Politica
Parcheggi a pagamento all'ospedale delle Apuane: necessario rivedere la convenzione secondo il consigliere Manuel
"È arrivato il momento di rivedere la convenzione che impone il pagamento del parcheggio all' Ospedale delle Apuane": lo ha dichiarato il consigliere di FdI massimiliano Manuel che…

Laurea non richiesta, indirizzo mail sbagliato: i dubbi del consigliere Caffaz sul bando per il direttore del teatro Animosi
La scorsa settimana avevo evidenziato l'inopportunità (e probabilmente anche l'illegittimità) del fatto che, tra i requisiti richiesti nel bando per il direttore del teatro Animosi, non vi fosse…

"Tanto tuonò che piovve o del darwinismo economico": Pierlio Baratta spiega la sua visione della crisi del marmo
La versione di Giancarlo Tonini, imprenditore del marmo, ex presidente di IMM ed ex membro dei Saggi di Confindustria su ciò che ha determinato la crisi del marmo,…

Bau bau beach di Marina di Carrara nel degrado: l critica del consigliere Mirabella
“Bau Beach” abbandonata e lasciata nell'incuria e senza una fontanella per l’acqua: la segnalazione arriva dal consigliere della Lista Ferri Filippo Mirabella che chiama in causa l’assessore al…
Cento bambini esclusi dalle graduatorie dei centri estivi comunali di Massa: la critica di Fratelli d'Italia Massa
Oltre cento bambini sono rimasti esclusi dalle graduatorie per i centri estivi comunali, generando forte preoccupazione tra le famiglie. A denunciarlo è Fratelli d'Italia, che…

Errori grossolani nelle assegnazioni delle case popolari secondo il consigliere Bernardi che chiede maggiori controlli
La gestione della graduatoria per le case popolari del comune di Carrara sarebbe un disastro annunciato, secondo il consigliere dell’opposizione Massimiliano Bernardi che parla di sbagli sistematici e …

Referendum popolari di domenica 8 e lunedì 9 giugno: le informazioni per il voto
Domenica 8 e lunedì 9 giugno i cittadini sono chiamati al voto su cinque referendum abrogativi. Queste le denominazioni dei quesiti: Contratto di lavoro a tutele crescenti - Disciplina dei licenziamenti illegittimi: abrogazione. Piccole imprese…

Il Polo P&S: una vittoria politica la nascita del cinema comunale al Teatro dei Servi
“Sono molto felice che Massa tornerà ad avere un cinema comunale in centro città. Come Polo Progressista e di Sinistra (M5S e Unione popolare) abbiamo svolto in Consiglio…

Vegetazione incontrollata a Codupino: Benedetti sostiene la protesta dei residenti preoccupati per la mancanza di visibilità sulla strada
Manca la manutenzione ordinaria in via Pontestrada a Codupino, che è invasa dalle erbacce e da una vegetazione che ostacola anche la visibilità. La segnalazione, di cui…

Astensione incomprensibile: Benedetti critica la posizione dei consiglieri FdI sulla variante Area ex Universal Bench
Il presidente dell'associazione Massa Città Nuova, Stefano Benedetti ha definito ingiustificabile l'astensione del gruppo consiliare di Fratelli d'Italia, nel consiglio comunale di Massa del 3 giugno, nel quale…

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Questa mattina, alle 11 si è svolta la conferenza stampa, in sala Giunta del comune di Massa, per dare comunicazioni sul tema cave-agri marmiferi.
In seguito al pubblico dibattito, sopraggiunto dopo la proposta in sede di consiglio comunale, per l'approvazione del regolamento degli agri marmiferi, e alla protesta avvenuta nei giorni scorsi, che ha visto vastissima partecipazione da parte dei cittadini, il primo cittadino ha deciso di fare chiarezza sull'argomento. Il regolamento è un'assoluta novità per il comune, non c'era mai stato. Ciò che preme far comprendere ai cittadini è che questo regolamento è volto a tutelare l'aspetto ambientale e a rispettarlo, non il contrario.
