Politica
Scarsa manutenzione e degrado nei parchi pubblici massesi: Stefano Benedetti accusa Paolo Casotti e chiede nuovi bandi per riassegnarne la gestione e chiede
Parchi pubblici nel degrado e manutenzione inesistente a Massa: la responsabilità della situazione critica, secondo Stefano Benedetti, presidente di Massa Città Nuova e membro del direttivo di Forza…

Piazza Donatori di Sangue nel degrado: Fratelli d'Italia Massa chiede intervento immediato
“Quello che dovrebbe essere un luogo di memoria, gratitudine e civiltà, oggi si presenta in uno stato di totale abbandono e incuria. Piazza Donatori di Sangue, con il…

Frane ad Altagnana, ancora nessun intervento: la segnalazione del Movimento 5 Stelle Massa
A distanza di un mese dalla prima segnalazione, il Gruppo Territoriale del Movimento 5 Stelle di Massa è tornato ad Altagnana per verificare lo stato delle frane che…

Il fallimento delle bibliocabine a Massa, da simbolo di cultura a monumento del degrado: la critica di Fratelli d'Italia
Le cosiddette "Bibliocabine", nate qualche anno fa come progetto di promozione della lettura e della cultura diffusa, si stanno rivelando oggi un clamoroso fallimento. Nella nostra città,…

Rumori assordanti dal gruppo elettrogeno vicino all'ex Civico di Carrara: la critica e i dubbi del consigliere Bernardi
“Gruppo elettrogeno mostruoso fuori dall’Ospedale Civico, rumori insopportabili e zero sicurezza”: è la realtà del dispositivo posto accanto all’ex ospedale civico di Carrara per fornire corrente ai macchinari…

Apre la Bau beach di Marina ma senza alcun servizio per gli utenti: una beffa secondo il consigliere Mirabella
“Senza senso e senza sostanza: così il consigliere della Lista Ferri Filippo Mirabella ha definito la nuova ordinanza emessa dal sindaco di Carrara Serena Arrighi sulla Bau-beach: “Dopo…

Polo progressista e di sinistra Massa: evento rifiutati e aumento TARI
Nei giorni in cui presso il sito industriale di CERMEC si svolgeva l’evento organizzato dall’amministratore unico Lorenzo Porzano denominato “Rifiutati”, l’amministrazione comunale annunciava l’arrivo delle cartelle TARI con…

Comunicazioni tardive e risposte social strafottenti: il Movimento 5 Stelle Carrara critica la gestione della variazione nella raccolta dei rifiuti di RetiAmbiente e del suo amministratore Fabrizio Volpi
La variazione nella raccolta dei rifiuti che unisce la plastica all'alluminio non sarebbe stata comunicata nelle modalità e nelle tempistiche giuste, secondo il Movimento 5 Stelle di Carrara…

Parte a Romagnano "SiCURAmente", il progetto di sicurezza e inclusione del comune di Massa
L'amministrazione comunale di Massa presenta "siCURAmente" il progetto di sicurezza partecipata ed inclusione sociale rivolto al quartiere di Romagnano e che è risultato tra i primi cinque progetti…

Corse saltate e continui disservizi nel trasporto pubblico locale: la segnalazione del consigliere Bernardi
Autobus fermi e cittadini di Colonnata in attesa: l'ennesimo disservizio estivo nel trasporto pubblico: la segnalazione arriva dal consigliere dell’opposizione Massimiliano Bernardi che spiega: “Alcuni giorni fa, alle…

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Il civico consigliere comunale Arcipelago Massa Andrea Barotti commenta gli esiti dell'ultimo consiglio in merito al regolamento degli agri marmiferi.
"L'amministrazione Persiani - esordisce - afferma, trionfalmente, di essere entrata, con il regolamento per gli agri marmiferi, nella storia senza considerare che è più importante il giudizio dei posteri del solo ingresso nel ricordo collettivo! La damnatio memoriae del diritto romano, fortunatamente, non esiste più perciò di una fase politica rimane, nel bene e nel male, traccia".
