Politica
Massa Carrara referendum flop: il quorum non c'è, neanche in Toscana, Giani e la Sinistra in difficoltà
"Il referendum si è rivelato un clamoroso fallimento: il quorum non è stato raggiunto a livello nazionale, e nemmeno in Toscana, storicamente considerata una "roccaforte rossa". Questo dato…

Raccolta rifiuti a Massa: servizio deficitario, i cittadini pagano per gli errori altrui secondo il presidente di Massa Futura Antonio Cofrancesco
“Non possiamo più tollerare una situazione in cui a pagare le conseguenze di un servizio inefficiente siano sempre i cittadini, che ogni anno versano cifre importanti per la…

Problema erosione: Italia Nostra Massa Montignoso chiede chiarimenti al presidente della Provincia Gianni Lorenzetti
L’associazione Italia Nostra Massa Montignoso si è rivolta al presidente della Provinci di Massa Carrara Gianni Lorenzetti per chiedere chiarimenti in merito al problema dell’erosione della costa: “Ci…

Flop referendum, nella provincia di Massa Carrara affluenza inferiore alla media regionale: l'analisi del consigliere Andrea Tosi
Il consigliere comunale della Lega di Carrara Andrea Tosi ha fatto una valutazione dell'andamento delle votazioni del referendum dell'8 e 9 giugno: "Il clamoroso flop del…

Il comune di Carrara pubblica avviso per proposte di vendita di immobili per realizzare il nuovo Palazzetto dello Sport
Il comune di Carrara ha pubblicato un avviso per promuovere la formulazione al comune della proposta di vendita di un immobile da acquistare per realizzare un Palazzetto…

Convegno Fit-Cisl: “Trasporto Pubblico Locale tra presente e futuro” a Massa l'11 giugno
Mercoledì 11 giugno alle ore 15, 30, presso la Sala della Resistenza di Palazzo Ducale a Massa, si terrà il convegno “Trasporto Pubblico Locale tra presente e futuro”,…

Parcheggi a pagamento all'ospedale delle Apuane: necessario rivedere la convenzione secondo il consigliere Manuel
"È arrivato il momento di rivedere la convenzione che impone il pagamento del parcheggio all' Ospedale delle Apuane": lo ha dichiarato il consigliere di FdI massimiliano Manuel che…

Laurea non richiesta, indirizzo mail sbagliato: i dubbi del consigliere Caffaz sul bando per il direttore del teatro Animosi
La scorsa settimana avevo evidenziato l'inopportunità (e probabilmente anche l'illegittimità) del fatto che, tra i requisiti richiesti nel bando per il direttore del teatro Animosi, non vi fosse…

"Tanto tuonò che piovve o del darwinismo economico": Pierlio Baratta spiega la sua visione della crisi del marmo
La versione di Giancarlo Tonini, imprenditore del marmo, ex presidente di IMM ed ex membro dei Saggi di Confindustria su ciò che ha determinato la crisi del marmo,…

Bau bau beach di Marina di Carrara nel degrado: l critica del consigliere Mirabella
“Bau Beach” abbandonata e lasciata nell'incuria e senza una fontanella per l’acqua: la segnalazione arriva dal consigliere della Lista Ferri Filippo Mirabella che chiama in causa l’assessore al…
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Cgil, Cisl e Uil plaudono alla definizione, da parte della Asl, del cronoprogramma di riorganizzazione dei servizi sanitari presenti nel Monoblocco, peraltro una delle prime richieste presentate dalle organizzazioni sindacali nel corso del tavolo costituito con l’azienda sanitari e il comune di Carrara.
“Come organizzazioni sindacali – sottolineano infatti - stiamo continuando con forza a ribadire la necessità di potenziare i servizi sanitari sul territorio, al primo posto devono esserci la sanità pubblica, il benessere dei pazienti, la sicurezza dei lavoratori”.