"Il regolamento degli agri marmiferi è importante. In questo modo diamo delle regole." Ribadisce il sindaco: "Le regole discendono dalle leggi regionali al quale ci dobbiamo attenere"
Si cercherà quindi di rispettare l'ambiente, la sicurezza, salvare posti di lavoro e la filiera, inoltre verranno rispettate le sorgenti naturalmente presenti sulle Apuane.
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Hanno voluto ribadire la loro operatività all’interno dell’amministrazione di centro destra del sindaco Persiani, e, soprattutto il loro sostegno a produrre una regolamentazione che favorisca lo sviluppo del settore lapideo con un occhio di riguardo alla qualità della coltivazione delle cave e all’aumento occupazionale. Il gruppo consiliare di Forza Italia, composto da Giovanbattista Ronchieri e Stefano Benedetti ha quindi sollecitato una rapida approvazione del regolamento degli agri marmiferi proposto dalla maggioranza con l’auspicio che possa finalmente mettere in ordine un comparto fino ad oggi vissuto nella totale anarchia, a causa di una scellerata posizione politico-amministrativa delle amministrazioni di Centro Sinistra che non hanno mai voluto regolamentare il settore.
Il gruppo consiliare di FI ha ribadito i cinque cardini della loro visione sul lapideo: coltivazione delle cave controllata e nel rispetto dell’ambiente; classificazione e tracciabilità del marmo estratto; introiti adeguati della tassa marmi; ricognizione costante della montagna per l’eventuale apertura di nuove cave; provvedimenti amministrativi ed iniziative varie tese a favorire la lavorazione in loco. “Sull’ultimo punto poniamo particolare attenzione hanno detto Benedetti e Ronchieri - poiché un aumento della lavorazione in loco, incentiverebbe sicuramente l’occupazione diretta e quella dell’indotto. Concludiamo, sottolineando che l’attuale amministrazione ha già previsto all’interno dei Pabe ( Piani Attuativi dei Bacini Estrattivi, che hanno la finalità di organizzare le regole del settore estrattivo in relazione alla tutela del paesaggio ), quasi tutte le proposte avanzate dalle varie associazioni ambientaliste, definendo, inoltre, la quantità di marmo che sarà estratta nei prossimi dieci anni, i siti previsti per l’estrazione del marmo e il metodo di estrazione.Ciò significa regolamentare un settore fino ad oggi abbandonato, avviando, quindi, un percorso che ci porti a perfezionare e migliorare le regole, sia per garantire una qualità superiore dell’escavazione, sia per un maggior rispetto dell’ambiente.”.
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Era stata approvata dalla giunta Volpi, all’interno del Regolamento urbanistico approvato in extremis al finire della legislatura,ma è stata stralciata dall’amministrazione Persiani sulla base delle controdeduzioni alle osservazioni e della Conferenza Paesaggistica regionale. In sostanza l’edificabilità dell’ambito territoriale di Ronchi e Poveromo è durato circa un anno e non ha potuto essere in alcun modo apprezzato da residenti e proprietari dei terreni della zona. Lo stralcio dell’edificabilità di Ronchi e Poveromo rappresenta un problema abbastanza importante con ricadute economiche per tutta la città, secondo l’analisi fatta dal Pd di Massa. “L’amministrazione Volpi aveva portato a termine il Regolamento Urbanistico, che comprendeva anche la zona di Ronchi-Poveromo, per la quale si prevedeva una quota di edificabilità compatibile con la presenza delle aree boscate da tutelare. L’amministrazione Persiani ha bloccato il provvedimento e rinviato per l’ennesima volta la pianificazione della zona che in 50 anni ha visto passare continui piani regolatori, varianti e piani attuativi non conclusi e inconcludenti alimentando nei proprietari la legittima aspettativa di poter realizzare le abitazioni.” Il Pd ha ricordato che la zona di Ronchi-Poveromo, secondo i piani regolatori che si sono succeduti, è edificabile fin dal dopoguerra, e come tale è stata trattata ai fini fiscali, tant’è che su quei terreni sono state pagate le imposte come edificabili.
