Politica
Solo carbone, dalla Befana, per il comune di Massa: il bilancio di Rifondazione Comunista Massa
Il bilancio di fine anno del Circolo della montagna Rifondazione Comunista Massa: "Come da tradizione, anche quest'anno è arrivato il momento dei bilanci: bilancio che non…

"Il Pd non vuole ammettere la sconfitta elettorale della Provincia": il commento del consigliere Mirabella
Il consigliere della lista Ferri Filippo Mirabella commenta la polemica scatenata dal Pd Massa Carrara in seguito all'elezione del nuovo presidente della Provincia: "Questa non è…

Farneticante, egoreferenziale, un uomo solo al comando che manovra i suoi seguaci: il presidente Pd Massa Carrara Nicola Abruzzese replica al presidente della Provincia Valettini
Massa-Carrara, 28 dicembre 2025 – "Ora basta!": il sindaco di Aulla Roberto Valettini ha imparato velocemente il modus operandi dell'uomo solo al comando e guida, fa…

Luca Nicolini della segreteria del Pd Massa Carrara è il nuovo tesoriere regionale del Pd Toscana
Massa-Carrara, 27 dicembre 2025 – Luca Nicolini, componente della segreteria provinciale del Partito Democratico di Massa-Carrara, è stato nominato nuovo Tesoriere regionale del PD Toscana.La nomina è…

Richiesta irresponsabile dettata dal livore di chi ha perso: il presidente della Provincia e sindaco di Aulla Roberto Valettini risponde all'invito del Pd Massa Carrara ai consiglieri di Aulla di passare all'opposizione
Inaccettabile ed irresponsabile la richiesta della segretaria del PD di invitare i miei consiglieri comunali iscritti al partito ad esprimere la sfiducia che paralizzerebbe l'attività…

Nel nostro gruppo nessuno ha 'tradito' e guai a chi lo afferma: i consiglieri della lista Arrighi Sindaco ribadiscono il loro voto a Giannetti per la Provincia, andata invece a Valettini
Natale avvelenato per i consiglieri e le consigliere della lista Serena Arrighi sindaco che hanno giusto aspettato Santo Stefano, per lanciare i loro strali contro chi avrebbe ininuato…

Il consigliere 5 Stelle Matteo Martinelli sul bilancio previsionale del Comune di Carrara: "Ancora una volta ci si limita a incassare i frutti del buon lavoro di altri e il bilancio previsionale per legge deve chiudersi in pareggio"
«Per il quarto anno consecutivo – interviene il Consigliere M5S Matteo Martinelli – ci troviamo di fronte, in sede di discussione del bilancio previsionale, all'ennesimo…

Attacco alla Cisl senza fondamento: Mannini replica alle accuse della Cgil sul Cermec
Luca Mannini segretario diFIT CISL Massa Carrara Toscana Nord repica alle accuse della CGIL "Leggiamo con dispiacere sulla stampa l’ennesimo attacco da parte di FP-CGIL nei…

Il Pd va all'opposizione nel comune di Aulla: "Il sindaco Valettini, neopresidente della Provincia sostenuto dal centro destra non è più espressione della maggioranza comunale
Alla luce della candidatura del sindaco di Aulla, Roberto Valettini, alla Presidenza della Provincia di Massa-Carrara, avvenuta in aperto contrasto con la decisione assunta dalla direzione territoriale del…

Stato di agitazione per il Cermec, non contro: la spiegazione di RSU FIT CISL, RSU UIL TRASPORTI e FIADEL
Chiara Pirozzo RSU FIT-CISL Maurizio Bertieri RSU UIL Trasporti e Gianluca Della Tommasina RSU FIADEL hanno chiarito le ragioni dello stato di agitazione al Cermec di…

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“A Marina di Carrara si discute ancora una volta di un nuovo traliccio per la telefonia mobile, infatti il sindaco Serena Arrighi ha invitato i cittadini a presentare osservazioni, anche se l’impressione è che il comune stia procedendo a fari spenti, senza fornire strumenti reali né informazioni adeguate alla cittadinanza”. È l’opinione del consigliere dell’opposizione Massimiliano Bernardi che spiega: “Nel grafico della delibera che approvava il Piano per le Antenne del 2013, firmato dall’ingegner Walter Breciani Gatti, nella Tavola n° 1 era stata individuata, campita in azzurro, un’area di sviluppo ed implementazione della rete per servizi tra l’autostrada e Marina di Carrara e non in Viale Colombo località Fossa Maestra . ‘Conformemente a quanto indicato dalla pianificazione vigente possono essere attivate SRB all’interno delle aree di sviluppo solo se si riscontrano esigenze di servizio tali per cui l’apporto ed il contributo di tali infrastrutture risulti indispensabile per il raggiungimento degli standard minimi di servizio. Rimane nella podestà dell’amministrazione rilasciare tali autorizzazioni anticipando i contenuti della nuova pianificazione’. Complessivamente, all’interno di tale “area di sviluppo” poteva essere individuato ed attivato al più, un impianto per ciascun gestore. Il problema di fondo è serio e tutt’altro che tecnico: non esiste a oggi un Piano delle Antenne aggiornato, nonostante fosse stato adottato nel 2013 e più volte richiamato come priorità nelle linee programmatiche dell’amministrazione Arrighi . Ma da allora, nessuna azione concreta è stata intrapresa. Un vuoto politico che dura da anni . Il caso di questo nuovo impianto a Marina di Carrara diventa emblema di un vuoto amministrativo e politico: l’assessore all’ambiente Moreno Lorenzini, pur conoscendo la delicatezza del tema, non ha promosso né coordinato l’aggiornamento del piano, lasciando la città senza uno strumento essenziale di