Per raggiungere questi obiettivi quindi i sindacati si sono attivati per chiedere che si adottassero tutte le misure possibile per garantire un potenziamento sul territorio di Carrara degli attuali servizi sanitari, chiedendo anche la convocazione di tavoli istituzionali con Asl, regione Toscana e amministrazione comunale per avere certezze in merito sia alla garanzia del mantenimento dei servizi pubblici essenziali, sia alla sicurezza di strutture, pazienti, lavoratrici e lavoratori. “In quest’ottica - spiegano CGIL, Cisl e Uil - Abbiamo chiesto che ogni ristrutturazione dei servizi garantisca almeno il numero di accessi attuali così da non indebolire non solo il sistema sanitario, ma anche quello economico ed occupazionale della città. Allo stesso tempo abbiamo chiesto poi quali saranno i tempi di avvio dei lavori di costruzione della palazzina che dovrà ospitare parte dei servizi oggi collocati all’interno del Monoblocco, che in questo momento saranno ubicati all’interno di ambulatori mobili. Così come abbiamo chiesto che ai lavori di costruzione della palazzina e al conseguente trasferimento di parte dei servizi nella stessa, ci siano garanzie circa l’avvio dell’iter progettuale di ristrutturazione o ricostruzione dell’attuale Monoblocco. Non ultimo abbiamo chiesto che le cure intermedie continuino ad essere gestite interamente dal pubblico, utilizzando la struttura di Fossone, così da consegnarla alla città e non affidarle al privato, come inizialmente era previsto. Cure intermedie che dovranno comunque tornare anche all’interno delle strutture future del centro, con il raggiungimento dei 40 posti letto, come da accordi”.
Inoltre per le organizzazioni sindacali appare necessario e imprescindibile che a Carrara sia trasferita la risonanza magnetica ancora presente nel vecchio ospedale di Massa o sia acquistata una nuova macchina equivalente o di livello tecnologico superiore. Apprezzata invece la conferma della destinazione ad Avenza della scuola infermieri, il mantenimento dei livelli quantitativi delle prestazioni – garantita dalla Asl, la nuova Tac, il nuovissimo acceleratore lineare, le cure intermedie (in attesa anch’esse di tornare al Monoblocco) sempre nel comune e pubbliche.
“Occorrerà che i lavori di adeguamento delle strutture - concludono i sindacati - e la costruzione della nuova palazzina si svolgano con celerità e solerzia in modo che le attività trovino la loro definitiva collocazione; su questo vigileremo attentamente e verificheremo che si mantengano gli impegni presi, anche attraverso gli incontri quindicinali che abbiamo chiesto e ottenuto. Per noi questa resta la priorità unita alla ferma richiesta di salvaguardare, potenziare e finanziare la sanità pubblica”.
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Creare nuovi spazi verdi, “restituire” alla cittadinanza luoghi di aggregazione e socialità, sviluppare un tessuto urbano che sia in armonia con l’ambiente e la flora locale: sono questi, in soldoni, i cardini su cui poggia la riqualificazione delle città secondo il modello della transizione ecologica.
Seguendo questi principi, e utilizzando i fondi del Pnrr, il comune di Massa avrebbe deciso di mettere in sicurezza e riqualificare da un punto di vista ambientale l’ex colonia “Ugo Pisa” e il suo relativo parco a Marina di Massa: un progetto ambizioso, che però non trova l’appoggio della politica e delle numerose sigle ambientaliste radicate sul territorio.
Con un comunicato congiunto, Legambiente, Politikè, comitato “Nuovi Paesaggi Urbani”, 31 settembre circolo ARCI, associazione “Amici di Ronchi e Poveromo”, Europa Verde, Italia Nostra Massa-Montignoso, comitato Ambientalista Apuo-Versiliese, comitato dei cittadini per la chiusura della discarica ex Cava Fornace, comitato "Le voci degli alberi", associazione "Amici della terra", associazione Gasvezza, associazione Cipit, associazione “Custodi della Ceragiola”, comitato "In 500 sulla battigia" e associazione “l’Assiolo”, hanno infatti rimarcato come la proposta della giunta Persiani non sia effettivamente improntata a una visione ecologista, appellandosi direttamente all’assessore regionale Monia Monni e richiedendo di rimodulare il progetto includendo nel processo decisionale anche la cittadinanza e il mondo dell’associazionismo.
