non sono mai decollati anche sicuramente perché i fondi necessari per il loro rilancio non sono stati previsti nei bilanci e si sa che la cultura prodotta dall’amministrazione non gode di grossi utili. Malgrado tutto, uno spiraglio potrebbe essere partecipare a qualche bando e riuscire a vincerlo invece di sperare negli incarichi miracolosi , ma agire attraverso una serie di interventi per valorizzare e mettere a sistema un valore culturale molto prezioso per il rilancio del territorio in chiave turistico/culturale.
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Non è stata inserita all'ordine del giorno del consiglio comunale e senza giustificazione l'Interrogazione della consigliera Bennati del Polo Progressista riguardante la riapertura della fontanella EVAM.L'interrogazione era stata presentata regolarmente, ma evidentemente il Presidente Incoronato ha deciso di non introdurla nella discussione e fargli saltare un giro senza darne alcuna motivazione."Vorremmo conoscere i motivi dell'esclusione, ovviamente siamo legittimati a pensare che non fosse gradita a qualcuno" dichiara la Consigliera Bennati "Aspetteremo infatti la risposta del Sindaco in Consiglio la prossima volta e anche la risposta all'accesso presentato in merito più di 3 settimane fa, quindi in attesa ben oltre i 5 giorni regolamentari, ma di sicuro non molliamo""Nel frattempo il M5S continua la raccolta firme per la riapertura della fontanella EVAM , vedremo cosa risponderà l'amministrazione alle centinaia di cittadine e cittadini che hanno firmato" comunica Elisa Giovannelli (M5S) annunciando un nuovo gazebo raccolta firme per sabato 11 Maggio presso il pontile di Marina di Massa.
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“Le biblioteche comunali cittadine sono allo sbando”: lo afferma il consigliere dell’opposizione Massimiliano Manuel che spiega: “ Il processo di riorganizzazione delle tre sedi ha sancito la definitiva spoliazione della biblioteca di Marina. Questo ha causato la cancellazione della copertura finanziaria per un posto da bibliotecario specializzato da assumere nel 2024. Lo mette nero su bianco il documento dell'Area funzionale del fabbisogno del personale, approvato con delibera del dicembre 2023. Al momento stiamo assistendo anche all'impoverimento delle sedi di Carrara ad Avenza, in mano alla cooperativa Artemisia che dopo aver vinto l'affidamento, aveva cercato il personale su Facebook. Ultimamente la giunta Arrighi, continuando ad arrampicarsi sugli specchi , aveva millantato un'estensione dei servizio biblioteche su tutto il territorio del tutto immaginaria e aveva annunciato la riapertura di un servizio di qualità anche riguardo alla sede di Marina, cosa che ci aveva, non poco stupito”. Manuel ha lanciato una bordata all’assessore ai lavori pubblici Elena guadagni ricordando che proprio lei aveva riferito in consiglio comunale che, a Marina, era tutto pronto e che occorreva soltanto spostare dei libri. In realtà la biblioteca resterà chiusa per sempre. Le biblioteche, oltre ad essere preziose per gli studiosi, sono un mezzo indispensabile per ridurre le disuguaglianze sociali, dando opportunità di crescita anche a chi viene dalle classi più disagiate. Ma il sindaco e l'assessore nella nostra città, promuovendo con perseveranza la povertà educativa, le hanno trascurate sia dal punto di vista strutturale che degli arredi. A tutto ciò si aggiunge l'ormai drammatica situazione degli organici, con la progressiva sparizione degli specializzati bibliotecari e la perdita dei laboratori. La cultura quindi soccombe a decisioni deleterie da cui non riusciamo a liberarci: tagli, aperture a singhiozzo, incuria, orari ridotti, scarsità di personale ed eccessivo ricorso ai contratti precari. I nodi sono alla fine venuti al pettine e la gestione è ormai fuori controllo, e non è possibile garantire alcun servizio senza l'immissione in ruolo di nuovi bibliotecari. Chiediamo ancora una volta che vengano indetti concorsi per poter assicurare finalmente alla nostra città un servizio bibliotecario degno di questo nome, un cambio di rotta e una radicale modifica delle politiche culturali accompagnate da un piano straordinario di assunzioni. Tutto ciò per il buon mantenimento di tutte e tre le biblioteche, che tra l'altro custodiscono tesori straordinari e dovrebbe essere una delle priorità nell'agenda politica sia della Arrighi che del PD che la sostiene . Al contrario, le biblioteche sarebbero pressoché annientate.