governo del territorio. Invece, nulla, cittadini disinformati e responsabilità ignorate. Chiedere “osservazioni” ai cittadini su un tema tecnico e potenzialmente impattante, senza prima fornire dati, scenari, alternative o una visione d’insieme, equivale a scaricare la responsabilità su una popolazione lasciata disarmata. È un’operazione di facciata che nulla ha a che vedere con la partecipazione democratica. Non si può parlare di condivisione se non c’è prima informazione. Salute pubblica e pianificazione, dove sono finite? La salute dei cittadini non può essere un argomento marginale. La normativa regionale impone ai comuni di ridurre l’esposizione ai campi elettromagnetici e pianificare lo sviluppo delle reti con criteri di equilibrio e tutela, Carrara, invece resta ferma a un piano di oltre 10 anni fa, ignorando le evoluzioni tecnologiche, le preoccupazioni crescenti della popolazione e le possibilità urbanistiche per installazioni meno invasive. Una politica che abdica al suo ruolo Arrighi, Lorenzini si sono dimostrati, finora, incapaci di guidare una questione delicata con competenza e trasparenza. Si muovono solo quando la protesta bussa alla porta o un articolo appare sui giornali. Ma la pianificazione urbanistica, specie su un tema sensibile come le antenne, non può essere lasciata all’improvvisazione o alla passività politica, il tempo delle scuse è finito. Serve un piano aggiornato, una commissione che informi i cittadini, e un’Amministrazione che smetta di delegare responsabilità a chi ha solo il diritto e, non il dovere, di difendersi da scelte calate dall’alto”.
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“Ex Hotel Mediterraneo: tra promesse mai mantenute, processi partecipativi e silenzi istituzionali, si erge da anni lo scheletro silenzioso di un cantiere acquistato dal comune, in pieno degrado compreso il parcheggio sotterraneo che potrebbe essere utile, visto la carenza di posti auto, ma che ormai sarà inutilizzabile” comincia così l’analisi del consigliere della Lista Ferri Filippo Mirabella che prosegue:”Oggi passeggiare oggi per Marina di Carrara significa muoversi tra transenne, nastri arancioni e deviazioni improvvisate. Non c’è via o piazza che non sia interessata da lavori in corso, trasformandola in un vero e proprio cantiere permanente. I commercianti già avevano lanciato l’allarme per la carenza di parcheggi e il traffico congestionato, chiedendosi cosa accadrà con l’arrivo dei turisti. In questo clima di disordine e confusione, è più che lecito domandarsi che fine abbia fatto il progetto per l’area dell’ex Mediterraneo: un percorso partecipativo concluso a dicembre 2023 e rimasto, da allora, lettera morta. Quei parcheggi sotterranei, oggi cancellati dai lavori e invasi da acque stagnanti, sarebbero stati fondamentali. Ma tutto tace. Doveva diventare un simbolo di riqualificazione urbana, un’opportunità per il territorio, forse un centro civico, culturale o sociale. E invece è rimasto lì, abbandonato, a raccontare l’ennesima storia di soldi pubblici spesi senza visione e di un patrimonio lasciato marcire nell’indifferenza. Un caso emblematico di cattiva gestione dell’ amministrazione Arrighi, tra interrogativi politici e indignazione dei cittadini. Dopo quasi 15 anni di abbandono e degrado, l’amministrazione comunale precedente aveva avviato la procedura di risoluzione del caso, considerato una «ferita» nel cuore della città e aveva commissionato un’accurata perizia tecnica sull’area ed avanzato una proposta di acquisto. Con delibera di consiglio comunale n.26 del 7/4/22 infatti era stato approvato lo schema transattivo per la somma di 1.280.000 oltre Iva pari al 22 per cento. In effetti la copertura finanziaria per l’attuazione della transazione era stata individuata quanto a 600 mila dall’importo riconosciuto dalla Porto di Carrara Immobiliare s.r.l. a favore del comune di Carrara a titolo di risarcimento e, quanto ad euro 800 mila dall’importo vincolato all’intero dell’avanzo di amministrazione e specificatamente dedicato e per la differenza da ulteriori risorse individuate con successiva variazione di bilancio da parte del consiglio comunale. L’area del compendio immobiliare doveva essere utilizzata a spazi urbani pubblici. L’ esatta quantificazione della copertura finanziaria degli oneri indotti dall’investimento restano quantificati sommariamente in 2.865.000. Inoltre era stato individuato un percorso partecipativo a cui erano stati dedicati fondi specifici in bilancio (circa 7.200 euro). Finora per tutto questo progetto, l’attuale amministrazione ha saputo solo affidare il percorso di partecipazione costato 24 mila euro e conclusosi ormai dal dicembre 2023. Alla fine, la realtà è sotto gli occhi di tutti: il progetto dell’ex Mediterraneo è scomparso dai radar istituzionali, i soldi pubblici investiti nel percorso partecipativo sembrano essere stati sprecati, e i cittadini che avevano creduto in una riqualificazione concreta si ritrovano presi in giro. Intanto, l'amministrazione Arrighi continua a ignorare il tutto, lasciando Marina di Carrara in balìa di una viabilità caotica, senza posti auto e con un parcheggio sotterraneo che avrebbe potuto fare la differenza, lasciato a marcire nell’abbandono. Un’occasione persa in un silenzio assordante simbolo di questa amministrazione”.