“Abbiamo analizzato il progetto in questione – si legge nella nota – nella consapevolezza che le evoluzioni climatiche impongono ai territori di realizzare interventi che liberino suolo, per facilitare sia il contenimento delle temperature che lo scorrimento delle acque, e quindi di rinunciare ad approcci urbanistici che vanno a consumare e impermeabilizzare il suolo: riteniamo che la soluzione proposta dall'amministrazione non sia in linea con questa visione, né con gli approcci riconducibili alle recenti soluzioni adottate nelle principali città nel mondo. E quindi, a maggior ragione, abbiamo chiesto alla nostra amministrazione di istituire un percorso partecipativo in modo da poter valutare idee e soluzioni alternative che possano portare a un progetto definitivo che sia il più condiviso possibile con la cittadinanza. Non abbiamo a oggi ottenuto alcuna risposta, e quindi chiediamo cortesemente a lei di farsi portavoce della nostra richiesta in qualità di assessore presso la nostra stessa amministrazione”.
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Il Comitato volontario dei cittadini per la chiusura di Cava Fornace, in occasione del recente intervento al Caffè della Versiliana, della segretaria del PD Elly Schlein, le ha consegnato una lettera. In essa i cittadini attaccano i comportamenti degli esponenti locali dello stesso partito e riassumono la vicenda di Cava Fornace.
“Le autorizzazioni alla discarica – si legge - prima per la marmettola e poi per rifiuti “non pericolosi” con amianto in deroga arrivarono dalle province di Lucca e Massa Carrara quando erano guidate dal centro sinistra, ignorando palesemente le perplessità espresse dal Ministero dell’Ambiente circa le criticità dell’area in cui la stessa discarica insiste. Le nostre continue sollecitazioni hanno portato a mozioni per la chiusura approvate dai comuni di Montignoso, Pietrasanta, Massa, Forte dei Marmi e Seravezza. Ma alle mozioni non sono seguiti fatti concreti e azioni di rilievo ed oggi Pietrasanta, Massa e Seravezza hanno sindaci di centro destra. La stessa regione, da sempre a guida PD, ha votato mozioni di chiusura celere e con rammarico constatiamo che ad oggi tutto è rimasto lettera morta. Il presidente Giani in campagna promise la chiusura, così come il sindaco di Montignoso Lorenzetti ma quello che viene detto in campagna elettorale, lì tragicamente rimane. E se Giani non ha fatto nulla, il piddino Lorenzetti si è purtroppo distinto per le dichiarazioni durante l’audizione in commissione ambiente nazionale definendo la discarica un’opportunità. Inoltre sono mesi, da quando la Regione ha avviato il PAUR (Provvedimento Autorizzativo Unico Regionale) dopo la presentazione da parte del gestore PAA del progetto di completamento del sito da quota +43 metri slm a quota 98 slm, che il sindaco di Montignoso, sostenuto anche dal PD massese, parla della discarica di Cava Fornace come possibile soluzione per risolvere il problema marmettola. L’emergenza marmettola è stata la scusa per autorizzare nel 2007 la discarica, ma come si può dolorosamente constatare il problema non è stato risolto, anzi. E purtroppo ogni volta viene richiamato quando occorre decidere per nuove autorizzazioni, tanto da ricordare un nefasto e bizzarro cavallo di troia”.
“E poi abbiamo il PD di Pietrasanta che considerando in rischi ambientali e per la salute, sostiene apertamente la nostra battaglia con dichiarazioni forti sulla chiusura immediata e per sempre”.
Il Comitato ha consegnato la lettera nelle mani della stessa segretaria Elly Schlein, evidenziando che “l’incoerenza e le promesse elettorali troppo spesso disattese portano all’astensionismo e sconfitte alle urne pesantissime. Abbiamo chiesto risposte serie su un tema che coinvolge il futuro di un intero territorio e che dovrebbe andare aldilà della ambizioni dei politici. La segretaria si è mostrata disponibile ad approfondire la nostra missiva e a coinvolgerci quanto prima in una discussione sul tema. Durante questo incontro abbiamo parlato anche con il presidente della Regione Giani, ricordandogli quanto sottoscritto nel 2020 e richiedendo un suo intervento affinché l’Assessore Regionale Monni e i tecnici regionali vengano ad effettuare un sopralluogo per rendersi conto del contesto in cui è collocata la discarica. Giani conferma di voler chiudere la discarica, ma sollecitato sui tempi non ha dato una risposta chiara e netta e questo atteggiamento dilatatorio, retaggio di una politica sfuggente, ci lascia l’amaro in bocca. Anzi, ha aggiunto una frase sibillina, quale:“Faremo l’interesse e lavoreremo per il bene di tutti i cittadini toscani”. Ai lettori la sua interpretazione. Forse che per Giani la Toscana finisce a Porta Beltrame per cui la discarica è stata collocata nella “Terra di Mezzo”?