“Anche il Piano Strutturale vigente, che orienta lo sviluppo del territorio, conferma l’edificabilità di Ronchi-Poveromo, disponendo che l’edificazione possa avvenire mediante il solo Regolamento Urbanistico, senza la necessità di un successivo Piano Particolareggiato. – hanno spiegato dal Pd - Il Regolamento Urbanistico portato al termine dalla precedente amministrazione Volpi aveva attuato questa previsione, iniziando con una quota di edificazione contenuta rispetto alle previsioni del Piano Strutturale, e rispettosa dei problemi ambientali e paesaggistici della zona che era comunque un inizio. Ma lo stralcio operato dall’attuale amministrazione Persiani ha riportato tutto in alto mare: bisognerà aspettare il nuovo Piano Strutturale, non ancora avviato, e poi il successivo Piano Operativo: quindi ancora molti anni.”. Secondo il Pd saranno penalizzati non solo i proprietari dei terreni ma anche i proprietari degli edifici già esistenti che potranno solo fare interventi conservativi, e sarà penalizzato tutto il territorio perché non si potranno costruire servizi parcheggi e strutture di pubblica utilità. Inevitabile la preoccupazione per la ricaduta economica negativa che questo comporterà per il settore dell’edilizia e per l’immagine della città, per questo il Pd ha chiesto il ripristino del piano urbanistico precedente allo stralcio.
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Il comune di Massa torna ad assumere e lo farà anche tramite concorsi pubblici. La Giunta nei giorni scorsi ha approvato il Piano triennale del fabbisogno 2020-2022 in cui indica la consistenza della dotazione organica e la sua eventuale rimodulazione. E se lo scorso anno l’amministrazione del sindaco Francesco Persiani aveva attivato la “mobilità volontaria”, ovvero il trasferimento di un dipendente da un'amministrazione ad un’altra, per il futuro sono in programma diversi concorsi pubblici.
“Nel 2019 abbiamo dovuto far fronte a molti pensionamenti, dovuti anche a “Quota 100”, sia per quanto riguarda il personale amministrativo sia a livello dirigenziale ed anche quest’anno diversi dipendenti cesseranno l’attività lavorativa. Tramite le procedure di mobilità sono arrivati in comune e alla Polizia Municipale molti volti nuovi ed in questo 2020 proseguiremo con assunzioni e con la riorganizzazione dell’ente”: il sindaco Francesco Persiani anticipa il piano triennale del fabbisogno approvato dalla Giunta proprio per perseguire obiettivi di performance organizzativa, efficienza, economicità e qualità dei servizi ai cittadini.
Nel dettaglio, nel 2020 è previsto l’arrivo di 24 unità a fronte di 26 pensionamenti dello scorso anno a cui si aggiungerebbero altre 18 assunzioni derivanti dal Piano del fabbisogno del 2019; 23 nuovi arrivi sono in programma nel 2021 ed altri 9 nel 2022. “Se per molte figure professionali è stabilita sia l’opzione mobilità sia concorso pubblico, per altre ci sarà solamente il concorso” spiega l’assessore al Personale Nadia Marnica. “Le prime assunzioni le faremo in primavera quindi prevediamo di aprire le fasi preselettive già in queste settimane. Ci sono poi le dieci assunzioni stagionali degli agenti di Polizia Municipale a cui ricorreremo tramite la graduatoria a tempo determinato”. Saranno quindi attivati concorsi pubblici, ad esempio, per dirigenti, un farmacista, assistente sociale, collaboratori amministrativi; per l’assunzione di due operai invece, tramite il Centro per l’impiego, è stata avviata la selezione.