Il civico spiega le ragioni della sua assenza: "Non ho partecipato ai lavori della Commissione Ambiente e del Consiglio Comunale poiché sono contrario, specie quando si affrontano temi delicati, alle sedute non in presenza! Quanto avvenuto nel corso della maratona per il regolamento degli agri marmiferi, che rimanda al modus operandi adottato dalla vecchia Giunta per il regolamento urbanistico, non ha bisogno di commenti! I problemi tecnici si sono susseguiti, i consiglieri non hanno potuto seguire, con continuità, i lavori dell'Assemblea ed addirittura non vi è stata l'usuale diretta televisiva. Ritengo che una Commissione, quella Ambiente, incapace di approfondire temi come la ex discarica di Codupino, la vicenda della ex Ricicleria non sia, dal punto di vista politico, agibile per chi considera necessario restituire credibilità all'impegno civico! da qui la mia attività, a costo zero per i contribuenti, fuori dal palazzo, per strada tra i cittadini. La mia protesta terminerà quando le porte della sala Consigliare torneranno ad aprirsi! È assurdo che gli operai siano in fabbrica, che ci si impegni per far suonare le campanelle dei plessi scolastici ed i consiglieri, per numero inferiori ai dipendenti di una media/grande impresa, stiano dietro un monitor".
Barotti attacca e scrive: "In merito al regolamento non ho mai nutrito la speranza che la maggioranza di destra, fustigatrice del vecchio centrosinistra, accogliesse qualche seria proposta della minoranza ed è anche per questa ragione che non credo alle parole di Persiani quando scrive che il regolamento è perfezionabile! Se si è consapevoli di non aver raggiunto il miglior risultato perché esaltarsi? Perché approvare un regolamento così fatto? Sono domande che, al pari di altre, cadranno nel vuoto! Si infrangeranno contro gli spot, i post, le immagini di una destra che sembra non aver sostituito l'ebrezza della vittoria con la moderazione del governo".
Il Consigliere indirizzerà a Strasburgo una nota: "Personalmente ho forti dubbi, quanto alla conformità al diritto comunitario, sia sul testo approvato dalla maggioranza sovranista (i moderati mi sembrano, come dimostra la vicenda del MES, estinti nel centrodestra) e sia sulla legge regionale! Ho intenzione, per dare un contributo utile alla città (partecipare ad una storia con il finale già scritto non è il compito datomi dagli elettori), di sottoporre alcuni quesiti alla Commissione Europea ed al parlamento Europeo. Sono convinto, come cittadino, di avere maggiori possibilità di risposta confrontandomi con le Istituzioni Europee che con la Giunta Persiani o con una maggioranza di destra e sovranista".
Per Barotti i giovani sono rimasti, ancora una volta, fuori dalla visione della politica: "Le Apuane non appartengono a noi, appartengono a chi verrà ed è veramente incredibile che si offra la possibilità, conformemente alla legge regionale ed al regolamento approvato, di prevedere concessioni della durata massima di 25 anni prorogabili, dietro voto del Consiglio e con l'impegno di far lavorare il 50% dell'escavato, di altri 25 anni! Questo significa privare alcune generazioni, i giovani della possibilità di decidere del loro futuro! Un venticinquenne, tornando all'esempio, avrà allo scadere del rinnovo 75 anni!"
L'esponente civico guarda all'Europa: "Le ricchezze naturali, paesaggistiche del nostro territorio sono un tesoro europeo e credo sia opportuno, per garantire la tutela ma anche la concorrenza, il giusto equilibrio tra protezione e sviluppo informare le Istituzioni dell'Unione. La Lega, F.d.I lavorano per sgretolare le Autorità europee ed addirittura arrivano a giustificare chi si oppone alla clausola sul diritto per l'accesso al Recovery Found chi, invece, crede all'Europa, al progetto di una Unione sempre più forte capace di offrire progresso, salvaguardia dei diritti e benessere dei cittadini non ha alcuna difficoltà a chiedere l'esame di una legge regionale e di un regolamento comunale".
L'intervento termina con una nota ironica: "Le verifiche, come l'esperienza scolastica di ciascuno insegna, aiutano a migliorarsi; rimetto alle Autorità europee il compito di giudicare l'operato della Giunta Persiani cosicché sapremo dove collocare, nella storia della città, la destra sovranista massese! Un Sindaco, una coalizione che si auto promuove, che si complimenta con i consiglieri di maggioranza non penso sia particolarmente obiettiva".