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Forza Italia Carrara, tramite il suo Segretario Giuseppe Bergitto e il Responsabile Dipartimento Lavoro e Formazione Carlo Turato intende intervenire sulle preoccupazioni sollevate dai sindacati sulla necessità di garantire una assistenza adeguata all’ospedale delle Apuane e ai servizi territoriali per mancanza di figure sanitarie. "L’emergenza delle figure sanitarie - fanno notare Bergitto e Turato - soprattutto di infermieri e in particolare OSS che sta interessando tutte le strutture e i servizi sanitari e socio-sanitari, in particolare all’interno delle RSA, sta mettendo a repentaglio la tenuta del Servizio Sanitario Nazionale e Regionale e del Sistema Socio sanitario regionale integrato, pubblico e privato. Dopo aver ascoltato sia gli operatori impegnati direttamente sia i gestori di servizi in convenzione con L’Ente Pubblico, è chiaro che esiste un problema che si manifesta solo nella nostra Regione. Il problema che crea la Regione Toscana è quello di avere il monopolio della formazione per OSS, programmando i corsi tenendo conto solo del suo fabbisogno interno. Questo succede da anni ma con la pandemia del COVID la situazione si è aggravata ulteriormente perché l’ASL per carenza di personale interno ha incentivato la migrazione della figura professionale verso l’ente pubblico togliendo di fatto questa figura agli enti privati accreditati basilari per il servizio dato alla popolazione. Il paradosso: l’ASL Toscana Nord-Ovest annuncia assunzioni di 20 infermieri e 10 OSS, evidenziando che nel 2024 ha promosso corsi per OSS per 450 posti disponibili. Posti che non soddisfano il fabbisogno necessario alla struttura pubblica e che inoltre non assume inserendoli in una graduatoria temporale valida fino al successivo concorso. Proprio a dimostrazione del ritardo nelle assunzioni si sottolinea che il Consiglio Regionale Toscano con votazione all’unanimità ha approvato la proposta di legge di proroga della graduatoria OSS dove attingere per le nuove assunzioni, una vittoria per tutti i lavoratori del settore, di cui il primo firmatario e proponente Marco Stella, consigliere di Forza Italia. Questa scelta della Regione Toscana, ha comportato una programmazione della formazione degli OSS tutta appiattita sul solo fabbisogno pubblico e che, già da anni, non risulta più rispondente al crescente bisogno di utilizzo di tale figura da parte dei soggetti privati che compartecipano al funzionamento del SSR e del sistema integrato con la gestione di servizi accreditati e strutture convenzionate. Nell’attuale situazione di emergenza, poi, tale carenza cronica ha raggiunto un livello tale in alcune zone da non consentire la gestione dei servizi e delle strutture in sicurezza. Si segnala, inoltre, che tale situazione di esclusività, riferita alle Aziende USL, riduce la libertà di scelta di percorsi di formazione per i residenti in Toscana ed ha prodotto un’”emigrazione formativa” verso le regioni limitrofe (Umbria, Emilia Romagna, Liguria).
La ragione principale per cui non riteniamo percorribile la strada scelta dalla Regione Toscana è che non potenzia in alcun modo la capacità formativa regionale, mentre favorisce il coinvolgimento di enti del terzo settore e delle agenzie formative accreditate nel percorso di formazione immaginato con la Delibera n. 583 del 23.05.2002 che porterebbe, all’interno dei percorsi organizzati annualmente dalle Aziende Sanitarie all’aumento del numero degli operatori annualmente formati, dei quali abbiamo bisogno. Si consideri che le RSA in Toscana sono attualmente 322, di 102 a titolarità pubblica, 220 private. È ormai innegabile una carenza cronica, sul mercato del lavoro, di alcune figure sanitarie e sociosanitarie, in particolare gli Infermieri e gli OSS, che è diventata una completa assenza di forza lavoro disponibile ad operare in RSA, RSD, Centri Diurni, ecc. a seguito del “drenaggio” operato dalla Sanità pubblica. Peraltro, in Regione Toscana, a differenza di altri territori (come ad es. la vicina Emilia Romagna), non si è voluto valorizzare l’OSS con formazione complementare (OSS-S) che, grazie alle attività assegnate alla figura come da profilo nazionale, potrebbe dare un supporto più qualificato all’assistenza nelle strutture socio-sanitarie e consentire agli infermieri, liberati dallo svolgimento di attività non precipuamente infermieristiche, di concentrarsi nel servizio infermieristico. E ciò risulterebbe particolarmente importante nelle RSA, dove non è prevista la presenza fissa del medico.