L’amministrazione comunale con il Piano triennale del fabbisogno conta di passare dai 384 dipendenti del 2019 a 429 nel 2022 andando a rafforzare principalmente il Corpo di Polizia Municipale, ma anche quei settori che hanno mostrato criticità. E come previsto dalle normative vigenti, l’operazione garantisce la riduzione complessiva della spesa di personale.
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«Dalle notizie apparse sulla stampa appare evidente come le obiezioni che erano state sollevate dall’amministrazione carrarese durante la riunione per la nomina del presidente e del vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, oggetto successivamente di un nostro esposto all’organismo di vigilanza del Ministero Economia e Finanza fossero fondate»: si apre così il commento del sindaco Francesco De Pasquale alle informazioni divulgate oggi dal quotidiano “Il Tirreno” in merito all’intervento del Mef sulla vicenda delle nomine del consiglio di amministrazione della Fondazione. Pur precisando che Palazzo Civico non è in possesso della comunicazione ufficiale, il primo cittadino afferma che «in base all’articolo pubblicato oggi, pare evidente che il processo di nomina sia stato viziato da un grosso errore». «Tutto questo non ci stupisce affatto perché, come abbiamo avuto modo di dire a suo tempo, purtroppo l’iter ha visto prevalere vecchie logiche partitocratiche, a discapito della richiesta di rinnovamento espressa chiaramente dai cittadini anche attraverso le urne. Le nomine, al contrario, sono state fatte trascurando qualsiasi criterio di competenza e hanno seguito solo ed esclusivamente la logica della spartizione delle poltrone. In questo senso ribadiamo di essere rimasti stupiti e delusi dal comportamento del presidente Enrico Isoppi e del collegio sindacale, che durante la riunione per le nomine non hanno tenuto conto delle obiezioni da noi immediatamente sollevate. La lettera Mef conferma che avevamo ragione e che le nostre indicazioni erano corrette» prosegue il sindaco.
Il primo cittadino ammonisce poi il vicepresidente Sergio Chiericoni: «Secondo quanto riporta la stampa, sarebbe intenzionato a ricorrere alle vie legali. Mi sembra la scelta peggiore perché oltre a non risolvere il problema, comporterebbe l’ennesimo spreco di risorse. L’obiettivo della Fondazione non è salvare le poltrone della vecchia politica ma erogare risorse sul territorio. Per questo speriamo che non venga sperperato denaro in consulenze legali e che non si continui a dilapidare in modo sconsiderato il patrimonio della fondazione. Ricordo solo che dal 2011 al 2017 questo è passato da 150 a 75 milioni di euro e le erogazioni dell’ente sul territorio sono scese da 2,5 milioni di euro a poco più di 400mila euro. Per risolvere il pasticcio delle nomine, è sufficiente ristabilire le “quote rosa” nel consiglio di amministrazione. Capisco che questo possa risultare indigesto perché qualcuno, magari proprio il vicepresidente, potrebbe perdere la poltrona tanto ardentemente desiderata. A questo punto però, dopo l’intervento del Mef, - conclude De Pasquale - auspico che i vertici della Fondazione prendano atto degli errori commessi e chiedano scusa alla città per quanto accaduto negli ultimi anni».
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“Apprendiamo con sgomento ma con nessuno stupore dell’ennesimo “incidente” capitato ad una scuola del nostro territorio.” Esordisce così Loredana Soffio, referente scuola per il movimento politico Vox Italia sezione di Massa-Carrara.
“Il presidente della Provincia Lorenzetti – continua la referente - in effetti si è affrettato ad esprimere la propria preoccupazione, ponendo l’accento sul fatto che sebbene le scuole cadano a pezzi la provincia è costretta sempre ad effettuare “interventi tampone” poiché mancano i fondi per interventi strutturali.”
“Incrociando i dati di due ricerche, il XVII rapporto di Cittadinanzattiva (settembre 2019) e il rapporto sull’edilizia scolastica della Fondazione Agnelli (Novembre 2019), emerge la fotografia di una realtà che sembra il risultato di un campo di battaglia.
Tra il settembre 2018 e il luglio 2019 si è verificato un crollo ogni tre giorni di scuola.”