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Una discussione suddivisa in due sedute fiume l’ultima delle quali ha occupato un’intera notte. Molti sono i dubbi della consigliera dell’opposizione massese Elena Mosti che ha anche affidato alla stampa la sua riflessione su tutto il comparto marmo. Ecco le parole della Mosti:
“Fino a qualche anno fa la mia personale consapevolezza sul mondo delle cave era ristretta e indirizzata a quel sentimento romantico e culturale rappresentato dal duro lavoro dei cavatori, dall'eroica resistenza sulla roccia impervia, dalla lizzatura e dal lardo di Colonnata. Negli anni di attività politica attiva ho poi potuto conoscere e approfondire, capendo che questo complesso settore rappresenta molto di più, e che queste montagne nascondono problemi e ferite. Ogni blocco che lascia il monte, è unico e irripetibile.
Non ce ne sarà un altro mai. Il marmo non ricresce, non è un seme dal quale poter far nascere un fiore.
La figura meravigliosa del cavatore e del suo dignitoso ed etico lavoro non esiste più, o meglio non è più quella che era. Un lavoro pericoloso, alle volte ingrato ma anche molto amato da chi lo fa, un lavoro che ci ha portato e ci porta via ancora oggi molti concittadini che lassù perdono la vita. Oggi la maggior parte del lavoro è svolto dalle macchine. Negli ultimi vent'anni si stima che si siano persi 1000 posti di lavoro.
Sono sparite più di 70 aziende. In parallelo si escava sempre di più, con più velocità e invasivamente.
La filiera è praticamente inesistente perché partono dalla nostra provincia per lo più blocchi non lavorati.
L'impatto ambientale di tutto questo è enorme. Quanto deve essere per davvero la "quantità massima estraibile" senza che l'orografia delle nostre apuane venga modificata e cambiata in maniera irreversibile?
È il momento di pensare alle creste, alla tutela delle acque di cui le nostre Alpi sono piene, a limitazioni vere, ad inquinare meno, ai lavoratori e al nostro territorio. È il momento di capire che le cave non si "coltivano", e di prendere totale coscienza che ogni blocco che se ne va è appunto andato.
Non sono mai stata per la chiusura totale delle cave, e non lo sono oggi né demonizzo l'attività estrattiva.
Ma non voglio nuove cave aperte. Ho conosciuto imprenditori e lavoratori seri, preparati, amanti della montagna e del territorio, che mi hanno mostrato il lato buono, responsabile e coscienzioso di questa attività, ma procedere in questo modo non è più sostenibile sotto nessun punto di vista.
In due lunghe sedute di consiglio comunale a Massa si è portato il regolamento degli agri marmiferi.
Un regolamento degli agri marmiferi che è stato approvato con larga maggioranza. Due sedute di Consiglio.
Dalle 17 a mezzanotte e mezzo la prima. Dalle 17 di ieri a stamattina la seconda.
Non ho votato. Alle 4:30 ho lasciato la seduta perché non riuscivo più a partecipare e seguire. Non avevo più la lucidità per concentrarmi. Un dibattito intenso. Impegnativo. Un regolamento al quale avrei votato contro. Un atto praticamente blindato. Pareri tecnici negativi sugli emendamenti della minoranza, che di tecnico non avevano nulla. Modalità di svolgimento mai viste. Un regolamento che va più verso gli interessi privati che verso un ampio diritto pubblico. Un atto così importante poi, discusso in maniera, telematica, con tutte le difficoltà e gli ostacoli del caso.
Non è il regolamento che vorrei.
Le montagne, le cave e lo stesso marmo, sono beni che appartengono alla comunità e al territorio tutto.”
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Stanno arrivando a tutti i comuni, proprio in questi giorni, i soldi del governo per una nuova erogazione di buoni alimentari ai cittadini che si trovano in difficoltà economica per cause legate all'emergenza sanitaria. Una prima tranche era già stata finanziata durante il primo lockdown, per dare il medesimo supporto ai bisogni primari della popolazione le cui condizioni risultassero aggravate dalle conseguenze economiche del l'emergenza pandemica.
In merito a questa seconda erogazione, i consiglieri dell'opposizione, Emanuele Ferdani, Michele Moscatelli, Alessandro Ricci, contestano all'amministrazione comunale le modalità scelte per la gestione della misura nazionale.
"Siamo stati informati – spiegano i consiglieri - che l'amministrazione del comune di Mulazzo guidata dal sindaco Claudio Novoa (in foto) ha intenzione di erogare i nuovi buoni spesa relativi all’emergenza COVID 19 tramite la distribuzione di Buoni “Qui-Ticket”.
Ebbene: "Questa metodologia – affermano - ci trova contrari per diversi motivi. I consiglieri spiegano quindi le loro ragioni: "Nessun esercizio commerciale del nostro comune utilizza questo metodo di pagamento. Questi ticket, per gli esercenti, hanno un costo di commissione e per piccole realtà come quelle presenti sul nostro territorio è un costo molto elevato e a volte insostenibile".