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Dalle cronache e dai vari comunicati ufficiosi ed ufficiali si legge: “tragedia scampata…” oppure “ inquinanti non rilevabili…” e similari riferiti a diverse sostanze “bersaglio” ricercate con le analisi dei prelievi effettuati dai tecnici di Arpat intervenuti il giorno 6 maggio presso la Cava Fornace. Se è confortante - dichiarano i vari rappresentanti del CCA dbr (*) Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni per la depurazione, le bonifiche e la ripubblicizzazione del servizio idrico - che nelle matrici ambientali le temibili sostanze dannose e/o inquinanti “non sono rilevabili”, rimane forte la preoccupazione di cosa ed in quale quantità sia effettivamente uscito dal sito della discarica per disperdersi in ambiente. Se da un lato era di primario interesse di tutti i sindaci e dei cittadini sapere con urgenza l’eventuale superamento delle soglie dei vari inquinanti ricercati, dall’altro rimane inopinabile che dal sito della discarica è stata dispersa in ambiente una parte del materiale ivi stoccato. Si evidenzia, per quanto banale, che il mancato ritrovamento di sostanze nei campioni ambientali repertati, non esclude assolutamente la dispersione in ambiente da parte dell'impianto; ciò per limiti strumentali, per dispersione delle tracce delle sostanze disperse, per difficoltà intrinseche insuperabili di un campionamento “efficace”. E’ emblematica la similitudine con i campionamenti dell’aria, nelle prossimità di incendi di grossi depositi industriali dove non viene trovata traccia di inquinanti, seppur sia certa e comprovata la dispersione in aria di numerose e notevoli quantità di sostanze altamente tossiche, cancerogene e nocive; come dire la sostanza si è dispersa, ma non si è rilevata oppure la stessa è sotto soglia. Per l’incidente verificatosi nella discarica, la questione appare ben diversa.E’ accaduto qualcosa che non doveva accadere (secondo ipotesi basate sulle scarse informazioni recepite) se si fossero seguite ed applicate le buone pratiche gestionali di settore e le prescrizioni delle autorità preposte. Si potrebbe ipotizzare, ad esempio, che le acque meteoriche abbiano percolato il materiale stoccato per poi creare un pericoloso sovraccarico, diventato poi fatale per la stabilità delle opere di confinamento del materiale stoccato che così è stato in parte mobilitato e disperso con l’acqua.Ora, senza addentrarsi in questioni di norme e reati ambientali di piena competenza di Arpat, per i quali sicuramente informerà, se non lo ha già fatto, l’Autorità Giudiziaria, si ritiene in genere che gli eventuali reati ambientali si possano configurare non solo in caso di inquinamento ambientale (che appunto pare non rilevato da Arpat), ma anche e solo per la dispersione in ambiente di un certo quantitativo di sostanze che invece dovevano essere confinate e in modo idoneo. In particolare, essendosi verificato un incidente (che si presume quasi sicuramente non causato da fenomeni naturali), sarebbe stato opportuno (come senz’altro è stato fatto) che gli organi deputati avessero esteso i loro campionamenti almeno al materiale in stoccaggio che poi è franato e trascinato via in parte dall'acqua per poi disperdersi nell'ambiente. Ci auguriamo che i tecnici dell’Arpat abbiano campionato almeno il materiale stoccato coinvolto nell’incidente per accertare precisamente cosa si sia effettivamente disperso.Si evidenzia (a quanto ci risulta) che la ditta (che conferisce il rifiuto) recepisce il materiale in autocertificazione da parte delle società conferenti e non è tenuta ad effettuare verifiche fisico-chimiche. Proprio l’accadimento dell’incidente con l'avvenuta dispersione in ambiente pone come necessità cautelare l’accertamento puntuale dei materiali dispersi. Questa necessità assolve alla verifica che la discarica non sia stata oggetto di conferimenti di sostanze per le quali non era autorizzata. Ciò in buona fede e senza diretta responsabilità da parte del gestore. Le cronache sono purtroppo piene di episodi di conferimenti da parte di autotrasportatori o ditte conferitrici che consegnano ad impianti ignavi materiali ben diversi da quelli di cui ai documenti di trasporto e certificazione. E’ chiaro che non può fare felice nessun sindaco scoprire che nella discarica vicina o del proprio territorio si siano verificati conferimenti illeciti ma il verificarsi di un incidente nel quale tale materiale (come ipotesi sciagurata) viene purtroppo a fuoriuscire in modo incontrollato dalla discarica, pone l’obbligo cautelativo di mettere da parte la valenza delle autocertificazioni e provvedere ad accertare l’effettiva tipologia di sostanze e stimare la quantità complessiva di materiale che sia stata realmente dispersa all’esterno dell'impianto.