“La tutela dell’ambiente, della biodiversità e gli ecosistemi anche nell’interesse delle future generazioni” è sancita nella nostra costituzione, la via maestra a cui nessuno, specie il politico che dovrebbe governare con criterio e diligenza, si può sottrarre. Noi cittadini chiediamo da oltre 16 anni che la discarica , che sorge in un’area carsica ad rischio idrogeologico, su falde acquifere importanti in prossima del Lago di Porta e vicino a centri abitati, sia chiusa. E non ci fermeremo”.
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L'assessore all'ambiente Moreno Lorenzini replica alle preoccupazioni di Legambiente sulla presenza di marmettola nel torrente Carrione riscontrata dopo le piogge dei giorni scorsi. “Capisco le preoccupazioni di Legambiente, ma ci tengo a rassicurare i rappresentanti dell'associazione che la situazione è costantemente monitorata e i controlli sono continui – sottolinea Lorenzini -. Negli stessi Pabe, d'altro canto, è presente uno specifico regolamento che chiarisce in maniera univoca come debba essere gestita la marmettola e a riguardo i tecnici dell'ufficio Ambiente eseguono continui sopralluoghi e accertamenti che in caso di irregolarità possono concludersi con sanzioni. In cava nei mesi passati è andata anche la commissione Marmo e i consiglieri hanno potuto vedere con i loro occhi come viene gestito questo scarto della lavorazione grazie, tra l'altro, alla presenza di vasche di decantazione. Riguardo all'intorbidimento delle acque del Carrione durante e dopo forti piogge e temporali Arpat si è invece espressa in più occasioni, l'ultima il 30 agosto, sottolineando come questi siano dovuti 'alla complessa situazione che si è creata, con il tempo, nei bacini estrattivi a monte di Carrara (e non solo) ed in particolare alla presenza di molte attività estrattive, concentrate in uno spazio dimensionalmente contenuto, carsico e fortemente acclive'. Si tratta dunque di una situazione complessa e figlia della particolare conformazione del nostro territorio che, come ribadisce anche la stessa Arpat, 'può difficilmente essere risolta con la sola intensificazione dei controlli'. Questo tuttavia non significa che l'impegno dell'agenzia e del Comune non sia massimo per ricercare e punire eventuali comportamenti non corretti”.
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"Desta molte perplessità e domande il recente provvedimento autorizzativo emanato dal comune di Massa relativo alla po in fase post acuta presso il centro Don Gnocchi di Marina di Massa". Il consigliere Daniela Bennati del Polo Progressista e di sinistra formato da M5S e U.P. solleva la questione dopo aver consultato il documento e continua: "Vogliamo delle risposte chiare da ASL, regione e comune su quanto sta succedendo nella sanità locale. Ad esempio se il provvedimento sopracitato è consequenziale al fatto che la preannunciata Casa della Salute e relativo Ospedale di Comunità sono stati cancellati a causa del taglio operato dal Governo sui fondi PNRR che dovevano finanziarli. Infatti i posti letto dell'ospedale di comunità avrebbero avuto proprio la funzione di ospitare pazienti post acuti.
Diverso sarebbe stato se il progetto della Casa della Salute fosse stato finalizzato presso il vecchio ospedale utilizzando le precedenti linee di finanziamento, saremmo potuti essere già in una fase avanzata di realizzazione, invece continuiamo ad assistere allo smantellamento della sanità pubblica facendo arricchire quella privata togliendo servizi ai cittadini.