Dunque, i buoni ticket non sarebbero spendibili nei negozi del comune. Non solo: "La metodologia utilizzata per la distribuzione della prima parte dei buoni spesa nei mesi di marzo e aprile ci sembra la più giusta: buoni emessi direttamente dal comune e spendibili solo nel territorio comunale. Così facendo, oltre ad aiutare le famiglie che ne hanno diritto, si aiuterebbero anche le nostre attività locali che hanno risentito enormemente, durante il periodo estivo, del calo di turisti, del mancato arrivo dei proprietari di seconde case e dell’effettuazione delle varie sagre dovuto dalle restrizioni dei vari DPCM per il contrasto del COVID 19".
L'opposizione prosegue intravvedendo così le conseguenze negative della scelta fatta dagli amministratori comunali: "Si rischia di dirottare clienti abituali dei negozi locali su altri negozi causando un ulteriore danno alle già martoriate attività del nostro comune. Questa scelta non è nemmeno giustificabile con il fatto che questi buoni si possano spendere presso i discount locali visto che l’unica catena che accetta questo tipo di ticket è il CONAD".
I consiglieri concludono puntualizzando il loro netto disaccordo con l'indirizzo del sindaco e di tutta l'amministrazione comunale: "Parliamo tanto di ripopolamento dei piccoli comuni cercando di non far chiudere i servizi e poi quando si può fare qualcosa di concreto si fanno scelte contrarie. Tutto questo dimostra la scarsa e disattenta conoscenza del territorio comunale da parte del Sindaco Novoa ed il poco interesse che nutre verso le attività commerciali alimentari che hanno sede nel suo comune".
Attività che – proseguono i consiglieri - durante questi mesi di pandemia, hanno svolto un servizio fondamentale per tutti i cittadini tenendo aperto e mettendo a rischio la propria salute, con la consegna della spesa direttamente a casa di chi non poteva muoversi da casa".
Di qui, la richiesta dei consiglieri agli amministratori: "Pertanto, chiediamo al sindaco e all’Amministrazione di tornare sui propri passi e di utilizzare il metodo usato nei primi mesi di pandemia così da aiutare sia le famiglie sia i negozi".
Michela Carlotti
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Approvazione anche da parte di Marco Guidi, assessore ai lavori pubblici di Massa e coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia per il regolamento degli agri marmiferi votato dal consiglio comunale che lui ha definito altro importante obiettivo raggiunto dal sindaco Francesco Persiani e dalla sua maggioranza.
"Quello che è stato approvato - hanno detto Guidi e i consiglieri comunali di Fratelli d'Italia Alessandro Amorese, Massimo Evangelisti e Bruno Tenerani - è un regolamento che mette al centro la tutela della ambiente, del lavoro e delle imprese, con importanti ricadute anche in termini economici per l'intera città. Nonostante i continui tentativi delle opposizioni di bloccare questo importante atto, dopo 17 ore di consiglio comunale, abbiamo consegnato alla città un atto atteso. Dove il centro sinistra ha fallito per anni, l'amministrazione guidata dal sindaco Francesco Persiani è riuscita a portare a termine questo percorso e lo ha fatto senza creare contrapposizioni ma affrontando il tema del marmo e della tutela del territorio, senza un approccio ideologico ma con l'intento di contemperare tutti gli interessi in campo. Come Fratelli d'Italia siamo soddisfatti che parole come ambiente, sicurezza sul lavoro e libertà di impresa siano elementi centrali di questo nuovo regolamento".
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Sarebbero arrivati, addirittura, al negazionismo pur di negare il disastro sanitario emerso in Toscana con la seconda ondata della pandemia: i colpevoli sono le varie cariche regionali, presenti e passate, del Pd; gli accusatori sono i rappresentanti della Lega, il partito che alle ultime regionali ha conteso il governo della Toscana proprio al Pd, al potere da oltre quarant’anni. A sparare a zero sui dem è Nicola Pieruccini, commissario della Lega Salvini Premier di Carrara, uno dei due comuni in cui la Lega ha battuto il Pd alle ultime regionali.