A fronte di quanto detto, Forza Italia, propone di superare l’esclusività delle Aziende USL nel realizzare la formazione per OSS, con il coinvolgimento degli organismi formativi accreditati che nella Regione Toscana hanno maturato un’esperienza specifica nella gestione dei corsi di qualifica per le figure del settore socio sanitario. Ciò richiede l’inserimento dell’OSS nel Repertorio Regionale delle figure professionali per consentirne la formazione da parte delle agenzie formative. In conclusione riteniamo che le Agenzie formative devono e possono svolgere un ruolo importante nella formazione nella figura professionale dell’Operatore Socio Sanitario (OSS) non trascurando i pareri e le considerazioni di chi opera nel settore come le Associazioni gestori RSA della Toscana e Enti del Terzo Settore e che la Regione con questo monopolio formativo leda i suoi cittadini e la libertà di scelta di operatori e gestori dei servizi.
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“Per la nomina del Direttore Generale ci vorranno ancora mesi, il Presidente non porta in approvazione né gli indirizzi di mandato né il bilancio di esercizio e non relaziona all’Assemblea sul suo operato, come invece previsto dalle normative vigenti. È necessario l’intervento urgente del Revisore dei Conti e della Regione Toscana per ripristinare efficienza e legittimità nel Consorzio 1 Toscana Nord". A lanciare l’allarme è Maria Teresa Baldini, consigliere del Consorzio 1 Toscana Nord e componente della lista Difendiamo il Territorio, che torna a denunciare una gestione che definisce “Inadeguata e ormai insostenibil. “Le preoccupazioni già espresse su un Presidente assente si stanno, purtroppo, rivelando fondate. Gli indirizzi di mandato, che dovevano essere presentati all’insediamento della nuova Amministrazione, non sono mai stati approvati dall’Assemblea. Il Presidente ne ha fatto solo un generico cenno in una riunione successiva, senza portare alcun atto formale. I cittadini e i consorziati hanno il diritto di sapere quali siano le linee guida per i prossimi anni.”
Anche la questione della nomina del Direttore Generale, secondo Baldini, è emblematica della situazione di stallo: “Avevo già espresso forti dubbi, purtroppo confermati. Dopo oltre sei mesi, il Presidente ha pubblicato il bando di selezione per il Direttore Generale: l’ultimo tra i consorzi della Toscana. È evidente che l’iter richiederà ancora molto tempo, lasciando l’Ente in una situazione di precarietà che ne ostacola la piena operatività. Gravi anche le mancanze sul piano normativo e gestionale: “Secondo l’articolo 17-bis della legge regionale 79/2012, il Presidente è tenuto a relazionare semestralmente all’Assemblea Consortile sul proprio operato. Sono passati oltre sei mesi e gli amministratori non hanno ancora ricevuto alcuna relazione. Inoltre, il bilancio di esercizio 2024, che doveva essere approvato entro il 30 aprile ai sensi dell’art. 20 della stessa legge, non è ancora stato presentato. Il quadro che ne emerge è quello di un Presidente che non rispetta le scadenze, ignora gli obblighi normativi e alimenta disfunzioni che ricadono sull’intera comunità consortile. A confermare questa percezione ci sono le sollecitazioni che arrivano da vari territori, in particolare da Capannori, dove si lamentano ritardi negli interventi di manutenzione e l’assenza costante del Presidente. Per questi motivi è indispensabile che intervengano gli organi di controllo preposti, affinché il Presidente venga richiamato al rispetto delle normative vigenti e venga sollecitato a esercitare appieno il suo mandato". Lo dichiara Maria Teresa Baldini, consigliere del Consorzio 1 Toscana Nord e componente della lista Difendiamo il Territorio.