L'altra domanda si pone su che fine faranno i servizi riabilitativi in essere all'Istituto don Gnocchi e subentrati dai post acuti, che fine faranno? Il nostro territorio perderà anche quelli? Mettendo insieme la questione del monoblocco di Carrara, le assurde liste di attesa per diagnostica e interventi, la carenza di medici di famiglia, emerge una gestione tutt'altro che lucida da parte di ASL, regione e comune che sta avendo e avrà sempre più profonde ripercussioni sulla popolazione e in particolar modo sulle fasce più deboli".
Quelle fasce "lasciate indietro dall'attuale Governo che si stanno impoverendo sempre di più per curarsi, i dati apparsi su Avvenire pochi giorni fa. La difficoltà economica delle famiglie a far quadrare mensilmente i conti è racchiusa in pochi, ma eloquenti, numeri: 1.348.473 famiglie, il 5,17 per cento del totale, spendono mensilmente oltre il 20 per cento dei propri consumi "non essenziali" per pagare cure mediche per uno o più dei suoi membri (quelle che l'Oms definisce addirittura "spese mediche catastrofiche"), e 378.629 sostengono spese mediche che li portano a finire sotto la soglia di povertà relativa. Numeri che rimarcano come le spese mediche siano sempre più a carico delle famiglie: il 74,8 per cento mette mensilmente mano al portafoglio per spese di assistenza medica, farmaci, visite, etc. Vale la pena ricordare che il Servizio sanitario nazionale si basa su tre principi cardine: universalità (l'estensione delle prestazioni sanitarie a tutta la popolazione); uguaglianza (i cittadini devono accedere alle prestazioni del Ssn senza nessuna distinzione di condizioni individuali, sociali ed economiche); equità (a tutti i cittadini deve essere garantita parità di accesso in rapporto a uguali bisogni di salute)".
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I capigruppo di maggioranza rispediscono al mittente le critiche contenute nel commento dei consiglieri Rigoletta Vincenti e Matteo Martinelli pubblicate in una nota stampa nella quale definivano la maggioranza in difficoltà a seguito dell’ approvazione della mozione sulla convocazione di un consiglio straordinario alla presenza del presidente Eugenio Giani per discutere della questione Monoblocco, nel quale la maggioranza infatti si era astenuta dal voto. “I due consiglieri, invece di parlare di pochezza politica della maggioranza, dovrebbero valutare con maggior attenzione ciò che in consiglio la maggioranza riferisce – dichiarano i tre capigruppo Alberta Musetti (Repubblicani), Gian Maria Nardi (Pd) e Guido Bianchini (Serena Arrighi Sindaca )- Comprenderebbero, così, che l’astensione è stata motivata dai capigruppo Musetti e Bianchini in ragione di un forte distinguo tra il dispositivo della mozione, condiviso e già attuato dall’amministrazione, e la premessa che conteneva punti ed elementi non accettabili”. I capigruppo infine spiegano che “La maggioranza ha rimarcato la sua disponibilità a trovare un punto di incontro su un tema caro a tutta la cittadinanza sottoponendo emendamenti alla mozione che non sono stati accolti. Questa disponibilità, seppur respinta da Vincenti e Martinelli, è stata ugualmente portata avanti dalla maggioranza proprio attraverso l’astensione che ha consentito l’approvazione della mozione”.
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Massimiliano Manuel, capogruppo consiliare di FdI, attacca la maggioranza sostenendo che sul tema “monoblocco” sia andata letteralmente in tilt.
“Chiediamo ai sostenitori della sindaca – affonda il consigliere - di spiegare con chiarezza quale sia la loro posizione, perché ad oggi non chiara a nessuno. Di fatto abbiamo assistito ad una minoranza della maggioranza che avrebbe sostenuto la mozione due, dopodiché abbiamo assistito all’uscita pubblica di una maggioranza “unita” che ha reagito immediatamente alle accuse di Vincenti e Martinelli e rimesso in riga il capogruppo del PD Gian Maria Nardi che si era permesso di fare un’apertura verso il documento di opposizione. La discussione politica nata in aula su un tema estremamente delicato come quello dello smantellamento del Monoblocco e della desertificazione dei servizi sanitari quindi è sembrata essere rivolta piuttosto ad ottenere ben altre finalità interne alla maggioranza che a dare risposte ai cittadini”.