“Non è accettabile – ha tuonato Pieruccini – che a fronte di decine di migliaia di morti e di contagiati ci si permetta di negare ancora la pessima situazione in cui si è trovata la sanità toscana, grazie alle politiche di Enrico Rossi e dei compagni eletti in rappresentanza del territorio più martoriato dal virus, come Giacomo Bugliani. E soprattutto non è accettabile che esponenti delle istituzioni locali promuovano e avallino iniziative simili, sebbene fossero stati perfettamente a conoscenza del fatto che la seconda ondata di Covid-19 avrebbe potuto stravolgere ancora di più le nostre vite.”. Pieruccini ha puntato il dito contro la concentrazione esclusiva del Pd sull’obiettivo elettorale e la sostanziale immobilità nelle politche a favore della salute pubblica. “Sapevano perfettamente come si sarebbe attuato il contagio – ha continuato Pieruccini - quanto la curva avrebbe impiegato a gonfiarsi di nuovo e a riempire gli ospedali poco resilienti e con pochi posti di terapia intensiva. La Lega si è stancata di ascoltare queste posizioni assurde , soprattutto dopo aver letto i dati pubblicati oggi dalla Regione, un vero e proprio bollettino di guerra, che,solo per rispetto, dovrebbe spingere i Dem a fare una dignitosa autocritica. “.
Pieruccini ha rimarcato come tutti i malumori che emergono dalla condizione sanitaria della Toscana arrivino dagli operatori del settore, dai cittadini ed anche da membri stessi del Pd. “ E’ evidente – ha rincarato Pieruccini – che sta facendo vero sciacallaggio in questo momento gravissimo di crisi sanitaria economica e sociale : sono solo quelli del Pd che, non soddisfatti del risultato elettorale , si fanno la guerra passando sopra la testa di chi soffre.” Pieruccini ha ricordato che la Toscana è diventata zona rossa per il rischio alto di valutazione dell’impatto: 48 per cento di occupazione delle terapie intensive quando la soglia era al 30 per cento: presenza di due allerte rispetto alla valutazione della resilienza territoriale e uno scenario rispetto all’ Rt di 1.8 che era il più alto d’Italia e sulla base di questi dati ha diffidato il Pd dal rilanciare chiamando in causa la cattiva gestione leghista della Lombardia. “ Non andate a cercare la Lombardia ma guardate a casa vostra – ha ammonito Pieruccini – vogliamo ricordare che il giudizio sui 40 anni di disastri della sinistra , compreso il buco della nostra Asl da 400 milioni di euro volatilizzati nel nulla, i cittadini di Massa Carrara lo hanno espresso con il voto di settembre decretando la vittoria del centrodestra nella provincia apuana, con il 45,6 per cento dei voti contro il 43,9 di Giani. Dopo il PD ha cavalcato la politica del risentimento ed imbastito la più grande ondata di rancore contro la Lega , in maniera perfino superiore al vecchio e caro Partito Comunista che era animato sì da invidia sociale ma seguiva un realismo politico che, al di là dell’idealismo strumentale, è sempre stato il fondamento del comunismo vero. Invece quelli di adesso , rabbiosi e rancorosi, hanno dimenticato quella politica. Non ritroveranno il consenso attaccando la Lega e al contempo negando le proprie responsabilità sulla politica dei tagli alla sanità.”
Pieruccini ha invitato i rappresentanti del Pd a rispondere politicamente sui temi e ad evitare di fare chiacchiericcio sterile per attaccare la sua persona.
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La riapertura è stata abbastanza in sordina e poco in linea con la tendenza trionfalistica con la quale l’amministrazione 5 stelle è solita annunciare ogni suo più o meno raggiunto traguardo. Talmente in sordina che quando i primi mezzi si sono avventurate sul nuovo ponte di Avenza hanno trovato dall’altra parte le auto parcheggiate come se la viabilità fosse ancora interdetta, perché nessuno era stato informato della riapertura. A descrivere nel dettaglio la situazione del ponte Gino Menconi ad Avenza è stato, ancora una volta, Cesare Micheloni, di Fratelli d’Italia, che ha riscontrato diverse anomalie e soprattutto la persistente assenza di controllo da parte dell’amministrazione. “ Oltre al ponte aperto senza che nessuno fosse avvertito – ha detto Micheloni – ancora oggi a due giorni dalla riapertura, non sono stati tolti i cartelli che indicavano la viabilità modificata a causa dei lavori sul ponte. Molte persone infatti continuano a seguire quelle indicazioni e non sanno che il ponte è percorribile.”