Se ancora non si fosse provveduto, appare di interesse primario far procedere su input di ognuno dei Sindaci i cui territori siano direttamente ed indirettamente interessati dalla discarica Cava Fornace.
Il CCA dbr (*) Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni per la depurazione, le bonifiche e la ripubblcizzazione del servizio idrico è composto da:
-Associazione per i Diritti dei Cittadini ADiC Toscana aps
-Movimento Consumatori Nazionale aps
-Associazione Comitato Acqua alla gola
-Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua odv
-Comitato Apuano salute ambiente della provincia di Massa Carrara
-IBS-Inter-rete Beni comuni e Sostenibilità
-Magliette Bianche di Massa Carrara (LL.Sedi)
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E' stato presentato mercoledì pomeriggio il modello a rete di Croce Rossa che sostiene l'emergenza degli sbarchi dei migranti presso la sala convegni dell'autorità portuale di Marina di Carrara. L'iniziativa nata in occasione della giornata mondiale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa nell'anno di ricorrenza dei 160 anni dalla fondazione di Croce Rossa Italiana, è stata organizzata dal comitato regionale Croce Rossa Toscana e dal comitato Croce Rossa di Massa Carrara per portare testimonianza concreta di come le donne e gli uomini di Croce Rossa gestiscono il fenomeno degli sbarchi in Toscana, precisamente nei porti di Livorno e di Marina di Carrara, lavorando a rete con tutti i soggetti istituzionali coinvolti. «Sono fiero ed orgoglioso che voi siate i miei compagni di viaggio – ha esordito il prefetto Guido Aprea –. Abbiamo un solo dovere: accogliere con efficienza ed umanità queste persone che affrontano un lungo viaggio per arrivare in Italia. Questo modello di gestione degli sbarchi è la dimostrazione plastica di quello che riesce a fare la Repubblica, perchè quando lavorano insieme gli esponenti della Repubblica vincono sempre. Il vero motivo del successo di questo modello è l'impegno umano di persone che mettono il cuore in quello che fanno». Presenti al convegno tutte le autorità civili e militari: Gianni Lorenzetti, presidente della provincia di Massa Carrara, Roberta Crudeli, vice sindaca di Carrara, Francesco Persiani, sindaco di Massa, Santi Allegra, questore di Massa Carrara, Monica Mazzarese, comandante della Capitaneria di Porto di Marina di Carrara, Mario Sommariva, presidente dell'Autorità portuale, Monica Guglielmi, direttore generale della zona del distretto Apuane e collegata da remoto l'assessore regionale con delega anche al terzo settore Serena Spinelli. «Questo è un modello all'avanguardia – ha sottolineato il presidente nazionale di Croce Rossa, intervenuto in collegamento –, molto apprezzato e per il quale faccio i complimenti. E' stato elaborato un processo di accoglienza che gestisce gli sbarchi come fenomeno naturale, perchè umano. E' un fenomeno che va gestito uscendo dalla logica dell'emergenza, dando dignità all'essere umano». Presente anche il vice presidente regionale di Croce Rossa Costantino Danese che ha ricordato anche i tantissimi volontari che impegnati in zone di guerra restano vittime per prestare soccorso.
«Questo incontro – ha detto Giorgio Ricci, presidente del comitato Croce Rossa di Massa Carrara – è la presentazione di questo modulo innovativo dove sono coinvolte tutte le istituzioni della Repubblica, tutto il sistema di soccorso e di accompagnamento che funzionano. E' un progetto coordinato dal comitato regionale di Croce Rossa e che vede la nostra provincia e quella di Livorno coinvolte con i propri volontari e con le proprie attrezzature. E' stato davvero importante vedere che le istituzioni hanno partecipato all'evento dall'inizio alla fine soffermandosi sul proprio ruolo ma sottolineando l'importanza di questo modello sinergico che conferma quanto sia importante collaborare senza escludere nessuno per far sì che le cose funzionino».