“I consiglieri firmatari della mozione due, presentata dal sottoscritto – prosegue Manuel - avevano stigmatizzano fortemente il fronte PD, PRI e Lista Arrighi per non aver preso alcuna posizione chiara su nessuno dei punti proposti dall’opposizione ma nemmeno a supporto dei cittadini del Comitato Primo Soccorso e Urgenza ai quali si erano aggregati strumentalmente alla fiaccolata organizzata anche contro la sottomissione supina di Arrighi e Crudeli alle decisioni della Regione Toscana e dei vertici dell’Azienda Usl Toscana Nord Ovest, manifestando contro se stessi. Quindi diciamo basta alle ambiguità della sinistra che segnalano evidenti e forti difficoltà per gli ormai noti dissidi interni che in consiglio comunale emergono sempre di più. E, nonostante che Nardi, Musetti e Bianchini si siano sentiti in dovere di replicare di aver dato ampia disponibilità all’opposizione per trovare un punto d’incontro su un tema caro a tutta la città i firmatari della mozione due non l’hanno né vista né sentita. Purtroppo in aula la maggioranza non ha nemmeno evidenziato nessun senso di responsabilità verso la città, però tra tutti, per onestà intellettuale, si è distinto a favore dei temi portati dalla mozione due il capogruppo PD Gian Maria Nardi anche se avrebbe dovuto dare più peso alla sua posizione politica e non restare ancorato su temi tecnici”.
“La maggioranza infatti non aveva votato né contro e neanche a favore, qualcuno aveva anche parlato di emendamenti che però non erano stati presentati così che la Mozione Vincenti/ Martinelli è stata approvata, segno di un evidente delirio politico della maggioranza. Per queste ragioni insisto sull’opportunità di dialogo e di accordo su temi specifici della sanità pubblica del territorio tra forze di maggioranza e di opposizione e mi è sembrato giusto sottolineare anche che siamo di fronte ad un eccesso di conflittualità all’interno delle forze di maggioranza, specialmente se motivato da considerazioni prevalentemente ideologiche e in termini di equilibri interni, tale situazione mette in pericolo l’obiettivo di raggiungere accordi a beneficio dell’intera città”.
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È durissima la mozione con cui i consiglieri di opposizione di Carrara (Manuel, Tosi, Vannucci, Caffaz, Bernardi, Mirabella e Benedini) hanno ufficialmente richiesto il commissariamento dell’intera struttura di vertice dell’Asl nordovest. La proposta dei membri del gruppo di minoranza, nemmeno a dirlo, è legata all’operato della stessa azienda sanitaria in merito al Monoblocco e al centro polispecialistico “Sicari”, ma non solo. Infatti, il testo della mozione cerca di tracciare il percorso di “Disinteresse, pressappochismo e incompetenza” che avrebbe contraddistinto la dirigenza Asl negli ultimi anni, e che ha causato, secondo i consiglieri firmatari, un costante smantellamento dell’intero sistema di cure della città apuana.
“Per quanto sopra espresso – si legge nella parte finale della mozione – impegna la sindaca, anche nella sua veste di presidente della conferenza zonale, la giunta e il consiglio comunale a chiedere alla regione Toscana il commissariamento dell’intera struttura di vertice dell’Asl come condizione preliminare per poter sottoscrivere nuovi impegni con soggetti che siano non manifestamente inaffidabili come quelli attuali”.
In un breve comunicato rilasciato in seguito alla presentazione della richiesta, gli stessi consiglieri hanno evidenziato come siano state esposte, nell’ultimo consiglio, altre proposte oltre a quella del commissariamento, ma la maggioranza non avrebbe comunque apprezzato nessun’altra tipologia di azione che seguisse la falsariga di quella proposta dalla minoranza.
“In apertura del dibattito – si legge nella nota – il capogruppo del Pd Gian Maria Nardi affermava che sicuramente nella gestione Monoblocco c‘erano stati dei problemi, ma che al posto della richiesta di commissariamento preferirebbe chiedere una struttura tecnica che potesse essere in grado di gestire tempi e risorse anche aggiuntive: un commissario ad acta potrebbe essere la soluzione più adeguata rispetto alle dimissioni. Dentro al nostro voto contrario, potrebbe essere una soluzione, ma purtroppo, l’apertura di Nardi non è stata apprezzata né dalla maggioranza né dai capigruppo Alberta Musetti (PRI) e Guido Bianchini (LISTA ARRIGHI), per cui, la mozione, non è stata formalmente emendata ed è stata respinta”.