Micheloni, che ad Avenza risiede ed ha un’attività commerciale, si è preso la briga di andare a controllare lo stato del ponte ed ha spiegato: “In realtà il ponte non è finito. L’asfalto definitivo verrà gettato a gennaio. Al momento sono stati sospesi i lavori per consentire un minimo di ripresa della circolazione in occasione delle feste. Purtroppo la riapertura ha coinciso con questi giorni di forte pioggia che hanno un po’ deteriorato il primo strato di asfalto gettato. Le cose più gravi, tuttavia sono altre: il ponte di notte è completamente al buio perché l’impianto di illuminazione non è ancora stato fatto. Questo lo rende molto pericoloso sia per il passaggio a piedi sia per il transito di veicoli a due ruote. Inoltre tutto il lato monti del ponte, in corrispondenza del famoso muretto che avevamo segnalato, che è stato tagliato solo in parte, è protetto da new jersey in cemento, che costringono i mezzi in transito da Avenza vecchia verso Avenza nuova a spostarsi verso il centro della carreggiata per evitare di andare a sbattere contro il muretto che è storto e quindi non in asse col ponte. In tutto questo, ancora una volta non c’è stato alcun controllo da parte del comune.”
Alla luce di questi riscontri Micheloni ha rinnovato l’appello al sindaco per avere chiarimenti sulla presenza e sulla durata delle protezioni coi new jersey ed anche sulla segnaletica sbagliata e soprattutto sulla necessità di una verifica in loco da parte dell’amministrazione.
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"Scene come queste non si vedono neppure nel terzo mondo. Fanno accapponare la pelle: mura marce e piene di muffe, calcinacci che cadono a pezzi, radiatori che forse risalgono ai tempi della guerra, bagni guasti, lavandini intasati. Poi porte che hanno un'età da pensione chiuse con i lucchetti come biciclette alla stazione. Pareti piene di crepe. Non siamo in un ospedale abbandonato. Siamo all'ufficio igiene dell'Asl in viale Democrazia a Massa. Qui le persone vanno a fare le vaccinazioni. Non possiamo certo stupirci se poi esplodono focolai di contagio nelle strutture dell'Usl Toscana nord ovest se questa è la misura della gestione aziendale. Perché vale all'ufficio igiene come al distretto di via Bassa Tambura dove sono senza lavandino nello spogliatoio oppure ad Aulla, dove nello spogliatoio non sono rispettate le misure di sicurezza. Abbiamo richiesto un incontro urgente con la direttrice Maria Letizia Casani: è un anno che aspettiamo una sua convocazione. Non accetteremo altre inutili discussioni con collaboratori con varie competenze teoriche ma spesso inefficaci di stanza in quella che qualcuno, a quanto pare, considera la periferia dell'impero".
Una situazione al limite quella descritta dal segretario della Uil Fpl di Massa Carrara, Claudio Salvadori. Reportage fotografico alla mano, mostra quello che è il disastro delle strutture sanitarie territoriali (escluso il Noa): "Se la gente è costretta a lavorare in contesti come questi è chiaro che la responsabilità del contagio non va cercata fra gli operatori ma nell'incompetenza di una struttura dirigenziale che gestisce un'azienda sanitaria di area vasta. Vogliamo per caso parlare di percorsi sicuri Covid-19 in queste condizioni? Ma per favore. A quanto pare l'Asl pensa di fermare il virus con una catenella, come al Pronto Soccorso. Problemi peraltro segnalati da tempo: mandano un collaboratore di turno a fare un sopralluogo e rimandano al 'poi passiamo'. E hanno il coraggio di puntare il dito contro gli operatori colpevoli, a loro dire, di prendere il virus fuori dalle strutture sanitarie e di portarlo loro dentro... Ridicolo. E' così che giustificano la presenza di 16 operatori positivi al Pronto Soccorso?".
Il segretario della Uil Fpl rigetta al mittente tutte le accuse avanzate al personale sanitario, medico e infermieristico: "Si dovrebbero piuttosto vergognare di aver fatto lavorare i dipendenti per mesi senza Dispositivi di protezione adeguati o non a norma. E invece di andare a risolvere i problemi si insinua il sospetto sui lavoratori, che non rispetterebbero le regole. Se ne hanno le prove, multino i responsabili. Ma l'evidenza dimostra ben altro – conclude Salvadori -: qui l'unica a non rispettare i protocolli di sicurezza è l'Asl stessa. Forse qualche dirigente dovrebbe provare qualche volta a venire in corsia, a mettersi guanti, mascherine e tute per provare sulla sua pelle cosa vuol dire".