“Guardando alle scuole nel loro complesso si scopre che la stragrande maggioranza è stata costruita tra il 1958 e il 1983 e due su tre prima del 1976. L’8,6% degli edifici presenta problemi strutturali e solo una minima parte ha effettuato lavori per aumentarne la sostenibilità ambientale. Praticamente nessuno degli edifici frequentati dai nostri figli è costituito da ambienti che possano favorire innovazioni didattiche significative. Per rinnovare i 40 mila edifici scolastici presenti sul territorio servirebbero 200 miliardi di euro, pari all’11% del PIL.”
Il movimento si chiede come sia possibile che “malgrado la buona volontà di singoli amministratori locali e gli studi di settore la situazione rimanga immutata”
“Vox trova la spiegazione logica nelle politiche neoliberiste –incalza - che ininterrottamente governi di destra e di sedicente sinistra hanno effettuato per decenni, sottraendo risorse alla comunità civile e chiedendo al popolo di far continui sacrifici nell’ottica di una politica di Austerity indirizzata solo a preservare il privilegio di pochi a scapito della sofferenza dei più.”
“In ragione di tutto ciò- conclude Loredana Soffio- Vox si muove nell’ottica politica di una riconquista della sovranità nazionale che possa restituirci la possibilità di effettuare massicci interventi statali nei settori strategici fondamentali della comunità civile.”
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Avrebbe dovuto essere completamente ristrutturato per restituire a Marina un impianto sportivo nuovo di zecca: così aveva assicurato l’allora assessore allo sport Alessandro Trivelli prima di mollare l’assessorato congiunto con lo spinoso settore marmo. Quasi nello stesso tempo in cui Trivelli garantiva la ristrutturazione del Campo dei Pini, storica sede della Portuale, amatissima squadra marinella, l’assessore ai lavori pubblici Andrea Raggi dava per certa, pubblicamente,l’acquisizione di 30 milioni dal progetto regionale per le scuole con i quali avrebbe costruito un modernissimo polo scolastico in cui ospitare tutte le scuole di villa Ceci, proprio negli spazi dove si trova il Campo dei pini - e forse già da lì si poteva immaginare la sua personale antipatia per la pianta più tipica della macchia mediterranea. Alla fine ovviamente, non se n’è fatto nulla in alcun senso: Trivelli si è dimesso, Raggi ha scoperto che invece di 30 milioni la Regione non dava un bel niente al progetto, costosissimo, presentato dal suo assessorato. La conclusione più drammatica è rimasta quella dell’impianto sportivo che versa oggi nel più pesante degrado. A ripercorre le tappe della annunciata e subito abortita rinascita del Campo dei Pini è stata la Lega di Carrara che ha deciso di sostenere la petizione popolare a favore del recupero dello storico impianto. “Il piano di Raggi per il nuovo polo scolastico se l’è giocato da solo lo stesso assessore che pensava di sfruttare il bando di edilizia scolastica attraverso i riscontri di falsa pericolosità dello stato degli edifici scolastici e in particolare dalle verifiche di vulnerabilità sismica che aveva spaventato i cittadini di Carrara dai monti al mare. La colpa dello stato in cui si trova lo Stadio dei Pini è del Movimento 5 Stelle per le promesse fatte e non mantenute in tutti i sensi e sempre.”. Nicola Pieruccini, coordinatore comunale della Lega ha fatto notare: “La giunta De Pasquale nel 2018 aveva preso in giro i residenti di Marina nel deliberare l’atto di indirizzo per la conduzione e gestione del Campo dei Pini a Marina di Carrara, andato miseramente deserto. Per queste motivazioni La Lega se la prende aspramente con l' assessore Andrea Raggi in quanto non ha mai avuto il coraggio di informare i residenti tra la rispondenza dei risultati dei finanziamenti persi e il fallimento degli indirizzi impartiti sulla ricostruzione del Polo scolastico di Villa Ceci e contemporaneamente perché si è defilato anche sulla possibile realizzazione dello Stadio.”.