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"Sono tantissime le associazioni del terzo settore presenti nel comune di Carrara, tutte con l'obiettivo di aiutare la cittadinanza e offrire un supporto concreto, ma che a volte si trovano in situazioni di difficoltà, vista anche la quantità immensa di burocrazia che c'è dietro ad ogni associazione": la considerazione è di Lucian Martisca, segretario della Lega Giovani di Carrara che spiega: "Sarebbe opportuno, vista la presenza anche in altri comuni di organi come questo, instaurare una consulta o un tavolo di confronto per le associazioni del terzo settore, in modo da poter coordinare il lavoro sul territorio e renderlo più efficace, tenendo conto del fatto che spesso non si è a conoscenza di tutti i servizi che le associazioni mettono a disposizione della popolazione. Il volontariato dopo il periodo pandemico ha sofferto molto, i volontari sono in diminuzione e spesso non si hanno abbastanza risorse per far fronte ai servizi che offrono le associazioni, ed è proprio per questo che il comune di Carrara dovrebbe dar vita ad una consulta che possa far mettere in relazione tra loro le varie associazioni, sarebbe un passo avanti per il riconoscimento e il coordinamento delle realtà che operano nell'ambito del sociale, andando magari a potenziare alcuni servizi e cercando di aiutare le piccole associazioni. In qualità di segretario della Lega Giovani Carrara penso che avere un panorama chiaro, organizzato e funzionale del terzo settore aiuterebbe anche i giovani cittadini ad affacciarsi al mondo del volontariato, tenendo conto del fatto che dove c'è organizzazione è anche più facile lavorare. Pertanto, ritengo che una consulta delle associazioni di volontariato, in quanto portatrici di interesse generale, come si può evincere dal Codice del terzo Settore, possa diventare un valore aggiunto per il nostro comune e possa di conseguenza diventare uno strumento di partecipazione e condivisione. Dopo la consulta per le politiche giovanili, la consulta anziani e la consulta dei cittadini immigrati, nate tutte negli ultimi anni, una consulta per le associazioni di volontariato sarebbe un passo in avanti per l'amministrazione del comune di Carrara".
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Il segretario provinciale Gianenrico Spediacci, insieme al segretario di Massa Bordjgoni Sergio e il segretario di Carrara Giuseppe Bergitto hanno fatto visita al carcere di Massa, incontrando la direttrice dottoressa Antonella Venturi, il comandante e diverse guardie penitenziarie ed educatori in una riunione partecipata e sincera. I tre segretari ringraziano la direttrice e il comandante per dirigere un carcere che è sempre stato uno dei migliori carceri d'Italia per l'offerta rieducativa. "Quello che abbiamo appreso - hanno dichiarato Spediacci, Bordigoni e Bergitto -è che anche nel nostro carcere il numero dei detenuti è spropositato: la capienza prevede 174 detenuti ma la media è di 245. Questo sovrappopolamento rende difficile la gestione della vita in carcere per tutti, operatori e detenuti. Ci sono problematiche nella gestione delle telefonate e dei colloqui con i familiari, ad esempio. A questo si aggiunge la carenza di dotazione organica di operatori: quelli presenti hannoun’età media di 48 anni con punte di anni 60 e sono 127, mentre dovrebbero essere 139. Considerando le persone in malattia o infortunio ogni giorno mancano almeno 20 operatori e nel 2026 andranno in pensione 17 guardie. Inoltre l'attuale comandante gestisce anche il carcere di Pistoia, per due giorni la settimana. Un altro problema è quello che, godendo Massa di una situazione carceraria più tranquilla, rispetto ad altri istituti, i nuovi agenti di rinforzo spesso vengono destinati ad altre sedi. La carenza riguarda anche il personale civile. La pianta organica prevede cinque educatori, ma ce ne sono solo tre al momento. Il fenomeno migratorio riguarda il 60 per cento circa, dei detenuti stranieri, e l'immigrazione comporta altri problemi di gestione delle diverse etnie. Problemi che non si presentavano 10/15 anni fa. Molta attenzione è dedicata a intercettare fenomeni di radicalizzazione. La chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari ha generato ulteriori problemi di convivenza. Le REMS (residenza esecutiva misure sicurezza) sono limitate come numero di posti. In aggiunta, si segnala l’eccessivo ricorso a misure cautelari in carcere o la presenza in carcere di condannati a pochi mesi di reclusione, che potrebbero essere trattati con misure alternative. La magistratura di sorveglianza è in affanno, quindi le misure detentive si allungano per mancanza di personale in grado di trattare i singoli casi. Una proposta, per alleviare tale carenza, come ci ha spiegato la direttrice, sarebbe quella di estendere le competenze del personale dell’ufficio processi a magistratura di sorveglianza, mentre il decreto svuota carceri del 2024 sembra che non abbia comportato nessun beneficio, così come i provvedimenti del commissario per l’edilizia penitenziaria, che vedranno i risultati fra 10 anni. Altra soluzione, per ovviare a questo esubero di detenuti, è attuare la legge 199 del 2010 che prevede misure alternative per pene inferiori a 18 mesi, ma non è utilizzata per i ritardi nell'esame da parte della magistratura. Un'altra proposta per alleviare la situazione può essere l'uso della liberazione anticipata: sono previsti 45 giorni di bonus ogni sei mesi, per chi segue percorsi di formazione e lavoro. Giace in Parlamento una proposta di legge per portare tale bonus a 55/65 giorni. Riguarda carcerati che godono già di permessi. Ulteriore soluzione potrebbe essere l'uso dell'esecuzione penale esterna, ma che comporta indagini socio familiari molto lunghe e dispendiose in termini di personale destinato a tale compito. Servirebbe un potenziamento di figure, come le guardie, che possono seguire all'esterno il detenuto, per limitare le revoche dell'esecuzione esterna. Sono stati tanti i temi affrontati con operatori di alta professionalità a cui va solo il nostro ringraziamento per il senso civico che dimostrano e la passione che mettono nel loro lavoro spesso anche pericoloso. Un grazie sincero alla direttrice, al comandante e a tutti gli operatori che lavorano nel carcere di Massa".