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"Ancora una tragedia sfiorata - a renderlo noto è il comitato "Una montagna da salvare" con i consiglieri comunali, Daniele Tarantino e Stefano Alberti (Gruppo PD che ha presentato recentemente un’interpellanza proprio sulla tematica) -, stavolta in via Bassa Tambura, poco prima del bivio per la valle dei Canali, uno dei punti critici delle strade dell’entroterra montano e che mette a rischio l’incolumità degli automobilisti. Dopo la grossa pianta abbattutasi sulla strada che porta a Casette, sfiorando un’auto in corsa, oggi possiamo raccontare della caduta di un sasso di notevoli dimensioni precipitato dal versante che sovrasta via bassa Tambura, schivando fortunatamente due automobili che stavano transitando nella carreggiata. Il problema degli smottamenti e della mancata sicurezza nelle strade di montagna si presenta con troppa frequenza e l’auspicio è di poterla sempre raccontare senza tragedie. Perché, come abbiamo visto, pochi secondi sarebbero bastati per trasformare entrambi i casi in tragedia. Tragedie annunciate, perché la popolazione montana da tempo chiede sopralluoghi in questi versanti a picco sopra le strade".
"Più volte ci siamo spesi per lanciare sos sulla fragilità dei versanti e la necessità di intervenire urgentemente, sia per le piante ad alto fusto che costeggiano le strade sia per monitorare eventuali movimenti franosi - proseguono Tarantino e Alberti -. I punti più a rischio ormai li sappiamo a memoria: Canevara prima della ex Cartiera, lungo il primo tratto per Casette dopo il bivio, in prossimità di Poggio Piastrone (prima delle case) dove i segnali di caduta sassi sulla sede stradale sono spesso evidenti, e ancora dalla segheria località Sant’Antonio fino al bivio per i Forno per proseguire poi lungo la strada che porta a Gronda e Casania fino alla costante pioggia di sassi sulla via di Resceto. E tocca sempre ai residenti sgomberare la sede stradale per consentire alle auto il transito ed evitare spiacevoli incidenti. Insomma, la montagna è dimenticata da decenni e per assurdo, spesso gli enti si trovano al rimpallo delle competenze: la strada è provinciale? rivolgersi alla Provincia. Ma i versanti sono di competenza del comune e si arriva sempre a un nulla di fatto. Una situazione annosa che non trova soluzione: basterebbe mettersi d’accordo, comune e provincia, (e anche il Parco delle Alpi Apuane, visto che ci siamo dentro) per avviare un progetto importante di messa in sicurezza, monitoraggio e disgaggio dei massi pericolanti, attuando quel percorso predicato e mai applicato che si chiama prevenzione.
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- Scuola Ugo Pisa, lettera aperta al sindaco Persiani: "La soluzione proposta non è all'altezza"
- Caso-Monoblocco, Manuel (FdI) e Tosi (Lega) chiedono una nuova verifica tecnica di genio civile e vigili del fuoco
- Archivio Germinal, Arrighi: "L'amministrazione sta rispettando tutti gli impegni. Più spazi a Torano e presto la nuova convenzione"
- Pieruccini (Lega) contro il sindaco Arrighi sulla gestione dello sbarco dei migranti: “Ora scopre che gli sbarchi sono difficili da gestire”
- Caffaz chiede un consiglio comunale sull’asilo I Cuccioli e i progetti finanziati con Pnrr
- Reddito di cittadinanza, Manuel (FdI) critico sulle ultime uscite del sindaco Arrighi: “Inutile prendersela sempre col governo”
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- Al Bagno Biondetti-ViennaLvce il direttore della Gazzetta Aldo Grandi intervista il generale Roberto Vannacci
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- Tensioni alla fiaccolata per il Monoblocco, Pieruccini (Lega) denuncia il trattamento subito dai militanti del centrodestra