La Lega ha posto anche l’accento su una dichiarazione dell’amministrazione grillina del 2018 in base alla quale viene definita come appartenente al comune di Carrara l' area di via Firenze, dove oggi c è un campo pieno di rovi, che quindi, potenzialmente, potrebbe essere destinata a qualsiasi scopo. La Lega ha quindi chiesto alla giunta di rispettare le oltre duemila firma raccolte dai residenti di Marina a favore del recupero del Campo dei Pini e di revocare la delibera di atto di indirizzo o di trovare il finanziamento per far eseguire i lavori di adeguamento della struttura rimediando ad un danno enorme che è stato fatto ad un territorio che ha vissuto una lunga storia sportiva di eccellenza.
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Cosimo Maria Ferri, componente della Commissione Giustizia alla Camera dei Deputati, interviene dopo quanto accaduto stamani al liceo Pascoli di Massa.
“Ringrazio la consigliera del comune di Massa Dina Dell’Ertole - esordisce - per avermi informato di quanto accaduto stamani al Liceo Pascoli di Massa , 600 ragazzi hanno dovuto sospendere le lezioni a causa di un crollo di un soffitto in aula, e da un primo sopralluogo diverse aula si trovano purtroppo nelle stesse condizioni di instabilità. Per ora e’ stata disposta la sospensione dell’attività didattica per due giorni. Ci auguriamo che presto si possa tornare alla normalità.
"L’attività scolastica didattica deve ripartire - dichiara -. Ma questo episodio deve far riflettere tutti. E’ assurdo che la situazione delle scuole sia arrivata a questo punto, occorre ripartire dalle possibilità che la legge sulla buona scuola offriva per garantire sicurezza degli edifici scolastici e lavorare per trovare risorse. Il futuro del Paese e dei territori passa proprio dalla formazione ed educazione dei nostri ragazzi che devono poter accedere a scuole sicure ed accoglienti per consentire ai docenti, ai non docenti ed ai ragazzi di lavorare con serenità".
"Va lanciato un piano scuola emergenziale nella provincia - conclude - per adeguare tutti gli istituti scolastici, renderli in sicurezza e studiando la normativa coinvolgere anche il mondo imprenditoriale per progetti che possano attirare anche investimenti privati".
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Il giudizio che un gruppo di cittadini (Fabrizio Bertoneri, Nicola Cavazzuti, Alberto Grossi, Chiarella Lagomarsini, Florida Nicolai, Franca Leverotti ed Elia Pegollo, noti ambientalisti da sempre a difesa delle Apuane) ha dato del regolamento degli agri marmiferi presentato dalla giunta del sindaco Persiani di Massa è quello di un sistema per impoverire la città e le motivazioni e le domande che hanno allegato alla spiegazione del loro giudizio non possono che sollevare pesanti dubbi su tutta l’operazione del centro destra massese che intende riaprire nove cave chiuse. L’analisi del gruppo di ambientalisti parte dall’istituto scelto per svolgere l’indagine sulla cui base sono stati determinati i valori della tassa marmi: il Centro di Geotecnologie di Siena, che, non solo è lo stesso centro a cui si erano rivolti anche le varie giunte di sinistra che hanno preceduto quella di Persiani ma che, soprattutto fornisce un’elaborazione priva di valore scientifico e, dunque, inaccettabile e insultante come chiusura del regolamento che è in attesa di approvazione.