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“Evitate di ricoprirvi di vergogna e andate a lavorare, voi che ancora potete farlo e fatelo per il rispetto che dovete alla comunità che vi paga lo stipendio”.
Risponde così il Senatore di Forza Italia Massimo Mallegni alla proclamazione dello sciopero per il prossimo 9 dicembre nei comparti delle Funzioni Locali, della Sanità e delle Funzioni Centrali. L’iniziativa è stata infatti annunciata dai sindacati a seguito della vertenza “Rinnoviamo la Pubblica Amministrazione” portata avanti dagli stessi da tempo e che si basa sostanzialmente sulla richiesta di cambiare la pubblica amministrazione ed avviare il confronto sul rinnovo contrattuale.
“Comprendo le necessità da voi esposte e mi rendo conto che in un tempo “ordinario” possano essere legittime ma oggi, in tempo di pandemia, è inaccettabile” si legge nella nota di Mallegni.
“Ritengo totalmente irrispettoso – per non dire offensivo – che la funzione pubblica, a tutti i livelli di Stato, possa solo lontanamente pensare a scioperi o altre attività tese a limitare il lavoro delle pubbliche amministrazioni” afferma il senatore di Forza Italia.
“La mia opinione è quella di equiparare il pubblico impiego al privato, istituendo quindi le stesse regole. E’ bene ricordare che, rispetto ad un mondo in disfacimento nel quale siamo oggi costretti a sopravvivere, siete dei privilegiati avendo sempre percepito il vostro stipendio senza soffrire di limitazioni economiche e non conoscendo la cassa integrazione” continua Massimo Mallegni senza mezzi termini, smontando la richiesta dei sindacati e ricordando quanto la maggior parte dei lavoratori si trovano oggi a dover inventare un modo per arrivare a fine mese, con tutele blande e un futuro senza certezze.
“E’ del tutto evidente che voi – conclude il Senatore – o forse la maggioranza di voi sono persone che non avrebbero alcun problema di fronte ad una riforma del mondo del lavoro pubblico nel quale si prevedano incentivi veri, possibilità di carriera autentica e il reale rischio di licenziamento per non essere all’altezza del ruolo da ricoprire”.
Focalizzarsi sulle reali problematiche che l’Italia si trova costretta a dover affrontare, senza indugi o titubanze, non perdendosi in personalismi e agendo concretamente nel rispetto di tutti coloro che in questo momento rischiano il completo fallimento: questa la posizione del Senatore Mallegni.
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Anche il coordinamento comunale di Italia Viva ha accolto con gioia la sentenza del Tribunale Regionale per le Acque Pubbliche di Torino che ha indicato nella Regione Toscana e nella Provincia di Massa Carrara i responsabili del crollo dell’argine del fiume Carrione che il 5 novembre del 2014 causò la terribile alluvione di Marina di Carrara.
“E’ stata ristabilita la verità – ha detto Fabrizio Volpi, coordinatore comunale di Italia Viva - Purtroppo le sentenze arrivano sempre troppo tardi, ma l’onestà intellettuale oggi ci impone di sottolinearlo. Probabilmente non interessa a quei personaggi che all'epoca dei fatti avevano montato persino un cappio in comune in attesa delle dichiarazioni del sindaco Zubbani al quale, in modo strumentale e opportunistico, volevano addossare le responsabilità per il drammatico evento alluvionale. Sono stati momenti difficili per la nostra comunità e anche per chi amministrava”. Volpi ha ricordato la drammaticità di quei momenti ed ha ribadito che il giusto comportamento in casi di questo genere è sempre quello di restare uscire uniti aiutando le istituzioni ed evitando le strumentalizzazioni.