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“Il Circolo Pd Bondano, Casone, Ricortola e Partaccia torna a chiedere chiarezza sulla situazione del mercatino della Partaccia, proprio mentre la stagione estiva è ormai iniziata". A farsi portavoce della preoccupazione dei cittadini della Partaccia è il consigliere del Pd Daniele Tarantino che spiega. "L’intervento di riqualificazione dell’area, annunciato da tempo, procede a rilento e senza risposte concrete sulle ricadute per gli operatori commerciali. Ci sono stati incontri con l’amministrazione, gli operatori e le associazioni, negli scorsi mesi, ma siamo ad inizio stagione e gli operatori chiedono ancora ulteriori spiegazioni. Servono certezze immediate su tempi e costi, soprattutto per tutelare chi lavora in quell’area da anni”. Il progetto prevede tre lotti: il primo, già avviato, comprende la costruzione di moduli prefabbricati, la cui apertura è prevista per l’estate 2025. I lotti successivi riguarderanno le coperture, una nuova piazza, aiuole, impianti e servizi. Il costo complessivo dell’opera si aggira sui 2,5 milioni di euro, in parte coperti da fondi comunali e in parte in attesa di finanziamenti statali. Nel frattempo, gli operatori si dicono preoccupati: la stagione turistica è iniziata, ma ancora non sono noti né i tempi precisi di realizzazione né i costi che dovranno sostenere per lavorare nei nuovi spazi. Per questo motivo, è in fase di organizzazione un nuovo incontro tra gli operatori e il circolo, richiesto con forza da chi da anni anima il mercato estivo della Partaccia. Il Circolo ribadisce la necessità di trasparenza e partecipazione: “La riqualificazione è positiva, ma non può avvenire calando decisioni dall’alto. Il mercatino è parte del tessuto economico e sociale del territorio e va rispettato. Non è accettabile trovarsi a maggio senza risposte”.
Resta dunque alta l’attenzione su un progetto strategico per l’economia turistica della costa massese, ma che rischia di partire senza aver prima garantito un confronto adeguato con chi ne sarà protagonista.
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Il professor Riccardo Canesi ha raccolto le proposte arrivate dai cittadini per migliorare la passeggiata sul molo e le ha inviate all’amministrazione carrarese e a Retiambiente, continuando la sua battaglia concentrata esclusivamente sulla – a suo giudizio – estesa e profonda maleducazione dei cittadini carraresi. Ecco la lettera pubblica di Canesi : “Ritenendo di fare cosa utile, Vi inoltro l'elenco delle proposte migliorative per la nuova passeggiata a mare formulate dai cittadini in occasione dell'incontro, promosso dalle associazioni ambientaliste il 16 aprile scorso, a cui hanno partecipato anche l'assessore Benfatto e l'amministratore di Reti Ambiente, Fabrizio Volpi.Ringraziando l'amministrazione e RetiAmbiente per la disponibilità dimostrata, debbo purtroppo far rilevare che, ad oggi, non si nota alcun miglioramento nella pulizia della passeggiata. Anzi, da assiduo frequentatore, debbo con rammarico rilevare che, negli ultimi giorni, c'è stata una recrudescenza di episodi di inciviltà, documentati anche sulla pagina Lozzbusters di FB, per chi volesse "ammirarli". Tirando le somme dell'incontro molto partecipato del 16 aprile, le criticità prioritarie da risolvere emerse all'unanimità sono:
- Maggiore pulizia della passeggiata e degli ex nuovi 20 bidoni soprattutto in merito alle deiezioni, solide e liquide, canine. All'uopo, ringraziando RetiAmbiente per il nuovo aspiratore, occorre maggiormente e sistematicamente CONTROLLARE e SANZIONARE i numerosi incivili che continuano a lordare, con feci e urine, la passeggiata. Se non siete in grado (come purtroppo sembra) l'unica soluzione è il divieto di accesso ai cani. All'uopo, stiamo ancora attendendo una nuova e più severa ordinanza comunale, valida per tutto il territorio, che contempli anche bottiglietta d'acqua e/o detergente per le urine.
- Sistemazione delle aiuole con uno strato superficiale di terra, al posto della sabbia, e la piantumazione di essenze mediterranee (vedi elenco nelle proposte)
- Contrasto (nel senso di divieto assoluto) ai monopattini e alle bici elettriche che sfrecciano a notevole velocità
- Realizzazione di almeno una fontana, nel vero senso del termine, all'inizio della passeggiata (vedi proposte)
- Cartello ad inizio passeggiata coi consigli per un "buon uso" della passeggiata
- In attesa del bar, a fine passeggiata realizzazione di un WC
Ci sono poi altre e interessanti proposte che potrete esaminare nel documento allegato. Forse sono affetto da una sindrome ossessivo-compulsiva ma frequentando quasi quotidianamente la passeggiata, come migliaia di cittadini molti dei quali forestieri, mi indigno profondamente nel constatare quanto una straordinaria e costosa opera pubblica, collocata in un contesto ambientale-paesaggistico di straordinario rilievo, in pochi mesi, possa essere già ridotta così. E' il luogo più frequentato del comune, e nel contempo, per la sua bellezza ne è anche il biglietto da visita ed io, da cittadino orgogliosamente carrarino, mi vergogno profondamente nell'assistere al suo degrado così come, da educatore, mi indigno assai nell'assistere alla sottovalutazione da parte Vostra di questi gravi episodi di inciviltà causati da gente impunita che mette a repentaglio la qualità della vita della maggioranza civile dei cittadini, crea conflittualità sociale, mina l'igiene urbana e la salute pubblica e danneggia un bene profumatamente pagato dalla collettività. L'atteggiamento che molti incivili hanno in passeggiata è paradigmatico di una crescente mancanza di senso civico ed è, purtroppo, estendibile a molte zone del territorio comunale.