“Per ogni cava – hanno spiegato - è stata definita la produzione in blocchi, semisquadrati e informi, ma si è omesso il quantitativo di detriti prodotti. In questo modo, si occultano le cave di detrito, proibite dalla normativa regionale che impone un ridicolo rapporto minimo blocchi/scaglie pari al 25/75, nonostante le rese in galleria dichiarate dalle stesse ditte siano da anni superiori anche al 50%. Falsare la resa in blocchi è un’inequivocabile strategia a danno dell’erario. Lo stesso assessore Baratta nelle osservazioni al Piano Regionale Cave, dichiarando una media in blocchi del 18%,ha confermato di in tal modo di conoscere l’esistenza di cave che, violando la legge, producono solo detrito.”. Gli ambientalisti hanno quindi ricordato che cisono cave, come cava Vittoria, che producono solo detriti e zero blocchi e che quindi per legge dovrebbero essere chiuse. L’inaffidabilità delle indagini del Centro di Geotecnologie è messa in evidenza anche riguardo al calcolo del marmo disponibile fatto senza tener conto della fratturazione, delle cavità carsiche e dei difetti di giacimento che rende ipotetiche le percentuali di blocchi, semisquadrati e informi nelle singole cave. Anche in questo caso, il fatto che il comune di Massa sia intervenuto ad abbassare i valori di alcune cave non farebbe che confermare che sono a conoscenza di percentuali sbagliate fatte dal centro.
Poi una serie di incongruenze su cui urge fare chiarezza: “il Centro attribuisce a cava Piastreta il cinque per cento di Bianco P, il marmo più pregiato del comune e gli conferisce un valore di duemila euro a tonnellata probabilmente sulla base delle autocertificazioni della ditta che lo escava ( e lo vende) da sempre emesse senza controllo alcuno. Sparisce il Bianco P da cava Romana e da cava Padulello, nonostante pubblicamente reclamizzato nei siti delle rispettive ditte: perché? “
Fantasioso e senza basi scientifiche è definito dagli ambientalisti il sistema con cui si determina la tassa marmi per ogni singola cava: “Dapprima ipotizza, per ogni qualità di marmo presente nel sito, quanti blocchi, quanti semiblocchi, quanti informi si estraggono; attribuisce poi un valore diverso, a scendere, per ciascuna tipologia (ovviamente non considerando che, del Bianco P, si utilizza anche la singola scaglia per il caro estinto) e procede quindi alla media dei diversi valori. Questo calcolo viene fatto per ogni tipologia di marmo presente e la cava pagherà sulla media delle medie. Il Centro, ancora, ipotizza che, essendo presenti nella stessa cava più tipologie di marmo, si scavino contemporaneamente tutte (anche quella di infima qualità), ignorando che conviene scavare prima il marmo più pregiato e dedicarsi a quello di minore valore solo nel caso si intercetti il filone di pregio. E’ evidente che ignora che, per inseguire il marmo più costoso, non si rispetta il piano estrattivo come nel caso del bianco P di cava Romana dove si è entrati addirittura in area Parco. Come questo altri casi di cave che notoriamente escavano nelle zone di protezione speciale : il Padulello e Piastreta che è al limite della ZPS. A questo punto ci aspettiamo che il Parco, se non l’ha già fatto, cambi i confini del Parco e delle ZPS a favore degli imprenditori.”.
Infine una serie di domande scottanti rivolte direttamente alla giunta Persiani e di indicazioni da poter seguire: “Questi calcoli vi risultano sostenibili? Perché, pur in questa asserita volontà di discontinuità rispetto alla sinistra che vi ha preceduto, continuate ad utilizzare il Centro di Geotecnologie assunto dalle precedenti Amministrazioni? Forse perché gradito ai concessionari di cava che, negli anni, hanno intrattenuto rapporti con il Centro? Perché lo si continua a pagare (vedi la recente determina per riaprire 9 cave storiche) per ricerche condotte ormai da anni e pagate dalla Regione?Volete non impoverire la città? Volete evitare i 12 milioni di euro di evasione di una cava che deve necessariamente passare dalla pesa e che è la sola, a tutt’oggi, oggetto di attenzione della Finanza? Allora, imponete nel Regolamento la tassazione blocco per blocco; imponete le telecamere all’uscita di tutte le cave, funzionanti tutti i giorni (da noi si lavora anche la domenica), notte e giorno (i camion, caricati la sera, scendono dal monte prima dell’alba); dotate di pese elettroniche non manipolabili e, soprattutto, imponete nel regolamento il controllo annuale dell’escavato, con mappe redatte dai geologi, da verificare ovviamente in cava da parte di personale qualificato. Non solo, come nel regolamento degli anni 1970, estendete il controllo al libro paga degli operai, perché anche da noi ci sono operai in nero.