Il convegno, moderato dalla giornalista Laura Sacchetti, si è aperto con la lettura dei sette principi di Croce Rossa da parte di sette volontari: umanità, imparzialità, neutralità, indipendenza, volontarietà, unità e universalità. I principi sono il faro e la guida delle azioni delle donne e degli uomini di Croce Rossa; costituiscono infatti, lo spirito e l'etica del movimento internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. Sono stati poi commoventi gli interventi dei delegati regionali che oltre a spiegare le funzioni e i ruoli, ognuno per il proprio ambito di competenza, hanno condiviso storie e racconti di fatti vissuti durante gli oltre venti sbarchi effettuati in Toscana nell'ultimo anno. Andrea Marchi, delegato tecnico regionale per le operazioni di emergenza e soccorso ha spiegato in cosa consiste il coordinamento in banchina e sulla nave e della gestione delle operazioni sanitarie e di logistica. Rudy Monetti, referente tecnico regionale restoring family links ha illustrato l'importanza anche della mediazione linguistica e di quanto sia fondamentale comprendere la loro cultura, rispondere al bisogno di avvisare i familiari del loro arrivo, perchè purtroppo non è così scontato riuscire ad approdare in Italia. Anna Maria Marroni, referente tecnico regionale servizio psicosociale ha raccontato quanto sia di supporto la figura dello psicologo a bordo nave e in banchina affinché la prima accoglienza si traduca nel risolvere e affrontare i loro imminenti bisogni, perchè a volte anche scendere dalla nave può essere traumatico. Sorella Laura Summonti, infermiera volontaria del comitato di Pisa ha esposto non solo il ruolo delle sorelle, ma anche dell'esperienza degli sbarchi a Lampedusa e delle innumerevoli storie di donne e di minori, anche non accompagnati, che appena vedono la divisa di Croce Rossa si sentono protetti e tutelati. Non sono mancati momenti di forte pathos che hanno commosso tutti i presenti.
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“Sta per chiudere la rivendita di del bus in Piazza Matteotti: lo hanno deciso i vertici di Aurolinee Toscane, nonostante gli incassi di Carrara siano notevolmente superiori a quelli di Massa”. La segnalazione arriva da Massimiliano Bernardi, consigliere dell’opposizione che ha ricordato di aver fatto diverse segnalazioni ed istanze in merito all’apertura della biglietteria nell'ex chiosco dell'infopoint turistico in quanto inadeguato. “Era il novembre del 2023 – prosegue Bernardi - quando è stato annunciato dall'amministrazione Arrighi che, in Piazza Matteotti, prendeva il via il servizio, grazie alla collaborazione tra l'azienda di trasporti e il comune che, attraverso una delibera di giunta, aveva messo a disposizione gli spazi dell’ex chiosco turistico in piazza Matteotti a titolo gratuito. L’assessore Elena Guadagni, soddisfatta dell’ex gabbiotto aveva comunicato che sarebbe stato aperto tutti i lunedì, i mercoledì e i venerdì dalle 7 alle 13,15. Ma sebbene il servizio funzionasse bene, con 500/600 euro di incasso al giorno, l’utenza non era soddisfatta del chiosco, considerato di serie B rispetto alla biglietteria realizzata in centro a Massa”. Bernardi ha ricordato che anche di questo problema aveva messo al corrente i vertici di Autolinee Toscane: “ A Massa avevano inaugurato una splendida biglietteria con tutti i confort in centro città – continua Bernardi - mentre la nuova biglietteria a Carrara non poteva ospitare persone al suo interno per mancanza di spazi e quindi la vendita avveniva all’aperto sia col caldo che con il freddo e quando pioveva con gli ombrelli aperti. Ieri è arrivata la batosta di AutolineeToscane che ha annunciato l’intenzione di chiudere il chiosco di Carrara durante l’estate e riaprire un altro punto di vendita dei biglietti a Massa. E pensare che l’assessore Guadagni con enfasi aveva dichiarato che questo spazio avrebbe dato una prima importante risposta mettendo a disposizione dei carrarini un servizio che mancava in città. Il trasporto pubblico, per questa amministrazione sembra non avere una grandissima importanza, per la mancanza di corse e i ritardi dei mezzi e ora anche per la chiusura della biglietteria. La chiusura della biglietteria di Carrara è uno schiaffo per l’amministrazione e deriva dall’incapacità dei nostri amministratori che avevano fatto una scelta sbagliata e dalla poca considerazione che Autolinee Toscane ha dimostrato verso la città e la sua amministrazione.”
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