Ed è per questo che ripeto per l'ennesima volta:l'amministrazione comunale nel superiore interesse della collettività, ha il dovere di agire subito e incisivamente. La maleducazione è contagiosa. Al di là di più o meno buone soluzioni tecnologiche per contrastare l'abbandono dei rifiuti e migliorare la raccolta, occorre a livello comunale promuovere una massiccia e duratura campagna di informazione e sensibilizzazione sul tema rifiuti, di qualsiasi tipo, coinvolgendo tutti gli attori sociali, economici, associativi ed educativi. Una campagna che miri a ridurre la produzione dei rifiuti, a differenziarli meglio, a rispettare le regole e soprattutto a non sporcare.
Se educhiamo la cittadinanza a non sporcare avremmo non solo una città igienicamente migliore ma avremmo anche meno spese nel ripulire. E' ovvio che non tutti i cittadini si convinceranno immediatamente dell'importanza civile e sociale di comportamenti più virtuosi. E' fondamentale, quindi, come confermano tutte le esperienze svolte nel settore e non solo, che occorrano urgentemente sistematici controlli ed eventuali pesanti sanzioni. Per coloro che si ritengono sudditi e non cittadini laddove non arriva l'educazione arriva il portafoglio. E' molto triste affermare in un paese che formalmente ha sconfitto l'analfabetismo e vive in democrazia da ottant'anni. Avete il coraggio di fare tutto ciò oppure no? Non c'è nulla di rivoluzionario in questo. Nella città civile, di qualsiasi colore politico, è normale pratica amministrativa oltre che un dovere dettato dal rispetto della legge, Costituzione in primis, per chi amministra”.
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Dopo la sentenza del TAR sui dati alle cave, Legambiente Carrara ha chiesto le dichiarazioni ambientali delle aziende che la certificazione Emas prevede siano pubbliche ma è nata una polemica con un imprenditore del marmo al quale Legambiente ha replicato: "Ha ragione l’imprenditore del lapideo che aveva definito “strumentale” la nostra richiesta di accesso completo ai dati sull’escavazione nella cave comunali, oggi finalmente riconosciuto come legittimo (e persino doveroso) da una sentenza del Tar Toscana. Vero, questo accesso è uno strumento di trasparenza piena e incondizionata all’informazione ambientale, tanto più poiché riferita al “consumo di suolo” che l’attività delle cave produce su quel bene comune che sono i bacini marmiferi. Falso, invece, che la diffusione di questi dati riguardi dati sensibili per le imprese e generi un danno commerciale. È il Tar a sancirlo, non Legambiente. E l’imprenditore che ha deciso di farsi “giudice di appello” dovrebbe ben sapere che da tempo, ormai, lo stesso Tar Toscana e anche il Consiglio di Stato hanno ripetutamente affermato che l’escavazione rappresenta oggettivamente un danno ambientale per cui i tributi pagati da chi sfrutta le cave rappresentano a tutti gli effetti un indennizzo e non un’imposta. Forse è per questa intima consapevolezza che nel giudizio davanti al Tar nessuna impresa lapidea né associazione si è costituita, e oggi preferiscano affidarsi a incomprensibili polemiche di stampa? In tema di strumentalità, però, l’imprenditore dovrebbe dirci quanto non sia piuttosto, e per davvero, strumentale la massiccia registrazione EMAS delle aziende titolari delle concessioni di cava, condizione richiesta dal Comune per allungare i tempi del regime di proroga. Da una semplice e rapida analisi, sui siti delle stesse aziende, dei 47 siti di cava registrati EMAS risulta che solo 13 pubblicano sui propri siti la “dichiarazione ambientale” aggiornata e altre due indicano che è possibile richiederla: un documento obbligatorio nel quale chi è registrato EMAS deve proprio rendere conto sulle proprie performance ambientali. Eppure sono ben 32 le imprese (fra le quali anche quella del preoccupato imprenditore) che non mettono a disposizione quel fondamentale documento di rendicontazione ambientale. Per questo, mentre prendiamo atto con soddisfazione che la Sindaca si è dichiarata “lieta” della decisione del TAR e restiamo in attesa che il Comune ottemperi alla sentenza e fornisca i prospetti aggiornati al 2024 in forma non resa anonima, nei giorni scorsi abbiamo mandato a tutte le società con cave registrate EMAS la richiesta di inviarci e pubblicare le rispettive dichiarazioni ambientali, dato che questo regime di pubblicità (che ieri agli industriali lapidei piaceva – per ottenere benefici ma oggi non piace più) è una condizione indispensabile per la stessa registrazione. Nel caso di rifiuto od omissione sarà nostra cura segnalarlo ad Arpat e Ispra, enti pubblici che provvedono alla registrazione EMAS. A oggi hanno risposto alla nostra richiesta 13 aziende (per rispettive 18 cave) su un totale di 47 certificate.