Per non continuare ad impoverire la città, questo è solo l’inizio.”
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Accusato dal Movimento 5 Stelle di essere occupato solo a manovrare la macchina del fango contro l’amministrazione grillina, il consigliere Bernardi ha subito rimandato l’accusa al mittente facendo notare che più dell’ ipotetico fango politico da lui generato, gli attuali amministratori dovrebbero preoccuparsi del fango che a ripetizione inquina l’acqua del paese di Bedizzano per il quale il sindaco ha dovuto fare cinque ordinanze per impedire l’uso dell’acqua nell’arco del 2019, di cui due ravvicinate a dicembre.
“ Ad ogni piovasco il sindaco si limita ad emettere l’ ordinanza per acqua inutilizzabile a uso potabile, alimentare e per l’igiene della persona. – ha detto Bernardi – Sono tutte ordinanze cautelative sul consumo dell’acqua erogata dal pubblico acquedotto che serve la frazione di Bedizzano e zone limitrofe. “ Bernardi ha ironizzato sulla possibilità di chiedere l’intervento dell’assessore Scaletti per verificare che la causa del problema non sia la marmettola, facendo riferimento alla difesa pubblica fatta pubblicamente dal Movimento 5 stelle per l’assessora come se da sola non fosse capace di rispondere ai quesiti dell’opposizione ed anche sul compito di smaltire gli scarti di lavorazione come rifiuti speciali che i grillini si erano ascritti sottolineando l’incapacità in questo senso degli amministratori che li hanno preceduti. “Purtroppo è vero che questo è un vecchio problema – ha proseguito Bernardi – e sarebbe necessario sapere quanti controlli sono stati eseguiti sull' abbandonano di terre nei piazzali, da dove poi la pioggia li trascina nelle falde acquifere, nei fiumi e infine in mare. All'inizio del 2019 per l'aumento delle terre portate al piano abbiamo assistito ad uno spettacolo deprimente per la corsa ad attribuirsene il merito tra comune e Assindustria con sconcertanti colpi bassi che entrambi si sono sferrati a turno,per arrogarsi un merito che invece era dovuto solo alla vendita delle terre al porto di Savona e non ai controlli vantati dal comune, né al ritrovato senso di legalità da parte degli industriali. Dovrebbe essere un dato acquisito anche dalla Scaletti che le terre abbandonate al monte sono fonte di rischio alluvionale e di inquinamento dei corsi d’acqua e delle sorgenti, visti anche i divieti di usare l’acqua a Bedizzano, eppure i ben informati giurano che al monte ci siano ancora presenti oltre quattro o cinque milioni di tonnellate di terre da smaltire.” La realtà del dato sulle terre e che riferisca in consiglio comunale anche l’origine del problema dell’acqua di Bedizzano. Ha anche ricordato che, nel caso fossero presenti terre da smaltire, la Scaletti avrebbe l’obbligo di farle rimuovere. Infine Bernardi ha fatto notare la mancanza di un comunicato del sindaco che mostri vicinanza ai disagi degli abitanti di Bedizzano Per i disagi sopportati dai cittadini di Bedizzano che devono approvvigionarsi d’ acqua potabile da un unica cisterna posizionata all'entrata del paese anziché da due cisterne come avveniva in passato. “ Sparare “ fango” quindi non è che una prerogativa del Movimento 5 Stelle – ha concluso Bernardi - che in questi due anni in cui ha amministrato la città non risulta aver firmato alcun provvedimento per il rispetto della tutela dell’ambiente e della sicurezza delle cave: stranezza particolarmente complessa da chi per la questione ambientale le voleva definitivamente chiudere.”.
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