“Dopo circa sei lunghi anni – ha continuato Volpi - la sentenza di Torino ha restituito “ virtualmente” quello schiaffo subito dall'ex primo cittadino che fu aggredito alle spalle da un alluvionato di Marina di Carrara a causa del clima avvelenato post-alluvione che intenzionalmente era stato fomentato da una certa parte politica.”. Anche Volpi, come già hanno fatto altre figure politiche che all’epoca facevano parte della maggioranza di centro sinistra e che furono attaccate in maniera feroce da una parte di cittadini che attribuivano a loro l’origine di ogni male, ha ripercorso gli eventi salienti e soprattutto ricordato i personaggi politici che contribuirono in larga parte ad aizzare la folla senza avere alcuna prova evidente di responsabilità oggettive. “Pochi giorni dopo la caduta dell'argine destro del Carrione – ha continuato Volpi - le due senatrici grilline Laura Bottici e Sara Paglini firmarono una interrogazione parlamentare affinché fosse avviata un'indagine volta a nominare un commissario straordinario al comune di Carrara, per attuare gli opportuni provvedimenti contro l’amministrazione comunale colpevole dell'alluvione .( Atto numero 4-03053 pubblicato il 20 novembre, nella seduta numero 357 presentata al Senato della Repubblica). I protagonisti della protesta tra cui gli attuali amministratori 5 Stelle, all'epoca all’opposizione si schierarono con Assemblea Permanente, il gruppo di cittadini più inferociti e non si fecero scrupoli a sostenere che era evidente l'inadeguatezza del sindaco Angelo Zubbani e dell'amministrazione comunale in quanto colpevoli di non aver effettuato opportuni interventi di messa in sicurezza del Carrione. La sentenza di Torino ha invece sollevato completamente dall'accusa di danno il comune di Carrara e la giunta dell'epoca. Per la Regione Toscana e la Provincia di Massa Carrara resta invece l'imbarazzo delle motivazioni che secondo il Tribunale Regionale per le acque pubbliche , quali unici responsabili del disastro dell'alluvione del 2014, sono stati condannati in solido oltre ai tecnici ed alle ditte appaltatrici al risarcimento di 4 milioni e mezzo di euro.”. Volpi ha rimarcato che la condanna al risarcimento colpisce coloro che avevano contribuito al disastro con la costruzione di un muro e di opere che erano risultate difformi da progetti e capitolati e che saranno risarcite le aziende per i danni patrimoniali subiti ai macchinari, alle strutture, per il lavoro perso, per aver fermato la produzione e i dipendenti e per tutti i disagi che quell’evento calamitoso comportò al territorio.
“ Oggi Italia Viva condivide con gli amici del PSI una piccola soddisfazione – ha concluso Volpi - la verità è stata finalmente ristabilita e, piaccia o non piaccia, la sentenza assolve e legittima l' operato dell’amministrazione Zubbani ritenuto ingiustamente colpevole da una folla di più di tremila persone che il giorno dopo aveva assediato il comune, di fronte alla quale con coraggio aveva ribadito ciò che la sentenza ha confermato e cioè che l’amministrazione non era responsabile del crollo dell’argine del Carrione. Siamo convinti che la cifra stabilita per il risarcimento non sia per niente modesta, ma il significato politico del giudizio è invece di prima grandezza , perché ciò che era stato costruito per infamare è stato smontato per sentenza.”.
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Il governatore della Toscana, Eugenio Giani, con un video messaggio dalla sua pagina Facebook ha annunciato che la Toscana torna in zona arancione. Un annuncio social che anticipa la firma dell'ordinanza prevista per domani e che diventerà esecutiva da domenica 6 dicembre.
Riapriranno negozi, centri estetici, si potrà circolare liberamente all'interno del proprio comune, torneranno ad essere svolti i mercati non solo per il settore alimentare ma anche extralimentare del commercio, saranno possibili anche le attività venatorie nell'ambito territoriale di caccia e la pesca.
Le attività della ristorazione, fra cui bar, pub, gelaterie, pasticcerie, oltreché i ristoranti, continueranno ad essere consentite per l'asporto o consegna a domicilio, mentre la permanenza dei clienti nei locali dovrà essere limitata al tempo strettamente necessario ad acquistare i prodotti per l'asporto. Restano comunque vietati gli assembramenti ed il consumo in prossimità dei locali.
"Poiché nulla è scontato – ha detto Giani – l'importante è che sia avvenuto questo passaggio dalla zona rossa alla zona arancione".
Il governatore Giani confida in un ulteriore passaggio della regione alla zona gialla a partire da lunedì 13: ma questa conferma dovrà attendere successive valutazioni del comitato tecnico-scientifico che per ora ha rilevato la diminuzione della curva epidemiologica che porta la Toscana ad allentare le restrizioni dell'attuale zona rossa.
Altri argomenti di dettaglio sulla zona arancione verranno definiti nell'ordinanza del gocernatore della Toscana attesa per domani.
Michela Carlotti
- “Puoi uccidere un fiore, ma non puoi contenere la primavera”
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- Autoincensamenti e progetti privi di buonsenso sulle scuole di Marina: il Gruppo Insieme per Carrara attacca l’assessore Raggi
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