NOTA: in questo comunicato abbiamo omesso il nome dell’imprenditore che qualche giorno fa ha rilasciato le dichiarazioni stampa a commento della sentenza. Lo abbiamo fatto per ricambiare la sua “cortesia” di non aver voluto specificare che il ricorso al Tar era stato presentato da Legambiente Carrara."
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Continua il confronto a distanza tra il consigliere dell’opposizione Massimiliano Bernardi e il presidente della commissione marmo Nicola Marchetti riguardo alla proposta, fatta da Bernardi, di una variazione da inserire nel regolamento del marmo per agevolare le piccole e medie imprese. Dopo la segnalazione di Bernardi di come a sua proposta sia stata sostanzialmente ignorata dalla commissione e dopo la replica del presidente Marchetti, affidata solo ad alcune testate e non alla nostra, sebbene anche La Gazzetta di Massa e Carrara fosse presente alla conferenza stampa di Bernardi, e del cui contenuto, quindi non possiamo dare riscontro, non per nostra volontà, arriva da Bernardi la controreplica:“ È francamente sconcertante che Nicola Marchetti, presidente della Commissione Marmo ed esponente della sinistra, abbia scelto di rispondere sulla stampa — e non nelle sedi istituzionali — alla mia proposta di emendamento , una questione che da troppo tempo attende una soluzione concreta. Ancor più grave è il tentativo, del tutto infondato, di screditare l’iniziativa definendola “fuori dalle regole”. La verità è un’altra, e non può essere taciuta: Marchetti ha scientemente evitato di portare l’argomento in Commissione non per ragioni tecniche, ma per obbedire agli ordini politici della sindaca Arrighi e del PD. Un comportamento che svilisce il ruolo delle istituzioni e ostacola il confronto democratico su un tema cruciale per il settore. Inoltre nell’ intervento ha dichiarato che il sottoscritto aveva depositato in modo irrituale, alcuni emendamenti sul regolamento per la concessione degli agri marmiferi senza che quest'ultimo fosse in discussione. Evidentemente, per Nicola Marchetti vale più il rispetto di certi rituali formali che il dovere di affrontare i problemi reali. Come se non bastasse, ad un certo punto Marchetti arriva anche a sostenere che avrei dovuto rendermi conto da solo del “poco senso” della mia proposta. Un’affermazione che oltre a essere presuntuosa, è anche offensiva verso chi lavora con serietà per cercare soluzioni concrete. La mia proposta è chiara, legittima e fondata sul buon senso: è proprio questo, forse, che dà fastidio a chi preferisce il teatrino delle obiezioni formali al confronto sui contenuti. Ribadisco l’importanza dell’emendamento per le medie e piccole imprese che sono circa l'80 per cento del totale, perché non riusciranno mai a rispettare l'obbligo del 50 per cento, in quanto per chi lavora materiali meno pregiati non c'è mercato sufficiente e, soprattutto, le aziende non strutturate, cioè quelle con pochi dipendenti e spazi limitati, non hanno depositi abbastanza grandi per stoccare il materiale non venduto. Il problema sarebbe facilmente risolvibile con una piccola variazione del regolamento, perfettamente nei limiti imposti dalla legge regionale, in base alla quale si dovrebbe fare la riquadratura dei blocchi non più in cava, ma nelle segherie al piano. Questo darebbe molto sollievo alle aziende perché la riquadratura rientrerebbe nel computo delle tonnellate lavorate. Ho proposto questa modifica a luglio del 2024 e i membri della maggioranza in commissione marmo hanno cominciato a prendere tempo, dicendo di voler prima esaminare la cosa tra loro. Il problema è molto serio perché non esiste una sanzione pecuniaria per chi non rientrerà nei limiti del 50 per cento previsto dalla legge: la conseguenza inevitabile sarà solo la revoca della concessione. Il vero nodo politico, però, è un altro e va denunciato con chiarezza: le politiche del marmo dell’amministrazione Arrighi sono fallimentari e e i referenti delle stesse non si accettano confronto”. Tutto il resto – i piccoli imprenditori, gli artigiani, le famiglie che vivono di questo lavoro – può essere sacrificato senza troppi scrupoli. È una deriva oligarchica, mascherata da legalità e burocrazia, che sta soffocando il pluralismo economico e la giustizia sociale nel nostro territorio. Opporsi a questo disegno non è solo un dovere politico, è un atto di responsabilità verso chi ogni giorno lavora con fatica, senza padrini né protezioni”.
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